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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    14/09/2012    3 recensioni
[GokuderaLamboBrotherlyLove]
“L-Lascia perdere me, Testa-A-Prato... Pensa alla Scemucca prima...”.
Il rantolo che provenne dalle labbra socchiuse e tagliuzzate di Gokudera fece letteralmente sobbalzare dalla sorpresa tutti mentre la mano dell'argenteo andava a stringere il polso del pugile con forza per deviare la tenue luce della Fiamma verso il più bisognoso adolescente.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hayato Gokudera, Lambo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FRATELLI TRA TEMPESTA E FULMINE

E mentre volano i coltelli
che bello dirsi "Siam fratelli!
Avanti su ricominciamo,
siam tutti uguali e poi ci amiamo"

Fratelli – Roberto Vecchioni

§§§

LAMBO!”.

L'urlo di Gokudera assordò per un attimo tutti i Guardiani, impegnati a fronteggiare i rispettivi avversari nella furiosa battaglia che li vedeva protagonisti, e ghiacciando il sangue nelle vene a Tsuna: con un colpo forse troppo forte e violento, il Cielo mandò il proprio nemico a cozzare contro un muro in rovina, giusto l'istante prima che il corpo snello del Fulmine, lanciato come un sacco vuoto, gli passasse sopra la testa, privo di sensi, o peggio.

Ma per quanto il Decimo potesse essere veloce, lo shock e la rapidità con cui tutto era accaduto, gli impedì di muovere anche solo un muscolo, e già tutti, col cuore in gola, vedevano il loro compagno, il più giovane tra loro, buttato per terra come uno straccio sporco.

Ma il quindicenne non toccò mai il suolo.

Perchè, con la stessa rapidità con cui aveva lanciato quel grido di aiuto, la Tempesta si lanciò sul Fulmine, stringendolo tra le braccia e ruzzolando per parecchi metri sul terreno accidentato e ingombro di rovine, facendogli scudo col proprio corpo.

Il resto dei Vongola restò a osservare la concitata scena per quei brevissimi istanti poi, consci dell'urgenza di prestar soccorso ai compagni, semplicemente lasciarono liberamente fluire la rabbia, che andò a rafforzare le loro Fiamme.

Un istante dopo, i pochi sopravvissuti della Famiglia rivale erano stati spazzati via dalla potenza dirompente dei cinque Vongola Rings ancora in battaglia: non era stato solo l'X-Burner del Boss a fare piazza pulita, ma gli sforzi congiunti di tutti, il cui unico pensiero, subito dopo, fu quello di correre al fianco dei compagni, aiutarli.

Tutto ciò che restava della villa nel cuore della foresta erano solo macerie.

Hayato!” gridò Tsuna non appena toccato terra; con un paio di falciate si era portato accanto ai due ragazzi, che giacevano a pochi passi di distanza da loro, infangati e graffiati un po' dovunque: erano sdraiati nel fango, con gli occhi chiusi e l'espressione sofferente.

E Gokudera ancora non aveva mollato la presa sul corpo di Lambo.

Lasciate fare a me.” dichiarò Ryohei, infiammando il proprio Anello, malgrado la stanchezza della battaglia: non poteva lasciarli in quelle condizioni, non poteva proprio.

L-Lascia perdere me, Testa-A-Prato... Pensa alla Scemucca prima...”.

Il rantolo che provenne dalle labbra socchiuse e tagliuzzate di Gokudera fece letteralmente sobbalzare dalla sorpresa tutti mentre la mano dell'argenteo andava a stringere il polso del pugile con forza per deviare la tenue luce della Fiamma verso il più bisognoso adolescente.

Hai poche forze, no? Allora impiegale per uno scopo utile e vedi di salvare le corna al moccioso. Io ho la pelle dura.” decretò serio l'italiano, mettendosi cautamente seduto con l'aiuto del suo Boss.

Senza replicare, il Sole annuì, e subito si concentrò sulle ferite più gravi che martoriavano il corpo del ragazzino, tra cui una particolarmente ostica sulla spalla, regalino di una pallottola vagante, e svariate ustioni che si vedevano chiaramente da sotto la camicia strappata.

Non appena la Fiamma del Sole gli ebbe sfiorato la pelle martoriata, Lambo urlò, cercando di divincolarsi dalla troppo debole presa di Ryohei, ma subito il tocco gentile della mano del Cielo sulla sua fronte lo calmò, mentre Tsuna, mormorandogli poche parole di conforto all'orecchio, tentava di tenerlo ancorato alla realtà, di non farlo precipitare nel baratro oscuro su cui era pericolosamente affacciato.

Troppo sconvolti per parlare, gli altri Guardiani si limitavano a stare in silenzio, osservando con il cuore in gola prima il volto del quindicenne trasfigurarsi in espressioni di sofferenza e dolore e dopo quello di Hayato, che fissava la scena con la paura e la preoccupazione negli occhi.

Tempesta e Fulmine sono come fratelli...” mormorò Chrome con le lacrime agli occhi, ricordando vagamente le parole di Reborn durante la Battaglia del Cielo nella Sfida degli Anelli: anche se era pressocchè incosciente, le aveva udite chiaramente, come se fossero state sussurrate al suo orecchio.

E in quegli anni, se n'era accorta, aveva avuto la prova lampante della verità di quelle parole.

Soprattutto in quel frangente.

Lambo e Hayato potevano litigare quasi di continuo, ma l'innato desiderio di protezione che ispirava la giovane età del Guardiano del Fulmine, unita alla consapevolezza di essere una cosa sola sotto un unico Cielo, assieme agli altri, era in grado di dare vita a gesti spontanei come quello a cui tutti loro avevano assistito.

L'ho richiusa...” annunciò Ryohei all'improvviso con voce trionfante, rialzando il viso arrossato e sudato dal corpo privo di sensi di Lambo.

A quell'annuncio, gli occhi di Gokudera si spalancarono e, come se non credesse alle parole del compagno, cercò di alzarsi per sincerarsene di persona, ma la mano ferma di Sawada lo bloccò, con un'occhiata seria che si poteva benissimo interpretare come: “Se osi muoverti, dirò a Bianchi di restare perennemente senza occhiali e di ronzarti attorno fino a nuovo ordine.”.

L'argenteo s'immobilizzò.

Con una risata forzata, Takeshi rinfoderò la katana prima di chinarsi sul Sole, che ansimava esausto: “Non sforzarti troppo.” si raccomandò, mentre prendeva Lambo tra le braccia, “Hai già fatto tantissimo.” lo rassicurò, prevenendolo dal muoversi per curare anche la Tempesta com'era nelle sue intenzioni.

Lo scemo ha ragione, io sono abbastanza corazzato... Posso... Posso resistere...” borbottò il dinamitardo, reclinando la testa sul braccio di Tsuna, che lo sorresse cingendogli la vita: “In effetti, ne ho passate di peggiori...”

Kufufufu, non avrei mai detto che un tipo apparentemente tutto d'un pezzo come te si sarebbe esposto in questo modo.” sogghignò Mukuro: “Sei stato incosciente, kufufufu.”

Dietro di lui, veniva Hibari, i cui occhi erano, se possibili, più gelidi che mai.

Erbivoro, stanno arrivando.” annunciò la Nuvola con tono pericolosamente severo.

Come da lui profetizzato, la squadra medica li aveva raggiunti.

Per fortuna abbiamo fatto in tempo...” sospirò il medico responsabile, correndo loro incontro, sollevato: “Grazie a Hibari-sama e Mukuro-sama che ci hanno guidato qui. Altrimenti non saremmo riusciti a trovarvi.”.

Tsuna annuì, troppo stanco per parlare.

Si limitò a stringere con forza la mano di Hayato prima che questi venisse portato via dalla squadra medica e a osservare la barella su cui era disteso Lambo allontanarsi.

Vederlo così massacrato non era stata una bella esperienza.

Il Cielo si morse il labbro inferiore, lasciandosi sfuggire un gemito di dolore.

Che non passò inosservato.

Ti fa male da qualche parte?” chiese subito Takeshi, fattosi nuovamente serio: “Saresti dovuto andare anche tu con loro...” ragionò la Pioggia, facendo per tirarlo su in piedi, ma Sawada scosse la testa, poggiando la mano sulla spalla del suo Guardiano, “Non è nulla, non ho neppure un graffio. Stavo solo pensando e...”

E...?”

Mi stavo chiedendo se tutto questo si sarebbe potuto evitare...”

Takeshi non disse nulla, sapeva a cosa stava pensando il suo Boss, sapeva come si stava sentendo in quel momento, ed era conscio che tutto quello che poteva fare, in quel momento, era impegnarsi il più possibile per occuparsi degli altri, dei compagni feriti...

Vieni, Tsuna, andiamo.” Takeshi lo tirò gentilmente verso di sé, abbracciandolo con forza: “Hanno bisogno di noi.”

Mai frase fu più azzeccata.

§§§

Nel momento in cui l'infermiera era uscita dalla sala operatoria, pallida come un lenzuolo e balbettante, tutti i presenti si resero conto che qualcosa non andava.

Nella fattispecie, ciò che non andava era la mancanza di scorte di sangue adeguate per entrambi i Guardiani, una mancanza che poteva rivelarsi fatale e a cui non si poteva porre un rimedio in tempi brevi.

Io e Lambo abbiamo lo stesso gruppo sanguigno!”

Tsuna era schizzato in piedi, gli occhi fuori dalle orbite e le gambe decisamente troppo malferme per reggersi in piedi ma ciononostante fronteggiava con tutta la forza di cui era capace il medico, medico che cercava di dissuaderlo dal sottoporsi alla trasfusione, anche se sarebbe servita a salvare Lambo.

Il Decimo era talmente malconcio che avrebbero rischiato di perdere anche lui.

E io sono donatore universale, “ sorrise appena Takeshi, cingendo le spalle del Cielo con affetto: “Posso tirare Hayato fuori dai guai in qualunque momento.”

Il dottore che aveva preso in consegna i due feriti della disastrosa battaglia guardò alternativamente entrambi con preoccupazione, aveva tentato di convincerli a desistere ma non potevano continuare a lungo così: ci sarebbe voluto troppo tempo per fare altre analisi e trovare un gruppo sanguigno compatibile per i Guardiani in sala operatoria e l'unica opzione possibile era rimasta quella.

Doveva fare la sua scelta, pur se a malincuore e con la speranza che tutto andasse per il meglio.

Venite con me...” sussurrò ormai sconfitto: sapeva che il rapporto che legava la Decima Generazione era diverso da quello che legava le precedenti Generazioni, ma sapeva anche che, in quella situazione, le probabilità che la vita di qualcuno si spezzasse erano altissime.

Doveva confidare nel fatto che si sarebbero salvati a vicenda, come già molte volte avevano dimostrato di saper fare sul campo di battaglia?

Scelse di fidarsi, infine e dopo qualche tempo, delle parole di Hibari Kyoya, che aveva raggiunto l'ala medica della base solo dopo molte ore, quando i due feriti, intubati e sotto stretta sorveglianza, lottavano per superare la notte e il Cielo e la Pioggia erano stati ricoverati allo stesso modo in un'altra stanza.

Nessuno di loro morirà, sono troppo stupidi e testardi per farlo.” aveva dichiarato la Nuvola con tono lapidario, dopo aver riportato al Decimo la propria giacca tutta strappata e macchiata del sangue della Tempesta e del Fulmine, la stessa che il più giovane dei Guardiani aveva addosso nel momento in cui era arrivato alla base.

E soprattutto, io non l'ho permesso a nessuno di loro.” sussurrò appena, nascondendosi nelle ombre del corridoio silenzioso e buio, come a voler vegliare sugli addormentati e sui feriti.

Se ne sarebbe andato solo al loro risveglio, una volta assicuratosi che sia la Tempesta che il Fulmine sarebbero tornati ancora rombare e a far tremare i vetri delle finestre, uniti dal filo rosso che andava a intrecciarsi con quello verde e li identificava, senza alcun dubbio, come fratelli.

Fratelli forgiati dal senso di sacrificio e dall'istinto.

   
 
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