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Autore: Alexys_Tenshi    14/09/2012    3 recensioni
“ La cosa che mi piace di più di questa stanza non è il colore delle pareti – lilla – ma come il disegno floreale nero si abbini alla perfezione con la parete. Se aggiungiamo la persiana abbassata della finestra, si ottiene un effetto ancora più bello. ”
Ecco, è a questo che sto pensando mentre mi trovo qui, in questa stanza lilla, sdraiata supina sul letto matrimoniale a fissare il nulla.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'A. e G.'
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Questa storia va dedicata unicamente a DARKPANDA, perché oggi compie ben diciotto anni.
Tanti auguri amore mio! Non vedo l’ora di vederti stasera. Voglio precisarti che questa storia non è granché ma capirai che è importante per me. Voglio solo dirti che sei la cosa più bella che abbia mai avuto e sono contenta di stare ogni giorno con te.
Sei il mio Panda pandoso. Un bacione dalla tua Pandina dobe.
Ti Amo.

La stanza Lilla.

 

“ La cosa che mi piace di più di questa stanza non è il colore delle pareti – lilla – ma come il disegno floreale nero si abbini alla perfezione con la parete. Se aggiungiamo la persiana abbassata della finestra, si ottiene un effetto ancora più bello. ”
Ecco, è a questo che sto pensando mentre mi trovo qui, in questa stanza lilla, sdraiata supina sul letto matrimoniale a fissare il nulla.

Nella mia casa regna il silenzio assoluto, non è accesa neanche una televisione. Sento solo il rumore delle macchine che corrono, fuori, e i cani che abbaiano tra di loro.
Mi volto verso l’altro lato del letto, naturalmente vuoto. Con fatica riesco ad arrivare al bordo del letto, portando le gambe oltre, lasciandole penzolanti.

“ Davvero noioso. È tutto così noioso qui. Questa stanza è noiosa, casa mia è noiosa, io sono noiosa. Solo perché non sei accanto a me. ” mi sposto lentamente al centro del letto a fissare il soffitto bianco. “ Quello che ci serve in questi momenti è una buona lattina di the. ”

Ed ecco che scendo dal letto e me ne vado in cucina, percorrendo il lungo corridoio. Dopo aver preso la lattina chiudo il frigorifero, immaginandoti dietro di me attento a una mia distrazione, solo per prenderti la lattina. Eppure quando mi volto, trovo solo quello spazio vuoto. Allora me ne torno ancora una volta in quell’ultima stanza della casa, quella, dove non va mai nessuno perché non è importante. Eppure per me lo è.

Di nuovo sul letto, mentre sorseggio il the, sempre immersa nel lilla. Immaginando te che arrivi silenziosamente e mi abbracci. Mi fai il solletico in modo che io cominci a ridere come una matta, e tu ridi con me. Poi ci lasciamo cadere sul letto, sempre abbracciati, e cominciamo a parlare del più e del meno, di tutto quello che ci viene in mente.

La mia mano che s’insinua tra i tuoi capelli neri, mentre la tua è posata sulla mia guancia. Ci guardiamo fissi negli occhi, fin quando non ti avvicini al mio viso e mi baci sulle labbra. E questo è uno di quei casti baci, sia chiaro, ma sono sicura al cento per cento che sono arrossita lo stesso.

<< Non mi sembra di averti detto che potevi farlo. >> ti dico, fingendo un’aria offesa.

<< Ma l’ho fatto lo stesso. >> mi rispondi mentre sorridi e mi baci ancora.

E stiamo così: sdraiati su un letto, abbracciati, mentre il tempo scorre via. E ci sta bene così. Io non ho voglia di fare altro e tu accetti la mia idea. Basta che siamo insieme in quella stanza. La nostra stanza.

Ora il mio cuore comincia a battere più veloce quando posi la tua testa sul mio petto, e non riesci a tenerti dentro una risata, visto che senti anche tu il mio cuore che batte a mille. Ora le nostre mani sono unite, le nostre gambe intrecciate e i nostri volti sono a pochi centimetri di distanza… ed eccola che parte la testata!

<< Ahi! >> dici mentre ti allontani da me, portando una mano sul punto dove ti ho colpito. Tu sei subito pronto al contrattacco, infatti, hai già cominciato a punzecchiarmi e darmi pizzicotti. Ed io che mi dimeno e provo a fermarmi dandoti pugni, inutilmente.

Continuiamo fino a quando non siamo esausti, fino a quando non ricadiamo sul letto, con il fiato corto e il corpo dolorante per via di quella lotta. Io abbraccio il cuscino e tu continui a guardarmi.

<< Che c’è? >> ti chiedo poiché mi fissi.

<< Ti amo. >> rispondi mentre mi carezzi i capelli.

Ed eccolo il momento in cui sprofondo con la testa nel cuscino, rossa come un pomodoro.

<< Io non te lo dico. >> mugugno.

<< Va bene. Quando vuoi, puoi anche dirlo. >> mi abbracci ancora una volta, ma stavolta mi stringi più forte. E in quel momento lo penso, sì, proprio in quel momento penso di dirtelo. “ Ti amo. ” sembra così facile, ma lo tengo ancora una volta nascosto nella mia mente.

Il cellulare sul comodino vibra, facendomi capire che mi è arrivato un messaggio. Poso a terra la lattina ormai vuota e prendo il telefono. In quella camera vuota il suono riecheggia tantissimo.
Lo sblocco e attendo che si apra il messaggio. Intanto mi volto a guardare l’altra metà del letto vuoto, per la forza dell’abitudine.

Finalmente leggo il messaggio:
Sei il centro del mio mondo, sei il pezzo mancante del mio essere, sei la luna nel mio cielo. Sei tutto per me.
Ti amo dal tuo Panda ”

Sorrido pensando a cosa rispondere, ed ecco che ti sento ancora lì accanto a me.

   
 
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