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Autore: Marge    14/09/2012    2 recensioni
Due anni dopo, Chihiro è una ragazzina un po' svampita, che sembra avere sempre la testa fra le nuvole. La sua avventura nel regno degli spiriti è forse stata solo un sogno?
Scritta per il Multifandom Quote Contest by Alister09, classificandosi terza, con il prompt “The ocean is full cause everyone's crying”, e con il prompt "La città incantata, Sen&Rin, Più lenta di una lumaca" della piscinadiprompt.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come un uragano



Chihiro inciampò nuovamente, rischiando per l’ennesima volta di finire a gambe all’aria e travolgere la fila di banchi.
“Fa più attenzione!” venne redarguita.
Subito s’inchinò con deferenza per scusarsi. Stupida gonna lunga!, pensò invece. Se non si fossero trasferiti in quel paesino dimenticato ai confini del mondo, probabilmente avrebbe avuto una bella divisa scolastica da città, con tanto di colletto tagliato dritto e gonna più corta. Aveva aspettato tanto le medie per indossare finalmente una divisa carina! Al contrario quella sembrava la divisa scolastica di sua nonna.
Infilò ancora lo straccio nel secchio, lo strizzò con cura e riprese a spolverare il banco davanti a sé: ancora una fila ed avrebbe finito. Di sottecchi osservò Mame, che la vide e le sorrise mentre strofinava il vetro della finestra. Ricambiò, e riprese a spolverare.
Matsumoto-san, alla cattedra, controllava a braccia conserte che sbrigassero il lavoro nel miglior modo possibile; non era cattiva, certamente, ma l’essere eletta capoclasse l’aveva caricata di un senso di responsabilità tale da trasformarla in un sergente, tanto impegno metteva nell’assicurarsi che il suo gruppo svolgesse le pulizie in maniera efficace. Chihiro l’aveva trovata simpatica, almeno la prima settimana di scuola; tuttavia, ora ne era infastidita ed impaurita, più che altro.
“Quanto sei lenta!” la sentì esclamare dietro il suo collo, e si voltò sorpresa: possibile ce l’avesse con lei?
“Maldestra e lenta!”
Nella testa le suonò la voce di Rin: Lenta come una lumaca! Sembrava tutto un sogno antico, e la voce di Rin quasi dolce, in quel ricordo.
Arrossì e chinò il capo.
“Com’è possibile che io, con questo carattere tanto timido e timoroso, sia riuscita a salvare i miei genitori?” rifletté, mentre cominciava l’ultima fila di banchi. Più il tempo passava, più Chihiro si convinceva di aver sognato ogni cosa. Figuriamoci se era stata in grado di ottenere un lavoro da Yubaba!
Eppure, più il tempo passava, più il ricordo si trasformava in ossessione: sognava ogni notte di lavorare ancora alle terme degli spiriti, o di prendere il treno con Senzavolto, o di volare a cavalcioni di un drago bianco; sentiva le loro voci nella mente, e parlava con loro da mattina a sera, incurante dell’aria svagata ed un tantino stranita che ciò le conferiva.
“Diventerò completamente pazza” si ripeté. Si girò per sciacquare nuovamente la pezza, ma urtò il secchio che ondeggiò sul bordo della sedia, mentre l’acqua al suo interno si sollevava in piccole onde contro il bordo azzurro.
Chihiro si allungò di riflesso per fermarlo, mentre il secchio si impuntava da un lato per alzarsi dall’altro; e d’un tratto, mentre la sua mano si tendeva, le sembrò che tutto fosse fermo, per un solo attimo, tanto che riuscì a toccarlo, fermare il suo moto e rimetterlo, ben al sicuro, dritto sulla sedia.
Sorpresa, si guardò attorno.
Un gracidio ai suoi piedi la fece sobbalzare, e rischiò nuovamente di far cadere il secchio.
Rana, avvolto in un bellissimo kimono color rosso fragola, le fece l’occhiolino, e una folla di susuwatari la investì, sciamandole tra le gambe e lasciandole segni neri di fuliggine sui calzini immacolati. Si voltò a guardarli sparire oltre la porta dell’aula.
Inorridita, si guardò attorno: ma dov’erano finiti tutti quanti? Mame non era più accanto alla finestra, la capoclasse non sorvegliava alcun lavoro, e gli altri due compagni di classe si erano volatilizzati.
“Presto Sen, corri!”
Rin entrò di corsa dalla porta spalancata e la afferrò per un gomito.
“Non puoi stare qui! Presto, vieni con me!”
La tirò via per un braccio. Fuori dall’aula, una fila di zampette nere sul pavimento testimoniava il passaggio dei susuwatari.
“Ma dove…?”
“Non c’è tempo! Lo spirito del fuoco sarà qui a momenti!”
Rin correva lungo il corridoio, e Chihiro fece fatica a starle dietro: non riusciva a capire, e le sue gambe sembravano rifiutarsi di muoversi.
“Ma questa è la mia scuola, qui non siamo nel mondo degli spiriti” provò ad obiettare.
Rin si fermò e sbuffò, rivolgendosi poi a lei come se parlasse ad una neonata: “Il mondo degli spiriti è ovunque, Sen. Lo spirito del fuoco sta per arrivare, devi correre via, Haku sta…”
“Haku è qui?” balbettò. Il fiato le mancò nella gola ed il cuore prese a batterle nelle orecchie. Due anni, pensò.
L’altra non le diede retta, e le prese nuovamente una mano per strattonarla.
“Se riesci ad uscire dalla scuola, probabilmente riusciremo a fermare lo spirito nel nostro mondo, e non potrà seguirti! Ma Haku ha bisogno di un po’ di tempo ancora, devi andar via.”
Rin corse avanti, ma si fermò e si voltò: “Forza, Sen! Non fare la lumaca!”
In quel momento il vetro della finestra accanto a loro andò in pezzi. Chihiro gridò ed istintivamente si coprì il volto con le mani, ma non appena i frammenti smisero di cadere in terra corse a sporgersi.
Lo spirito del fuoco era in fondo al cortile, ma avanzava velocemente: una massa rossastra, globosa e densa come gelatina, solcata da fiamme che ne illuminavano l’interno come un ventre pulsante. Lo spirito sembrava divenire più grande ad ogni passo conquistato; i sui bagliori accecavano l’orizzonte, e neanche una casa del piccolo paese ai confini del mondo era visibile alle sue spalle. Un enorme coagulo rosso scuro aveva inglobato la realtà.
Un grido le sfuggì dalle labbra.
“Togliti di lì, o ti vedrà!” la redarguì Rin, e la tirò via per un braccio.
“Dov’è Haku?” chiese invece lei.
“Sta cercando come un pazzo di far qualcosa” brontolò l’altra, continuando a strattonarla e spingerla lungo il corridoio.
“Voglio vedere Haku!”
“Non fare la stupida, Sen!”
Rin incrociò le braccia sul petto e la osservò con cipiglio grave. “Lo spirito del fuoco ti ha vista mentre lavoravi alle terme. L’altro giorno ha chiesto di essere ricevuto da Yubaba. Ti cercava.”
“Me?” esclamò sbalordita.
“Sembra che il tuo bel faccino l’abbia affascinato oltre ogni dire. È venuto a cercarti.”
Chiriro sgranò gli occhi.
“Me?” ripeté instupidita.
“Forza Sen! Non ripetere sempre le stesse cose. Lo spirito del fuoco sta arrivando!”
“Cosa…” balbettò, “cosa devo fare?”
“Andartene, è ovvio, a meno che tu non voglia sposarlo.”
Una gocciolina di sudore scese lungo la guancia di Chihiro, e si accorse di essere completamente sudata da capo a piedi. Rin si fece vento con la mano: “Sta arrivando” disse, “fa davvero caldo.”
Una luce rossastra si rifletté sui muri come se fossero al tramonto. Chihiro corse a sporgersi nuovamente dalla finestra, mentre Rin sbuffava e alzava gli occhi al cielo.
“Sposa di uno spirito del genere: difficile da spiegare a mamma e papà…”
Mentre tutta l’assurdità della situazione le si dispiegava davanti, nella forma di un’incredibile massa di magma che avanzava inesorabile mattonella dopo mattonella, davanti allo spirito si erse una colonna d’acqua vorticante. In cima una figurina bianca dava le spalle all’edificio, per non perdere d’occhio la creatura. Strizzando gli occhi Chihiro intravide una nube di esserini che, come tanti moscerini, gli svolazzavano intorno.
“Haku!” gridò, ma lui non la sentì e non si voltò.
“Ma cosa sta facendo?” chiese a Rin, alle sue spalle.
“Haku è lo spirito del fiume Kohaku” cominciò l’altra. Chihiro si sorprese di non essere impaziente: quelle parole, quei nomi da due anni risuonavano nella sua mente, e nel suo cuore, ma non li aveva più sentiti pronunciare da altri; e come ogni altro particolare di quella bizzarra avventura, col tempo anche Haku aveva cominciato ad assomigliare ad un sogno lontano.
“L’essenza dell’acqua che lui incarna è l’arma migliore contro lo spirito del fuoco.”
“Cosa sono quei moscerini?”
“Sono lacrime” sorrise Rin. “Guarda.”
Si sporse accanto a lei e le indicò con la mano aperta la folla ai piedi della colonna d’acqua che sosteneva Haku. Chihiro se ne accorse solo in quel momento, o forse solo in quell’istante gli abitanti del mondo degli spiriti di manifestarono e presero corpo nel cortile della scuola: sembrava che tutti i lavoratori dell’impianto termale fossero lì, ogni ragazza ed ogni uomo-anfibio, radunati per piangere assieme e respingere lo spirito del fuoco. Tra loro perfino lo sproporzionato bambino grassoccio di Yubaba versava enormi goccioloni, contribuendo non poco al fiume di lacrime.
“Yubaba non voleva rivelargli dove ti trovassi, ma lui ha minacciato di distruggere ogni cosa, e sai com’è fatta lei…non potrebbe vivere senza le sue terme. Ma ha subito spedito Haku e gli altri a fermarlo.”
“Perché Haku è ancora da Yubaba?”
Rin agitò la mano davanti al viso alzando gli occhi al cielo: “I patti sono i patti, ha detto Yubaba. Haku deve superare alcune ultime prove prima di essere definitivamente libero…”
Chihiro osservò rapita le lacrime di ognuno colare in terra ed unirsi alla colonna d’acqua, ed Haku, in cima ad essa, osservare con concentrazione lo spirito che avanzava.
“Ormai dovremmo quasi esserci” disse Rin. “Sarà un bello spettacolo.”
“Cosa ha in mente di fare?” gridò Chihiro, in panico.
“Quando avrà radunato abbastanza acqua, la scaglierà contro lo spirito del fuoco come un uragano. Ci sarà un bel po’ di fumo, scommetto.” Sorrise, e la prese per mano: “Noi però andiamocene via. Haku mi ha mandata avanti proprio per questo motivo: vuole essere sicuro che tu sia in salvo.”
La ragazzina si lasciò condurre per pochi passi, poi si voltò titubante e scorse ancora la figurina bianca in cima alla colonna. Fece resistenza, senza riuscire a staccare gli occhi da Haku.
Poi, in un attimo, Chihiro decise: lasciò andare la mano di Rin, corse alla finestra e salì sul davanzale: aveva abbastanza lacrime in corpo da poter contribuire all’uragano, ma ne avrebbe piante il doppio, in futuro, se non avesse colto quell’occasione per abbracciare ancora una volta Haku.
Senza più alcun dubbio, spiccò il salto.


***

Questa è la mia prima fic in questo fandom, ed è stato molto difficile impegnarmi così tanto, per uno scritto così lungo, con personaggi diversi dai soliti che tratto. L'ho scritta per il Multifandom Quote Contest di Alister09, scegliendo il prompt “The ocean is full cause everyone's crying”; sono felice perché si è piazzata terza ed Alister ha scritto un commento bellissimo! Inoltre, mi sono ispirata al prompt La città incantata, Sen&Rin, Più lenta di una lumaca della Piscinadiprompt --> angolo dello spam: correte in questa community! E' piena di prompt bellissimi!
Spero che l'esperimento in questo fandom sia riuscito; a presto!
  
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