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Autore: Kitsune911    14/09/2012    7 recensioni
David e Pierre hanno appena capito che tra loro forse c'è più di un'amicizia, ma qualcosa sconvolgerà le loro vite prima che abbiano il tempo di godersi dei momenti insieme.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: David Desrosiers, Nuovo personaggio, Pierre Bouvier, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusate se vi ho fatto aspettare tanto per questo capitolo, ma è iniziata la scuola e ho dovuto sistemare le ultime cose… e d’ora in poi sarò parecchio impegnata quindi i tempi si allungheranno ulteriormente… L Scusate!!!

 

 

 

Non sono pazzo. Non sono pazzo, non sono pazzo… E allora perché mi sento morire? Come può fare male una cosa che fino a un minuto fa neanche ricordavo? Perché ho ricordato, perché? Cosa c’è che non va in me?

David si ripeteva queste domande nella mente, cercando di capire come avesse potuto prima dimenticare e poi ricordare tutto all’improvviso, cercando anche di distrarsi per non pensarci, mentre l’abbraccio di Pierre lo aiutava a riprendere il controllo. Ma vedeva la luce dei fari che lo accecava, sentiva il dolore, aveva paura come se fosse stato ancora là.

In quel momento avrebbe voluto isolarsi, fuggire da tutto e da tutti e rimanere da solo a pensare, a cercare di accettare quelle immagini e quelle sensazioni che la sua mente aveva riportato in vita, a dirsi di avercela fatta, di essere vivo, che tutto era andato per il meglio e non avrebbe dovuto aver paura dei ricordi. Era così, non doveva averne paura… Erano parte di lui. L’incidente era parte di lui… Era sbagliato ignorare la cosa o dimenticare. Era successo e lo aveva superato. O almeno così credeva quando non ricordava niente, quando era stato così facile salire su una macchina per tornare a casa, mentre ora ogni minimo rumore lo spaventava. Non capiva cosa provava, si sentiva come se stesse impazzendo sul serio.

“Amore, stai bene?”

La domanda di Pierre lo riportò alla realtà, ma non sapeva cosa rispondere.

“No, credo di aver bisogno di uno psichiatra, ma uno di quelli bravi”?

“No, sto per sbattere la testa contro al muro, tanto un altro paio di settimane di coma non mi faranno male”?

Scelse la risposta più semplice, quella con minori implicazioni.

“Sì…”

E cercò anche di autoconvincersi che fosse la verità. Provò a ignorare ogni pensiero e si perse per un attimo negli occhi di Pierre, temendo che lui si accorgesse che stava fingendo, ma allo stesso tempo sperandolo.

 

“Ma che gli è preso?”

Chuck, Seb e Jeff erano rimasti increduli a guardare David che correva fuori dalla stanza e Pierre che lo seguiva. Non avevano capito cosa fosse successo, non avevano fatto il collegamento tra Untitled, un incidente stradale e David. Sapevano che lui non ricordava niente, per cui si erano dimenticati in un attimo del mese precedente e si erano concentrati sulla loro vera vita, la musica.

Avevano seguito i due con lo sguardo e poi avevano cercato di sentire qualcosa di quel che si dicevano, facendo ipotesi su quale fosse il problema.

“Non avranno litigato, vero?” si preoccupò Seb.

“Ma no, non hai visto come si guardavano in I’d do anything?”

“Però David è un po’ strano oggi…”

“E’ il primo giorno che è a casa, è normale… lascialo abituare un attimo…”

“Al telefono mi ha detto che doveva evitare sua sorella”, ricordò Jeff. “Magari ha litigato con lei…”

“Ma sai che novità!” ridacchiò Chuck.

“In effetti… Ma più che altro bisticciano, non li ho mai visti litigare davvero”

“Oh merda!”

“Che c’è Seb?”

“Stavamo suonando Untitled! Cazzo, quello si è appena schiantato in macchina e noi suoniamo Untitled! Siamo dei coglioni! Merda, come abbiamo fatto a non pensarci!?”

“Va beh, ma tanto se non si ricorda niente è una canzone come un’altra anche per lui…”

“E se invece ricordasse?”

“Dici che ci ha detto di aver dimenticato tutto, ma non era vero?”

“No… magari si è ricordato ora, può succedere…”

I tre si guardarono per un attimo e poi corsero fuori dalla stanza anche loro per cercare David.

 

David era ancora abbracciato a Pierre quando sentì altre tre persone unirsi all’abbraccio. Sorrise e per un attimo di dimenticò davvero di tutto. Avevano capito. I suoi migliori amici avevano capito e ora erano lì con lui, a sostenerlo, a fargli capire che loro c’erano, gli volevano bene ed erano pronti ad aiutarlo. Si scostò da Pierre e si girò per ricambiare il loro abbraccio.

“Scusa, Dave… non avevamo pensato che non fosse il caso di fare Untitled…”, gli disse Jeff stringendolo forte.

“Non… Non mi ricordavo niente… non pensavo di ricordare… Io… ho sentito quella canzone… quando ero nella macchina, sanguinavo, non potevo muovermi e sentivo quella canzone…”

“Piccolo, deve essere stato orribile…”

David fece un sorrisetto tirato.

“Sì, non è stato molto piacevole… Ma è andata bene, sono qui… E vi voglio bene. Non ve lo dico mai, ma in quel momento non pensavo ad altro… Jeff, tu sei una specie di fratello maggiore per me e ti adoro quando fai il protettivo, perché vuol dire che a me ci tieni davvero tanto e spesso grazie ai tuoi consigli ho evitato di fare tante cazzate…”

Seb, tu sei la persona più dolce che io abbia mai conosciuto. Hai sempre una parola buona per tutti e amo il tuo sorriso… sembri un bambino quando sorridi e riesci a illuminare una stanza con la tua allegria.

Chuck, tu sei un batterista fantastico e sei così bravo ad essere serio e professionale che a volte la gente non si immagina che in realtà sei un pazzo anche tu e sai essere divertente e infantile… e io amo entrambi i lati del tuo carattere”.

David interpretò come un buon segno le lacrime e i sorrisi sui loro volti e si girò verso Pierre.

“E Pierre… tu… tu…”

Non sapendo cosa dire, lasciò che il suo corpo agisse senza pensarci troppo. Lo baciò, rimanendo incollato alle sue labbra fin quasi a soffocare, mentre Jeff, Chuck e Seb li guardavano un po’ stupiti e un po’ trattenendo un “aaaaaawwwwwww”

“Ti amo”

“Ti amo anche io, Davey… E mi sa che abbiamo sconvolto il pubblico…” ridacchiò Pierre.

“Oooops… Dai, non dite che non l’avevate capito…!”

Seb si riprese.

“No! Cioè sì! Insomma… è un po’ che pensiamo che ci sia qualcosa tra voi, in realtà… e ho letto qualche fanfiction ed eravate così carini che ho pensato che sareste stati una coppia perfetta…”

“Hai letto cosa??” David scoppiò a ridere, mezzo sotto shock.

“Come se non l’avessi fatto anche tu…”

“Shhhh Pierre!” Gli tirò un leggero pugno nelle costole. “Io posso, sono il diretto interessato, ma… aaahhh, oddio, Sebby, non leggerle mai più!! Non voglio che leggi di noi che… Non le leggere, mi vergogno! È come se fossi in camera nostra!”

Seb intanto lo guardava sconvolto.

“Ma mica ho letto quelle porno, idiota! Che schifo, non mi ci far pensare! Quando andremo in tour prendetevi un bus a parte, non voglio sentire o vedere niente!”

“Hey, non è che scopiamo come conigli, eh? Riusciamo a stare qualche mese senza…”

Gli sguardi degli altri quattro si puntarono su David.

“No, non è vero, chi prendo in giro…”

 

 

Quel pomeriggio Julie era uscita con Joel. Ed era stato… bello. Era stato davvero bello. Avevano parlato a lungo e si era divertita, non vedeva l’ora di vederlo di nuovo. Aveva anche conosciuto la sua bambina e aveva scoperto che era divorziato. Era una bimba di 6 anni ed era adorabile, anche se le aveva fatto un po’ impressione sentirla cantare le canzoni dei Simple Plan e vedere la sua cameretta tappezzata di poster. Appena aveva scoperto che lei era la sorella di David aveva cominciato a dirle cose su di lui che aveva letto su internet -alcune non le conosceva nemmeno lei- chiedendole conferma. Era una bambinetta sveglia, fin troppo! Le aveva promesso che un giorno l’avrebbe portata a conoscere la band e ne era stata entusiasta. Ed era anche una buona scusa per tenerla impegnata mentre lei passava del tempo con il suo papà…

Entrò in casa e la prima cosa che sentì furono le risate dei cinque ragazzi. Andò in salotto e rimase un po’ a guardarli senza che loro se ne accorgessero. Erano felici, lei era felice, andava tutto bene… Guardò il sorriso sereno di David e pensò che niente avrebbe più sconvolto il loro mondo.

 

 

 

 

 

^___^ visto? Alla fine è andato tutto bene!

Mi sono ispirata un po’ a mio papà, credo… Anche lui ha avuto un incidente un paio di anni fa e, anche se non è stato niente di grave e stava bene, è stato strano per un paio di giorni e credo che pensasse all’incidente, a come gli fosse andata davvero tanto tanto tanto bene, a come si fosse sentito in quei momenti, a cosa avrebbe potuto perdere… ma non lo so, non gli ho mai chiesto… In ogni caso questo capitolo lo dedico a lui, perché la nostra famiglia, unita, può superare qualsiasi cosa… <3

 

E ringrazio tantissimo chi legge e recensisce e un ringraziamento super speciale a xraspberrys a cui ho rubato l’idea di Seb che legge le fanfiction… Perdonami!

Se non state seguendo la sua storia “Alza gli occhi” fatelo, perché è 12073648 volte più brava di me e io sono letteralmente drogata di quella fanfiction *____* <3

  
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