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Autore: Tynuccia    15/09/2012    2 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Non sapeva perché, ma una parte di lei desiderava ardentemente che la sua amica ribattesse con qualcosa, qualsiasi cosa.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dubbi
 
*
 
 “Era tutto il pomeriggio che aspettavo una proposta del genere!” esclamò Yzak, balzando in piedi dalla sua sedia, neanche avesse avuto un esercito di formiche rosse in giro sotto i vestiti da civile. “Bastardo, preparati ad essere battuto!”
 Athrun roteò gli occhi verdi, paziente come sempre e sicuro che, ancora una volta, avrebbe stracciato il suo eterno rivale: si era ‘allenato’, per così dire, con le freccette da quando era tornato su Orb, alla fine della seconda guerra, e nessuno sarebbe potuto riuscire a vincere contro di lui. “Come vuoi tu… Come vuoi tu.”
 “Buona fortuna,” sussurrò Shiho, sfiorando quasi casualmente la mano del suo innamorato e ben conscia dell’adrenalina che gli scorreva in corpo, come prima di ogni battaglia contro l’Ammiraglio. Ancora ricordava la predica che le aveva fatto dopo l’ennesima sconfitta subita: lui e Dearka avevano combattuto alla meno peggio sul campo di pallavolo, cercando di stracciare Kira ed Athrun, ma senza riuscirci, e la vista di Lacus e Cagalli, pronte a consolare e coccolare i loro rispettivi compagni gli aveva fatto rimpiangere la sua assenza. Non che avesse scelto lei di andare in missione ricognitiva nello spazio quel week-end, comunque.
 “Non ne ho bisogno,” annunciò stoicamente l’albino, scoccandole un sorriso temerario ed orgoglioso. “Questa volta tornerò da te vittorioso.”
 “Me lo auguro di tutto cuore,” ammise la tedesca, sperando di non dover trascorrere la serata a calmare il suo fidanzato per un fallimento miserabile. Strinse le mani attorno alla sua tazza di tè, riscaldandosele, e guardando distrattamente i due ex-compagni di squadra allontanarsi dal loro tavolo.
 Cagalli ed Athrun li avevano invitati su Orb per festeggiare insieme l’anno nuovo e l’algido soldato dai candidi capelli aveva ceduto alle pressioni della sua bella, desiderosa di poter abbracciare la sua nuova amica, da lui nominata Bastarda per par condicio. Quel pomeriggio, poi, a loro quattro si erano uniti anche Shinn Asuka e Lunamaria Hawke, ad Onogoro per il medesimo motivo.
 “Athrun lo straccerà,” ragionò ad alta voce Cagalli, un biscotto tra i denti che rese praticamente incomprensibile quanto appena detto.
 “Una vera signora,” borbottò Shinn, acido come sempre nei confronti del Capo di Stato. Poi, con un ghigno malizioso sulle labbra che non piacque affatto alla sua fidanzata si girò in direzione di Shiho, ancora intenta a fissare i due sfidanti in fondo al bar e pronti a confrontarsi con le freccette, di fronte ad un bersaglio bianco e nero. “Ora che se n’è andato credo anche che posso chiederglielo, Maggiore.”
 La tedesca si voltò, rivolgendo la sua totale attenzione all’ex-asso della Minerva. Le faceva tenerezza il modo in cui lui la trattava a causa della sua straordinaria somiglianza con la sorella defunta e, quindi, gli sorrise dolcemente, inclinando il capo. “Dimmi tutto.”
 “Mi stavo domandando, prima… Come diavolo fa a sopportare quel bell’imbusto?!” esordì l’Asuka, incrociando le braccia sul petto e annuendo convinto dell’intelligenza della sua domanda.
 “Sh-Shinn!” lo riprese Lunamaria, dandogli un colpetto sul braccio. “Chiedi scusa, non è carino da parte tua offendere così il Comandante Joule. Ricorda che, forse, un giorno potremo essere assegnati alla Voltaire e lì sì che sarebbero dolori per entrambi.”
 “Oh, non sono così vendicativa,” li informò Shiho, ridendo di gusto come Cagalli che, sguaiatamente, si era accaparrata il piatto dei biscotti, pronta ad assistere ad una scena di pura comicità. “Comunque è un dubbio più che lecito,” continuò la tedesca, abbassando gli occhi sulla sua tazza di tè e specchiandosi nel liquido ambrato. “Non è la prima volta che qualcuno mi chiede qualcosa del genere.”
 “Giustamente,” tentò la sorte il soldato dai capelli neri, sempre più entusiasta del successo riscontrato. “Cioè, un conto è lavorare per lui… Un altro è accettare la sua proposta di matrimonio!”
 Lunamaria si battè una mano sulla fronte, mentalmente, davanti all’ingenuità dell’innamorato, ma si affrettò a rimediare alle gaffe continue che uscivano da quella sua boccaccia. “Maggiore, questo idiota non intende essere maleducato.”
 “Ne sono certa,” asserì Shiho, rimirandosi l’anello di fidanzamento al suo anulare sinistro. Yzak era venuto a conoscenza del fine pezzo di gioielleria che Athrun aveva regalato a Cagalli e, neanche a dirlo, se n’era fatto fare uno ancora più sfarzoso e prezioso che, però, poi aveva cambiato all’ultimo, rendendosi miracolosamente conto che la sua proposta non aveva niente a che vedere con la sua competizione con lo Zala. All’apprendere quella notizia, la giovane si era quasi buttata sulle ginocchia, tentata di cantare le proprie lodi al cielo. “Anche sua madre lo sopporta, in ogni caso. Non sono l’unica in questo universo.”
 “E la cosa mi lascia di stucco,” commentò Cagalli, ghignando. “Gestire Yzak dev’essere come avere almeno venti cagnetti rompipalle in giro per casa. Se un giorno dovessi trovare Santa Shiho sul calendario non mi stupirei neppure un po’.”
 “Per una volta concordo con la scimmia,” disse Shinn, bevendo un po’ del suo succo di frutta. “Beh che anche tu non sei una sfida semplice per il povero Athrun.”
 La maggiore delle sorelle Hawke sospirò mestamente, avvicinando la sedia a quella di Shiho e sorridendole benevola mentre adottava lo sguardo di una ragazzina adolescente di fronte ad un film d’amore. “Io, invece, lo trovo tremendamente romantico, Maggiore Hahnenfuss. Una storia complicata e difficile, priva di smancerie e regali inaspettati… Sono sicura che Meyrin diventerebbe la vostra prima fan, se solo fosse al corrente di ogni singolo dettaglio.”
 “Ma veramente non è proprio così,” la informò l’altra Red Coat, sorseggiando il tè con lentezza estrema. Poggiò la tazza sul piattino e fece vagare nuovamente gli occhi nella direzione del suo innamorato, intento a imprecare per qualcosa. “Quando siamo da soli, Yzak cambia radicalmente. Non dico che si mette a fare battute o raccontare barzellette, ma vi giuro che è in grado di sorridere come una persona normale. La prima volta che l’ha fatto per poco ci sono rimasta secca.”
 “Posso immaginare. Dev’essere bruttissimo quando increspa le labbra all’insù,” commentò Shinn, decidendo di lasciar stare per un momento la sua preda preferita per quanto riguardava gli sfottò pesanti.
 “Anche su questo, purtroppo, non posso concordare,” disse Shiho. “Il Comandante è tremendamente affascinante in quei frangenti. Dovreste vederlo… Non a caso è sempre stato considerato il più sexy dei partiti di PLANT.”
 “Dopo Athrun,” la corresse Cagalli, in un’esplosione di orgoglio. Non sapeva perché, ma una parte di lei desiderava ardentemente che la sua amica ribattesse con qualcosa, qualsiasi cosa. Così, tanto per ravvivare quella conversazione un po’ troppo sognante per i suoi gusti.
 Neanche le leggesse nel pensiero, Shiho alzò un sopracciglio, divertita e incredula, ed appoggiò il mento sul palmo aperto della mano, con aria di sfida. “Non penso proprio. Yzak Joule è duecento volte più bello dell’Ammiraglio, Cagalli.”
 Quando i due sfidanti tornarono al tavolo, pari per colpa della veemenza con cui l’albino aveva scagliato le freccette e rotto il bersaglio elettronico, trovarono le rispettive fidanzate intente a urlare i loro nomi, troppo impegnate a non scoppiare a ridere e cedere per prima a quell’ennesima competizione che li vedeva protagonisti.
 “Athrun!” esclamò il Delegato, piantandosi le mani sulle anche.
 “Yzak!” ribattè il Maggiore, incrociando le braccia sotto al seno prosperoso.
 Gli ex-compagni di squadra si scambiarono uno sguardo confuso, sebbene negli occhi cobalto del soldato di ZAFT brillasse una luce orgogliosa ed immotivata, mentre Lunamaria si apprestò a dare uno scappellotto sulla nuca del giovane Asuka, a sua volta divertita, ma preoccupata che le due ragazze potessero partire per la tangente in ogni momento. “Vedi cosa succede quando esterni i tuoi dubbi?”
 Indispettito, Shinn si risolse a cacciarsi la cannuccia tra i denti e sbuffare spazientito. “Succeda quel che succeda, la colpa ricade sempre su di me,” borbottò, appoggiando pesantemente il gomito sul tavolino. “Che mondo crudele!”




Una cretinata, ne convengo, ma stava prendendo polvere da due anni nel mio pc. Sono una bestiaccia ♥
  
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