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Autore: Nana Kudo    15/09/2012    4 recensioni
Era pomeriggio inoltrato.
Mio marito non c’era per lavoro, un nuovo libro l’aveva costretto a lasciarmi a casa da sola, probabilmente anche per qualche giorno.
Ma ormai mi ero abituata a queste situazioni, poiché le cose andavano avanti in questo modo da tempo.
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già, purtroppo (per voi) sono tornata ^^
Sta volta però con una YukikoxYusaku.
beh, che dire, se con l'intro vi ho incuriositi non rimane che leggere e farmi sapere!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eri Kisaki, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Yukiko Kudo, Yusaku Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                        Il Barone della Notte

 
 
 
 
 
Era pomeriggio inoltrato.
Mio marito non c’era per lavoro, un nuovo libro l’aveva costretto a lasciarmi a casa da sola, probabilmente anche per qualche giorno.
Ma ormai mi ero abituata a queste situazioni, poiché le cose andavano avanti in questo modo da tempo.
Mi accomodai sul divano di casa mia, sorseggiando una tazza di the caldo e aprendo la prima pagina di quel libro, dalla copertina blu notte e l’aria quasi da horror.
In un certo senso leggerlo me lo faceva sentire accanto, lui e tutte le sue manie per il mistero, come se non fosse fuori in quella fredda notte in cui dal cielo ricadevano piccoli fiocchi di candida neve; come se ci fosse lui a scaldarmi e non una coperta o il semplice ma ardente fuoco del camino.
Sospirai. Era inutile esasperarsi, lo sapevo bene, più di chiunque altro; e così feci quello che avevo deciso di fare qualche minuto prima, ponendo quell’insieme di pagine sulle mie ginocchia.
Accarezzai la prima pagina e un’ondata di ricordi sovrastò la mia mente.
 
                                                                      Il Barone della Notte
 
Passai oltre, cambiando nuovamente pagina.
La prima parola e altri ricordi tornavano.
No, non li avevo né dimenticati né rimossi, semplicemente celati in quelle pagine e tra l’inchiostro di ogni singola lettera, dove sapevo li avrei ritrovati sempre, come e quando ne avevo voglia.
Con voce bassa iniziai a leggere le prime frasi, mentre tutto intorno a me sembrava essersi fermato. Mi spaventai nel non sentire più alcun minimo rumore, sembrava di essere in tutt’altro mondo, e la cosa m’intimoriva non poco. Ma poi, cambiai idea a un tonfo proveniente dall’altra stanza e all’improvviso pianto di un bambino dal baby monitor.
Cos’è stato?
Fu il mio primo pensiero, in preda al panico.
Lasciai il libro con noncuranza sul divano, per poi correre a vedere cos’era la causa di quel rumore che m’inquietava, con una briciola di terrore che si stava man mano impadronendo del mio corpo.
Il pensiero che forse poteva essere entrato un ladro, o forse qualcosa sempre di pericoloso, non gioiva molto al mio umore in quel momento, anzi, non faceva altro che peggiorarlo.
Aprii lentamente la porta della stanza, senza far rumore in modo da non farmi scoprire. Notai immediatamente il mio bambino a terra, nella sua piccola e verde tutina mentre piangeva. Sorrisi, il mio ladro non era altri che quella peste di mio figlio. Poi mi fermai un attimo a guardarlo. Mi faceva tenerezza vederlo in quello stato, dato che nonostante la giovane età si era sempre dimostrato diverso dagli altri, più intelligente e forte.
Sentii un bisogno irrefrenabile di tenerlo stretto a me e cullarlo tra le mie braccia, fino a far sparire completamente tutte quelle piccole e salate gocce d’acqua che copiose rigavano il suo bel faccino.
Così, senza neanche accorgermene, mi avvicinai a lui e lo presi in braccio, cercando di coccolarlo e rassicurarlo.
“Su, Shin-chan, la mamma è qui adesso” gli dissi in modo da calmarlo. E la mia azione sembrò avere effetto, perché il piccolo che tenevo  stretto tra le mie braccia aveva smesso di piangere, per poi guardarmi e mettersi il piccolo pollice in bocca.
Sorrisi, assomigliava davvero tanto al padre, anzi, sarebbe stato la sua copia spiccicata se non fosse per quei suoi occhietti blu oceano, che aveva ereditato dalla sottoscritta.
Dopo averlo tranquillizzato un pochino, sposto le mie iridi chiare verso la zona in cui l’avevo trovato.
Era caduto accanto alla sua culla, molto probabilmente cercava di prendere qualcosa dalla libreria vicino a lui e nell’atto perse l’equilibrio.
Così abbassai lo sguardo per capire meglio qual era la causa di quel rumore che avevo sentito poco prima, e nel farlo notai immediatamente una piccola cornice dal contorno blu scuro.
Tenendo in braccio il piccolo Shinichi e cercando di non farlo cadere, presi quel piccolo oggetto e me lo girai tra le mani, fino a scorgerne la foto da lui raffigurata.
Il sorriso che già dapprima regnava sul mio volto, ora non poté che espandersi fino ai suoi contorni.
A quanto pare quella sera era scritto che avrei fatto un tuffo nel passato…
 
                                                                                           ***
 
“Allora, Yusa-kun?” cominciai io. Avrò avuto sui vent’’anni circa, i miei capelli legati da un nastro rosso in una semplice coda di cavallo ricadevano morbidi sulla mia schiena, mentre i miei occhi cristallini guardavano ammaliati il giovane uomo dinanzi a me. “A che punto siamo col tuo libro?” gli chiesi incurvando le labbra in un sorriso.
“Parli de Il Barone della Notte?” mi domandò, distogliendo per un attimo lo sguardo da quel giallo che teneva tra le mani e donandomi tutta la sua attenzione.
Quel pomeriggio aveva avuto un caso importante nei pressi di Ginza, così pensai di accompagnarlo per passare prima una giornata di shopping e poi un po’ di tempo con lui.
“Esatto. Allora?”
“Beh, non saprei… ci devo ancora lavorare sopra, non ne sono ancora completamente convinto” mi rispose serio in volto, mentre io continuavo a donargli i più splendidi sorrisi che potevo.
Lo vidi spostare lo sguardo verso un punto indefinito, diventando completamente rosso in viso. Capii subito la causa di quella sua reazione, non potei far altro che ridere tra me e me.
Sì, credo che uno dei motivi per cui me ne sono innamorata è il suo arrossire a qualsiasi cosa e la sua mania per i gialli. Lo rendevano più intrigante, un libro tutto ancora da leggere e che personalmente, non vedevo l’ora di poterlo fare.
 “Ah! Perché farsi tutte queste storie?! Sei bravissimo come scrittore, il tuo libro farebbe subito affari d’oro! Fidati!”
All’improvviso tornò a guardarmi, sempre con un lieve rossore sulle guance e un’espressione davvero seria, tanto che all’inizio pensai mi volesse lasciare.
“Yukiko, devo chiederti una cosa” ecco, quando una frase comincia così, non augura mai niente di buono; ma rimasi lo stesso in silenzio ad ascoltare ciò che il mio fidanzato aveva da dirmi. “Vedi.. io… t-ti andrebbe di venire a cena con me domani alle diciannove, al Beika Center Building?” lo guardai per qualche istante in tutta la sua bellezza, per poi saltargli letteralmente addosso e riempirlo di baci, tanta la mia felicità in un suo primo appuntamento DICHIARATO, e facendolo arrossire fino alla punta dei capelli. Sì, sembra strano che in tre anni ancora non mi aveva invitata ad uscire ma ero sempre stata io a farlo, ma purtroppo lui era –ed è tutt’ora- fatto così, e nel ricevere un invito a cena da Yusaku non poteva che rendermi immensamente felice.
 
“Allora? Come ti sembra questo?”
“Carino ma.. sinceramente sono tutti uguali” mi rispose con poco entusiasmo Eri Kisaki, mentre leggeva il suo manuale di legge.
“Non sono tutti uguali! E poi stiamo parlando di Yusaku. Devo apparire il più bella possibile, è la prima volta che m’invita a cena fuori, capisci?” esclamai, prendendo un vestito turchese dal mio gigantesco armadio, e guardarmelo di fronte allo specchio. “E poi sentiamo, se Mouri-kun t’invitasse a cena fuori, te non cercheresti di presentarti al meglio?” la stuzzicai, facendola arrossire leggermente sulle gote e farle incurvare le labbra in una smorfia.
“Beh, n-non saprei…”
“Come non saprei?! È ovvio che ti faresti bella per far colpo su di lui! A proposito…” assunsi un’espressione divertita, per poi tornare a stuzzicarla. “A quando il matrimonio?”
“Yukiko! Ma che domande sono queste?!” sbottò lei, con il viso completamente paonazzo.
“Che domande sono… vi conoscete da tempo, no? State anche benissimo insieme!” continuai, imbarazzando sempre di più la giovane donna sotto gli occhiali dinanzi a me.
“ Yukiko! Smettila!” mi rispose lei, facendomi sfuggire una risata e tornando a guardarmi allo specchio.
“D’accordo, ma voglio essere la tua damigella d’onore eh!”
“YU-YUKIKO!”
“Ah, come sei antipatica” mi finsi annoiata, ero davvero brava come attrice. “Comunque, questo vestito è perfetto” cercai di cambiare discorso, puntandolo sul vestito color turchese che ancora tenevo tra le mani. Eri si limitò ad annuire soddisfatta. Sì, era quello giusto.
 
                                                                                           ***
 
“Questo posto è bellissimo, non trovi?” esclamai sorridente, guardando dai vetri il panorama circostante, dove le luci dei palazzi e la luna piena risplendevano allegre nel buio di quella notte.
L’attesa cena al Beika Center Building era finalmente arrivata. Come stabilito il giorno prima, ero ricoperta da un abito sfarzoso e turchino, i miei capelli erano lasciati sciolti e con alcuni boccoli che ricadevano ai lati del mio viso, leggermente toccato da un velo di trucco.
Yusaku si limitò ad annuire, con un sorriso disegnato sul volto e il capo appoggiato alla mano destra.
“Yusa-kun, dimmi la verità” cominciai, distogliendo lo sguardo dalla finestra e portandolo a lui. “C’è un motivo per cui mi hai invitata qui sta sera, non è così?”
“Beh.. io.. ecco..” balbettava, arrossendo e senza guardarmi negli occhi. “S-Si, c’è un motivo perché ti ho portata qui”mi rispose, senza distogliere lo sguardo dalla candela sul nostro tavolo.
“Che cosa devi dirmi?” gli chiesi io, nascondendo con le mie stesse mani il rossore che pian piano s’invadeva sul mio viso.
“Quello che devo dirti è che… io… cioè, tu…” balbettò, visibilmente in imbarazzo. Lo lasciai parlare, senza mai proferir parola.
“Yu-Yukiko, vuoi-”si bloccò tutto d’un colpo. All’improvviso si sentì l’urlo di una donna provenire dalla direzione del personale e dei bagni.
Lo vidi spalancare gli occhi e guardarmi quasi in cerca del mio permesso, mi faceva tenerezza in certi casi.
“D’accordo, ma vedi di tornare subito o la sottoscritta se ne va, intesi?”
“Grazie” fu la sua ultima e unica parola, prima sparire in quel corridoio.
A quel punto voltai lo sguardo verso la candela che fino a pochi istanti prima era il punto d’interesse del mio amato. Non riuscii a trattenermi una risata al ricordo del suo imbarazzo, e al suo modo di balbettare le parole in tali circostanze.
E a pensarci la domanda mi sorge spontanea, che voleva dirmi?
“Sicuramente me lo dirà quando torna. Ma a giudicare dal posto in cui mi ha portata, deduco sia qualcosa d’importante…”
 
Erano già passate più di due ore.
Per tutto quel tempo rimasi sola su quel tavolo per due al lume di candela, il mio sguardo rivolto all’incantevole luna e la mente a ciò che poco prima il mio fidanzato mi aveva confidato.
“Beh.. io.. ecco… S-Si, c’è un motivo perché ti ho portata qui”
O…
“Quello che devo dirti è che… io… cioè, tu…Yu-Yukiko, vuoi-“
Non riuscivo e levarmi quelle due frasi dalla testa. Che voleva dirmi di così importante?
Riguardai l’orologio: 22.34. Significa che erano passati solo quattro minuti dall’ultima volta che l’avevo controllato.
Sospirai. Era inutile, guardare quell’orologio ogni quattro minuti non sarebbe servito a niente.
Iniziavo a rassegnarmi, forse ci avrebbe messo molto di più. Forse il caso a cui stava lavorando in quel momento non era facile come credeva, richiedeva più tempo.
Non feci in tempo a pensarlo che riaprendo gli occhi me lo ritrovai dinanzi.
“Yu-Yusaku… sei già tornato?” gli chiesi io, stupida di rivederlo a pochi centimetri da me.
“Yukiko, la cosa che dovevo dirti prima…” cominciò lui, senza neanche rispondere alla mia domanda. Sembrava serio, leggermente rosso in viso, e dallo sguardo e tono di uno che non accettava interruzioni, così mi limitai a deglutire.
Lo vidi mettere le sue mani tremanti nella tasca dei pantaloni, ed estrarne una scatolina blu notte. La guardai stupita. Tremante me la porse, mentre tutti i presenti in sala sembravano attirati dalla scenetta.
Non, non può essere…
“Yukiko, vuoi sposarmi?” finalmente me lo chiese. Agli angoli dei miei occhi si andavano velocemente a creare delle gocce cristalline, che lentamente rigarono il mio viso. Ero felice, immensamente felice. Tanto che le parole mi erano morte in gola.
Guardai il bellissimo anello di diamanti e zaffiri e poi Yusaku. Chiusi gli occhi per accertarmi che il tutto non era solo un sogno, e riaprendoli ne avevo avuto la conferma: era tutto vero.
All’inizio mi limitai ad annuire leggermente con il capo, per poi finalmente trovare le parole adatte per rispondere alla richiesta insolita dell’uomo di fronte a me.
“S-Si” risposi, per poi cingergli le braccia al collo e cominciare a riempirlo di baci, proprio come la mattina prima. “Si! Si! Si!”
“Yu-Yukiko smettila!” continuava a ripetermi in imbarazzo, mentre tutti gli ‘spettatori’ intorno a noi battevano le mani e ridevano felici, felici di aver assistito ad una scena del genere dopo una serata un po’ triste.
 
                                                                                                ***
 
Un anno dopo, ero già in dolce attesa del nostro primo bambino.
Avevo abbandonato la carriera di attrice e idol il giorno dopo della dichiarazione di mio Marito; diventando finalmente la Signora Kudo.
Lui invece era diventato uno scrittore famosissimo in tutto il mondo, proprio grazie al libro a cui lavorava molti anni prima, ovvero Il Barone della Notte.
Ed è proprio per quel libro che la gente ha iniziato a chiamarmi la Baronessa del Mistero.
Ero avvolta da una calda coperta sul divano, mentre mio marito mi accarezzava dolcemente il pancione di sei mesi.
“Tesoro, non abbiamo ancora pensato a un nome”gli ricordai, facendolo scostare leggermente dal mio ventre.
“Hai ragione” mi disse, appoggiando la schiena allo schienale del sofà. “Hai detto che è maschio. Che nome ti piacerebbe dargli?”
“Non saprei, è proprio per questo che chiedo a te”
“Mm..” mugugnò, strofinandosi il mento con le dita com’era solito a fare. “So io che nome possiamo dargli” mi rispose cambiando improvvisamente espressione, in una più entusiasta.
“Sentiamo”
“Sono stato un detective una volta, no?”
“E con questo?” domandai, non capendo a dove voleva arrivare a parare con quel discorso.
“Una verità!” rispose sempre più soddisfatto.
“Eh?”
“Shinichi! Shinichi significa una verità! Pensa, sarebbe perfetto per il figlio di uno scrittore di gialli e un’attrice di polizieschi”
“Mm.. Shinichi Kudo… Kudo Shinichi.. si è perfetto tesoro!”
 
                                                                                                 ***
 
Si è perfetto..
Mi ritrovai a pensare, guardando il piccolo tra le mie braccia ormai caduto tra le braccia di Morfeo.  Gli rivolsi un sorriso malinconico, per poi avvicinarmi alla culla e adagiarlo al suo interno, schioccandogli un bacio sulla fronte.
“Dormi bene, Shin-chan”
Tornai in posizione eretta, e nel farlo sentii due mani fredde e coperte di stoffa tenermi le braccia. Sussultai a quel tocco.
“C-Chi sei?” chiesi alla persona alle mie spalle. Nessuna risposta. Così voltai il viso nella sua direzione e l’unica cosa che vidi era una maschera bianca con un sorriso disegnatole sopra.
La guardai meglio. Sì, capii subito chi era il mio aggressore, ma preferii restare al gioco.
“Il Barone della Notte?” gli chiesi con fare spavaldo.
“Se tu sei la Baronessa del Mistero.. allora si” mi rispose l’uomo dietro la maschera. Sorrisi, divertita da quella specie di recita.
“Mm.. la Baronessa del Mistero non è qui, mi dispiace ma ha sbagliato casa” dissi di rimando, mentre potevo notare il ghigno divertito di mio marito da dietro la maschera. “Qui c’è solo Yukiko Kudo, e l’unica persona che sta aspettando è quel cretino di suo marito, non un assassino”
“Ah e così io sarei un cretino, eh?” mi domandò divertito anche lui da quella situazione. Lentamente si levò la maschera pallida dal viso, mostrandomi il suo in tutta la sua bellezza. “Ed io che avevo pensato di farvi una sorpresa” si finse offeso, anche se sapevo benissimo che in realtà era tutto meno che quello. “Vorrà dire che torno a lavoro, visto che non sono gradito”
“Dai, Yusa-kun! Stavo scherzando su” andai a cingergli le braccia intorno al collo, e alzandomi sulle punte in modo da poter scorgere meglio il suo bellissimo volto. “Mi sei mancato”
“Anche tu” mi rispose, per poi donarmi un dolce bacio sulle labbra.
“Come mai sei tornato prima?” gli chiesi dopo esserci allontanati di qualche centimetro.
“Così” disse, per poi tornare a baciarmi. Quel gesto così dolce ebbe però una fine immediata. Causa: il pianto di mio figlio.
Vidi mio marito allontanarsi e avvicinarsi alla sua culla color oceano, per poi prenderlo in braccio e provare a rassicurarlo.
“Shh.. marmocchio guarda qua, c’è papà adesso” cercò di cullarlo Yusaku, peggiorando solamente le cose.
“Dà qua!” lo presi in giro io, per poi prendere il mio piccolo in braccio e pian piano farlo smettere di piangere. “Visto? Con la sua mamma si calma subito. Oppure suo padre non è capace a tenerlo?” iniziai a stuzzicarlo, facendogli incurvare le labbra in una smorfia. A quanto pare facevo quell’effetto un po’ a tutti.
Ridendo sottovoce, mi avvicinai a lui, appoggiando la mia testa sul suo petto.
“Yusaku”
“Mm” mi rispose, accarezzandomi la chioma dorata.
“Secondo te Shin-chan un giorno diventerà uno scrittore come te?”
“Chissà, magari potrebbe diventare un detective”
“Te lo immagini?” tornai a guardarlo negli occhi. “Magari gli piacerà Sherlock Holmes e un giorno diventerà un detective proprio come lui!” esclamai entusiasta. “E magari si sposerà con Ran, la figlia di Eri. Non sarebbe fantastico?” gli chiesi nuovamente, notando subito dopo un sorriso impadronirsi delle sue labbra.
“Tesoro, non è un po’ presto per pensare al matrimonio di tuo figlio?”
“Perché? Vuoi che rimanga scapolo a vita?” gli chiesi inarcando un sopracciglio.
“No,non intendevo questo ma-”
“Povero il mio Shin-chan” sbuffai, tenendolo sempre più stretto a me. “Tranquillo, che se avrai lo stesso carattere di tuo padre ci penserà la mamma a trovarti una ragazza”
“Allora buona fortuna marmocchio” ironizzò mio marito, scompigliando i capelli del piccolo, facendolo ridere e agitare braccia e piedini.
“Yusaku!” sbottai divertita.
“Che c’è? È la verità!” cercò di difendersi, per poi scoppiare entrambi in una risata.
 
Alla fine quella fredda sera di gennaio si riscaldò all’improvviso arrivo di mio marito, rallegrando l’animo della casa.
Abbandonando tutta quella malinconia e quei ricordi che l’avevano invasa in quelle ultime ore, e alleggerendo anche il mio animo: mio marito avrebbe fatto di tutto pur di non farmi sentire sola, e ora ne avevo la prova.
Ma un dubbio ancora mi rimane… il mio bambino diventerà mai un grande detective?
 


Blacky's Corner:
Konnichiwa! 
Visto che l'ultima volta nessuno mi ha detto che sono una cretina e che dovrei smetterla di scrivere idiozie, ho deciso di cimentarmi in una YukikoxYusaku u.u (se volete prendervela con qualcuno, fatelo con voi stessi xD)
Allora, prima di tutto, ho cercato un immagine in internet e non l'ho trovata, poi ho fatto anche un disegno e quando ho cercato di metterlo mi ha scritto "URL non valido"... quindi ho lasciato perdere -.-""
Cmq, come mi è uscita la OS?? bene?? male?? i personaggi sono OOC?? soprattutto Yusaku??
boh... ah prima di andarmene, quant'è kawaii Kudo-kun?*W*
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per chi non l'avesse mai visto da piccolo vi lascio qui i link.
cmq spero vi sia piaciuta, a presto!!

XXX,
Blacky
   
 
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