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Autore: Gogetass4    15/09/2012    3 recensioni
Eccomi di nuovo (purtroppo per voi :) ) con un'altra one-shot. A Natale mancano ancora diversi mesi, ma quando viene l'ispirazione è meglio non contrastarla ;)
Estratto: "Eppure quei grandi occhi azzurri, come quelli della sua mamma, erano riusciti a farlo cedere. Era stato uno dei momenti più belli per lei, perchè di solito era Trunks a passare molto più tempo con il padre, per via degli allenamenti. "
Spero che vi piaccia, anche se so che non molti condividono le mie stesse idee riguardo ai personaggi :)
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Marron, Trunks, Vegeta | Coppie: 18/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti (o pochi?) quelli che leggeranno anche questa mia ff, scritta con tanto amore per la mia famigliola preferita :) La cosa che mi preme di più fare è ringraziare tutte le persone che hanno letto, o letto e recensito, le mie due precedenti one-shot "Il vostro Ti Amo" e "La mia bambina", vi ringrazio davvero di cuore. In particolare un ringraziamento speciale va a Lady A, che mi supporta (e sopporta :) ) sempre. Davvero non ho parole per dirti quanto questo mi faccia piacere!
Bene ora vi lascio alla storia e, se vi va, un commentino fa sempre piacere :)





Era la sera di Natale e la neve scendeva lenta avvolgendo il paesaggio di un candore magico, uno spettacolo incredibile che incantava chiunque posasse gli occhi su quel manto soffice.
Come ogni anno il 25 Dicembre era una serata molto speciale, fatta per stare con le persone care, mangiare insieme e scambiarsi gli auguri e i regali.
In una grande casa, nella periferia della Città dell'Ovest, vicino ai tanto amati monti Paoz di Goku, una bambina stava festeggiando il suo secondo Natale insieme al fratellino maggiore, alla sua mamma e al suo papà.
Marron. Una bellissima bambina dal visetto paffuto sempre allegro e felice che scrutava il mondo con quei suoi occhioni azzurri, curiosi, pronti a catturare ogni particolare per imparare sempre qualcosa di nuovo.
Nonostante la sua tenera età aveva un carattere forte e combattivo e una mente attenta e sveglia. Tutte caratteristiche che aveva preso dai suoi genitori, proprio come Trunks, suo fratello.
Durante l'abbondante cena preparata dalla mamma, Marron aveva mangiato tutto, felice che presto sarebbe arrivato Babbo Natale a portare i regali: li avrebbe lasciati sotto il grande albero che lei aveva addobbato insieme alla sua famiglia. Era infatti riuscita a convincere anche il suo papà, sempre restio nel prendere parte a qualsiasi iniziativa o attività da lui catalogata come "terrestre". Eppure quei grandi occhi azzurri, come quelli della sua mamma, erano riusciti a farlo cedere. Era stato uno dei momenti più belli per lei, perchè di solito era Trunks a passare molto più tempo con il padre, per via degli allenamenti. Una volta anche lei aveva detto a Vegeta di volersi allenare, ma lui le aveva risposto solamente che ancora era troppo piccola. Da quel giorno si era ripromessa che non appena sarebbe cresciuta un po' glielo avrebbe chiesto nuovamente. E così la mattina seguente si ripresentò nuovamente da lui con la stessa domanda. E il giorno seguente. E il giorno seguente ancora. Ricevendo però sempre la stessa risposta dal padre.
Marron era molto affezionata al suo papà, nonostante quel suo carattere burbero da risultare spesso scostante, lei non aveva paura e gli voleva molto bene. Sapeva che non le avrebbe mai detto o fatto niente di male. Era la sua piccina e poi grazie al carattere acquisito dalla sua adorata mamma di certo non poteva avere paura di due occhi, neri come la notte, che la guardavano seri.
Questa era la prima volta che in casa facevano l'albero di Natale tutti insieme: Trunks aveva preso l'abete più bello che aveva trovato nei boschi dei Monti Paoz, Vegeta si era limitato a passare svogliatamente le palline colorate alla figlia che, aiutata dalla mamma, le aveva sistemate sui rami verdi.
Non riusciva a credere che presto sul pavimento avrebbe trovato tanti pacchetti colorati da aprire!
Non appena ebbe finito di mangiare andò subito a controllare l'albero nel salotto.
C18 sorrideva mentre iniziò a togliere i piatti dalla tavola.
Lei e Chichi si erano messe d'accordo per far si che Goku portasse di nascosto i regali sotto il loro albero. La mora l'aveva convinta dicendole che Goku l'aveva sempre fatto quando Gohan e Goten erano piccoli e ogni volta aveva funzionato. L'idea, considerata da Vegeta "una stupida messa in scena che solo i terrestri potrebbero ritenere divertente", aveva funzionato alla perfezione. Il saiyan si era teletrasportato nel loro salotto mentre la famiglia stava mangiando e, una volta lasciati i doni, era tornato da Chichi e i suoi due ragazzi per festeggiare insieme nella loro bella casetta.
Il tutto senza che la bambina se ne accorgesse.
"Siiiiiiiiiii!!! Mamma! Trunks! Papà! Venite!! Papà vieni vieni!!"
Quando vide che sotto l'albero erano comparsi tanti regali le grida felici della piccola Marron riempirono la casa, e le orecchie del suo papà, che con un'espressione tutt'altro che felice si alzò dalla sedia per andare da lei e reggere (in parte costretto dalla moglie) a mala voglia tutta quella farsa.
"Papà guarda quanti regalini!! Che bello!! Apriamoli...." disse tutta contenta avvicinandosi a uno dei tanti pacchetti di varie forme e dimensioni.
"No Marron. Aspetta. Non puoi aprirli adesso." le rispose Vegeta con voce ferma.
La bimba si rabbuiò un poco, voltandosi verso il papà con un regalo tra le manine.
"Perché no papà?" la vocina tremolante che sembrava minacciasse di piangere da un momento all'altro.
Vegeta le si avvicinò lentamente  "Perché non é ancora il momento. Devi aspettare anche tua madre e Trunks" continuò contro voglia il saiyan "Adesso rimetti quell'affare dove lo hai preso, lo aprirai più tardi."
La piccola, seppur contro voglia, diede ascolto al padre, ripose il regalo insieme agli altri sotto il grande albero addobbato e poi si avvicinò a lui, tirando un po' la stoffa del pantalone della tuta per farsi prendere in braccio.
Vegeta la guardò, senza scomporsi, senza capire perché lei avesse fatto così.
La bimba allora, con il faccino paffuto rivolto all'insù verso quello del genitore, allungó le braccia sorridendo.
Il saiyan capì.
Sbuffò leggermente e cacciando indietro tutto il suo orgoglio si abbassó per prenderla in braccio e tirarla su.
Marron rise e circondó il collo di Vegeta con le braccia per tenersi stretta a lui.
Era sempre strano per lui trovarsi in quelle situazioni, si sentiva impacciato, fuori luogo, sentiva di non esserne capace.
Lui, l'orgoglioso e fiero Principe Dei Saiyan che sentiva di non saper fare qualcosa?! Sembrava impossibile, eppure dentro di se era quello che pensava, anche se mai lo avrebbe ammesso ad anima viva.
Si avviò nuovamente verso la cucina, dove 18 aveva finito di sistemare i piatti nella grande lavastoviglie, aiutata da Trunks.
"Mamma! Babbo Natale é già passato e ha lasciato taaanti tantissimi regalini per noi!!" strillò la bambina con voce squillante rivolgendosi alla sua adorata mamma.
La bionda le sorrise, poi guardò Vegeta. Il viso del saiyan si irrigidì quando vide gli occhi glaciali della moglie posarsi su di lui. Ora si sentiva ancora più in difficoltà, odiava essere osservato, da chiunque, ancora di più se quel qualcuno era lei: bellissima, affascinante, fredda...ma una madre fantastica, che forse ne lei ne lui, un tempo, immaginavano potesse essere. Ritrovarsi in quelle situazioni ed essere osservato da lei lo faceva sentire in difficoltà, come mai gli era capitato prima.
"Mamma possiamo aprire i regali adesso?! Per favore mammina..."
La piccola Marron era impaziente, continuava a muoversi in braccio al suo papà che la teneva ben salda contro il suo petto.
"Avanti Marron sta brava!" disse il saiyan guardando serio sua figlia.
C18 sorrise beffarda, sapeva che non sarebbero bastate quelle parole per far smettere la figlia. Lo osservava, sfidandolo con uno sguardo al quale lui rispose prontamente, incatenando i suoi occhi neri, cupi, con quelli di lei. Sapeva bene anche lui che quella bambina era un osso duro quando si metteva in testa una cosa; inutile chiedersi da chi mai avesse potuto prendere.
"Si piccola, andiamo ad aprire i regali...Trunks, accompagna tua sorella..." disse poi la bionda, mentre Vegeta a quelle parole rimise a terra la bimba, guardando i suoi figli allontanarsi nella stanza di fianco.
La guardò.
Lo guardò.
La donna gli si avvicinò, fino a sfiorarsi, guardandolo negli occhi. Un sadico ghigno si dipinse sul volto di lui. "Che hai da guardare donna?" gli chiese beffardo accorciando ancora la distanza tra i loro corpi, facendoli aderire perfettamente.
Diciotto non smetteva di guardare quei profondi occhi, sentendosi perfettamente sicura di se là dove invece molte avevano avuto paura di perdersi.
"Guardavo il grande Principe Dei Saiyan comandato da una piccola bambina di soli due anni...un brutto colpo per te..." gli rispose ironica, mostrando uno dei suoi più sarcastici sorrisi. Lo stuzzicava, lo aveva sempre fatto, e gli piaceva. Amava quando lo faceva. Non si stancava mai di mettersi in discussione con lei. E lo stesso valeva per la donna.
Le circondò con forza la sottile vita, sapendo perfettamente che avrebbe potuto liberarsi in qualsiasi momento: la forza di certo non le mancava. Ma sapeva altrettanto bene che non l'avrebbe fatto, non si sarebbe staccata da quel contatto.
"Molte volte ti ho detto di non provocarmi Diciotto, lo sai..." la voce di lui era bassa, profonda, ma ferma, per quanto entrambi sapessero che quello era solamente un gioco per loro. Un eccitante gioco che non era ancora l'ora di iniziare. Non lì. Non in quel momento.
"Non ho mai avuto paura di te saiyan, non inizierò di certo questa sera..." rispose lei, beffandosi del suo fare fiero e altezzoso che aveva imparato a conoscere perfettamente.
Il sorriso sul volto dell'uomo si allargò un poco, si prendeva gioco di lui, lo sapeva bene...ma con lei era tutto diverso. Mai avrebbe reputato il suo comportamento un'offesa nei suoi confronti...o meglio, non come avrebbe fatto con tutti gli altri esseri della galassia.
Strinse maggiormente la presa su di lei, facendola sorridere ancora "Sai bene cosa potrei farti se solo io lo volessi donna..." le sussurrò questa volta vicino all'orecchio, con voce roca. Il cyborg socchiuse leggermente gli occhi "Mh..è quello che volevo sentirti dire saiyan...ma ne parleremo dopo che ne dici?" gli domandò lasciva prima di circondargli il collo con la mano e tirare a se il viso dell'uomo.
Lo baciò, un bacio al quale lui prontamente rispose, con passione, con fermezza, tenendola stretta a se.
"Mammaaa! Papààà! Venite?!" la voce di Trunks si fece sentire forte, sovrastando quella della sorellina che gridava eccitata all'idea di stare per ricevere tanti nuovi giocattoli.
La donna si staccò dalle labbra dell'uomo e fece per andarsene, ma lui la trattenne per un polso, facendola voltare nuovamente verso di lui. "Ne parliamo dopo...puoi starne certa." disse con un ghigno, guardandola negli occhi. C18 non rispose, ma si limitò a guardarlo, intensamente, sorridendo appena. Poi il saiyan lasciò la presa su di lei e si avviarono entrambi nel grande salotto.
Le luci dell'albero creavano un'atmosfera magica nella stanza. Marron aveva sistemato tutti i pacchetti a seconda della persona a cui andavano consegnati, notando con un certo piacere che il mucchio più grande era quello dei regali per lei. Quando vide i genitori entrare corse subito dalla mamma, attaccandosi alla sua gamba. "Guarda quanti mamma! Quelli sono tutti per me! Perché c'è scritto il mio nome sopra!" disse ingenuamente, rivolta al cyborg.
"Già..." disse Trunks un po' sconsolato. È vero che sapeva che non era stato Babbo Natale a portarli ma Goku, é vero anche che era cresciuto...ma il Natale è pur sempre il Natale, e aprire regali piaceva anche a lui.
La donna si inginocchiò per essere alla stessa altezza della figlia, e le accarezzò la testolina bionda "Su Marron inizia pure ad aprire i tuoi..."
"Siiiiiiii!!!" la bimba l'abbracciò forte, molto forte...troppo per una bambina di due anni se messa a confronto con i suoi coetanei, e poi corse dal fratello.
"Trunks! Apriamoli!" disse felice.
Vegeta dal canto suo sperava che quella serata finisse presto. O meglio, questo era quello che dava a vedere. Sicuramente le urla della bambina lo mettevano a dura prova, soprattutto mettevano a dura prova la sua pazienza, già molto poca di natura; ma infondo non c'era niente di più bello che vederla felice, avrebbe fatto di tutto per lei, per Diciotto e per Trunks, di questo ne era certo.
Si sedette pesantemente sul comodo divano di pelle nera, dove poco dopo prese posto anche la moglie.
C18 non avrebbe mai pensato, un tempo, di passare la sera di Natale in una casa, con un marito, dei figli, insieme come una comune famiglia terrestre. Quella popolazione, quel pianeta all'inizio tanto odiato, che poi era invece diventato la sua casa. Perchè in fondo lei lì si sentiva davvero a casa. Aveva trovato delle persone, degli amici, a cui voleva bene: Goku e Chichi. Altre con cui andava meno d'accordo, si. Ma del resto non era facile avvicinarsi a lei. Chichi ci era riuscita, erano molto simili loro due, lo aveva sempre pensato.
Anche Vegeta si ritrovò a pensare, in quell'istante, a come erano cambiate le cose per lui. Se qualcuno avesse detto che un giorno sarebbe stato, oltre che un valoroso guerriero di nobile stirpe, anche un padre di famiglia, proprio come lo era diventato il suo "nemico" Karoth, lo avrebbe reputato un folle. Eppure era andata proprio così, e grazie a Diciotto, alla sua famiglia, aveva scoperto lati di se che credeva non esistessero nemmeno.
Si guardò attorno, Marron era intenta a strappare la carta di un pacchetto e quando vide che quello che conteneva era una delle cose che lei aveva chiesto iniziò a stringere forte a se il regalo, sorridendo felice. Quella scena gli ricordò uno dei primi natali di Trunks, il loro comportamento era stato praticamente lo stesso e gli sembrò di rivivere quella serata.
Un piccolo ed impercettibile sorriso gli increspò le labbra sottili. Con il braccio disteso sopra lo schienale del sofà si fermò ad osservare la scena, una scena che fino a qualche anno prima avrebbe reputato insignificante, ora lo faceva stare bene, come mai era stato in vita sua.

  
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