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Autore: AndreaMesso45    15/09/2012    0 recensioni
Siamo nel futuro, un futuro apocalittico.
Dopo il colpo di stato del Regime, è stata proibita ogni tipo di arte e incarcerati tutti i musicisti che non hanno voluto aderire al programma di "riabilitazione artistica".
Però qualcosa si muove nel profondo della terra, è l'ora della Rivoluzione!
Genere: Avventura, Science-fiction, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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E chi la ferma più questa ... Rivoluzione?!

Parte I

My hero


Portland …
 
There goes my hero                                     “Ecco il mio eroe …
He’s ordinary …”                                           
è una persona qualunque …”
 
La settimana iniziò con questa frase, da My Hero.
I cinque musicisti erano ormai proiettati verso l’arrivo … il giorno X ancora da decidere, il giorno in cui sarebbe partito il concerto e la Rivoluzione.
Ci furono diversi momenti che si susseguirono in quelle settimane prima del concerto, Cameron prese il comando di alcune forze speciali, squadre d’assalto per addestrarle all’attacco delle televisioni e delle radio; nel frattempo alcuni tecnici arruolati si presero la briga di cercare un posto ed un luogo per creare il palco e allestire lo stesso con tutto l’occorrente.
Nel mentre avveniva tutto questo, i Foo Fighters iniziarono le prove per prepararsi le canzoni e avvenne anche la scelta (faticosa) della scaletta …
Tutto questo in poche settimane, una organizzazione veloce e precisa … una vera Pre-Rivoluzione.
Proprio da quella frase di My Hero si entrò nel clima rivoluzionista di Grohl and Company.
 
 

CAMERON

 
My hero? Il mio eroe? Non saprei da dove iniziare … non ci ho mai pensato … da ragazzo avevo diversi eroi.
Sono nato a San Diego nel 1962, ho avuto una infanzia movimentata nel verso senso della parola, non ero neanche lontanamente quello che sono oggi … addirittura un Generale, rispettato e al comando di grosse operazioni come la Resistenza di Portland e questa nuova cosa della Rivoluzione.
Io i Foo Fighters li ho vissuti sulla mia pelle, quando ancora facevo la mia vita artistica, a detta di molti ero anche bravo in quello che facevo … molte volte conobbi Dave e i suoi compagni ma ero decisamente più diverso … così diverso che oggi ancora non mi riconoscono.
La musica è stata la mia vita per almeno trenta lunghi anni, fino al momento della presa del Regime.
In quel momento, io fui degradato in tutto quello che avevo, non possedevo più niente.
Fui deportato in un carcere di massima sicurezza per artisti che non stavano alle nuove regole e continuavano a professare la loro arte …
Non vi dico neanche chi c’era con me in quella prigione, tantissimi altri miei colleghi … solo per citarne alcuni … i Green Day al completo, tutti in celle diverse … due di loro si impiccarono, il terzo morì di overdose di farmaci … ma ancora non sono del tutto sicuro di quelle morti … io penso più a degli omicidi …
Ho visto morire moltissimi miei amici, tra cui Eddie e Chris … non voglio ricordare … fa ancora troppo male.
Io riuscii a sopravvivere in quella prigione, nonostante le condizioni degradanti di quel posto e dei suoi prigionieri, capisco quello che deve aver passato Dave in questi anni, ma io fui più fortunato di lui.
Infatti un giorno ci fu una rivolta capitanata dal Boss Bruce che ci venne a liberare … fui capace di fuggire e scappare.
Venni ad abitare a Portland, lontano da tutto e tutti e intrapresi l’unica strada possibile per avere un tetto sulla testa e del cibo, entrai nella Resistenza.
Non avendo niente da perdere vedevo le cose con maggior chiarezza rispetto ad altri e pian piano nel tempo mi guadagnai la fiducia dei Generali e dei Tenenti.
Il nostro comandante era Tom Petty, con i capelli lunghi e con un bastone appariscente, ormai zoppo.
Fui lui a darmi l’onorificenza del grado di Generale, da allora diventai il massimo esponente qui a Portland e acquistai la fiducia dei miei soldati.
Le nostre operazioni negli anni si sono ampliate sempre di più, nonostante le pochissime vittorie che ottenemmo … ma quei pochi trionfi salvarono la vita a molte persone.
Oggi avevamo l’opportunità di entrare nella storia, di salvare il mondo … o almeno di cercare.
Quando arrivò Taylor da noi ebbi subito la sensazione che qualcosa stava per cambiare … poi ci portò Dave … e lui ci regalò la speranza di poter migliorare il mondo … ci regalò la sua Rivoluzione, non aspettavamo altro.
Ed oggi, toccava a me … era il mio turno.
Avrei dovuto creare alcune squadre d’assalto ed addestrarle per prendere il comando delle radio e delle televisioni … questo potevo e dovevo fare.
Creai diverse squadre a cui diedi dei nomi semplici, i primi che mi vennero in mente “Alfa, beta, gamma, delta ecc.”, qualcosa di facile da ricordare.
Ognuna avrebbe dovuto svolgere un compito, la squadra Alfa avrebbe dovuto attaccare una televisione, la squadra Gamma una stazione radio e così via.
Il nostro era uno dei compiti più difficili e più importanti, grazie a noi il mondo sarebbe ripartito.
 

Ero terrorizzato al solo pensiero di addestrare e spiegare i movimenti e le azioni a dei soldati, forse più in gamba di me, ma ce la feci.
In questi anni si era persa la sensazione di quotidianità come c’era un tempo, al giorno d’oggi si era capaci solo di sopravvivere combattendo … combattendo una guerra non nostra, ma di altri.
Grazie all’aiuto dei miei fedeli sotto-comandanti, riuscii a selezionare diversi uomini abili e diligenti per le squadre d’assalto.
Diedi a loro l’attrezzatura giusta come armi e altri strumenti per scassinare e misi per ogni squadra uno o due esperti tecnici per collegare il segnale al router del concerto.
Feci le squadre, sembrava di giocare a ruba bandiera e alla fine fu una specie di gioco.
Anche io mi misi in una squadra, la Beta, avremmo dovuto assaltare la televisione più importante.
Riuscii a procurarmi le planimetrie di tutti gli edifici da attaccare, con i miei fedeli soldati programmammo e pianificammo tutto nei minimi dettagli, dovetti memorizzare diversi informazioni come orari e luoghi.
L’operazione era piuttosto semplice, entriamo e indirizziamo il segnale al router, poi saremmo dovuti rimanere lì a proteggere il collegamento, avremmo sicuramente lottato fino alla morte per mantenere quel segnale vivo su tutti i canali.
Penso di averli preparati bene, penso di essere pronto, penso che darò la vita per Dave e per il suo concerto, credo in lui come credo ancora nella gente comune … e credo che alla fine ne sia valsa la pena.
Che Dio ce la mandi buona, daremo il meglio di noi, spero che basti anche solo quello.
Generale M. Cameron, battaglione della Resistenza di Portland.
 
 


CHRIS

 
“Don’t the best of them bleed it out
While the rest of them peter out”

 
“Non sprecare il meglio di loro
Mentre il resto di loro si esaurisce”

 
My hero? Il mio eroe resta per me, mio padre.
Lui mi ha insegnato tutto, come vivere, come pensare, come agire … ma soprattutto mi ha insegnato che la vita è mia e che sono responsabile dei miei danni e delle mie azioni.
In questi anni di solitudine avevo un po’ perso la mia strada e la mia coscienza sembrava essere svanita in una nuvola di polvere e fumo.
Devo ringraziare Dave e Taylor per avermi concesso questa seconda opportunità di tornare a vivere, anche se nella cittadina dove mi ero rifugiato non si stava così male.
Mi hanno trattato benissimo nonostante non avessi fatto proprio niente, ma essere musicisti al giorno d’oggi equivale ad essere degli eroi.
I nostri eroi all’epoca erano i supereroi come Spider man, erano gli attori degli action movie come Stallone o Clint Eastwood, i nostri eroi erano anche le rockstar, i Rolling Stones … i Beatles
Ora i nostri eroi forse se la sarebbero cavata con più difficoltà, noi facciamo del nostro meglio per essere all’altezza delle aspettative che la gente nutre nei nostri confronti.
Noi, che un tempo vivevamo tra una villa ed una macchina lussuosa, tra feste e concerti e che adesso tiriamo avanti con un pezzo di pane azzimo al giorno e qualche alcolico per sbronzarci e dimenticarci … dimenticare noi stessi, dimenticare la brutalità che abbiamo visto, perché se non dimentichi alcune cose o almeno ti sforzi di non ricordarle … sei morto.
Io ho perso la fama, i soldi, la credibilità … un occhio … ho perso molte cose ma le migliori mi sono rimaste … la band!
Subito non ero convinto di tutto ciò, adesso posso dire che questa Rivoluzione che sta per partire è la miglior cosa che possa fare nella mia vita, un buon modo per provare a restituire al mondo quello che ho preso in tutti i miei anni.
Ora bisognava provare … tornare a suonare … sono teso … sono molto teso … ho paura di sbagliare, di non essere all’altezza della band … ho paura di deludere i miei compagni ed il pubblico.
Con il tempo tutti pensano che la paura di salire sul palco si attenui, non è assolutamente vero, ho paura di salire su un palco oggi come il primo giorno, come tutte le sante volte che ci sono salito nella mia vita.
Ma … è la paura che alla fine ti salva e ti rende maledettamente bravo perché ti regala una carica eccezionale che sei la sai usare ti trasforma in un eroe … una immensa potenza.
 

Mi ero messo, durante le pause dalle prove, a guardare il palco e come veniva allestito.
Sono rimasto senza parole.
Era un palco non tanto grande, noi venti anni prima siamo stati abituati in un’altra maniera con spazi esagerati a volte … mi ricordo Wembley.
Ma era comunque una goduria quel posto … la cosa più bella era che il soffitto si poteva aprire, sembrava un porto …
Il soffitto era in apparenza chiuso ma con dei meccanismi, come in un teatro, si poteva aprire ed il concerto da chiuso diventa aperto!
Una cosa fantastica!! Quando l’ho visto ne ho parlato con Dave e lui mi ha subito detto “Bene!! Fantastico, a metà della prima canzone lo facciamo aprire!”.
Deve essere stupendo, dovrà essere veramente mega stupendo.
C’erano persone, non tecnici come eravamo abituati noi, ma veramente persone comuni che lavoravano senza sosta per sistemare i cavi, la corrente, le luci … solo per noi, cioè … è qualcosa che se ci penso rimango stupefatto … ammaliato.
 

Le luci e i faretti non erano niente di che, quella gente che lavorava montava quello che erano riusciti a trovare in giro, faretti da giardino per di più.
Ma erano lo stesso abbastanza buoni, anche solo per illuminare le nostre facce e far capire chi eravamo, almeno !
I cavi che stavano stendendo qua e là non erano proprio “ordinati” come in un concerto vero, ma bisogna considerare il fatto che di concerti non ce ne erano stati da almeno quindici anni o più, andava bene così come era.
Il palco era stato creato con una piattaforma di legno massiccio, abbastanza robusto e con un immenso dietro le quinte.
Il posto davanti poteva contenere anche mille persone, aprendo il soffitto e le pareti infondo al palco si poteva anche creare una specie di arena, un concerto che da mille posti diventa un milioni di posti.
Ovviamente il problema era far sentire il volume, per questo i tecnici pensarono di bombardare il posto di case e televisioni, avevamo delle televisioni ovunque!
Era come essere in un negozio di televisori, era veramente atipico e molto interessante.
Non vedo l’ora di salire su quel palco, con la mia ansia e con la mia paura che ormai so gestire bene … il più sarà tornare a suonare!
I miei eroi sono anche loro, sono gli altri … quelli là fuori che aspettano, siete voi che mi state leggendo, voi siete i nostri eroi.
Chris Schifflet, chitarra.
 
 


NATE

 
“Too alarming now to talk about
Take your pictures down and shake it out”

 
“E’ troppo allarmante ora per parlarne
Prendi le tue foto e levati di torno”

 
 
My hero? Resta per me una grande canzone, un grande momento della mia vita … il mio eroe non esiste, esistono tanti piccoli eroi di tutti i giorni.
Ogni tanto, penso, siamo tutti un po’ eroi e anti-eroi, ognuno ha il proprio eroe dentro di se, ognuno ha il proprio anti-eroe dentro di se, la convinzione e la differenza concreta sta nel capire a quale dei due lasci più spazio e prerogativa.
Penso che resterò sempre della mia idea.
Questa Rivoluzione per me iniziò con una grossa diffidenza, non volevo assolutamente rimettermi in gioco, soprattutto dopo aver vissuto tanto dolore negli anni come questi, non volevo soffrire ancora.
Ho detto chiaramente di no a Dave e alla sua cavolo di idea.
Però si sa, lui è sempre stato uno zio per me, quasi un parente, gli potevi dire di no ma alla fine torni sempre da lui con un sì, non c’è niente da fare.
Anche dopo tutto quello che ha passato, rimane sempre lui, con la sua faccia e la sua bontà di animo.
Ho tanti ricordi di lui e di me … ricordo per esempio quando mi prese a pugni una volta perché avevo deriso Taylor, lui era sempre stato per la tolleranza … io a volte ne ho poca … però ho imparato dopo, ho imparato a rispettare le idee di tutti.
Grazie anche a lui ovviamente.
Ma quello di cui vorrei parlare ora, aldilà di tutte le cavolate che si possono dire in questi momenti, appena prima della Rivoluzione, è questo … come posso dire … questo segreto che tiene Dave tra di lui.
Quando c’è qualcosa che non va lo sento da subito, mi ricordo di tensioni nella band ed ora che eravamo molto in sintonia, anche con le prove, sentivo che a Dave mancava qualcosa.
 

Spesso mentre provavamo una canzone qualunque, lui si prendeva su ad un certo punto e se ne andava via avvolto nei suoi pensieri.
L’ho visto varie volte scrivere su un pezzo di carta, forse uno spartito?
L’ho visto guardare la sua foto, che penso ritragga la figlia Violet, se non sbaglio, lui non ce la fa vedere spesso, anzi, quasi mai.
Io penso che ancora senta un dolore ed un immenso senso di colpa per la sua famiglia.
Una volta gli ho detto, appena dopo le prove di Hey Jhonny Park! , “Dave, non è colpa tua quello che è successo! Guarda avanti!
Lui mi ha sempre risposto “Non so di cosa tu stia parlando. Sono solo un po’ stanco, tutto qui” ma io riconosco quella espressione, Dave saprà anche mentire ad altri ma a me non la fa … a me non mi prende in giro.
Sento che si flagella ancora per quella storia, credo che sia del tutto normale provare senso di colpa quando per il tuo lavoro ti uccidono la famiglia … non è facile saltarci fuori … io ce l’ho fatta dopo tanto sacrificio … dimenticando … ce l’ho fatta dimenticando … penso che anche Dave voglia dimenticare ma ancora non ci riesce … forse crede ancora di ritrovare la figlia …
Lo so, lo so … non sono affari miei, però sto male a vedere un amico stare così … sul chi vive.
Quello che, però, posso dire di aver notato è la carica che ci mette Dave nelle canzoni …
Nonostante abbia dei problemi respiratori, dopo anni e anni di torture in quella prigione in cui stava, riesci ancora a cantare benissimo, anche se a volte stona chiaramente e la voce è più roca … molto più roca del solito … ma la potenza è ancora fortissima … forse di più oggi che ieri.
Penso che abbia dentro di sé tanta di quella cattiveria e rabbia che gli permette di cantare così forte, senza sbandare nella potenza … ma indirizzarla in emozioni canore.
Emozioni canore? Questo è un termine a dir poco bizzarro!
Forse anche io sto impazzendo un po’, dopo tutte le cose che ho visto, diventare pazzi è quasi una cosa da sani di mente … paradosso.
Mi piacerebbe sapere cosa scrive Dave su quel pezzo di carta … si nasconde sempre e scrive … scrive … scrive …
Però non glielo chiederò, mai.
Aspetterò che sia pronto lui, un giorno, a dirci di cosa si tratta …
Ne ho parlato anche con Taylor, secondo lui è una lettera per la figlia … forse ha ragione, in ogni caso se questo gli serve per riconciliarsi con la vita e con il fatto che lui sia vivo e la sua famiglia no, ben venga.
Nate Mendel, basso.
 
 


TAYLOR

 
“Truth or consequence, say it aloud
Use that evidence, race it around …”

 
“Verità o conseguenza, dillo a voce alta
Usa quella prova, fai in fretta …”

 

My hero? Quando ero giovane, un ragazzo, il mio eroe era Freddy Mercury … e con lui adoravo Brian May e Roger Taylor.
Pensate che era molto orgoglioso di condividere una parte del mio nome Taylor con Roger, era il mio idolo, ho iniziato a suonare la batteria grazie a lui.
Adoravo i Queen, ancora oggi mi sogno le loro canzoni … però, poi, negli anni, guidando sulla strada delle vita a fari spenti, mi imbattei in altri falsi idoli … come la droga … cose che ti cambiano la vita …
Il mio eroe? Dave, senza ombra di dubbio
Mi salvò senza chiedermi niente in cambio, come i veri eroi.
E per me bastò quello per diventare il mio eroe, bastò solo quello.
Questa Rivoluzione penso possa essere il nostro modo per dire che così non va bene, il nostro modo per tornare in carreggiata e per dimostrare che la musica conta più di qualche legge ridicola, di qualche dittatura messa lì, di qualche musicista messo a tacere, noi daremo la nostra vita per fare in modo che voi altri riprendiate la vostra.
Ma questo è essere degli eroi?
Forse sì, ma le onorificenze fatecele quando saremo già morti, così ci andrà bene qualunque cosa, no?
Vorrei raccontarvi, prima di partire per la Rivoluzione, finché sono ancora vivo e ne ho l’occasione, della scelta della scaletta per il concerto.
Eravamo tutti molto in ansia perché nessuno si ricordava alla perfezione le canzoni.
Siamo rimasti preoccupati fino ad ora e ancora lo siamo, anche adesso che le sappiamo suonare … per fortuna che qualche buon’anima riuscì a procurarsi e a farci avere degli spartiti con le nostre canzoni, se no saremmo ancora lì a decifrare le note nella nostra fottuta mente!
Ops … non si possono dire le parolacce? Questo è un rating verde? Vado avanti lo stesso, se vorrete poi censurare questa lettera, potrete farlo … non verrò certo io ad impedirvelo.
 

Quando Cameron, il Generale, ci venne a dire che il concerto si sarebbe svolto il 7 febbraio, a noi tutti vennero i sudori freddi, avevamo si e no una settimana e mezzo per decidere e provare una decina di canzoni … o quante ne potevamo cantare e suonare dietro fila dopo venti anni di astinenza.
Dave sembrò il meno preoccupato, ma penso fingesse.
Ogni tanto si ritirava da solo a scrivere qualche cosa, penso una lettera per la figlia.
Secondo me soffre ancora molto per quella perdita, soprattutto per Violet.
Penso che gli faccia più male pensare a lei che potrebbe essere viva chissà dove che la moglie e l’altra figlia, loro non possono più soffrire in effetti.
La prima canzone che provammo fu My hero, da lì inizio tutto.
Ci vollero giorni e giorni di prove prima di trovare la giusta sincronizzazione tra di noi; mi ricordo il giorno in cui ci uscì perfetta, ridemmo tutti a crepapelle, soprattutto perché durante l’ultimo ritornello Pat fece partire una scoreggia enorme di un odore nauseabondo, quindi Dave dovette cantare l’ultima strofa con il naso tappato … fu veramente simpatico.
Dave poi ci propose una canzone insolita come Summer’s End, non ricordo di averla mai suonata in effetti, la facemmo e ci venne benissimo.
Su una cosa eravamo tutti d’accordo dal principio, la prima canzone e l’ultima … ma lascio che lo scopriate da soli, se ne avrete l’opportunità.
Suonare la batteria mi da questa impressione di … uhm … non so, può essere la stessa sensazione che prova un vigile del fuoco salvando un bambino, la stessa sensazione di un calciatore quando fa gol, la stessa sensazione che provi a stringere la mano della persona che ami … o quando dolcemente le scosti i capelli dal viso e le sfiori le labbra … e poi la baci … è quella l’emozione che provo io suonando la batteria, il massimo della vita, lo scopo della vita.
Questo è … questo è il senso che ho trovato per la mia esistenza.
Continuavamo a provare e a provare, senza sosta, ogni tanto ci fermavamo per ricordare i vecchi tempi e per riposarci un po’ … e poi subito sotto con un’altra canzone.
In totale, penso di aver suonato cinquanta canzoni diverse.
Alla fine decidemmo di arrivare ad una quindicina di canzoni, senza intermezzi, di suonare dall’inizio alla fine senza sosta, un vero concerto rock.
Che poi il rock non è solo musica, è stile di vita, il rock non è solo sesso droga e rock’n’roll, il rock è vivere la vita nel meglio delle possibilità, il rock è non accettare compromessi sulla propria arte, non accettare diversità, il rock è tolleranza, il rock è amore, il rock non è guerra … il rock sconfigge la guerra perché è più forte.
Molta gente non lo ha capito ed oggi il rock non esiste più, sarà difficile convincere di nuovo la gente, ormai assopita a questo malato sistema?
Spero proprio di sì, perché così sentirci sarà un pugno duro nello stomaco, così faremo cadere le barriere, così re-inventeremo il rock!
A chi legge questa lettera, sappi che la nostra vita non valeva più della vostra, ma allo stesso modo; noi abbiamo solo avuto il dono di poter scegliere e abbiamo deciso di donare la nostra abilità per poter dare anche a voi una possibilità di scelta.
Un abbraccio.
Taylor Hawkins, batteria.

 

“Kudos my hero leaving all the best …”
 
“Gloria al mio eroe, lasciando tutto il meglio …”
 


 
To be continued … to the final chapter …


messo45
   
 
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