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Autore: Night Fury96    15/09/2012    6 recensioni
Iris Knight è una ragazza come tante altre, forse leggermente più esuberante e riflessiva. La sua vita non è una delle più felici, dopo aver subito una terribile delusione d'amore e con i problemi familiari che continuano a ripercuotersi su di lei e suo fratello, Iris inizia a concentrare anima e corpo sul suo anime/manga preferito, ovvero sia Death Note. Con il suo migliore amico Matty, Iris organizza ogni anno serate a tema dedicate appunto all'anime, solo che quell'anno qualcosa va storto e i due amici per sbaglio porteranno in vita niente poco di meno che i protagonisti di Death Note
(ATTENZIONE: linguaggio molto scurrile XD In oltre è la mia prima storia che pubblico in assoluto, quindi siate buoni XD i primi due capitoli sono senza i personaggi di DN, ma arriveranno subito dopo, quindi non temete che Elle si vedrà abbastanza presto ;) a parte questo spero che vi piaccia ^^ )
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Beyond Birthday, L, Light/Raito, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 13: Festeggiamo
Passai l’aspirapolvere per terra, ero finalmente arrivata all’ultimo angolo della sala.
-         Brava Cenerentola.- disse con un ghigno Light.
-         Non rompere! – lo ammonii. Mio padre mi aveva chiesto se gentilmente avessi pulito casa al posto suo, perché lui doveva andare ad una “cena molto importante” con i suoi colleghi. Stranamente oggi c’era anche il derbi della Sampdoria contro il Genoa. E chi se lo perdeva? Altro che serata importante. Ne ebbi la conferma perché nel mentre stavo cercando l’aspirapolvere nello sgabuzzino, notai che la bandiera della Samp era misteriosamente scomparsa. Caso strano!
E sapevo che cosa significava quando mio padre andava allo stadio... casa libera per circa mezza giornata, visto che a mio padre piace tanto bere con gli amici dopo una bella partita. E siccome metà giornata era già passata, quella sera me la sarei passata in libertà.
Spensi quel bagaglio rumoroso chiamato aspirapolvere e mi cacciai sul divano, sfinita.
-         Almeno mi alleno per quando avrò una casa tutta mia...- dissi cercando il lato positivo della storia e per cercare di non imprecare contro l’egoismo di mio padre.
-         Brava! Pensa positivo.- disse Elle mangiando un cannolo che mio padre aveva portato dalla Sicilia (visto che era li che era andato in riunione).
-         Ho imparato da te.- dissi sorridendo. L mi sorrise lievemente e tornò al suo cannolo. Mi voltai verso la tv. L e Light erano seduti uno sulla poltrona e l’altro sul divano dove mi ero appena sdraiata, stavano guardando un talk show americano di nome “Junior Master chef”.
-         Non sapevo vi interessassero questi programmi.- dissi io.
-         Infatti non ci interessano, ma non c’è niente in tv.- disse L.
-         Io invece lo trovo interessante.- disse Light.
-         Conosco ragazzi che sanno fare cose molto più spettacolari.-
Sapevo a quali ragazzi stesse alludendo. Lanciai uno sguardo verso l’orologio appeso. Le 18:14,  fra circa due ore ci sarebbe stata la grande festa di fine scuola di Alex. A dire la verità non era sua, ma della sua classe, ma siccome lei non sopportava nessuno della sua classe, aveva chiesto se gentilmente Matty ed io fossimo andati a tenerle compagni (Matty lo aveva invitato molto probabilmente per Beyond). Mi sarebbe piaciuto andarci. Si svolgeva nella villa di Richard, un compagno di classe di Alex super miliadrario, con tanto di piscina, pista da ballo e DJ. Non era il mio genere, però c’era una prima volta per tutto.  Inoltre mi sarebbe piaciuto far passare una bellissima festa di fine scuola ad Alex, visto che lei aveva finalmente terminato il liceo (anche se aveva ancora gli esami da fare... beh! Non può essere tutto perfetto purtoppo).
Il problema era che.. io ero in punizione e non sapevo neanche per quanto tempo, già erano passati tre giorni, ma intanto non mi faceva un enorme dispiacere dato che avevo in casa Light ed Elle.
Guardai nuovamente l’orologio. Mamma era al lavoro, papà a cazzeggiare e molto probabilmente per buona parte della notte (non voglio minimamente immaginare che cosa farà). Un’idea bislacca mi balenò per la mente.
-         L, Light!- li chiamai. I due diretti interessati si voltarono verso di me.
-         Vi va di andare ad una festa stasera?-
-         No.- rispose L voltandosi immediatamente verso la tv. Lo ignorai.
-         Che genere di festa?- chiese invece Light
-         Una di quelle dove si festeggia la fine della scuola.-
-         È in costume?-
-         No, non è un raduno cosplay.-
-         Tipo ballo di fine anno?-
-         Una specie.-
-         Ci sto!- disse Light. Mi sorpresi della scelta di Light, ma ne fui felice.
-         Se non erro, non saresti in punizione?- mi chiese L portandosi il pollice alle labbra.
Io risposi portandomi una mano sotto il mento e facendo il gesto del “me ne frego altamente” .  L fece una smorfia e si voltò nuovamente verso lo schermo.
-         Voi andate, io sto qui.-  disse lui.
-         Eddai L! Sono tre giorni che siamo chiusi in casa! Già sembri un gufo!- disse Light.
Light Yagami che si preoccupava per L? Rimasi shockata.
-         Non so se hai notato, ma io non sono un tipo molto socevole...- rispose il gufo. Effettivamente ci somigliava parecchio ed anche la posizione in cui stava. Sorrisi a quel pensiero.
-         E comunque che ti importa se sto tanto tempo a casa?- aggiunse guardandolo con sospetto.
-         Non mi importa niente, infatti! Stai pure qui a vegetare! - disse Light incrociando le braccia con fare scocciato. Mi sovvenne un sospetto.
-         Light, non ti starai per caso affezionando alla presenza di Ryuzaki?- dissi con un leggero ghigno. Light divenne paonazzo.
-         Che? Cosa? Ma come ti viene in mente!?- disse lui con fare schifato. L sorrise lievemente.
-         Oh, Light, non credevo ti affezionassi a me, sono onorato...-  disse per rigirare il coltello nella piaga. Certo che quando si trattava di fare gli stronzi, L era subito pronto all’attacco.
-         Ti piacerebbe,  panda anoressico!- sbottò Light. Io scoppiai a ridere. Vederli litigare era sempre uno spasso. 
Light sbuffò mentre L si alzò dalla sua postazione per prendere il telecomando e spegnere la tv.
-         E va bene, ci sto. Dopotutto non saprei che fare a casa da solo con tuo fratello.-
-         A proposito di tuo fratello, chi potrebbe badare a lui mentre noi siamo fuori?- disse Light.
Mi schiafeggiai una mano in fronte. Era vero! Cosa avrei fatto con David? Che scema, perché non ci avevo pensato? Non potevo lasciarlo da solo in casa, la festa non era nei pressi di Pieve e se avesse avuto qualche problema non sarei riuscita ad arrivare in tempo! Dio mio! Forse alla fine di tutto sarei rimasta in casa...
-         Iris!- sentii dire da mio fratello.
-         Sì?- chiesi. David arrivò a passo svelto in sala
-         Puoi chiedere a Matt di venire da noi? Sono arrivato ad un nuovo livello di Kindom Hearts e volevo farglielo vedere!-
Sgranai gli occhi. Light ed Elle compresero immediatamente ciò che mi balenava per la mente...
 
 
POV MARY.
-         No!- dissi immediatamente non appena Iris ebbe finito di espormi il motivo della sua visita.
-         Andiamo Mary! Sarà solo per stasera, poi lo verrò a prendere!- mi implorò Iris guandandomi con uno sguardo da cucciolo.
-         E per che ora faresti conto di tornare?- le chiesi con sospetto. Iris farfugliò qualcosa.
-         Che?- chiesi non comprendendo ciò che mi disse. Lei sbuffò.
-         Mezzanotte/mezzanotte emmezza...- disse lei. Io sgranai gli occhi.
-         Assolutamente no! Già devo badare a quei...- non ebbi il tempo di finire la frase che si sentii un botto seguito da un’imprecazione. Alzai gli occhi al cielo, esasperata. Erano peggio dei bambini!
-         ... credo che tu abbia capito. Ascolta Iris, vorrei aiutarti, però sono veramente incasinata, già i miei genitori hanno accettato la presenza di Mel...-
-         Aspetta! Lo hai detto ai tuoi?!- esclamò esterrefatta.
-         Come facevo a nasconderli in questo buco di casa?!- sbraitai. Iris guardò la mia casa ed annuì comprensiva. Era una casa a tre piani, ma non credete che questo significhi che sia grande. Era semplicemente alta, ma stretta. Al piano terra vi era l’ingresso ed una stanza per gli ospiti, dove dormivano Matt e Mello, poi una scala in legno che portava al piano di sopra dove vi era la cucina, il soggiorno e il bagno, poi un’altra scala che portava alla mia camera e a quella dei miei. Fine della piantina della mia casa. Come potete notare, è piuttosto piccola.
-         I tuoi sono in casa?- chiese Iris.
-         No, sono a cena con degli amici.- ammisi.
-         E allora? Per quando tornano?-
-         Non lo so... senti Iris, ho detto di no ed è no!- dissi cercando di convincerla a lasciar perdere, ma la conoscevo e sapevo che quando si metteva in testa qualcosa era difficile farle cambiare idea.
-         Ti prego! Non creerà alcun fastidio!- disse spingendo David verso di me che aveva gli occhi incollati al suo nintendo 3DS. Lo guardai per bene. In effetti David mi era sempre sembrato un bambino pacifico, tranquillo... magari se lo avessi lasciato con il suo giochino non avrebbe rotto. Ma non ne ero sicura. Iris notò la mia incertezza e allora chiese a David.
-         Non le creerai problemi vero?- David alzò il capo dal videogioco.
-         Hai la playstation 2?- mi chiese. Io sbuffai.
-         Quasi... Matt ha praticamente trasformato il mio pc in una playstation.- David rise. Ad un tratto sentii un enorme frastuono provenire dal piano di sopra e dei passi che veloci iniziarono a scendere le scale.
-         Per caso ho sentito la voce del mio capitano?!- esclamò Matt scostandomi bruscamente.
-         Tenente!- urlò David allargando le braccia. Matt si fiondò su di lui e lo prese in braccio ridendo e facendo ridere anche David. Io rimasi intenerita da quella visione e con me anche Iris e forse anche L e Light, che erano pochi passi dietro ad Iris ad aspettarla.
-         Lo sai tenente, sono arrivato ad un nuovo livello di Kindom Hearts!- disse entusiasta David ancora tra le braccia di Matt.
-         Veramente?- disse Matt sorpreso. David annuì.
-         Presto allora! Andiamo subito a giocarci!- disse Matt posando nuovamente a terra David e trascinandolo dentro casa.
-         Ehm, ehm!- dissi io attirando l’attenzione di Matt che si fermò proprio vicino a me con uno sguardo misto tra il menefreghista e il divertito – io non ho mica detto che può restare.- osservai. Matt rimase a fissarmi in silenzio. Poi sollevò gli goggles arancioni e mi fissò con i suoi occhi verde foresta. Strombolo! Lo sapeva che io adoravo i suoi occhi! Mi persi in quel verde stupendo e profondo.
Mi squadrò dall’alto in basso, poi si rimise gli occhiali e portò David al piano di sopra. Io sbuffai. Maledetto!
Mi voltai nuovamente verso Iris che aveva dipinto in volto un sorrisetto vittorioso. Io incrociai le braccia.
-         Solo per questa volta! Non farci l’abitudine!- dissi. Iris fece un piccolo saltello e mi buttò le braccia al collo.
-         Grazie, grazie, grazie Mary!- disse. Io ricambiai l’abbraccio. Dopo poco lo sciolse e mi sorrise.
Quella sera Iris era molto elegante. Indossava un abitino formato da un corpetto nero con dei nastri blu sul davanti ed una gonna lunga sino alle ginocchia di tulle nero, brillantinato. Dei guanti anche essi neri che le scoprivano le dita, lunghi sino ai gomiti, con nastri annodati attorno tipo quelli delle ballerine, dello stesso tipo dei nastri del vestito. Non indossava calze, ma aveva degli stivaletti lunghi fino meta polpaccio, con un piccolo tacco. I capelli biondi erano raccolti in un elegante muccio ed aveva una grande molletta a forma di rosa nera, quella che le avevo regalato io per il compleanno. Non era truccata pesantemente, potevo scorgere un tocco leggero di fondotinta, del lucida labbra, un accenno di matita nera sugli occhi, mascara e ombretto nero che, stranamente, le risaltava il colore verde smeraldo degli occhi.
Iris era d’avvero una bella ragazza, non se ne rendeva conto. Non capivo perché si vestiva in quel modo dark, sarebbe stata così adorabile con un po’ più di colore invece del solito nero. Ma lei era particolare in tutto e per tutto e se le stava bene, allora stava bene anche a me.
-         Divertitevi stasera.- dissi io salutandoli. Notai che pure Light si era messo in ghingheri. Portava uno smocking nero, sotto alla giacca una camicia bianca e la solita cravatta rossa, probabilmente, apparte la cravatta, era roba del padre di Iris. Light vide che lo fissavo e mi fece un occhiolino. Per poco non vomitai sul colpo. I’m a gay che ci provava con me?! Che disgusto! Bleah! Come faceva Iris a provare stima per quell’imbecille megalomane?! Non riuscivo veramente a spiegarmelo... ma la cosa che più non riuscivo a spiegarmi era come facesse a stimare sia Elle che Light insieme! Un mistero! Ecco cos’era! Iris era un mistero!
Cercai di distrarmi dall’orrenda visione di I’m a gay, guardando Elle. Era vestito come sempre, indossava le solite scarpe da tennis logore, i jeans scoloriti e la maglietta bianca. I capelli erano sempre una matassa nera scompigliata. Aveva lo sguardo basso, gli occhi da panda persi nel vuoto, concentrato in uno dei suoi soliti pensieri super intricati di cui solo lui sa tenere ordine.
Era questo che amavo di Elle... nella sua semplicità sapeva essere così bello! Altro che I’m a gay!
-         Ciao Mary!- mi salutò Iris. Li osservai fino a quando non uscirono dal mio campo visivo. Sorrisi e chiusi la porta.
Andai al piano di sopra dove Matt e David si erano rifugiati.
Entrai in sala e vidi Matt trafficare con un cavo che dal mio computer portava al televisore. Dio solo sapeva che cosa aveva intenzione di fare!
-         Ehi! Nerd del cazzo! Sto guardando io la tv!- disse Mello che era spaparanzato sul divano con la sua solita barretta di cioccolato in mano e il telecomando nell’altra.
-         Mello! Contieniti! C’è un bambino!-  lo rimproverai.
-         Non ti preoccupare Mary, sono abituato con mia sorella.- disse David. Io rimasi basita. Sapevo che Iris non era propriamente una ragazza fine, ma speravo che almeno con il fratello si contenesse un po’... chissà perché mi aspettavo una cosa del genere...
-         Quindi... Nerd del cazzo, non azzardarti a manipolare la tv con uno dei tuoi soliti giochini!- ribadì Mello. Matt continuò con il suo lavoro.
-         Parli al vento, cioccolatomane!- disse.
-         Se non levi il culo da davanti alla tv, ti inficco il joistick tra le chiappe!- che finezza...
-         Voglio proprio vedere come farai...- disse Matt provocatorio, sistemandosi ancora meglio davanti al televisore e sporgendo ancora di più il deretano davanti agli occhi di Mello. Ebbi paura che fra poco la situazione si trasformasse in un film porno. Mello si scagliò contro Matt, afferrandolo per i fianchi e lo sbatté per terra.
-         Ragazzi! Il tavolino di cristallo! Attenti!- dissi io cercando di dividerli. I due erano avvinghiati e si prendevano a pugni, schiaffi, morsi e si tiravano i capelli. Matt però rideva come un matto, quindi ne dedussi che non si stavano realmente ammazzando di botte.
-         È questo il meglio che sai fare, femminuccia?-  domandò Matt.
-         Zitto, brutto trans!- sbottò Mello.
-         Da quale pulpito, miss Mella!-
Mi avvicinai ai due e cercai di tirarli uno da una parte e uno dall’altra, ma non ottenni alcun risultato. In compenso David rideva come un matto.
-         Per favore ragazzi! Smettetela! Finirete per romp...- non finii la frase che Mello scontrò con il gomito un vaso di porcellana posto sopra il tavolino di cristallo, che cadde in mille pezzi. Io mi impietrii, mentre i due lottatori di wrestling si bloccarono guardandomi con degli occhi da cuccioli, mentre io stavo per esplodere.
-         Ehm... scusa?- chiese Matt sorridendo in modo smalliante insieme a Mello. Io cercai di contenermi per non esplodere.
Quella sarebbe stata una pessima serata...
 
 
 
POV IRIS:
Quella sarebbe stata una bellissima serata! La villa del compagno di classe di Alex era enorme! Con tanto di guardiano al cancello con la lista degli invitati. Sembrava veramente di essere dentro ad uno di quei film americani dove si organizzano i balli di fine anno.
Per la festa il padre di Richard ci aveva dato a disposizione solo un’ala. Quella del giardino del retro.
Era un immenso giardino, con tanto di boschetto di abeti al confine. Vicino all’enorme veranda (trasformata in una pista da ballo), vi era un’enorme piscina. Maledizione a me che non mi ero portata il costume!!!
Alla destra della veranda vi era il DJ, mentre oltre la piscina un banco bar.
Dalla postazione del DJ, partivano delle luci e laser tipo quelle da discoteca, che illuminavano tutta l’area con dei giochi di luce degni di un film di fantascienza.
Mi venne da ridere. Non ci si accorge di quanto si è messi male economicamente fino a quando non si vede uno spettacolo del genere. Cavolo, che invidia!
Light, L, B, Matty ed io eravamo davanti alla veranda con gli occhi fuori dalle orbite, nel guardare tutta quella meraviglia. Matty si era messo un cappotto stile gotico, nero e lungo che quasi gli fungeva da mantello. Dei pantaloni neri e camicia del medesimo colore. Beyond aveva gli stessi Jeans, ma al posto della maglietta, aveva una camicia bianca.
-         Che ne hai fatto di Ryuk?- chiese Light notando l’assenza dello Shinigami.
-         L’ho portato da Alan.- rispose Matty senza levare lo sguardo dalla pista da ballo piena di ragazzi e ragazze che si muovevano come pazzi.
 
BREVE FLASH: POV RYUK
Ero seduto in mezzo a quella polverosa soffitta mentre mi mangiucchiavo la mia deliziosa e succosa mela che quell’imbecille di Alan Pool mi aveva lasciato credendo che bastasse per lasciarmi stare buono. Tsk! Questi umani... mi trattano come un cagnolino! Che vergogna! Prima o poi li scriverò tutti sul mio quaderno.
Quell’ochetta di Misa Amane si pettinava i capelli cantando una canzoncina snervande e nominando Light Yagami ad ogni fine strofa. Mi tremavano le mani verso il Death Note... al diavolo la regola numero uno!
La cosa che mi sorprese di più fu lo sguardo di quel nano malefico di nome Nate River. I suoi occhi mi fissavano in modo disperato, sbarrati come se volessero uscire dalle orbite, due occhiaie li circondavano in modo innaturale. In quel momento mi ricordò spaventosamente il suo predecessore Elle Lawliet.
-         Che vuoi?!- gli chiesi con la bocca ancora piena di quel nettare divino. Lui ruotò gli occhi verso la biondina e poi fissò il mio quaderno posto al sicuro nell’apposita “borsa” attaccata alla mia cintura. Io lo guardai interdetto.
-         Vuoi che l’ ammazzi?- chiesi. Nate iniziò ad annuire freneticamente.
-         Non la sopporto più...- sussurrò con un sibilo di voce –sento che sto per impazzire... e non va bene!-
Io lo guardai incuriosito, poi guardai quell’ochetta che iniziò una strofa ancora più acuta e squillante. Sentivo che le mie orecchie sarebbero scoppiate da un momento all’altro. Povero ragazzo... dover condividere questa polverosa soffitta con quella... decisi di accontentarlo.
Presi il mio death note, lo aprii su una nuova pagina, presi la mia amata penna e tracciai la prima lettera. Nate mi guardò con occhi brillanti. Per la prima volta lo vidi in un espressione di pura felicità. Ammetto che mi dava i brividi vederlo comportarsi come un umano... forse dopo avrei scritto anche lui.
Stavo per scrivere il cognome quando una testa castana e riccioluta sbucò dalla botola della soffitta.
-         Allora? Come andiamo?- domandò. Io misi subito via il quaderno e feci finta di niente.
-         Brutto pezzente!!!- sbottò improvvisamente una voce, solitamente tranquilla e pacata, mentre questa volta delineava una rabbia pura. Ci voltammo tutti esterrefatti verso Nate che era rosso di rabbia. E  non scerzo! La sua pelle solitamente di colore bianco latte, si era arrossata in un modo innaturale.
-         Near?- chiese Alan Pool preoccupato.
-         Near un cavolo! Sei sempre a rovinare tutto! Non vi sopporto più! A te e a quella malata di Yagami! Ho perso la pazienza!- il nano si alzò e si fiondò contro Alan facendolo volare giù per terra, sul pavimento della sua camera. Nate balzò giù dalla botola piombando apposta sullo sterno di Alan che gemette di dolore. Io e Misa guardammo la scena dall’alto.
-         Ma che gli prende al pupazzo di neve?- chiese con voce ingenua la bionda.
-         Non lo so, ma non me la voglio perdere.- risposi mangiando la mia amata mela. Ah! Quella sarebbe stata una serata proprio divertente! Gli esseri umani... sono proprio uno spasso!
 
FINE FLASH: POV IRIS
Dopo poco tempo, venimmo raggiunti da Alex che ci abbracciò e salutò tutti quanti, naturalmente soffermandosi su Beyond.
Alex era vestita con un tubino, lungo, nero, con le spalline legate in modo elegante attorno al collo, dove era situata una grande rosa colore blu scuro.
Indossava dei sandali neri, con un leggero tacco. I capelli erano raccolti con una pinza, aveva degli eleganti orecchini pendenti a forma di teschietto ed era truccata con un lieve accenno di matita che le risaltava il colore degli occhi che al momento erano verde-castano.
-         Allora! La guardia vi ha fatto entrare?- chiese Alex.
-         Ha dovuto parlarci Elle, ma alla fine ci ha fatto entrare.- dissi io.
-         Elle? E cosa gli hai detto?!- chiese divertita Alex.
-         Tante cose...- disse Elle.
-         Uhm, ok! Ci mettiamo da qualche parte? Venite!- disse Alex. La seguimmo ed andammo a sederci sugli sgamelli del bar. Light ed Elle erano ai miei lati, mentre Matty ed Alex erano ai lati di Beyond.
-         Perché non andate a ballare?- chiese Light.
-         Non so ballare.- dissi io.
-         Odio la gente accalcata l’un l’altra.- disse Matty.
-         Io odio ballare tra la gente accalcata l’un l’altra.- disse Alex.
-         Ma uffa! Sembrate dei pensionati!- disse Light andando verso la pista da ballo.
-         E tanti saluti a Yagami...- disse Beyond voltandosi poi verso il barista – ehi tu!- il barista si voltò verso B.
-         Che roba hai?- chiese l’assassino.
-         Beh, dipende da cosa vuoi.-
-         Qualcosa di forte.-
-         Quanto forte?-
-         Tanto forte.- 
Il barista fece un lieve sorriso –ce l’ho...- e si voltò verso le moltitudini di bottiglie che aveva alle spalle.
-         Backup, non alzare il gomito che poi ci ammazzi tutti.- disse Elle.
-         So reggerlo benissimo l’alcool, se è questo che ti preoccupa.-  dopo poco tempo il barista tornò da BB, con un bicchierino contenente un liquido marroncino.
-         Grazie.- disse BB bevendolo tutto d’ un colpo e facendo una leggera smorfia a causa del sapore forte.
-         Un altro!- disse Beyond.
-         Subito capo!- rispose velocemente il barista.  L si allontanò con lo sgabello fino ad arrivare a pochi centimetri da me.
-         Non voglio minimamente immaginare come reagirà da ubriaco.-
-         Forse neanche io.-  ammisi.
-         Per voi cosa porto?- ci chiese.
-         Per me una CocaCola zero.- disse Matty. Il barista lo guardò stranito, ma annuì.
-         Per me un crodino.- disse Alex.
-         Per me niente grazie.- disse L.
-         Io invece un succo di frutta.- dissi io. Il barista sgranò gli occhi.
-         Eh no! Ma così mi insulti. Posso accettare la coca, ma il succo di frutta no.- disse per scherzare il barista.
-         Allora una coca.- dissi io.
-         Non puoi fare qualcosa di un po’ più... “aperitivo”? Coraggio! Sfidami!-
-         Allora un analcolico alla frutta!- dissi io infine, siccome mi stavo leggermente spazientendo. Il barista sbuffò, ma acconsentì. Io rimasi basita. Adesso erano i baristi a decidere per i clienti? Bah!
Dopo poco tempo arrivarono le nostre ordinazioni. Presi il mio drink e ne bevetti un sorso. Non era come gli analcolici normali che io bevevo, questo aveva un sapore più particolare, più... buono... mi venne un sospetto...
-         Mi scusi? Io lo avevo chiesto analcolico.- dissi al barista.
-         È analcolico.- mi rispose.
-         Sicuro?-
-         Certo!-
Guardai nuovamente il drink, feci spallucce e continuai a bere.
-         Cos’è che non ti convince?- domandò L portandosi il pollice alle labbra.
-         Non so, ha un sapore strano, ma buono.- dissi bevendone un’altro po’. L mi fece segno di fermarmi. Io obbedii, prese il mio drink, lo esaminò, poi si portò la cannuccia alle labbra e ne bevette un sorso.
-         Buono.- decretò alla fine porgendomelo nuovamente.
-         Ed io che pensavo cercassi di capire se ci avessero messo dell’alcool.- dissi continuando a bere.
-         Che ne so, non ho mai bevuto nulla di alcolico.- disse Elle.
-         Mai?- domandai stranita.
-         Non so... i cioccolatini con il liquore valgono?- mi chiese.
-         Credo di sì..-
-         Allora sì, una volta.- 
Finii il mio drink e allora ne chiesi un’altro che arrivò a tempo di record.
Intanto Matty ed Alex si stavano occupando di Beyond che continuava a bere un bicchiere di wisky uno dietro l’altro.
Finché ridevano e scherzavano, allora andava bene, però.. sarebbe stato il caso di tenerlo d’occhio.
 
Il tempo passò, io continuavo a bere quella fantastica bevanda. Era d’avvero l’analcolico alla frutta più buono che avessi mai assaggiato. Inoltre avevo ordinato delle patatine e delle noccioline, come anche Alex e Matty. Elle, invece, si era deciso ad ordinarsi qualche pasticcino.
Beyond invece, beveva e beveva.
-         Sei ancora sobrio?- chiesi io con un tono di voce più acuto del solito, ma non me ne curai.
-         Ma che cazzo ne so...- disse B. Io scoppiai a ridere.
-         Ahahah! BB sei una sagoma!- L si voltò verso di me e mi guardò stranito.
-         Stai bene?- mi chiese.
-         Che? Ovvio che sto bene! Ma che domande mi fai? Ehi barista! Me ne daresti un’altro?- domandai sorridendo come un ebete. Il mio drink arrivò a velocità razzo. Tanto era tutto gratis! Ahahaha!!
-         A me pare che tu sia ubriaca...- disse L.
-         Cosa? Ubriaca? Ma se è analcolico! Ahahah!- e ne bevetti un altro po’ – a volte tu pensi troppo male Elle! Ehh... avrei tanto voluto una fare una festa come questa. Ma mancano i soldi sempre! Sempre i soldi mancano! Qualsiasi cosa io voglia, non posso averla perchè i miei non hanno soldi da spendere per me eccetera... ma quante balle! I soldi per la decapottabile di papà c’erano... Ma loro dicono sempre “devi lavorare per avere quello che vuoi” ed io lavoro! Io a scuola voglio andarci bene, ma non riesco a concentrarmi! La matematica mi uccide, non riesco a capirci niente, inoltre la prof mi odia! Però una volta ero riuscita a prendere un bel voto, avevo preso otto, mi ricordo... e lo sai cosa hanno detto i miei? “ è il tuo dovere” ! Il mio dovere? È tutto questo quello che mi sapete dire? Insomma! Se prendo un brutto voto quelli mi scannano e se invece prendo un bel voto a loro non importa! È proprio vero... sono un giocattolino antistress...non trovi che sia ingiusto?-
-         Sì... molto ingiusto...- disse lui.
-         Infatti, è un ingiustizia, e la sai una cosa? Non sopportano il fatto che io faccia cosplay! Vogliono che io faccia cose normali! Ma lo sai cos’è normale a questa età? Darla a tutti, bere e fumare! Se è questo che vogliono, allora va bene! Divento una troia! Ma che disocrso è? Non li capisco! E poi la sai una cosa?-
-         ...cosa?...-
-         Quando ero piccolina, avevo una bambola. Era bellissima! Era la bambola di una sirena. Aveva i capelli rosa, la coda brillantinata verde acqua, era stupenda! Un giorno io, non ricordo neanche che cosa avevo fatto, ma mio padre me la prese e le staccò la testa davanti ai miei occhi. È stato traumatizzante per me! Ci tenevo tantissimo... –
-         Io non ho mai voluto bene ad un giocattolo.- disse Elle.
-         Davvero? Mi dispiace! È bello volere bene ad un giocattolo, è come avere un amico sempre con se. Tipo la canzone di Toy Story “hai un amico in me”. La conosci? No? Vabbeh! È carino Toy Story, te lo farò vedere... Cosa stavo dicendo? Non mi ricordo... ah! Sai che non abbiamo mai passato un Natale in famiglia?-
-         Io non ho mai festeggiato il Natale.-
-         Ah no? È bello festeggiare il Natale... se tu non volessi andare via, ti farei festeggiare il Natale con me e David. Insomma, il Natale lo passiamo principalmente io e lui da soli... anche i compleanni! Raramente ci sono mamma e papà e quando ci sono rovinano tutto. Perché se ne devono andare sempre prima. Insomma, che razza di organizzatori sono quelli che o non partecipano oppure se ne vanno via? Il mio decimo compleanno me lo ricordo come fosse ieri, è stato un disastro! – iniziai a raccontargli del mio decimo compleanno. L annuiva e mangiava i suoi dolcetti ed io parlavo...
-         Hai mai provato a parlargliene?- mi chiese improvvisamente.
-         Parlargliene? E cosa potrei dirci?-
-         Che la loro assenza è svantaggiosa per la vostra crescita.-
-         Io ci provo, ma loro non mi ascoltano...hanno cose più importanti a cui pensare.-
-         Più importanti dei loro figli?-
-         A loro non importa di noi.-
-         Ascolta Iris, io non mi ricordo bene della mia famiglia, però so che io per i miei ero importante.-
-         Cosa ricordi della tua famiglia?-
Ci fu un momento di silenzio. Elle che aveva un pasticcino tenuto appeso tra il suo pollice ed indice, rimase immobile con gli occhi persi nel nulla. Per un attimo mi sembrò che fosse caduto in uno stato catatonico. Però era in una posizione molto buffa! Ahahahaha!
Ad un tratto fece un lieve sospiro e posò il pasticcino. Non lo aveva mangiato? Strano! Uhm... forse lo avrebbe fatto dopo...
-         Poche cose.- disse infine. Che risposta era? Io volevo i dettagli!
-         Tipo cosa?- chiesi curiosa. Elle mi guardò un momento. Gli occhi erano stranamente lucidi.
-         Beh.. ehm...- esitava... Elle che esitava? Non era una cosa che si vedeva tutti i giorni! –mi ricordo delle braccia.-
-         Delle braccia?- dissi ridendo. Che ricordo era?
-         Sì... e poi... un sorriso. Occhi azzurri, capelli neri e lunghi... un profumo di vaniglia. Una risata cristallina. Pelle morbida e calda...- disse Elle per poi mordersi freneticamente l’unghia del pollice.
-         È tua madre?- chiesi.
-         Non lo so... probabile... è l’unica cosa che mi ricordo... non so nemmeno se è un ricordo vero, ma è l’unico che mi rimane.-
-         Lo sai che cosa gli è successo?- chiesi. Elle scosse lievemente il capo.
-         No... i bambini tendono a rimuovere i ricordi dolorosi.-
-         Uhm... ti piacerebbe avere una famiglia?- chiesi.
-         No. Non mi sarebbe utile al momento. Un qualsiasi legame intralcerebbe la mia carriera di detective. Per questo alla Wammy’s House raduniamo bambini orfani. Nessuno deve avere legami con qualcuno. Distraggono dal nostro scopo.-
-         Non ti ho chiesto se ti servirebbe una famiglia, ho chiesto se ti piacerebbe averla.-
La mia frase lasciò L interdetto e dopo qualche secondo di pausa, parlò.
-         A volte sì, ammetto di desiderarla. Come quando vedo i video di famiglie felici tramite le telecamere. Ammetto che a volte vorrei sentirmi amato da qualcuno. Però mi piace quello che faccio e quindi il più delle volte non ho rimpianti. –
Ragionai sulle sue parole. Incrociai le braccia sul tavolo e vi poggiai la testa.
-         Uhm... io non so come ci si senta ad essere orfani. Quasi non riesco ad immaginarmi una vita senza i miei genitori. So che non ci saranno per sempre, però... spero che quel giorno arrivi il più lontano possibile.-
-         Tutti lo sperano.-
-         Per me tu fai già parte della mia famiglia.- dissi io. Elle mi guardò stranito. Capii che non riusciva a comprendere la mia frase, così gli spiegai. Che buffo! Il più grande detective del mondo che non capisce una mia frase! Forse sono veramente un genio incompreso. Ahahahah!
-         Tu mi sei stato vicino più di tutti e due i miei genitori messi insieme.-  
-         N-non capisco... in che senso ti sono stato vicino?-
-         Quando nessuno poteva consolarmi, c’eri tu. Le tue avventure, la tua storia, il tuo modo di essere. È questo che mi ha sempre aiutata nei momenti tristi. Come quando ho scoperto il tradimento di Luke, oppure come quando mia madre cacciò mio padre di casa una sera. È stata la discussione più accesa che avessero avuto, papà aveva persino distrutto una scarpiera ed era anche enorme! Uff! Sto divagando! Cosa stavo dicendo? Ah sì! Tu sei molto importante per me! Anche i miei amici mi hanno aiutata, certo. Però loro non riuscivano a farmi sorridere solo con uno sguardo, tu sì, anche se allora eri solo un fumetto... però quello che voglio dire è che tu mi sei stato vicino quando nessuno riusciva a tirarmi su il morale, quando pensavo che la vita avesse in serbo per me solo cose tristi. Per questo ho sempre desiderato incontrarti, per poterti ringraziare di persona per tutto quello che hai fatto per me e poterti dimostrare la mia gratitudine. Ecco perché dico che tu fai parte della mia famiglia, perché in una famiglia lo scopo è quello di aiutarsi a vicenda e tu lo hai fatto.- finito il discorso, guardai verso Elle e vidi che aveva gli occhi sgranati e la bocca semi aperta. Il pollice sospeso a pochi centimetri dalla bocca. Non capii il motivo di quella sua reazione. Non gli avevo mica detto di essere Kira! Ahaha! A volte era d’avvero buffo! Ed era quello che mi faceva impazzire. Senza capire che cosa stavo facendo, alzai il capo che avevo tenuto fino a quel momento poggiato sulle braccia e mi avvicinai al volto di Elle.
-         Prima avevi detto che... a volte vorresti sentirti amato da qualcuno. Beh... tu lo sei già.- dissi e mi avvicinai a lui finché non poggiai le labbra sulle sue.
Mi sentii come in estasi. Le sue labbra erano calde, morbide e dolci. Era molto meglio di come lo avessi mai immaginato. Erano divine! Cercai di approfondire quel bacio, passando la lingua suelle sue morbide labbra, ma lui non me lo permise. Era immobile, non rispondeva al mio bacio, però non mi scacciava neanche. Dopo qualche secondo, passato ad assaporare le sue labbra, iniziai a sentirmi strana, la testa incominciò a girarmi ed iniziai a vedere a pallini, come quando avevo un calo di pressione. Mi staccai da lui, notando che aveva gli occhi ancora più sgranati di prima.
Mi appoggiai nuovamente al bancone e sussurrai un –grazie di tutto- prima di crollare.
 
 
 
POV ELLE
Sbattei le palpebre più e più volte. Non riuscivo a capire che cosa fosse successo. Sapevo che cos’era un bacio, lo avevo visto fare a molte copiette, ma... riceverlo era tutta un’altra storia.
Ero confuso, non riuscivo a capire più nulla e sopratutto non riuscivo a capire il perché non capivo più nulla! Sentivo che le mie capacità deduttive stavano calando a vista d’occhio e non potevo permetterlo.
Afferrai subito un pasticcino e lo misi in bocca il più velocemente possibile. Il sapore zuccherino riuscì a farmi tornare lucido momentaneamente, ma l’effetto non durò molto perché mi venne da pensare che in confronto alle labbra di Iris quei pasticcini erano insipidi...
Ma che discorsi stavo facendo? I pasticcini insipidi? Ma quando mai?
Dovevo darmi una regolata! E poi perché mi batteva così forte il cuore? Possibile che un solo ed unico bacio sia in grado di metterti KO il cervello in tale modo?
No... non era a causa del bacio. Quello era stato il colpo di grazie, certo, ma avevo iniziato a sentirmi così strano da quando aveva iniziato il discorso di come io l’avevo involontariamente aiutata.
Era una sensazione veramente strana. Ero felice, ma scombussolato allo stesso tempo. Anzi, più che felice ero, elettrizzato! Mai stato tanto elettrizzato in vita mia... ed era spaventoso!
Forse era così che ci si sentiva ad essere amati da qualcuno?
Che cosa strana l’amore... Se ti faceva sentire così strano essere amati, figuariamoci come ci si poteva sentire ad essere innamorati! Povera Iris... che pena sarà per lei dovermi amare...
Però.. sapere che lei mi amava, mi rendeva veramente felice!
Per un motivo a me ignoto, iniziai a sorridere in modo incontrollato ed anche stupido.
Una parte di me, quella giusta, calcolatoria, si vergognava a dismisura del mio comportamento, mentre un’altra parte aveva bisogno di urlare, saltare di gioia, cantare a squarciagola canzoni d’amore e danzare in mezzo a tutti...
Naturalmente repressi a tempo record la mia seconda parte, che nemmeno sapevo di avere. Forse stavo impazzendo come Beyond? Sperai con tutto il cuore di no! Ci mancava solo questa!
D’accordo! Dovevo distrarmi! Avevo bisogno di un caso da risolvere, di risolvere i problemi, di ragionare... QUALSIASI COSA! Anche un gatto bloccato su un albero!
Stranamente, le mie preghiere furono esaudite. Un urlo catturò la mia attenzione e credo anche quella di tutti i presenti.
Mi voltai verso la piscina e vidi Light Yagami sopra al trampolino, senza la giacca, con in mano una bottiglia che ad occhio e croce mi sembrò di vodka alla frutta.
-         Sono il Dio del nuovo mondo!!!!!- e si cacciò in acqua con ancora i vestiti addosso.
-         Un Dio che non regge l’alcool.- dissi.
Feci per andare a tirarlo fuori dall’acqua quando sentii dei singhiozzi provenienti dalla mia destra. Mi voltai e rimasi spiazzato quando vidi Beyond Birthday accasciato sul banco bar in preda a quella che sembrava una crisi di depressione.
-         Che hai Beyond?- domandò in modo amorevole Alexandra.
-         La mia vita fa schifo! Sono un perdente nato! Io sono nato per perdere! Non solo con Elle! – disse tra un singhiozzo e l’altro. Notai che intorno a lui vi erano un numero indescrivibile di bicchierini vuoti. In mano ne aveva ancora uno pieno che poi bevve in una botta sola come gli altri. Ecco come reagiva alla sbornia. Almeno non avrebbe commesso un pluri omicidio... credo.
-         Ma di che parli?- chiese Mattew.
-         Io lo amavo! E lui non mi voleva! Non mi ha mai voluto! Ed ora che lui non c’è più... la mia vita fa schifo!!! Non posso più vivere senza di lui ecco perché alla fine di tutto io volevo darmi fuoco! Non ce la faccio più a vivere! Voglio morire!!!-
Mattew si sporse verso Alexandra.
-         Ma hai capito di che parla?- chiese cercando di non farsi sentire da Beyond.
-         Non ne ho idea.- ammise Alexandra.
-         Credo che parli di Alternate.- dissi io.
-         ALTERNATE!!!!!!!- e rincominciò a singhiozzare. Che visione pietosa...
-         Oh, avanti Beyond, sfogati con me... vieni qui..- disse Mattew abbracciandolo. Backup si sistemò per bene ed iniziò a piengere contro il petto del biondo che lanciò uno sguardo compiaciuto ad Alexandra. Lei però iniziò a guardare un punto indefinito alle spalle del ragazzo.
-         Ma non avevi detto a Ryuk di non venire?- chiese. Mattew sbiancò.
-         Ryuk?! Idiota! Ti avevo detto di startene in casa!- disse il ragazzo alzandosi di scatto e correndo verso il punto dove prima stava guardando Alexandra. La ragazza sghignazzò e si portò la testa di Beyond tra le sue braccia.
-         Oh, avanti Beyond, sfogati con me- disse accarezzandolo.
Guardai nuovamente verso Light che era in piscina ad urlare come uno schizzato.
Decisi che era il momento di levare le tende.
Mi alzai e raggiunsi Mattew che stava tornando a passo furioso per urlare di tutto ad Alex per averlo preso in giro sulla questione di Ryuk, ma io lo bloccai prima.
-         Sarà il caso che ce ne andiamo.- dissi con voce pacata, ma autoritaria.
-         Come mai?- chiese lui.
-         Il barista ha servito ad Iris degli analcolici alla frutta, più alcolici del dovuto ed  ora è svenuta sul banco bar. Light Yagami è impazzito completamente e sembra una scimmia, mentre Backup è caduto in una depressione cronica. Ora, ammetto che trovo particolarmente divertente vedere i miei nemici numero uno perdere il lume della ragione, ma conoscendo Beyond non voglio rischiare in un pluri omicidio, cominciando dal mio, non so se mi spiego. -  dissi. Mattew sembrò capirmi.
-         D’accordo, ho capito. Che devo fare?- mi chiese.
-         Inizia con il tirare fuori dalla piscina il Dio di un nuovo mondo, poi fatti aiutare da Alexandra a risollevare il morale a Beyond per farlo muovere, mentre io prendo Iris.-
Mattew annuì e si diresse verso la piscina. Io tornai al banco bar e diedi una piccola pacca sulla spalla a B.
-         Coraggio, dobbiamo andare.- dissi.
-         Non osare toccarmi, mostro!!! Tu!!! Maledetto aguzzino! Mi hai sfruttato per tutta la vita!!!- urlò rincominciando a piangere. Io sorrisi lievemente. Sì! Effettivamente era veramente divertente stuzzicare Beyond da sbronzo.
Andai verso lo sgabello di Iris. Mi chinai verso di lei e la presi in braccio. Era meno pesante di quello che pensassi!
-         Mamma, sei tu?- chiese lei in un attimo di coscienza.
-         No, torna a dormire.- dissi io. Iris si strinse automaticamente al mio petto e il mio cuore rincominciò a battere freneticamente.
Ma perché mi succedeva? Che mi stava accadendo? Che cosa mi stava facendo Iris? 
  
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