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Autore: WhiteLight Girl    15/09/2012    3 recensioni
C’erano solo loro, le tende, il fuoco e gli animali del bosco.
«Dovremmo raccontare qualche storia dell’orrore» propose Juri, convinta come una guida per il campeggio che, probabilmente, aveva letto durante la settimana per prepararsi bene.
Ad Hirokazu l’idea piaceva, ma non riuscì ad astenersi dal commentare risoluto: «Sembra di essere tornati a Digiworld»
«Peccato che i Digimon non ci siano, e che non siamo al completo»
Ribatté Ruki annoiata muovendo con un piede alcune foglie sul terreno.
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JianliangxAlice, TakatoxJuri e RyouxRuki. Come sempre. Il titolo non mi convince, ma vabbè.
Genere: Avventura, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAMP HORROR


Il fuoco scoppiettava vispo in mezzo al gruppo di ragazzi. Le fiamme si riflettevano sui volti gioviali dei Tamers, mentre si scambiavano occhiate – chi annoiato, chi emozionato, chi divertito – sotto la luce della luna.
Erano settimane che i ragazzi programmavano il campeggio, non avrebbero permesso a nessuno di rovinare loro il fine settimana in riva al lago. La città, con i suoi rumori, le sue luci e la sua folla, era distante.
C’erano solo loro, le tende, il fuoco e gli animali del bosco.
«Dovremmo raccontare qualche storia dell’orrore» propose Juri, convinta come una guida per il campeggio che, probabilmente, aveva letto durante la settimana per prepararsi bene.
Ad Hirokazu l’idea piaceva, ma non riuscì ad astenersi dal commentare risoluto: «Sembra di essere tornati a Digiworld»
«Peccato che i Digimon non ci siano, e che non siamo al completo»
Ribatté Ruki annoiata muovendo con un piede alcune foglie sul terreno.
Takato abbozzò un sorriso, scambiando un’occhiata con Juri. Era stata dura convincere Ruki ad andare con loro, c’erano state alcune discussioni. Chi poi aveva convinto la ragazza, Ryou Akiyama, aveva telefonato alcune ore prima per avvertire che era sorto un impegno che non poteva evitare. Lei non poteva che essere furiosa, per l’assenza del ragazzo, poco importava che non fosse uno dei loro appuntamenti ufficiali.
A Ruki Makino non piaceva affatto che le si desse buca, ma in quel momento il suo volto non appariva troppo deluso o arrabbiato. Non se lo spiegavano, ma era un bene.
«Puoi prendere Ryou a calci nel sedere quando lo rivedrai, la prossima settimana, se non preferirai baciarlo» ridacchiò Hirokazu sorridendo a Shaochung e Jianliang.
Kenta si pulì gli occhiali con una pezzuola, guardando per un istante, di sbieco, la rossa.
Le sue gote erano visibilmente arrossate, anche se non così tanto da raggiungere la sfumatura dei capelli, e uno strano luccichio negli occhi fece presagire una possibile sfuriata.
«Chiudi il becco» disse alla fine Ruki, trafficando con il cellulare che aveva sfilato dalla tasca.
Kenta diede una gomitata ad Hirokazu, impedendogli di ribattere con una qualunque idiozia.
«Allora» si fece avanti incerto «Chi conosce una bella storia dell’orrore?»
Ci fu un rapido scambio di sguardi.
«È troppo banale cercare una storia di paura che sia successa qui?» domandò Shaochung eccitata.
Il fratello la guardò contrariato «Meglio evitare le storie del terrore, non vorrei che poi non riuscissi a prender sonno»
Shaochung mise il broncio «No, non mi spaventerò, sono grande ormai. Ho dodici anni!» si lamentò.
Jianliang fece roteare gli occhi, ma Ruki bloccò le sue poteste «Tanto dormirà con me e Juri. Cosa importa a te?»
«È mia sorella! Devo badare a lei!» si giustificò Jianliang.
«È cresciutella per aver bisogno di una balia» li schernì ancora la ragazza.
Shaochung sorrise, soddisfatta della difesa «E poi credo che, se proprio ce ne fosse bisogno, Ruki mi difenderebbe meglio di quanto non faresti tu»
Alice si lasciò sfuggire una risata, per poi sforzarsi di tornare seria quando il fidanzato le lanciò un’occhiataccia «Non era divertente» affermò.
Juri osservava la discussione divertita, al fianco di Takato. Gli diede un buffetto sul braccio e gli disse sottovoce: «Forse dovrei telefonare a mio padre»
«È inutile» la richiamò Ruki «Il cellulare non prende, non riesco neanche ad inviare i messaggi»
«Una situazione perfetta per un film dell’orrore» sorrise Alice strofinando le mani una contro l’altra per scaldarle.
Hirokazu sistemò il cappello e si agitò sul posto «Mi dispiace, Ruki, non potrai sbraitare contro Ryou, per questo week-end»
La ragazza si alzò di scatto, causando uno spavento all’amico «Sta’ attento, spiritosone. Negli Horror il festaiolo muore per primo!»
Fece un solo gesto secco, per fermare Juri che si avviava da sola verso il limitare del bosco «La ragazza che si avventura nel bosco da sola è la seconda!».
«Ma io devo fare la pipì!» si lamentò Juri imbarazzata.
Ruki la fissò truce, poi lanciò un’occhiata ad Alice «Vai con lei» ordinò.
La bionda allargò le braccia alla ricerca di spiegazioni.
«Se siete in due correte meno rischi di fare una brutta fine»
Alice si alzò rassegnata, andando dietro all’amica.
Kenta si piegò in due dalle risate, ma la rossa fulminò anche lui e gli disse piccata «Quando resterai indietro e ti perderai nessuno ti verrà a cercare. Non servirà, perché chi resta indietro è già morto»
Takato la guardò sorridendo, felice che le fosse venuta voglia di scherzare, ma Ruki riusciva ad essere seria comunque, e puntò lui e Jianliang per richiamarli «Non appartatevi nel bosco; i fidanzatini arrapati muoiono sempre all’inizio del film!»
«Eih!» si lamentò Takato offeso. Jianliang trasformò la sua risata in un’espressione acuta «Non siamo noi ad appartarci da soli ogni volta. In un film dell’orrore tu e Ryou sareste già morti stecchiti»
«Si! Diverse volte!» aggiunse Hirokazu ridendo «Nei modi più cruenti e disparati»
Ruki sbuffò. Era arrossita di nuovo, ma era troppo tosta per dimostrare l’imbarazzo «Zitto, Festaiolo»
Kenta strinse le labbra tra i denti, per non ridere, ma questo scatenò ulteriormente l’ironia di Ruki «Anche il Nerd muore! Di solito quando va’ a controllare perché il contatore della luce sia saltato»
«Questa te la sei inventata» ribatté il ragazzo «E qui non c’è neanche, il contatore»
«Peccato» mormorò tra sé la ragazza.
Shaochung deglutì. Aveva assistito in silenzio alla discussione ed era quasi sollevata dal fatto che Ruki non l’avesse citata. Ma doveva sapere se era un caso o poteva ritenersi davvero salva. «Ruki… Io…?»
«La tua innocenza ed integrità morale ti salveranno» la tranquillizzò la ragazza.
«Ok, adesso basta però, la stai impressionando» si lamentò Jianliang stringendo a sé la ragazzina.
«È quando la gente pensa che sia tutto finito, di essere al sicuro, che la caccia inizia davvero» sorrise Ruki cupa, muovendosi suggestiva. Chinò lo sguardo, quando l’ululato attraversò il bosco e riempì la radura, per poi svanire in una serie di versi strozzati.
Juri ed Alice tornarono in quel momento. Si stringevano le mani sulle braccia, per raccogliere il calore.
«Sentito che atmosfera?» domandò Alice entusiasta.
Jianliang si affrettò a smorzarla, alla ricerca di un clima più rilassante, proponendo al gruppo: «Andiamo a dormire, così domani saremo più riposati per la scalata»
Ruki fu la prima ad approvare la mozione «Ci sto. Voialtri siete una noia mortale, oggi»
Non vedeva l’ora che arrivasse il meglio, e così quel momento non faceva che avvicinarsi.

Il fuoco si spense lentamente, lasciando solo le braci ardenti a scintillare nell’oscurità. Le ombre si fondevano sotto la luce di una luna che non illuminava abbastanza. I rumori del bosco si fecero cupi, più cupi dell’ululato che avevano sentito appena prima che Alice e Juri tornassero al campo.
Nel silenzio Ruki riusciva a sentire il live russare di Hirokazu perfino dalla tenda affianco. Le altre ragazze dormivano, ma lei restava stesa supina, con gli occhi aperti a fissare il tetto della tenda, chiedendosi se, in caso di pioggia, sarebbero rimaste all’asciutto.
Teneva le orecchie tese, in attesa di sentire dei rumori che non tardarono ad arrivare.
Li udì lievi. Passi che uscivano dal folto del bosco, sempre più vicini e, pian piano sempre meno cauti.
Restò immobile, prestando attenzione ai respiri pesanti degli amici addormentati, tentando di capire se qualcuno di loro fosse sveglio.
I rumori si moltiplicarono. Oggetti lasciati scivolare per terra, pietre smosse. Ruki contò fino a dieci e poi scattò a sedere, scollando Alice che stava assopita accanto a lei.
«Hai sentito?» domandò con un filo di voce.
Ma l’amica dormiva ancora e Ruki alzò la voce. «Alice! Juri!! C’è qualcuno, qui fuori»
La bionda borbottò seccata: «Non dire fesserie. Vuoi solo impressionarci. Non c’è nessuno fuori»
Fu allora che un tonfo le fece sobbalzare.
«C’è qualcuno!» esclamò Juri, mentre Alice finalmente se ne convinceva. Si alzarono, arrancando verso l’esterno.
Ruki aprì la tenda e si fiondò fuori. Alice la seguì, mentre Juri restava a vegliare su Shaochung, pronta a scrollarla e trascinarla fuori al minimo cenno di pericolo.
La radura era nel caos. Gli zaini e le varie borse dei Tamers erano state aperte e parte del contenuto giaceva rovesciato sul terreno, come se un animale avesse frugato in mezzo alle loro provviste.
«Oh! No!» esclamò Juri. Colpì leggermente Shaochung sulle guancie, per poi trascinarla fuori.
Alice si ricavò un varco per la tenda dei ragazzi, chiamandoli a gran voce.
Quando, finalmente, fu dentro, si lanciò addosso a Jianliang colpendolo ripetutamente.
«Jianliang! Ragazzi! C’è qualcosa!»
Riuscì a trascinarli fuori, e loro si svegliarono completamente appena poggiarono gli occhi sul disastro.
Shaochung si lanciò tra le braccia del fratello, un grugnito cupo provocò loro un tremito. Ruki raccolse un bastone da terra e lo brandì come un’arma. Hirokazu si guardò attorno un istante, puntando la torcia accesa in tutte le direzione.
«Quelli sono segni di artigli!» esclamò indicando il tronco di un albero. Tre profondi solchi sulla corteccia indicavano chiaramente che qualcuno era passato di là, e non era una presenza rassicurante. Le sterpaglie si mossero, Jianliang si avvicinò a controllare cosa fosse. Alice osservò acuta le sue mosse.
«Fai attenzione» raccomandò Juri restando aggrappata al braccio del fidanzato.
Un grugnito riecheggiò nell’aria. Proveniva dal cespuglio, non c’erano dubbi. I ragazzi urlarono, il muso buio di qualcosa scattò fuori dalle foglie, ed i ragazzi fuggirono via nella direzione opposta.
Si inoltrarono nel bosco. Corsero, smarrendo il sentiero, perdendo di vista il campo e con il loro inseguitore alle spalle.
Sentivano i suoi passi, non demordeva. Gli stava dietro. Correva veloce, ma non sembrava esserlo abbastanza per raggiungerli ed afferrarli.
Presto smisero di sentirlo, ma non si fermarono. Nessuno di loro era più certo di essere al sicuro. Jianliang trascinava Shaochung per non perderla, Alice illuminava la strada poco più avanti, affiancata da Hirokazu e dalla sua luce.
Kenta gridava come una femminuccia, quasi stordendo Takato e Juri, che correvano mano nella mano accanto a lui.
«Non fermatevi! Ci sta raggiungendo!» incitò Ruki.
Correvano e correvano. Scavalcavano le radici, scostavano i rovi per evitare che graffiassero loro i volti e le braccia.
Ruki stava in coda al gruppo. Continuava a guardarsi indietro, rallentò inconsapevolmente e, alla fine, scoprì che era rimasta sola.
Si guardò attorno. Aveva perso di vista gli altri. Non sentiva più i loro passi, e presto non sentì più nemmeno le loro grida.
Il bosco era una cupola buia che si richiudeva sopra di lei ed i fruscii la fecero voltare più volte.
Sentiva passi dovunque, attorno a lei. E non poteva fare a meno di sentire il cuore che le rimbombava in petto, mozzandole il respiro. Si fermò. Strinse i pugni. Aveva perso il suo bastone ed ora era disarmata. Qualcuno la osservava, non ne aveva alcun dubbio. Non esitò a farsi sentire.
«Chi c’è?»
Nessuno le rispose. Un corvo gracchiò alla sua destra. Si voltò. E domandò ancora: «C’è qualcuno?»
Sentì una risata soffocata e grugnì tra sé «Vieni fuori» ordinò piatta. I cespugli si mossero dietro di lei, le parve che le avesse girato attorno, ma sapeva che un essere umano non sarebbe mai stato così veloce.
«Non chiedere mai chi è o se c’è qualcuno nascosto tra la boscaglia; è una delle regole dei film dell’orrore» le raccomandò Ryou uscendo allo scoperto. «Ma devo ammettere che sei stata brava. Erano terrorizzati»
Risero entrambi, divertiti.
Ruki si avvicinò al ragazzo, soddisfatta «Anche tu sei stato bravo. Quell’ululato che hai fatto è arrivato proprio nel momento giusto»
Ryou ammiccò «Te lo avevo detto, Piccola, io e te siamo fatti l’uno per l’altra»
Fece per abbracciarla, ma lei lo afferrò per le spalle e lo gettò malamente a terra. Si inginocchiò, sistemandosi a cavalcioni su di lui. «Correranno ancora per un bel po’. Poi, forse, torneranno a cercarmi» gli disse.
«Certo che torneranno. Non lasceranno un amico “in pericolo”»
Ruki rise ancora, mentre Ryou sollevava il busto quel tanto che bastava per arrivare a baciarle il collo «Fare certe cose, in un bosco buio, dopo un inseguimento… È come dichiarare che vuoi essere la prossima a morire»
Ruki sollevò risoluta la maglia di Ryou, costringendolo a toglierla. «Oggi sei tu il serial killer. Non mi farai troppo male, vero?» domandò provocante.
«Accidenti, no» le rispose lui sbrigativo. Poi la baciò forte sulla bocca.

Juri si aggrappò al braccio di Takato. Aveva le lacrime agli occhi e tremava, mentre Shaochung nascondeva il volto tra le mani.
«Oddio! Ruki!» continuavano a ripetere entrambe.
Perfino Hirokazu era sconvolto «Era dietro di me!!» ripeté per l’ennesima volta.
«Come è successo? Non avete sentito qualcosa? È caduta? Ha urlato?» domandò Alice passandosi una mano tra i capelli.
La preoccupazione per la ragazza non aiutava a smorzare la tensione. Anche se qualunque cosa li stesse seguendo fino ad alcuni di minuti prima ora non li stava più fissando.
Ma c’era ancora qualcosa di cupo, nell’aria. I rumori smorzati del bosco ed i loro stessi respiri li facevano sobbalzare nell’oscurità.
«Dobbiamo tornare a cercarla» affermò Takato risoluto.
Sotto lo sguardo impressionato e contrariato di Kenta ed Hirokazu, Jianliang sollevò il mento serio «Ci stiamo facendo impressionare. Deve essere stato un animale, al campo. Una volpe, forse»
«Se era un animale era almeno un orso» strepitò Juri con voce acuta.
Takato si passò una mano tra i capelli, e Kenta ebbe un tremito «Ruki ha detto di non tornare indietro, perché è già morta»
«Come? Quando le hai parlato?» domandò Juri scrollandolo.
«È stato quando ha elencato le regole dei film dell’orrore. Ha detto di non tornare mai indietro, perché chi si perde è già morto»
Shaochung strattonò il braccio del fratello «Dov’è Alice?» domandò.
«Alice?» chiese a sua volta Jianliang. Non si era accorto che fosse sparita anche lei.
«Mio Dio!! L’ha presa!! Ha preso anche Alice!!» strepitò Kenta spaventato «Ci ucciderà tutti!!»
«Alice!» chiamò Jianliang preoccupato. Ma la ragazza non gli rispose. «Separiamoci! Dobbiamo trovare Alice e Ruki!» propose Takato. Ma Kenta lo colpì forte.
«MAI separarsi!!! »
«Dobbiamo farlo! Non possiamo abbandonarle così!» insisté Takato «Siamo Digimon Tamers, accidenti! Abbiamo salvato il mondo!!»
Kenta tentò di ragionare «Dobbiamo tornare indietro. Ruki ed Alice tornerebbero al punto di partenza»

Alice camminava da sola per la sterpaglia. Non le era stato difficile allontanarsi dagli altri senza che se ne accorgessero. Un po’ meno facile, però, si rivelò ritrovare la strada per le loro tende.
Il bosco era pieno di rumori, fruscii e, soprattutto, alberi che in piena notte sembravano troppo uguali e troppo ripetitivi per essere buoni punti di riferimento.
Quando capì che si era persa fu troppo tardi anche per tornare indietro, dai ragazzi.

I Tamers si fecero largo tra la sterpaglia verso la direzione da cui, pensavano, erano venuti.
«Non è da qui che siamo venuti» affermava ogni tanto qualcuno boccheggiando. Ma, per quanto ci provassero, non erano in grado di saperlo per certo.
Sentivano i loro passi flebili e, presto, ne riconobbero un altro paio più veloci e incerti. Poi i respiri pesanti di qualcuno che aveva corso li affiancarono e una figura inizialmente sfocata sbucò fuori atterrando con un tonfo davanti a loro.
I ragazzi urlarono, terrorizzati. Subito dopo misero a fuoco la situazione e Takato si chinò ad aiutare Ruki ad alzarsi.
«Dov’eri finita?» le domandò Jianliang affiancandoli.
Quando la ragazza alzò lo sguardo tutti videro il suo volto sporco alla luce della luna.
«C’era qualcosa, laggiù. Mi ha afferrata, ma sono riuscita a sfuggirgli»
Juri la analizzò bene «Ruki! Questo è sangue! Sei ferita?»
«Io non lo so!» sbottò la rossa passando le mani sulle braccia per scrollarsi di dosso il fango.
«Alice è scomparsa» disse Kenta ricordando agli altri la situazione «Quante possibilità ci sono di trovarla viva? Che sta succedendo qui?»
Ruki afferrò Takato per il bavero della maglia. Lo fissò dritto negli occhi e domandò: «Alice sparita? Che vuoi dire?»
«Ci siamo distratti un attimo ed è svanita nel nulla»
«No, questo non è assolutamente possibile! Alice non può…» prese fiato. Aveva il fiatone. Piegò le ginocchia e si sedette contro un albero.
«Alice è sparita» realizzò alla fine «Perché? Com’è successo?»
Era sinceramente sorpresa. C’era qualcosa che le sfuggiva. Poi ricordò di essere stata appena sfuggita ad un aggressore. «Mi fa male il braccio».
Jianliang provò a tranquillizzarla accarezzandole una spalla «È sotto shock. Ruki, dobbiamo tornare al campo»
Arrivarono ululati, grugniti, guaiti dal folto del bosco. Ruki si tappò le orecchie con le mani «Non doveva andare così. Non doveva»
Juri la abbracciò «Stai tranquilla, ti abbiamo trovata, sei di nuovo con noi»
Hirokazu e Jianliang la costrinsero a rialzarsi ed, insieme, la sorressero andando dietro a Takato e gli altri.
«Devo essermi storta una caviglia» rivelò Ruki.
«Fatti forza» la incitò Juri, stringendo la mano di Takato.
Tornarono a camminare. Tornarono a percorrere la direzione che avevano intrapreso prima.
S’immersero nel folto del bosco, tornando presto a riconoscere gli alberi segnati da artigli che tanto li avevano spaventati prima.
Ritrovare la strada, da lì, fu facile.
Sbucarono nella loro radura, calpestarono alcuni ramoscelli. Era tutto come lo avevano lasciato, con in più qualche impronta animale, molto vistosa, sul terreno umido.
«Allora è animale» ipotizzò Hirokazu.
«Forse è un lupo mannaro!» esclamò Shaochung spaurita.
Jianliang la strinse a sé, puntando la torcia in giro «No, non esistono, tranquilla»
Una folata di vento mosse le fronde. Le foglie si alzarono in volo, rincorrendosi.
«Io voglio andare a casa!» gemette Juri.
Una figura si mosse nell’oscurità, proprio di fronte a loro ma, prima di urlare, riconobbero la figura di Alice che si avvicinava seccata.
«Ma per favore» borbottò «Ci siete cascati tutti come pere cotte!».
Jianliang la fissò sollevato «Sei salva!» poi fece mente locale «Che significa che ci siamo cascati?»
Ruki sbuffò, scrollandosi di dosso gli amici che avrebbero dovuto sorreggerla. La sua caviglia stava bene. «Sei una gran rompiscatole. Quando l’hai capito?». Si rassettò i capelli, avvicinando l’amica sotto lo sguardo confuso degli amici.
«Prima ci metti paura, poi sei la prima a sentire i rumori sospetti ed alla fine sparisci durante la fuga»
«Vuoi dire che ci ha fatto uno scherzo?» domandò Takato allibito.
Hirokazu si grattò la testa «Ruki? Ma non scherziamo! Ruki che organizza tutto questo?»
Alice sospirò «Probabilmente non è stata un’idea sua» sorrise, poi alzò la voce «Che aspetti ad uscire? Lo so che sei lì»
I Tamers restarono in silenzio, tentando di ascoltare senza essere distratti dai battiti del loro cuore, ancora frenetici dallo spavento.
Poi, all’improvviso, Kenta gridò, scrollandosi di dosso la mano pelosa ed artigliata di qualcosa che l’aveva afferrato alle spalle.
Si voltarono, ma Ryou rideva gioviale.
Si sfilò la mano finta e la lasciò cadere a terra «Dovevate sentirvi urlare»
«Tu dovresti essere…» iniziò Takato sconvolto «Non ho idea di dove dovresti essere, ma avevi detto che non potevi venire!»
«Ma non è possibile!» borbottò Hirokazu «Ruki era terrorizzata»
«Ruki recita da oscar» gli rispose Ryou lanciando un’occhiata fiera alla ragazza.
Lei sorrise tra se, sfacciata.
«Non sapete quanto vi odio» sbottò Juri lasciandosi scivolare a terra.
«Che diavolo vi è venuto in mente? Volevate traumatizzarci a vita? Avete terrorizzato mia sorella!» s’infuriò Jianliang.
Ma la ragazzina scrollò le spalle disinteressata e sorrise «È stato divertente».
Jianliang puntò un dito contro Ruki «Ti ha dato di volta il cervello?»
Ryou si parò tra i due senza esitazione, accorrendo in difesa della ragazza «Eih, prendi le cose più alla leggera».
«Dai, che non si è fatto male nessuno» aggiunse Alice accarezzando il braccio di Jianliang, per calmarlo.
Il ragazzo sbuffò, poi scoppiò a ridere e si buttò per terra affianco a Juri.
«Oggi abbiamo scoperto in che modo Ryou può contagiare Ruki con la sua voglia di fare scherzi ed in che modo Ruki può contagiare lui con il suo sadismo» grugnì Kenta. Ma tratteneva le risate anche lui.
«Tu non sai nulla sul sadismo di Ruki» lo corresse Ryou. «Credimi. Può fare di peggio».
«E non voglio neanche saperlo» ammise Juri.
Hirokazu e Kenta sorrisero. «Comunque sono contento che tu sia qui» ammise il secondo mentre il primo recuperava un pacco di patatine da dentro il suo zaino.
«Allora, vi siete divertiti, almeno?» domandò Takato rassegnato ai due amici.
Ruki e Ryou si scambiarono un’occhiata eloquente, ed anche abbastanza rovente «Si, ci siamo divertiti».
«Io non voglio sapere nient’altro» ribadì Juri rabbrividendo.

   
 
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