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Autore: Claudia Hunter    15/09/2012    6 recensioni
“ Avevo sempre pensato, di poter decidere io della mia vita.
Non che ci fosse un destino scritto per me.
E quando andiamo incontro a esso, non si può uscirne.
Ritrovarsi di fronte un bivio: bene o male.
Per questo, ho cercato di armarmi, dell’unica cosa con cui affrontarlo: il coraggio.
E quando meno te lo aspetti, esso ti regala l’incontro con la persona amata.
Dopo mille avventure, difficoltà, eccoci qui uno vicino all’altra abbracciati.
I suoi occhi blu che s’intrecciano nei miei, come se fossimo uniti, una cosa sola.
Perché proprio quando il destino sembra scuro, verso di te, ti regala la cosa più bella che potresti mai desiderare e immaginare.
Le sue labbra, piano raggiunsero le mie, unendosi in un bacio.
Felice, della scelta che avevo fatto.”
Salve … la mia prima fan fiction su Merlin!
Allora, la trama narra di una ragazzina della nostra epoca ,Margaret, 17 anni, causa di un incidente cade in coma, finendo inconsciamente nell’epoca di Merlin!
Vivrà molte avventure con i nostri eroi, attraverso il quale scoprirà un segreto che l’avvolge e di cui non ne era a conoscenza. …
Per scoprire non vi resta che leggerla...:)
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Merlino, Morgana, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione, Più stagioni
Capitoli:
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Capitolo 1

Strani incontri.


Era sera, le vie della cittadina erano taciturne, illuminate solamente da qualche lampione.
Margaret correva, con la certezza che sarebbe rincasata tardi quella sera.
La luna piena alta nel cielo limpido che non lasciava spazio alle nuvole.
Cercò di aumentare il passo quando il cellulare squillò nella sua borsa nera.
Scostò i suoi lunghi capelli castano- scuri mossi, dal lato destro e premette sul pulsante del telefono sospirando.
- Mamma, arrivo dammi cinque minuti! – e dopo aver udito una strigliata dall’altra parte della cornetta, spense.
In realtà mancavano molto di più di cinque minuti, per cui decise di aumentare il passo, attraversando una strada.
In quel momento Margaret non avrebbe mai pensato, di compiere così una scelta ossia quella di andare in contro il suo destino.
Solamente dopo, mentre era quasi arrivata al bordo della strada, si accorse troppo tardi voltando il capo dalla parte destra, quando vide due luci che le vennero in contro.
Neanche il tempo di urlare, andò a sbattere contro qualcosa di pensante in metallo.
Iniziò a percepire formicolio al corpo, come se cominciò ad appesantirsi, respirando con affanno.
Provò con fatica ad alzare la mano destra, la vista, offuscata notò solamente un profondo taglio e della chiazza rossa attorno a essa.
Avvenne tutto molto velocemente, udì solamente una voce disperata, che urlò “ Oh mio Dio!” e cedette, cadendo per terra chiudendo gli occhi.


Lentamente, Margaret aprì gli occhi.
Sbatté le ciglia per qualche secondo, accecati dai raggi del sole.
Era distesa, si sentiva leggermente appesantita e si posò lentamente una mano sulla fronte.
Provò un attimo a mettersi seduta e per non cadere, posò la mano sul terreno.
Che ci fosse della terra ricoperta di foglie gialle e secche, se ne accorse solamente dopo.
Quello che vide furono distese di alberi, attorno a lei.
Una folata di vento le scompigliò i capelli.
Provò ad alzarsi e si tenne per fortuna in equilibrio.
La pesantezza che il suo corpo le faceva percepire, non le dava tempo di pensare.
Dovette rialzarsi un’altra volta perché la prima cadette.
Iniziò lentamente a camminare, non faceva molto freddo.
Le sue scarpe nere di tela, affondavano nel terreno iniziando a camminare, senza una destinazione precisa.
Sapeva solamente, di dover cercare qualcuno a cui chiedere aiuto, perché non sapeva dove si trovava e questo iniziava a darle non poca preoccupazione.
Per cinque giorni, non vide solamente che un ruscello di piccole dimensioni e alberi.
I suoi pantaloncini neri, erano sporchi di terra e la sua canotta azzurra semplice era mezza strappata e le sue gambe graffiate, per via dei rami dei cespugli.
Era debole, si era nutrita bevendo acqua del ruscello e alcune bacche.
Stava per cedere, doveva però farsi forza e cercare aiuto.
Chiunque avrebbe trovato, avrebbe chiesto spiegazioni.
Cosa ci faceva in un bosco?
Non era posto che lei frequentava.
Ricordava solamente che non doveva fare molto tardi … ma per andare dove?
Confusione. Scosse il capo, continuando a camminare e per la troppa stanchezza con il viso sporco di fango posò la mano su un tronco d ‘albero, cadendo poi nuovamente per terra.


- Sire, ma non possiamo lasciarla… necessita si aiuto!- esclamò una voce femminile.
- Ginevra, potrebbe essere una spia! – rispose l’altra voce, questa volta però rauca e maschile.
Udì Margaret riaprendo gli occhi.
- Si sta svegliando!- Nuovamente la voce femminile.
Corse verso di lei e quello che vide, furono due occhi neri che la stavano osservando.
Cercò di alzarsi, sentendosi però debole si accasciò questa volta però fu presa in tempo dalla donna che parlava: aveva capelli ricci lunghi e neri e pelle scura.
- Sei ancora debole, piccola devi riposarti – e le fece mezzo sorriso aiutandola a sdraiarsi.
Ora che ci pensava si accorse di ritrovarsi su una specie di letto.
Si guardò attorno, notando che oltre alla misteriosa ragazza c’erano anche altre figure.
Si chiese chi fossero.
Un ragazzo poggiato a un tavolo di legno, con dei capelli a caschetto e occhi blu, la fissarono, non aveva l’aria di essere cattivo.
Accanto a lei c’era una donna, dai dei lunghi capelli nero scuri mossi, con occhi verde scuri, vestita con un lungo abito verde smeraldo il quale dava un 'intonazione perfetta con gli occhi.
La colpì molto aveva un aspetto come dire … regale.
Mentre la ragazza che l’aveva aiutato, aveva l’aria di essere una ragazza dolce e semplice.
Verso una finestra, invece c’era un ragazzo con i capelli biondi, e occhi azzurri sembrava molto affascinante ed era vestito con una strana armatura grigia.
Infine, accanto a lei invece c’era un uomo anziano con i capelli lunghi grigi fino alle spalle.
- Vedo che ti sei svegliata- interruppe proprio egli il silenzio.
Margaret deglutì, rimanendo dapprima in silenzio.
Non si trovava in una foresta?
Chi erano quelle persone? Forse l’avevano salvata …
- Dove mi trovo? – balbettò intimidita.
E se invece fossero dei banditi o gente che voleva farle del male?
Ebbe un fremito.
- Ha anche il coraggio di fare finta di nulla – commentò il giovane ragazzo biondo, fissandola in modo ostile.
La ragazza deglutì nuovamente, iniziando a tremare.
- Tranquilla – cercò di calmarla la giovane, che nuovamente le sorrise.
- Merlino, il ragazzo che è qui di fronte a te, ti ha trovata nel bosco, svenuta. Eri ridotta davvero male.
Per fortuna che poi, Gaius, ti ha curata le varie ferite. – Le spiegò. – E hai dormito per tre giorni. -
Sussultò.
Cosa? Aveva dormito per tutto quel lasso?
Gaius? Si voltò verso l’uomo che la fissava con sguardo profondo.
- Cosa ci facevi da sola nel bosco, ragazzina?- le domandò incuriosito.
Margaret, fisso, le braccia e le gambe, fasciate con alcune chiazze rosse.
Quell’uomo l’aveva quindi curata?
Poi, si ricordo, cominciando ad agitarsi nel letto.
- Non devo fare tardi!- esclamò iniziando a preoccuparsi.
- Tardi? – ripeté Gaius.
- Per andare dove? – le chiese invece la ragazza osservandola preoccupata, accarezzandole la fronte.
- Io… io non devo far tardi! – disse nuovamente e si agitò alzandosi dal letto, fu però bloccata questa volta da Gaius e da Merlino.
- Non puoi muoverti, devi prima riprenderti- le disse quest’ultimo.
- Non posso far tardi!- urlò Margaret, anche se non aveva la minima idea di dove dovesse andare, perché quella era l’unica cosa che ricordava.
- Tu non vai da nessuna, parte ragazzina – intervenne il giovane biondo con le braccia conserte dinnanzi a lei.
La castana, si zittì, spostando lo sguardo per terra.
- Dove vorresti, andare? – le domandò in tono severo.
Le venne da piangere, quanto desiderava ricordare! La sua mente, ora era vuota, ricordava solo il suo nome.
- io… io … non lo so … - rispose quasi in lacrime, posandosi una mano sulla fronte.
- La state spaventando sire – commentò la ragazza dai capelli ricci, posando una mano sulla spalla alla castana.
- Quanto, sei ingenua Ginevra … - le rispose il biondo.
Fece una smorfia con le labbra. – Forse non ricorda – e a quel punto tutti sussultarono.
Aveva ragione la ragazza, di nome Ginevra.
- Non ricordi? – le chiese Gaius e fece cenno di no.
- Neanche come ti chiami? -
- Margaret, il mio nome è Margaret – sussurrò. – Ricordo solo questo.
La ragazza dall’aspetto regale la osservava.
- Che nome strano, molto bello però – commentò con un sorriso Ginevra.
Sembrava una ragazza dolce.
- Forse sarebbe il caso che restasse un po’ al castello sire- disse l’anziano al giovane.
- Cosa? – affermò lui. – Non se ne parla! -
- Ma sire, almeno finché non si riprende e non recupera la memoria in modo da spiegarci! Non possiamo lasciarla sola!-
- Non capisci medico – disse infuriato estraendo una spada e puntandola verso Margaret, il quale sussultò.
Quella sembrava essere una spada vera e non inganna!
Ma dove si trovava?
Che posto strano!
Guardandosi attorno, notò tavoli di legno, sedie anche e pentole molto grandi e appese a un muro molto vecchie.
- Ci sta prendendo, in giro! – continuò il giovane. – Potrebbe essere una spia che sta solamente fingendo -
- Sire, forse era in cerca d’aiuto e si è smarrita- commentò il giovane che invece, si chiamava Merlino.
Margaret strabuzzò gli occhi.
Come mai lo chiamavano “ Sire?” non capiva.
L’unica cosa che temeva, era quella di essersi cacciata in un guaio e si ritrasse indietro.
- E poi potrebbe essere una strega – continuò l’altro. – Non vedete come è vestita! Ha abiti, molto strani, in più vestita in calzoni, diversi dai nostri! – E li indicò con una spada.
A quel punto tutti si zittirono, persino la persona che la difendeva, Ginevra.
Osservò i loro abiti e rimase stupita: aveva ragione in fin dei conti, gli abiti che indossavano loro, erano molto doversi da quelli che aveva lei, dai suoi pantaloncini e canotta, erano come dire antichi, poi le venne in mente: sì, medioevali!
Ma cosa ci facevano vestiti così? Non capiva… e perché le davano della strega?
- non sono una strega- rispose la ragazza osservando tutti.
- Ah sì, e allora da dove vieni?- chiedeva ancora il biondo.
 Margaret non seppe rispondere neanche a questo.
Il biondo le puntò una spada alla gola. – Non fingere con me- le disse.
Non le credeva.
Tremava.
Poi, la ragazza dall’aspetto regale, accorse davanti al biondo abbracciando Margaret, il quale si sbalordì e sbarrò gli occhi.
- Artù … ti prego… è solo una ragazzina… lasciala stare… - commentò.
- Ora ti ci metti anche tu Morgana! – replicò il giovane.
La ragazza spostò lo sguardo.
Artù... che strano nome, pensò Margaret.
- Non mi fido di lei – continuò.
- Lo so… - rispose – ma è in gravi condizioni, aspettiamo almeno che guarisca, mi prenderò curo io assieme a Ginevra, di lei – e lanciò uno sguardo alla ragazza il quale annuì.
Artù, era a braccia conserte e non sapeva cosa fare, sospirò e poi rimettendo la spada apposto, usci dalle stanze.
Morgana osservò Margaret che rabbrividiva.
Ma in che razza di posto era capitata? Forse era meglio se fosse morta affamata nella foresta.
- Vedrai che andrà tutto bene – cercò di rassicurarla la ragazza sorridendole.
Perché quella donna si prendeva la briga di mettersi contro tutti e difenderla?
Preferì però non peggiorare la situazione.
- Artù sembra cattivo, però non lo è – le sorrise Ginevra.
- Ora ci provo io – commentò invece Gaius, il quale uscì dalle stanze.
Merlino, il giovane invece la osservava senza dire nulla.

Poco dopo Artù e il medico rientrarono nella stanza.
Tutti gli osservarono.
L a castana deglutì.
- Puoi restare- le disse il biondo e tutti osservarono increduli la scena.
- Ginevra e Morgana si prenderanno cura di te, finche non ti riprenderai e recupererai la memoria, io me ne lavo le mani-
All’udire questo, le ragazze sorrisero contente, anche Merlino e Gaius.
-Hai visto? – le disse Ginevra, con un sorriso, Margaret restò incredula annuendo.
Poi Morgana le offrì la mano.
- Su andiamo – le sussurrò – Scegliamo un bell’abito per te - .
La castana non seppe se fidarsi o no, ma qualcosa le disse di se e le afferrò la mano camminando assieme a lei verso l’uscita.
Non sapeva ancora che da quel momento la sua vita era stata segnata e che doveva ancora rendersi conto di tutto ciò che le era appena accaduto.
Prima di uscire però, il biondo le sussurrò qualcosa all’orecchio.
- Guai a te, se stai fingendo o mentendo, la pagheresti molto cara- detto questo uscì dalla stanza sotto lo sguardo confuso della ragazza.




Nota autrice: ed eccoci qui…!E così la nostra Margaret è finita, nell’epoca di Merlin... beh che dire, Artù non l’ha già presa di mira... come se la caverà una ragazzina, in un epoca diversa dalla sua?
Per fortuna che Morgana l’ha salvata e ora?...
Beh spero, che questo primo Chap vi sia piaciuto…J
Per scoprine di più non basta che leggere il prossimo!
Alla prossima,
Claudia
  
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