Era una bellissima giornata soleggiata nel soleggiato asilo della soleggiata Città Senza Nome, ed ogni piccolo
abitante della grande famiglia scolastica formata dai piccoli alunni della scuola "Giampiero Vampurghia" ne
subiva gli effetti positivi.
Le dolci note dei flauti si levavano nell'aria, allietando grandi e piccini. Tutti i bambini normali si dilettavano nei modi più innocenti: alcuni rincorrendo la palla, altri giocando a nascondino, mentre i più intraprendenti duellavano tra loro con i loro mazzi di Yu Gi Oh, il miglior gioco di carte di sempre, dovreste proprio chiedere ai vostri genitori di comprarvele, ma stiamo divagando.
I protagonisti della nostra storia sono impegnati in cose ben più importanti dei futili svaghi ricreazionistici dei comuni mortali che li circondavano. Essi infatti stavano suggellare una promessa solenne.
La piccola, innocente, e graziosa Miyo infatti aveva intenzione di trascorrere il resto della sua vita con la sua amata cuginetta di terzo grado Nomura.
"Allora, io ti faccio vedere Messiè Parblè e tu mi fai vedere la ciuffa. Da quel momento staremo sempre insieme!"
"Occhei! Al tre solleviamo il grembiule. Uno, due, tre!"
Lo stupore invase il roseo visetto delle tue bambine, sorprese dalla mancanza di uno dei componenti essenziali, Messiè Parblè.
Le due si guardarono intorno, smarrite da tale incoscienza.
"Dov'è Messiè Parblè?"
"Non ce l'avevi tu?"
"Mi spiace, niente Messiè Parblè, niente accordo."
"Aspetta! E se Messiè Parblè te lo fa vedere un mio amico?"
"Per me va bene."
"TOMITAKEEEEEEE! Vieni a fare la promessa solenne con me e Nomura?"
"Certo, Miyo!"
"Al tre! Uno, due e tre!"
...
"Dov' è Messiè Parblé?"
"Non l'avevate voi?"
"Che asilo è, questo?"
Tomitake, non avendo più nulla da fare, tornò nel suo angolino a scattare foto con la reflex comprata dai cinesi il giorno prima, senza sospettare dell'enorme scritta "USA E GETTA" stampata su di essa.
A postumi scopriremo che i bulli della terza elementare usavano picchiarlo sistematicamente i giorni pari sì e quelli dispari pure, rendendolo... quello che è adesso.
Le due bimbe, invece, lasciate sole, si fissavano intensamente negli occhi.
Sapevano che il loro amore proibito non sarebbe stato in grado di realizzarsi se non nella rimessa dei paraventi maligni dell'oscurità, molti anni più avanti.
"Ehi, Miyo."
"Cosa c'è, amata cuginetta di terzo grado?" gorgheggiò la piccola e tenera bimba bionda.
In quel momento le labbra di Nomura si avvicinarono lentamente a quelle della bambina
Ormai mancava poco, pochissimo!
"Mi vai a prendere una merendina?"
E un'altra illuminata giornata passò nell' asilo "Giampiero Vampurghia", tra il lieve suono dei flauti, il canto degli uccellini e i secchi rimbombi delle mazzate che colpivano i malleoli di Tomitake.