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Autore: Saara Kurenai    17/09/2012    1 recensioni
Mara Kuran è la prima. La sua colpa è stata dar vita a degli esseri mostruosi, sanguinari: i vampiri. Nessuno sa della sua esistenza nè del suo peccato, nessuno tranne Kaname Kuran. Ora, questo segreto sarà rivelato e l'intera società vampiresca cadrà nel caos. Una nuova minaccia metterà a rischio la sicurezza degli umani, dei vampiri e della stessa famiglia Kuran. Ma c'è qualcosa che il nobile Kaname teme ancora di più: perdere di nuovo una sorella e l'amante che ha atteso per dieci lunghi anni
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaname Kuran, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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Yuuki stava dormendo profondamente, il suo petto si alzava e abbassava a intervalli regolari e un sorriso di pura serenità colorava il suo viso.
Era rimasto sveglio tutto il giorno, seduto sul lettone accanto a lei, godendo di quelle poche ore di calma e sicurezza e contemplando la dolce figura immobile di quella creatura così piccola eppure così importante per lui. "Sei così bella..." si disse fra sè.
Si tirò su una manica della camicia e con decisione affondò i canini nell'avambraccio; prelevò una minuscola quantità del proprio sangue e aspettò che i piccoli fori si richiudessero, poi si allungò sulla ragazza, le scostò una ciocca di capelli dalla fronte pallida e le diede un bacio leggero sulle labbra, dipingendole di rosso.

Kaname si alzò dal letto silenziosamente, si sistemò la manica della camicia e scostò un poco le spesse tende di velluto blu. Un piccolo fascio di luce rischiarò la stanza da letto e Yuuki, infastidita dalla luce intensa e dall'odore pungente di sangue, aprì gli occhi. Kaname si divertiva moltissimo a vedere Yuuki svegliarsi perchè, fin da quando era molto piccola, la prima cosa che faceva era arricciare il naso per catturare ogni odore, ogni profumo che aleggiasse nella casa. Quella mattina, al suo risveglio, Yuuki fu sorpresa di percepire il dolce profumo del sangue di Kaname unito a quello più aspro del thè verde alla rosa selvatica.

"Buon giorno" le disse Kaname con dolcezza dall'altra parte della stanza, accanto alla finestra.

"Buon giorno Oniisama!" le rispose la ragazza con un sorriso; si liberò con facilità dalle coperte e si pose a sedere sul letto.

Kaname scoppiò a ridere e solo allora Yuuki si accorse che i suoi capelli, che la sera prima erano stati legati in una lunga ed elaborata treccia, erano arruffati e spettinati da ogni parte e, come se ciò non la facesse sembrare abbastanza ridicola, si era messa la vestaglia da notte al contrario! Kaname sembrava non voler più smettere di ridere e lei, il viso rossissimo per l'imbarazzo, si mise a sbraitare contro i capelli troppo lunghi, le vestaglie da notte e le trecce difficili da sciogliere, ma, alla fine, si mise a ridere di se stessa e si ributtò sul letto sfatto. In un attimo, Kaname era steso al suo fianco e le stuzzicava il palmo della mano destra con un dito.

“Non credevo che ti avrei trovato a casa al mio risveglio…”.

“Oggi mi sembrava la giornata ideale per prendermi una pausa. Vorrei invitarti a passarla con me”

“Davvero? Oh Kaname, non sai quanto mi senta sola, rinchiusa in questa casa con quel rompiscatole di Aidou, senza vederti tutto il giorno…”

“Lo so, Yuuki, e mi dispiace tanto. Sapere che sei triste a causa mia…” Prima che Kaname potesse finire la frase, Yuuki gli saltò addosso, si posizionò a cavalcioni sopra di lui e le sue mani si strinsero attorno ai suoi polsi.

“Non dire così… Oniisama è buono con me e non mi fa mancare niente e poi c’è Aidou qui per me: è un ottimo compagno e soddisfa sempre ogni mio capriccio, a volte addirittura mi lascia passeggiare in giardino. Quindi… non avere quell’espressione triste nobile Kaname!”

“Yuuki…” disse Kaname abbozzando un sorriso quasi malinconico “La piccola Yuuki, sempre disposta a sacrificare il suo sorriso per gli altri. Quante volte ti ho detto che per te sono solo Kaname! Ti meriti una bella punizione”.

Kaname si liberò dalla presa della ragazza e la spinse con forza sul letto, le afferrò saldamente i polsi e le immobilizzò le gambe con le sue. Yuuki non si era ancora abituata a quei gesti improvvisi, alla vicinanza di Kaname, un vampiro, alle sue mani fredde e liscie come il marmo più pregiato sulla sua pelle,  e chiuse gli occhi.

“Ho paura” diceva una piccola voce nella sua testa. “Il vampiro cattivo mi farà del male! Lui vuole soltanto il mio…”

“Yuuki?”disse Kaname, riportandola alla realtà. Aprì gli occhi e lui era lì, a pochi centimetri dal suo viso, i suoi occhi scarlatti sembravano volerle divorare l’anima e i segreti ch’ essa conteneva; volevano ipnotizzarla, spingere ogni suo pensiero in superficie per poi farle perdere coscienza. Prima ancora che potesse rendersene conto, Kaname si piegò su di lei e le loro labbra si incontrarono: Yuuki sentì un’ondata di calore investire ogni fibra del suo corpo, si riversava nelle ossa, nei tessuti, nel sangue… Sangue! Era come se  fino a quel momento se ne fosse dimenticata, del sangue, del suo sapore, del suo profumo…Quando le loro labbra si staccarono, Yuuki si liberò dalla presa di Kaname e, cingendogli il collo con entrambe le braccia, lo spinse di nuovo contro di sé, con tutta la sua forza, e con fare sicuro affondò il viso nell’incavo del collo di lui. Le sue narici percepirono la presenza del dolce liquido cremisi che disperatamente agognava  al di là della pelle marmorea e, dopo un respiro, vi conficcò i canini da giovane vampira e il sangue caldo si riversò come un piccolo fiume nella sua bocca.


Mentre faceva colazione, nella sala da pranzo riccamente addobbata al pian terreno, Yuuki ripensava al modo in cui Kaname le aveva permesso di bere il proprio sangue; non le aveva rimproverato come sempre la sua impazienza, né le aveva chiesto in cambio un po’ del suo sangue. Come se non bastasse, in quei giorni Kaname le sembrava diverso, preoccupato da qualcosa di cui solo lui era a conoscenza e che non riguardava nessun altro, lei compresa. “Che mi stia nascondendo qualcosa?” si domandava.
Sapeva che, anche se glielo avesse domandato, Kaname avrebbe risposto che non vi era nulla di preoccupante e lei, si conosceva bene, si sarebbe preoccupata maggiormente e non sarebbe più riuscita a guardarlo in viso senza arrossire o nascondere tutti i pensieri che le ribollivano in testa. A volte avrebbe soltanto voluto che lui si sedesse accanto a lei, come facevano da piccoli, prima che perdesse ogni ricordo circa le sue origini di vampira, e che le dicesse ogni cosa, ogni segreto sepolto nell’oscurità del suo cuore. Si accorse, però, che Kaname, seduto all’altro capo dell’enorme tavolo, la stava fissando con interesse e con un’espressione serena. Erano mesi che non lo vedeva così rilassato e decise che avrebbe messo a tacere ogni brutto pensiero, per non rovinare l’atmosfera di tranquillità famigliare che in quella casa nessuno viveva da molti anni. Kaname era affascinante come sempre. Indossava una camicia bianca leggera e molto aderente e un paio di pantaloni di raso nero lucidi e morbidi. Non capiva se agli occhi degli altri vampiri lei sembrasse particolarmente attraente, ma in quel momento, paragonata a Kaname, lei doveva sembrare solo una serva alla quale avessero chiesto di provare i vestiti della sua padrona. Indossava una sottoveste di seta color caffè dai ricami in pizzo nero, con un piccolo fiocco scuro all’altezza del cuore. Per rimanere chiusa in casa, aveva pensato, poteva andare.
Due giovani vampire, di cui Yuuki non conosceva ancora il nome, entrarono in quell’istante nella stanza con una teiera fumante e due tazzine dorate che disposero di fronte ai due convitati con gesti eleganti e fulminei. La ragazza più bassa dispose sulla tavola di fronte alla sua padroncina l’occorrente per il thè e aggiunse un bon bon di cioccolato scuro, poi seguì un lento inchino e infine si congedò insieme alla sua compagna.

“Pensavo avresti gradito qualcosa di dolce” le disse Kaname vedendola intenta a rigirarsi tra le dita sottili la piccola pallina di cioccolata.

“Kaname…E’ un pensiero carino” rispose lei, con un piccolo sorriso. Quel piccolo dolce, però, aveva risvegliato in lei un ricordo, un ricordo triste e felice allo stesso tempo; le ricordò tutti i San Valentino passati nell’Accademia, con i suoi compagni, Yori, il Direttore e Zero.

“Zero…” si lasciò sfuggire con un fil di voce. Si domandava ogni giorno come stesse Zero, dove si trovasse e se la stesse cercando per ucciderla, come le aveva promesso il giorno in cui lei, Kaname e la Night Class abbandonarono l’Accademia Cross per non farvi più ritorno. Zero le mancava più di ogni altra cosa, sentiva in cuor suo di averlo tradito, di aver alimentato in lui qualcosa di forte ma destinato a trasformarsi in odio, rabbia, dolore. In tutto questo tempo, pensava, cercavo di alleviare la tua sofferenza in ogni modo, ma sono stata io quella che più ti ha fatto soffrire e per questo non potremo vederci mai più, perché allora a causa mia…

"Yuuki? Quali atroci pensieri dilaniano il tuo cuore?"

“Non è nulla, Kaname. Perdonami, stavo solo ripensando a quante persone non ho salutato all’accademia e che saranno in pensiero per me” gli rispose la ragazza asciugandosi gli occhi dalle lacrime e sfoderando uno dei suoi soliti sorrisi. “Che stupida che sono, preoccupare così Kaname! Stavo piangendo e non me ne sono nemmeno accorta! Sono una sciocca!”.

La colazione procedette senza altre interruzioni: thè alla rosa accompagnato da biscotti e marmellata di more, panini dolci imbottiti di menta e miele, macedonia di frutta e uva dolce vennero serviti rapidamente in tavola e i due si servirono in abbondanza, soprattutto Yuuki, abituata da sempre al cibo umano. Dopo aver mangiato, lei e Kaname si trasferirono nel piccolo salottino nell'ala ovest della casa: qui si gettarono a capofitto nella storia passata dei vampiri, di cui Yuuki sapeva qualcosa grazie alle lezioni di Aidou, e ben presto i due finirono col discutere dell'origine dei vampiri purosangue e del casato Kuran. "Non riesco a capire, Oniisama. L'origine dei vampiri, intendo..." chiese Yuuki quando Kaname ebbe terminato di elencare le famiglie purosangue e i rispettivi componenti. "La storia della nostra razza non è semplice da spiegare. Vedi..." iniziò a spiegare Kaname quando, improvvisamente, Hanabusa entrò nella stanza, in evidente agitazione e con una lettera sporca di sangue in una mano.

"Nobile Kaname, sono desolato non era mia intenzione disturbare voi e la principessa Yuuki, ma c'è una questione molto urgente che richiede la vostra presenza. Inoltre, è importante che leggiate questa" disse Aidou inchinandosi e porgendo poi al nobile vampiro la misteriosa lettera insaguinata.

"Perdonami dolce Yuuki. Ti avevo promesso una giornata da passare insieme" disse Kaname stringendo forte a sè la sua piccola vampira.

"Oniisama mi ha già regalato parte del suo tempo" rispose lei tutta rossa, cercando la forza di sorridere.

Kaname abbandonò la stretta e le prese il viso tra le mani. I suoi occhi si incollarono a quelli di lei, così grandi, così irreparabilmente tristi e lui non osava dirle che non vi era motivo per provare così tanta tristezza, perchè le avrebbe mentito. Avvicinò le labbra a quelle di lei e la baciò con delicatezza, poi, alzatosi dal divano, prese la lettera che Aidou gli porgeva e si diresse verso la porta. Aidou si rialzò solo per chinarsi una seconda volta, in segno di congedo, e seguì Kaname fuori dalla stanza. Yuuki era di nuovo sola. Sola e preoccupata... C'era qualcosa di strano nel tono di Aidou, che faceva presagire qualcosa di grave, e quella lettera macchiata di rosso... Annusò l'aria, come per cercare un residuo dell'odore del sangue sulla carta che pochi istanti prima era così vicina. Il profumo che riuscì a percepire, però, non poteva provenire che da svariate scie di sangue.
  
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