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Autore: abbey    17/09/2012    2 recensioni
Magari non eravamo perfetti,ma almeno potevamo essere sbagliati insieme.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Ciao,io sono Nicholas. Tu come ti chiami?»
«Haven.»
«Come si scrive il tuo nome?»
«Acca,a,vi,e,enne.»
«Come il Paradiso. Però senza un “e”.»
«Sì,proprio così.»

«Che cosa leggi?»
«Un libro.» non l’avrei mai detto,guarda.
«Pensavo leggessi una nave ma mi hai aperto un mondo,grazie. Che hai oggi,Vee?» aveva la fronte aggrottata e quando lo faceva c’era sempre qualcosa che la turbava o la infastidiva o la innervosiva.
«Niente. Tutto okay.» e detestavo quando mi mentiva in quel modo. Era palese che non fosse tutto okay e ancora più palese era il fatto che non volesse dirmi cosa avesse.
«Va bene. Allora se è tutto tranquillo,normale diciamo,posso sedermi qui accanto a te e parlarti tanto da sfinirti ed estorcerti tutto ciò che non vuoi dirmi. Giochiamo così?» un sorrisino beffardo si aprì lentamente sul mio viso e – come previsto – si innervosì ancora di più. Chiuse di scatto il libro pesante che aveva tra le mani sollevando una piccola nuvola di fastidiosa e innocente polvere e mi guardò con quello sguardo pungente che – come ogni santissima volta – mi trafiggeva il viso.
«Se non vuoi che ti mandi subito in quel posto che ormai dovresti conoscere alla perfezione faresti meglio a levare il tuo culo da questo divano e dissolverti nell’aria di questa giornata di merda.» sì,avevo scelto proprio il giorno peggiore per andarla a trovare. Ma andava bene lo stesso,d’altra parte farla arrabbiare era il mio forte e portare via il suo fastidio era il mio compito.
«Oggi non mi va di andare là,sto bene qui di fianco a te.» il suo sguardò di addolcì un poco e dopo aver piegato la testa di lato e avermi osservato circa dieci minuti sorrise,tornando al suo libro impolverato.
«Sai,stavo pensando di chiedere a Jami di uscire. Insomma,è una bella ragazza e me lo chiede da tanto tempo!» stavo osservando il mio cellulare ma la vidi irrigidirsi al mio fianco e gettare via quel libro maledetto una volta per tutte. Proprio la reazione che volevo.
«Chi è questa?» acida,la ragazza.
«L’ho incontrata un paio di mesi fa al corso di biologia e da allora ci sentiamo spesso.»
«E ti piace?» sorrisi ancora una volta,molto più che felice di vedere quella reazione da parte sua. Le avevo provate tutte per cercare risposte alle mie domande,per trovare dei segnali,per capirci di più in questo rapporto tra me e lei.
«Certo!»
«Prima di tutto levati quel fottutissimo sorrisino dalla faccia. Seconda cosa,ma non meno importante: perchè non me ne hai mai parlato,Nicky? Pensavo ci dicessimo tutto,pensavo non ti vergognassi.» i suoi occhi si stavano lentamente piegando in una triste smorfia e il suo tono era improvvisamente calmo e sinceramente dispiaciuto. Aveva spesso questi sbalzi d’umore e questo mi impediva di capirla fino in fondo,di dire “la conosco davvero bene quella ragazza” e mi impediva anche di non amarla così com’era.
«Bè pensavo non ti interessasse. Ultimamente mi tratti da schifo e non so più cosa siamo, io e te
«Non è assolutamente vero!»
«E invece sì e lo sai anche tu!»
«Ma chi c’era con te quando avevi bisogno d’aiuto? Chi c’era con te quando quella sera sei tornato a casa con le lacrime agli occhi perchè stavi male,tanto male da non riuscire neanche a respirare? Chi ti è stato vicino anche quando eri fottutamente solo?Eh? Eh,Nicholas,chi?» lei,ovviamente lei. Haven – senza una “e” – che conoscevo da undici assurdi anni.
«Tu.»
«Meno male.»
«Ma questo non vuol dire che io non possa uscire con altre ragazze ed avere la mia vita. E che tu non possa fare lo stesso. A volte vengo qui e mi tratti come se fossi l’unico essere vivente sulla faccia della terra mentre altri giorni quasi non mi guardi in faccia e mi rispondi da schifo. Io,boh,io non lo so. Non ti capisco,davvero,proprio non ti capisco.»
«Forse quello che non hai capito è che per me tu sei davvero l’unico,Nicholas. E non lo hai capito perché non ascolti,non fai altro che fare questi stupidi giochetti per capire se tu mi piaci davvero o se faccio finta. Non vieni qui a chiedermi “ehi Haven,io ti piaccio?”. No,tu preferisci perdere tempo a fare i tuoi inutili esperimenti che non ti hanno comunque fatto capire niente. Parlami,ascoltami,insultami ma non scherzare,non prendermi in giro. È mille volte peggio e non te ne rendi conto.» si accasciò sul divano e si coprì la faccia con il cuscino. Pensavo fosse lei a non capire ma in realtà ero io,lo stupido.
«Haven,dio,mi dispiace.» era in lacrime.
«No,non ti dispiace. Io non so se quella Jami sia vera oppure se faccia parte di uno dei tuoi soliti piani ma se davvero ti sta aspettando in camera tua,allora vai pure da lei.» e sparì.

Ero attaccato al suo campanello da circa trenta minuti e avevo le mani ormai congelate.
Era la giornata più fredda nella storia delle giornate fredde di gennaio e anche se rischiavo l’ibernazione,decisi comunque di aspettare fuori dalla porta finchè non fosse uscita.
Ad ascoltarmi o a picchiarmi o a fare qualsiasi altra cosa.
L’importante – la cosa fondamentale – era che uscisse.
O che mi facesse entrare,sarebbe stato ancora meglio.
Stavo per suonare di nuovo quando le chiavi della macchina mi caddero nella neve e dovetti quasi tuffarmi dentro al buco che avevano fatto per riuscire a recuperarle.
Stavo sudando come un cammello,le maniche arrotolate fino al gomito e il sangue si era impossessato della mia testa quando un «ti serve una mano?» uscì dalla sua bocca veloce e piatto.
Mi alzai scatto – un po’ per lo spavento e un po’ per l’emozione – ma lo feci decisamente troppo in fretta perché la testa cominciò a girarmi e caddi a peso morto all’indietro,nella neve,sollevando una nuvola bianca di ghiaccio che la investì completamente.
«Nicholas,oddio,stai bene?» no,avrei voluto dirle.
«Sì,più o meno. E tu?» uscì dalla mia bocca.
«Credo di sì.» uscì dalla sua.

«Scusa,mi dispiace di averti causato tanto disturbo. Non volevo arrivare a questo,credimi.» Ero seduto davanti ad una tazza di cioccolata calda,avvolto in una coperta enorme con un paio di vecchi pantaloni e una maglietta sporca di tempere addosso. I miei vestiti erano appesi sopra al camino,insieme ai suoi.
«Non preoccuparti,è tutto okay,non ti avrei comunque lasciato là,in mezzo alla neve,coperto fino al collo.» rise leggermente al pensiero della scena vista circa un’ora prima e io la imitai.
«Già.»
«Che ci facevi qui fuori?» non mi guardava in faccia e osservava solo il fuoco,troppo rosso e scoppiettante per i miei gusti.
«Bè,ecco,ero venuto a parlarti. E a chiederti scusa.»
«Scusa? E perché?»
«Guardami negli occhi,Haven. E dopo ti risponderò.» sospirò e alzo lentamente la testa,facendomi osservare quei due occhioni neri che avevo sempre amato alla follia.
«Io sono davvero innamorato di te. E mi scuso perché è vero,usavo stupidi giochetti per cercare di capire i tuoi pensieri invece che sedermi accanto a te e parlarti normalmente. Avevo solo paura che mi dicessi “no guarda,tu non mi piaci affatto e non possiamo più vederci,io e te”,era un tormento,ogni notte mi svegliavo dopo incubi assurdi. Come avrei fatto senza di te? Cosa sarei stato senza la mia migliore amica? Senza l’unica donna che io abbia mai davvero amato? So bene che non avrei dovuto tenere tutto dentro per tutti questi anni,ma era solo un modo per proteggermi. E sono stato un egoista perché mentre pensavo a me,stavo ferendo te.»
«Tu non mi hai ferita,Nicky. Tu mi ami e io ti amo. Cosa c’è di sbagliato in questo? Cosa c’è di sbagliato in due persone che vogliono solo volersi bene senza doversi preoccupare di perdersi e non trovarsi più? Lo capivo che cercavi di chiedermi proprio quella cosa ma come facevo ad esserne sicura al cento per cento? È per questo che a volte ero fredda,distaccata,acida. Perché mi infastidiva il fatto che non potessimo avere ciò che volevamo. E siamo stati due stupidi. E sì,abbiamo sbagliato,ma almeno lo abbiamo fatto insieme. No?» Sorrisi e lei fece lo stesso e per un momento pensai che il fuoco a cui ero seduto davanti si fosse materializzato nei suoi occhi e volesse avvolgermi per non lasciarmi mai più.

Magari non eravamo perfetti,ma almeno potevamo essere sbagliati insieme.
  
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