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Autore: voiceOFsoul    17/09/2012    2 recensioni
Il Capitano Cory Knight è per l'ennesima volta costretto ad andare ad interrogare la signora Richardson, strana vecchina dagli occhi azzurri e la pelle rosea che le donano un'aria angelica, nella cui casa dal portico rosso molte indagini l'avevano portato, sempre senza risultato. Stavolta il caso riguarda David Richardson, un cugio della nonnina.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 - No, Capitano. Si sta sbagliando. David sta bene. - 
La donna sorrise così candidamente che al Capitano Cory Knight sembrava di essere tornato bambino e di avere di fronte la sua adorata nonnina che gli aveva appena preparato i biscotti. Gli occhi azzurri, nascosti da grandi occhialoni quadrati di osso maculato con le lenti con una sfumatura leggermente scura, erano ridenti. La pelle chiara e rosea sembrava molto più giovane di quanto non fosse e solo qualche ruga la segnava al contorno degli occhi e delle labbra, rigorosamente tinte di un rosso laccato. Piccole perle color avorio le adornavano i lobi un po' cadenti e il collo su cui l'età era stata meno clemente. 
- Le dico che David sta solo dormendo in camera sua. - Emanava una luce serena e rilassante. Il Capitano Knight si aspettava da un momento all'altro di vederla alzare da quella poltrona a fiori e correre in cucina a preparargli dell'ottimo the. 
- Signora Richardson, David quando è andato a dormire? - Glielo chiese col maggior tatto che riuscì a mostrare.
- Oh, ma che domande! Ieri sera. E quando se no? -
- Signora Richardson, che giorno è oggi? -
- Il 3 Febbraio, ovvio. Signor Capitano, sicuro di sentirsi bene? - La signora assunse un'aria preoccupata.
Cory si sentì davvero come se lo strano in quel momento fosse lui e non la vecchietta che aveva di fronte e il cui calendario era rimasto indietro di ben due settimane. - Signora Richardson, oggi è il 17 Febbraio. -
L'anziana signora scoppiò in un'allegra risata. - Ma che va farneticando? Io compio gli anni il 15 Febbraio. Lo saprei se il mio compleanno fosse già passato, non crede? -
- Ha già avuto prima questi vuoti di memoria? -
- Ma quali vuoti di memoria? - Sembrò agitarsi. Premette le mani contro i braccioli della poltrona e, non senza qualche difficoltà, si alzò. - Signor Capitano mi dispiace, ma adesso devo proprio iniziare a svolgere i miei lavori di casa. Sa com'è per noi nonne. Abbiamo sempre da pulire e da sistemare e da cucinare per famiglia e pargoli. - 
Cory la seguì mentre andava zoppicando verso la cucina. I suoi uomini erano lì al lavoro, ma la donna non sembrava badargli. Erano tutti armati di guanti in lattice alla ricerca di prove. David Richardson era sparito da tre giorni e tutte le tracce portavano a quella casa. 
Non era la prima volta che Cory Knight si trovava a discutere con quell'anziana donnina con l'aria tanto angelica che caratterizza le nonne. Strane voci correvano sulle sue abitudini e strani avvenimenti la vedevano immischiata. Ma ogni indagnine che entrava in quella casa dal portico rosso sembrava essere destinata a finire in un buco nero. Quella volta, però, il Capitano Knight era pronto a giocarsi la testa che tutto ciò che c'era da scovare doveva essere lì, dentro quelle mura. Troppe sparizioni avevano un legame con la signora Richardson per non credere che c'entrasse anche con quella del cugino che abitava in casa sua da più di un anno. 
La guardò ondeggiare per la cucina aprendo vari sportelli e preparandosi per iniziare a cucinare. Dispose un bel tagliere in legno chiaro sul tavolo. Quel tagliere doveva averne viste di tutti i colori e doveva essere da parecchi anni in quella cucina perché era molto scheggiato e al centro una grande macchia scura ormai predominava. La signora aprì il frigo e ne estrasse un grande incarto bianco. Scartò la carne, un unico grande pezzo di purissima carne bovina, e la scaraventò quasi sul tagliere. Il Capitano la osservò attentamente mentre tutta sorridente palpava quella carne rossa visibilmente tenera. 
L'anziana aprì spensieratamente il cassetto accanto al frigo e ne estrasse due coltelli parecchio lunghi che affilò strofinandoli tra loro. Iniziò a tagliare la carne con precisione quasi maniacale. Quattro fettine sottili e perfettamente identiche tra loro. Poi riavvolse la carne nel suo incarto bianco e la ripose in frigo. Quando si voltò aveva in viso un'espressione che per qualche istante terrorizzò Cory. Uno sguardo iniettato di piacere malsano. Il sospetto, se mai si fosse attenuato, tornò a stuzzicare l'istinto del Capitano Knight. 
Un attimo dopo gli occhi della Signora Richardson erano di nuovo azzurri e cristallini. - Signor Capitano, lei e i suoi uomini volete trattenervi per pranzo? - Di nuovo quel sorriso da nonna che offre biscotti, ma stavolta Cory Knight ne fu turbato invece che distratto. 
- No, signora. Non si disturbi, noi andiamo via e la lasciamo alle sue faccende. - Sorrise, il Capitano. Ci mise tutto l'impegno possibile per apparire sereno. 
Invitò i suoi uomini a lasciar perdere qualsiasi cosa in cui si fossero impegnati e a seguirlo fuori. Il suo fiuto da vecchio lupo della polizia forense gli aveva dato un suggerimento che voleva cogliere al volo. Comandò di sgombrare il campo. Qualsiasi uomo in divisa e qualsiasi mezzo dovevano scomparire dai dintorni di quella casa da portico rosso. Solo lui restò nelle vicinanze, ovviamente ben nascosto per non poter essere visto nemmeno tramite le finestre di quella casa.
La aggirò del tutto e si ritrovò di fronte al garage chiuso da una pesante saracinesca grigia. Non vi era modo di entrarvi senza sollevarla e, anche se ci fosse riuscito, il rumore che avrebbe provocato l'avrebbe sicuramente fatto scoprire.
Continuò ad aggirarsi con cautela nel giardino posteriore. Scoprì che c'era un'altra entrata per il garage, una porticina sul retro, molto più pratica e meno rumorosa. La forzò cercando di non far troppo rumore ed entrò. 
Non era il garage, ma una stanza altrettanto buia. Quello che lo colpì però non fu il buio, quanto il fetore che ne fuoriusciva. Si coprì il naso mentre cercava a tastoni lungo il muro qualcosa che accendesse la luce. Trovò un piccolo pulsante che al tatto non sembrava proprio un interruttore per la luce. Fu indeciso, ma alla fine rischiò. Il bottoncino si rivelò davvero un interruttore e una luce giallognola e tremolante illuminò il tetro spettacolo di quella camera in cui pezzi di corpi in decomposizione di animali e uomini si mescolavano amabilmente. Sopra la grande catasta, un corpo ancora abbastanza fresco padroneggiava. Un uomo sulla quarantina con in dosso un paio di jeans chiari e una camicia a quadri sui toni del blu e dell'azzurro con le maniche tirate su fino al gomito. Le lettere elfiche tatuate sull'avambracco non lasciavano dubbi. Si trattava di David Richardson e ad ucciderlo era stata la sua cugina anziana e dolce che, rimasta vedova, lo aveva accolto in casa come un nuovo figlio. Stranamente il suo corpo era l'unico ad essere ancora vestito ed intatto, completamente intatto. Probabilmente non aveva avuto tempo o voglia per completare l'opera. Una domanda tormentava la mente del Capitano Cory Knight. Come aveva fatto una vecchina zoppicante ad uccidere uomini forti e vigorosi molto più di lei. 
Improvvisamente un dolore forte e pungente al collo scosse il Capitano che si voltò in tempo per vedere di nuovo lo sguardo iniettato di piacere malsano della vecchia Signora Richardson. Una siringa gli era stata conficcata nell'incavo tra la il collo e la clavicola. La zona iniziava a pulsare e bruciare terribilmente mentre le forze pian piano scorrevano via dal suo corpo. In meno di un minuto, senza neanche il tempo di urlare, Cory Knight era sul pavimento di quella vecchia stanza sobbalzante per un piccolo attacco epilettico. Poi si accasciò completamente molliccio, come un pesce a cui viene estirpata la lisca. 
- Buonanotte Capitano Knight. Fosse stato meno curioso i suoi figli avrebbero avuto un padre con cui crescere. - Un sorriso rosso, beffardo e maligno si dipinse su quella pelle di cristallo. Poi andò via sbattendo la porta alle sue spalle.
   
 
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