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Autore: Nimue_    17/09/2012    12 recensioni
Jem aveva accarezzato i capelli del suo amico a lungo, aspettando che si addormentasse, rabbrividendo appena quando il respiro di Will gli solleticava il petto. "Dovessi prenderlo a pugni per una vita intera," aveva detto prima di raggiungerlo nel sonno, "quel muro lo farò crollare."
[Jem/Will]
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: William Herondale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Clockwork City'
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will jem

A Viola, Rò, Yume, Drew e Charly. 

Rises a wall
- Sorge un muro -


«Avevo paura che saresti rimasto solo all'interno del muro.
Ma ora qualcosa è cambiato. Non so perché, ma so che è vero.
Il muro sta crollando.»
"IL PRINCIPE", JEM E WILL.

- Il tuo letto sembra più comodo del mio, più morbido.-
Will lo aveva borbottato dopo essere sgattaiolato in camera sua per la prima volta, quando il cuscino era ancora più grande di lui e stringerlo tra le braccia lo faceva apparire goffo e impacciato. Si era intrufolato a piedi scalzi, per non fare rumore, e aveva pregato tutti gli spiriti del Galles che James si fosse già addormentato. Invece, quando era entrato, i suoi occhi striati d'argento erano ancora aperti, e Jem lo aveva guardato con la solita espressione da grande stampata sul visetto pallido, come un adulto che ha a che fare con un poppante.
- Posso chiedere alla signora Charlotte di lasciarti la mia stanza. - aveva risposto, facendo per scostare le coperte e alzarsi, ma qualcosa nello sguardo di Will lo aveva fermato.
- No, resta, se ci sei tu il letto è più comodo. -
- Com'è possibile? -
- Ti dico che è più comodo e basta! -
Gli occhi di Will non gli erano mai parsi tanto lucidi e innocenti, come se fosse stato sul punto di mettersi a piangere. Forse temeva un rifiuto, aveva pensato, forse credeva che Jem non lo volesse lì con lui. Che nessuno lo volesse.
- Huānyíng, sei il benvenuto allora. - aveva annuito con voce solenne come tante volte, in Cina, aveva sentito fare al suo Fùqīn.
Da quella volta William aveva dormito con lui infinite volte, all'inizio dall'altro capo del letto, rannicchiato su se stesso, poi sempre più vicino. Il giorno in cui erano diventati parabatai, invece, Will si era spinto verso di lui e lo aveva stretto forte, sonnecchiando sulla sua spalla, con le gambe intrecciate alle sue.
- Adesso non puoi più andare dove non vado io, James, lo hai promesso. -
Jem avrebbe voluto mettersi a ridere; quando Will la smetteva di tagliare fuori il resto del mondo, cosa che succedeva solo di sera, nella sua stanza, era facile capire che ci fosse qualcun altro dietro quel muro d'arroganza che si era costruito attorno. Una persona diversa, sola.
- L'abbiamo promesso entrambi. -

Jem aveva accarezzato i capelli del suo amico a lungo, aspettando che si addormentasse, rabbrividendo appena quando il respiro di Will gli solleticava il petto. Dovessi prenderlo a pugni per una vita intera, aveva detto prima di raggiungerlo nel sonno, quel muro lo farò crollare.

Quella notte, quando Will entrò nella sua stanza senza nemmeno bussare, non erano più bambini da lungo tempo. James era cambiato, consumato dalla malattia, i capelli morbidi resi argentei dall'yin fen, ma il sorriso sulle sue labbra non si era ancora arreso alla morte: aveva trovato la donna che amava, l'avrebbe sposata. Era felice.
- Will, sei tu Will? - chiese nel buio, l'ombra di una risata nella voce. Il cacciatore non rispose, ma Jem sapeva che era lui. Lo capiva dal profumo di pioggia e di carta bagnata, dal battito furioso del suo cuore.
Sentì la stoffa che scivolava dalle spalle del suo parabatai, gli stivali infangati venire abbandonati sul pavimento della camera e qualche goccia d'acqua quando Will si scrollò i capelli bagnati. Attese. Quando finalmente Will scivolò nel suo letto, James aprì le braccia, pronto a riscaldarlo.

- Hai passato un'altra nottata a fare su e giù per le vie gelide di Londra, non è vero? -
Ancora nessuna risposta.
- William? - 
Jem si girò su un fianco, confuso, chiedendosi perché il suo parabatai non si fosse ancora avvicinato a lui. D'improvviso gli sembrò di aver assunto una dose eccessiva di yin fen, causa di dolore atroce per tutto il corpo, solo che, stavolta, il dolore lo sentiva dentro, nel cuore. Will gli dava le spalle, rannicchiato al limite del letto, il più lontano possibile da lui. Proprio come la prima volta che ci era sgattaiolato dentro, quando erano pressoché due estranei.
- Will, va tutto bene? -
Un gemito echeggiò nella stanza, o avrebbe potuto essere un singhiozzo, Jem non ne era sicuro.
- Voglio solo.. - la voce di Will si incrinò come sotto un peso grave di parole non dette e di muti segreti.
- Posso stare qui, stanotte? - mugugnò.
Qui, ma non vicino a te.
- Huānyíng, sei il benvenuto, naturalmente. -
- Vuoi dirmi qualcos'altro,William? - chiese infine, sapendolo sveglio.

La paura che Will si allontanasse da lui lo tormentava. Si era rotto qualcosa tra di loro, Jem lo aveva capito subito, ma Will non doveva andarsene, non doveva andare dove lui non poteva seguirlo, avevano promesso. Non poteva tornare a nascondersi dietro un muro.
- Il tuo letto è più comodo del mio. - sussurrò Will.
Jem fissò la sua schiena per quelle che sembrarono ore, aspettando che il suo parabatai si decidesse a girarsi e a stringerlo a sé. Non lo fece.
Una lacrima gli rigò la guancia fino a fargli prudere il mento, ma decise di non raccoglierla, per vedere se lo avrebbe fatto Will. Non fece nemmeno quello.
Il muro, quello che Will si era costruito intorno, stava crollando, come lui stesso gli aveva detto. Ci aveva creduto davvero, aveva pregato Raziel, Raphael e tutti gli angeli del cielo affinché ciò che divideva Will dal resto del mondo potesse disintegrarsi, lasciando uscire fuori quello che provava davvero. Aveva sperato che il suo parabatai fosse libero di uscire allo scoperto per quello che era realmente, che fosse disposto a lasciarsi amare.
- Qiángbì dǎotā -
Il muro stava crollando, ma Will ne stava costruendo uno ancora più grande. E lui non era sicuro di riuscire a distruggerlo.







Cinese/Italiano
Fùqīn: padre.
Huānyíng: benvenuto.
Qiángbì dǎotā: il muro sta crollando

Note: non ho guadagnato un briciolo di autostima dalla mia ultima storia, quindi vi evito la parte dove dico che la shot fa schifo e tanti saluti. Lo faccio anche perché Jem e Will meritano di più,
perché il loro è un amore perfetto, un sentimento meraviglioso. Li amo, il caso è chiuso, altrimenti andrei avanti per ore. Chiarisco due cosette:
- La storia si bassa sullo splendido dialogo che avviene tra Will e Jem ne "Il Principe" a pagina 251, che si conclude con la frase "Il muro sta crollando".
- La prima parte è ambientata in un passato antecedente ai fatti narrati in TID, infatti è al trapassato prossimo, la seconda dopo che Tessa ha deciso di sposare Jem nonostante Will si fosse dichiarato.
Chiedo scusa per l'OOC in caso questo sia presente, per il resto ringrazio Viola, Yume e Drew che mi hanno convinto a postarla. Siete fantastiche, come sempre. Grazie anche alle 25 persone che
mi hanno tra gli autori preferiti, un bacio. Ah, tra un mesetto esce COLS! Pronte a perdere la vostra anima?




   
 
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