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Autore: tomlinson inside    17/09/2012    7 recensioni
Solo quando Luce guardò Daniel e vide l'espressione preoccupata nei suoi occhi che gli appoggiò le mani sul petto e spinse la propria bocca contro quella dell'amico.
una one shot sul dopo rapture.
attenzione:puòcontenerespoiler
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«- Segui biologia cellulare questo semestre? - s'informò lui. - Nemmeno per sogno. Ne sono uscita viva per un pelo al liceo. - Luce lo guardò, guardò i suoi occhi che avevano decisamente una sfumatura violetta quando lei gli disse: -Perché me lo chiedi? - Daniel scosse la testa, come se stesse pensando a qualcosa che non voleva esprimere ad alta voce - E' solo che... hai un viso familiare. Avrei giurato di averti già conosciuta da qualche parte
 
 
 
Luce si sistemò nervosamente sul sedile dell'auto e riprese a guardare fuori dal finestrino. La città le passava accanto mentre l'auto sfrecciava sull'asfalto. La primavera era alle porte e la ragazza riuscì a scorgere qualche macchia verde di qua e di là. Posò la fronte sul finestrino e notò con sua grande sorpresa che era gelato. Si scostò velocemente da esso e prese a guardare la strada davanti a lei. Daniel accanto a lei guidava l'auto con lo sguardo fisso verso la strada, mani ferme sul volante, tanto che le nocche gli erano diventate bianche. I capelli biondi gli ricadevano sulle tempie, tanto che in alcuni momenti il ragazzo se li doveva scostare dalla faccia perché gli facevano il solletico al lato degli occhi. La ragazza lo fissò un attimo e quasi come se lui avesse notato gli occhi di lei su di lui si girò quell'istante per ammirarla, sorriderle e ritornare con lo sguardo sulla strada. Daniel le posò una mano calda e confortante sulla coscia. A quel tocco la ragazza si rilassò sul sedile e sospirò. Quando il ragazzo riportò la mano sul volante Luce si sentì di nuovo vuota, coma poco prima. 
Nessuno dei due aveva aperto bocca da quando erano partiti, forse perché Luce aveva paura di disturbare l'amico o molto probabilmente perché non aveva niente da dire, ma si era lo stesso stupita quando nemmeno Daniel aveva aperto bocca. Nora le aveva offerto di restare in camera a spettegolare sui ragazzi, ma Luce preferiva passare una giornata fuori col suo migliore amico. 
Da quando si erano conosciuti in lavanderia tanto tempo fa erano diventati subito amici. Daniel la sapeva ascoltare come nessun'altro, sopratutto quando si doveva lamentare con qualcuno di quanto era casinista Nora. Il ragazzo la ascoltava sempre col sorriso sulle labbra e sapeva sempre cosa dire. Sapeva farla stare bene come nessun'altro. 
Ogni volta che lo vedeva fra i corridoi il suo cuore batteva un colpo; era come se l'avesse già conosciuto, come se sapesse già tutto di lui, ma allo stesso tempo non lo conosceva affatto. Era la stessa sensazione di quando le prudeva il naso e non se lo poteva grattare, come quando aveva la parola sulla punta della lingua ma questa si rifiutava di uscire, solo che quando vedeva Daniel tutto ciò era raddoppiato. Ci aveva quasi fatto l'abitudine, ma a volte il cuore la prendeva alla sprovvista e la faceva stare male.
"Stiamo quasi per arrivare Luce, non ti preoccupare" Daniel le sorrise, o meglio, sorrise alla strada. Aveva paura di distrarsi quel giusto da coinvolgere Luce in un incidente. 
Distraeondola dai suoi pensieri la ragazzi annuì fermamente. 
La notte era già calata da un pezzo e i ragazzi stavamo cominciando a salire lungo la collina. 
Quando Daniel la vide la prima volta gli mancò il fiato, ma non per la sua straordinaria bellezza, ma qualcosa nel pettò che non gli permise di respirare. Era come se un incudine gli batteva incostantemente sulle tempie, mentre il cuore gli diceva che la conosceva. Ma era una considerazione stupida visto che non l'aveva mai vista in vita sua. 
La seconda volta che si videro allora decise di dirglielo, magari lei si ricordava, ma niente. Si sentiva come un vuoto nello stomaco, dove le farfalle nello stomaco si erano oramai estinte. Anche lui, come lei, piano piano ci fece l'abitudine, ma era sempre strano stare con lei. 
"Ora chiudi gli occhi" si permise si guardarla per sorriderle in modo rassicurante. Luce non protestò né niente, si fidava di lui. 
Dopo poco che i suoi occhi furono chiusi la ragazza sentì il motore della macchina spegnersi. Si erano fermati. Finalmente, pensò la ragazza. 
Luce non si mosse, aspettava ordini da Daniel. Il ragazzo scese dall'auto e con una piccola corsetta, passando da dietro la vettura, raggiunse lo sportello della ragazza. Tirò la maniglia e la prese per mano. Luce si lasciò guidare da quella stretta e delicata allo stesso tempo forte e tanto meno familiare. 
Luce sentiva i sassolini che le se si infilavano nella suola delle converse nere mentre Daniel la continuava a guidare sollecitandola di non aver paura. Ma Daniel sapeva che lei non avrebbe avuto paura di nulla se lui era al suo fianco. 
Di colpo il ragazzo si fermò e così facendo fermò anche l'amica. Luce, con gli occhi ancora chiusi, si chiese dove erano arrivati. Quando Daniel, da dietro, le coprì gli occhi con le mani sfiorandole le palpebre e le ordinò dolcemente di aprire gli occhi lei li aprì.
Buio. Fu solo quando il ragazzo le spostò le mani dagli occhi che vide la città estendersi in tante lucine gialle. Era piccola vista da lì, ma la notte la rendeva estremamente bella. Se facevi attenzione riuscivi a scorgere i fanali delle auto che si allontanavano per le vie del centro. 
"E'-è bellissimo" riuscì solo a balbettare la ragazza. Ma non era tutto. Quando Luce si girò verso Daniel il ragazzo stava guardando verso l'alto. Il cielo era costellato di stelle. Sembrava quasi di vagare nello spazio, bastava solo liberare la mente da tutti i problema che l'affollavano. Se avesse frequentato il corso di astronomia avrebbe certamente riconosciuto qualche costellazione. Era la cosa più bella che avesse mai visto. 
Daniel senza farsi vedere (in prima cosa, per non distrarre la ragazza, in seconda, doveva essere una sorpresa) sì avviò verso il bagagliaio dell'auto ed estrasse un mazzo di fiori.
Peonie, per la precisione bianche. Daniel guardò loro con ammirazione, più per se stesso che per altro. Era sicuro che a Luce sarebbero piaciute.
Intanto che la ragazza, ancora a bocca aperta e ancora troppo scioccata per dire qualcosa, guardava ammaliata le stelle Daniel le si parò davanti, con i fiori dietro la schiena. 
"Dio, Daniel, è bellissimo qui. Grazie" la ragazza aveva ancora lo sguardo fisso sul cielo.
"Oh... di niente" imbarazzato il ragazzo le sorrise, ben sapendo che lei non poteva vederlo.
Daniel portò davanti a sé le peonie e la ragazza decise finalmente di abbassare lo sguardo. Per prima cosa guardò dritto negli occhi di Daniel che adesso il loro colore porpora era diventato vivido come non mai. Luce riusciva perfino a vedere l'universo solo guardando i suoi occhi. Poi abbassò lo sguardo sui fiori. Rimase per una attimo perplessa. Come faceva Daniel a sapere che quelli erano i suoi fiori preferiti?
"Daniel..." sembrava turbata.
"Cosa?" gli occhi del ragazzo aveva perso la profonda intensità acquisita poco prima "Io... cosa? Cioè insomma, cosa ho fatto?" sembrava dispiaciuto. Luce continuava a fissare i fiori senza dire una parola "Se è per i fiori, li posso buttar via. Cioè, se non ti piacciono, cioè... pensavo di sarebbero piaciuti." Il ragazzo fece per buttarle a terra, ma la ragazza lo fermò, lo guardo fisso sulle peonie. Prese loro in braccio come se fossero un bambino, attenta a non spezzare i petali. 
"No, Daniel, cosa fai?" gli chiese in tono calmo. Aveva ancora lo sguardo fisso sul ragazzo, incanta più da Daniel che dai fiori "Scherzi? Sono bellissime. Come facevi a sapere che i miei fiori preferiti sono le peonie? Per di più bianche..."
Daniel sembrava confuso "Davvero? Oh, io non lo sapevo, sono solo andato a intuito. Dentro di me (precisamente qui)" indicò il cuore "c'era una vocina che mi diceva che sarebbero state perfette. Il bianco riflette il colore dei tuoi capelli. Sono bellissime... " indugiò un attimo prima di aggiungere "Tu sei bellissima" 
Luce lo guardò negli occhi. L'iride viola ardeva di passione. Luce arrossì e sperò che nel buio Daniel non la notò.  
Il ragazzo si avvicinò a lei, ma proprio quando le loro bocche si sfiorarono la ragazza si tirò indietro. Il cuore le batteva fortissimo, quasi stesse per esplodere, il fiato le si serrò in gola e le cominciarono a sudare i polpastrelli.
Daniel, confuso ancor più di prima, si portò una mano sui capelli per scostarseli dalla fronte. Notò il respire affannato di Luce e incominciò a preoccuparsi.
"Scusa, non volevo. Scusami Luce." sperò la ragazza accettesse le sue scuse. Non avrebbe dovuto spingersi a così tanto.
Luce aveva ancora lo sguardo a terra, le mani sul collo. Il cuore batteva verso Daniel, provocandole un dolore inimmaginabile. Le lacrime che le pizzicavano gli angoli degli occhi resero il tutto ancora più difficile. Luce si inginocchiò, contorcendosi per i dolori al petto. Il cuore che sfiorava appena le costole ad ogni battito cercava quello di Daniel.
Il cuore del ragazzo fece un balzo vedendola in quello stato. Si buttò su di lei circondandole le spalle con un braccio. Cercò di guardarla negli occhi ma la ragazza continuava a guardare verso terra. 
Solo quando Luce guardò Daniel e vide l'espressione preoccupata nei suoi occhi che gli appoggiò le mani sul petto e spinse la propria bocca contro quella dell'amico.
Daniel, colto alla sprovvista, spinse anche lui la sua contro quella di lei. 
I loro cuori fecere una giravolta all'unisono. Quello di Luce si calmò un attimo per poi riprendere a palpitare più forte. Daniel sussultò quando il suo di cuore prese a battere come mai era successo. Luce gemette, ma Daniel non ci fece caso e continuo a tenersela stretta. Le loro lingue che si rincorrevano senza mai acchiapparsi veramente. Daniel le prese le guance fra le mani e Luce cinse le proprie dietro il collo del ragazzo. 
Una luce
Luce, ancora con gli occhi chiusi e la bocca attaccata a quella di Daniel, vide una luce. Aprì contro voglia gli occhi e notò che l'unica luce che c'era era quella provocata dalle stelle. Li richiuse. Ancora quella luce. La ragazza non capì da dove provenisse. Varie figure si successero nella testa della ragazza. Lei vestita con vesiti cinquecenteschi, egiziani, in città che non era mai stata. La mente le stava per esplodere e fece per riaprire gli occhi, ma su solo quando apparve Daniel che decise di tenerli chiusi. Poi notò che accanto al ragazzo c'era qualcuno. Era lei. Si tenevano abbracciati. Il viso di lei affondato nel petto del ragazzo. Luce fremette e pensò che fosse un'illusione ottica. 
Delle ali. Possenti, bianche come il latte, soltanto a guardarle ci si sentiva protetti. Luce senza che neanche accorgersene sentiva un vuoto allo stomaco. Al compenso le farfalle le facevano un baffo.
Quelle ali... Per Luce fu come un ricordo remoto, cancellato a forza dalla mente. 
Daniel e Luce portavano le ali.  Ma che razza di scemenze le saltavano per la mente? 
 
Finalmente Daniel si staccò da lei e sorridendo la guardò negli occhi. 
Luce si specchio negli occhi del ragazzo, che solo a guardarli ti bruciavi, e vi ci vide riflessa. 
Un deja-vù.
- Se scieglierete l'amore una volta per tutte, dovrete rinunciare alla vostra natura angelica. Rinascerete un'ultima volta, come semplici  essere umani, mortali. Se accettate non ricorderete chi eravate un tempo, e non posso garantirvi che vi incontrerete durante la vostra vita sulla Terra. Vivrete e morirete come qualunque altra creatura mortale. -
Cercò di ricordare il più possibile, ma le era davvero difficile. Tante domande le si stavano affolando nella testa, domande a cui non poteva rispondere, perché non sapeva. Strizzò gli occhi sperando di ricordare di più. Daniel parve confuso. Sembrava un sogno, ma Luce vedeva chiaro, non c'era sfocature. 
"Daniel..." la ragazza guardava a terra. Erano ancora accasciati gli uni agli altri. 
"Che c'è?" sussurò il ragazzo disorientato. Cercò di guardarla negli occhi, ma la ragazza si opponeva. 
"Quando ti guardo negli occhi..." non riusciva a dirlo, era una cosa troppo ambigua "io, cioè noi..." deglutì a fatica, mentre notò che il petto di Daniel si abbassava e alzava in modo irregolare. Stava per piangere "Non siamo quello che sembriamo..."
Daniel sembrò vagamente sollevato "L'hai viste e sentite anche tu quelle cose?"
Luce alzò lo sguardo di scatto. Guardò Daniel negli occhi e fu come cadere nel sonno, tanto che si dovette arreggere al terreno per capire che era ancora salda a terra.
"Che cosa siamo?"
"Che cosa eravamo" la corresse Daniel 
"Non so..." Luce era disorientata
- Cosa c'è Daniel? Non vuoi? - - E' solo che hai appena avuto le tue ali. - Proprio per questo so di poterne fare a meno. Per avere te. Sei tu quello che dovrà rinunciarvi per sempre. Sei sicuro di quello che vuoi? - - Sempre -
"Sempre..." ripetè Daniel in un sussurro.
"S-siamo, eravamo a-angeli?" belbettò incredula Luce.
Daniel annuì fermamente, poi sorrise.
"Cosa c'è?"
"Ti ho sempre amata, per millenni non ti ho mai abbandonata." sembrava contento.
"Daniel... io..." Luce non riusciva a dirlo. 
"Sì?" la sollecitò Daniel
"Io ti amo." prese fiato.
"Anch'io ti amo, più di quanto non abbia fatto in tutti gli anni che ho vissuto."
 
E così Luce gli buttò le braccia al collo, Daniel affondo il viso nei suoi capelli e inspirò. Voleva assaporarla, sentire il suo profumo perforargli le vene. 
Luce si sentì per la prima volta da quando era nata protetta e al sicuro. Ancora non aveva capito che cosa era, ma non le importava, perché ora aveva Daniel ed era sicura che Daniel non l'avrebbe mai abbandonata e questo era quello che davvero importava.
 
Si erano sempre amati e stavolta il Trono si sbagliava. 



ciao a tutti :) 
spero che questa one shot vi piaccia e che lasciate un commento. 
se vi va recensite anche le altre mie os (scrivo solo os). 
se ce la faccio la prossima sarà una one shot a rating rosso ;)
ah, se ci sono errori di battitura mi scuso perché anche nella correzione non gli ho visti. 
baci,
-marti
  
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