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Autore: Harriet_    17/09/2012    2 recensioni
OS ACHELE!
Era un giorno come tanti altri, a casa Agron.
Il tempo trascorreva lento e inesorabile, seguendo cadenze fisse e regolari: sveglia la mattina presto, lavoro, ritorno a casa, cura della casa, a dormire.
Quella era diventata la routine per Dianna, da quando l’amore della sua vita non c’era più a rallegrarle le giornate.
Non c’era più perché il loro amore era considerato sbagliato, immorale, illecito dalla società.
Non c’era più perché, stanche di nascondersi, avevano deciso di separarsi.
Non c’era più perché non è vero che il bene trionfa sempre. A volte l’amore più grande deve arrendersi e fare i conti con una realtà ignorante e meschina.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Dianna Agron, Lea Michele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un giorno come tanti altri, a casa Agron.
Il tempo trascorreva lento e inesorabile, seguendo cadenze fisse e regolari: sveglia la mattina presto, lavoro, ritorno a casa, cura della casa, a dormire.
Quella era diventata la routine per Dianna, da quando l’amore della sua vita non c’era più a rallegrarle le giornate.

Non c’era più perché il loro amore era considerato sbagliato, immorale, illecito dalla società.

Non c’era più perché, stanche di nascondersi, avevano deciso di separarsi.

Non c’era più perché non è vero che il bene trionfa sempre. A volte l’amore più grande deve arrendersi e fare i conti con una realtà ignorante e meschina.

Erano questi i pensieri che affollavano la mente della giovane donna, mentre stendeva i panni sul balcone. E, mentre ripercorreva i momenti più belli trascorsi con la sua Lea, non riuscì ad impedire che una lacrima le scivolasse sul viso.

Non riusciva a capacitarsene, a distanza di un anno. Lea si era rifatta una vita, ora era la ragazza di Cory. Si vedeva subito che non era felice con lui. Cercava solo di autoconvincersi di aver dimenticato la storia con Dianna, cercava di sembrare disinteressata, ci teneva a far vedere che la rottura non l’aveva minimamente toccata.
Quando in realtà l’aveva spezzata.
Dianna lo sapeva. Loro si sarebbero amate per sempre, in silenzio, tra le lacrime, fingendo.
Era quello il loro destino.

La loro relazione durò all’incirca un anno. Inizialmente nessuno se ne accorse.
Poi le due andarono a vivere insieme, furono sorprese mentre si scambiavano sguardi e gesti che non lasciavano spazio a dubbi, e le voci si fecero sempre più insistenti.
Era evidente che fossero innamorate.
E questo non era accettabile, per la società.
Non due donne.
Non loro.

Furono costrette a dividersi. I ricordi di quel giorno erano ben nitidi nella mente di Dianna.

Era un pomeriggio di metà ottobre.
Pioveva, pioveva a dirotto.
Quasi il cielo sapesse quello che stava per succedere, e stesse attuando un ultimo, disperato tentativo di ribellione.
Ma quando il mondo prende una decisione, c’è ben poco che ognuno possa fare per fargli cambiare idea.


Le due ragazze si guardavano intensamente negli occhi, quasi sperando che i loro sguardi si incatenassero per sempre.
All’improvviso, Dianna prese il volto di Lea fra le mani e la baciò appassionatamente, stringendola sempre più forte, per rendere quel bacio eterno. Quel bacio intriso di amore travolgente, ma anche rabbia, sofferenza, dolore, ingiustizia.


Si staccarono, e Lea fece per correre via, ma Dianna la trattenne dal polso.
“Lea…” disse, mentre le lacrime che era riuscita fino a quel momento a trattenere cominciarono a sgorgare incontrollabili.
La mora alzò la testa, gli occhi sconfitti, sul volto un’espressione di dolore.
“…Sapeva troppo di addio.”
Lea la guardò un’ultima volta, poi corse via.
“Io lotterò! Lotterò per riaverti! E’ una promessa!” urlò la bionda con voce rotta, mentre l’altra era già lontana.
Lontana da lei, dalla sua vita, dal suo futuro. Per sempre.


Dianna si accorse solo in quel momento che era crollata a terra, esausta.
Aveva permesso che quei ricordi avessero la meglio su di lei, un’altra volta.
Aveva lasciato che le ferite si riaprissero, quelle ferite che non erano mai guarite, e mai l’avrebbero fatto.

Immersa nel dolore con il quale aveva imparato a convivere, in un primo momento non sentì la voce.
Non una qualsiasi.
Quella voce.
La voce che forse era meglio dimenticare.
La sua salvezza.
La sua rovina.
Lea.

Poi il suono si fece più vicino, più distinto.
Era indubbiamente lei.
Ma non poteva essere. O forse sì?

Dianna alzò lo sguardo, guardandosi attorno, poi la vide.
Era sempre lei. Quella figurina minuta e slanciata che aveva amato fino a sostituirla all’ossigeno.
Lei era lì, che correva a perdifiato verso il portone di casa sua, urlando il suo nome.
“Dianna! Dianna! Sono qui! Sono io! Sono tornata!” urlò una Lea emozionata e felice.

E le lacrime che fino a poco prima erano di dolore si convertirono in lacrime di gioia, e fu ancora più difficile controllarle.
Ma a Dianna non importava più niente.
Lea, la sua vita, il suo respiro, era tornata da lei.
Schizzò fuori dalla porta, scese le scale come un razzo, senza neanche preoccuparsi di infilare le scarpe, e le corse incontro.
Questa volta fu Lea a prenderle il volto fra le mani e baciarla, fino a che non le mancò il respiro.
Era un bacio completamente diverso da quelle che si erano scambiate l’ultima volta.
Questo era colmo di gioia, speranza, sollievo, emozione. Amore.
“Sono tornata per restare” mormorò Lea nell’orecchio della sua amata, mentre con la punta del naso seguiva i suoi lineamenti, che conosceva così bene.
Senza i quali non avrebbe potuto vivere.

In quel momento, a nessuna delle due importò cosa sarebbe accaduto in futuro. Se avrebbero dovuto nascondersi di nuovo, se ci sarebbero state complicazioni, se non avrebbero trovato la strada spianata.

Erano solo loro due.
Lea e Dianna.
Dianna e Lea.
Ed era tutto ciò che importava.













Nda



Tadaaan! Che ve ne pare? Ho scritto questa OS Achele perché fondamentalmente non avevo niente di fare (tutto pur di non studiare greco!).
Non so bene cosa ne sia uscito fuori, se possa piacere oppure no.
Sicuramente no, ma me ne farò una ragione.


Ah ecco, una cosa: in questa storia ho immaginato che tutti gli altri, la cosiddetta “società”, non apprezzassero il fatto che due donne stiano insieme.
Sappiamo tutti che in America hanno una mentalità molto aperta, ci sono numerose coppie omosessuali e la cosa non crea scandalo.
Quindi, probabilmente, se le Dianna e Lea della mia storia fossero state reali, non avrebbero avuto problemi a esternare il loro amore. Ma questa è una storia, per l’appunto.
E poi, mi piace pensare che l’Achele sia esistito ed esista tuttora :)


Beh, che dire, se mi lasciaste una recensioncina mi rendereste la persona più felice della Terra!

XOXO


P.S.: a un certo punto della OS ho messo una frase che ha scritto il nostro Chris Colfer in “The Land Of Stories”. Un biscottino a chi riesce a individuarla! ;)


  
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