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Autore: Enigmista96    17/09/2012    2 recensioni
«Con un calcio ben assestato buttò giù il portone, e giunto nella sala reale sguainò la spada e imbracciò lo scudo, pronto per lottare col malvagio stregone»
Una fata, il suo aiutante, uno stregone e..un gatto!
Cosa potrebbe accadere?
Una storia d'avventura venata di rosa che spero vi piaccia.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era una volta in una foresta incantata una fatina di nome Erika. Erika viveva con il suo amato, un elfo di nome Marco in una grotta incantata, nella quale preparavano e vendevano tutto ciò di cui si aveva bisogno nel villaggio vicino. Un giorno alla grotta arrivò stanco e malconcio un piccolo micio dal berretto verde. Erika decise di tenerlo e di chiamarlo Link. Da quel giorno il piccolo micio venne accudito e viziato, curato e coccolato,ignaro di ciò che il destino gli riservava. Proprio in quei giorni iniziò la più grande avventura che avesse potuto immaginare. Tutto cominciò quando il malvagio stregone Mefisto cominciò a interessarsi ai poteri magici della giovane fata. All'inizio le mandava lettere d'amore, ma non vedendosi ricambiato subentrarono le minacce e, dopo che la bella Erika ebbe ignorato anche queste ultime, Mefisto la rapì. Marco decise di andare a salvarla, prese pozioni e strumenti magici, inserì la spada d'argento fodero dorato e riccamente decorato e imbracciò lo scudo, infine si raccomandò con Link affinchè non combinare guai e tenesse sotto controllo il negozio. Quello che l'elfo non sapeva però era che il percorso da affrontare per arrivare al castello di Mefisto era arduo e pericoloso.
Infatti, fin da subito, si trovò ad affrontare il primo ostacolo, ovvero le gole delle anime dannate, chiamate così perché all'interno vi erano distrazioni illusorie e materiali e una volta caduti in trappola non si poteva più uscire e si rimaneva li per sempre a disperarsi. Ma il giovane elfo guidato dall'amore riuscì a superarle facilmente. Nemmeno il tempo di riprender fiato che dovette affrontare l'oceano della desolazione, un'immensa distesa di acqua grigiastra che spesso portava al suicidio...ma Marco superò anche quella. Tra mille peripezie e ostacoli del genere in fine arrivò alla Montagna dell'oscurità, dove si trovava la reggia del crudele Mefisto. L'elfo si arrampico con tutte le sue forze, mentre le mani, sfregando contro le rocce, sanguinavano, piene di graffi, e la stanchezza lo attanagliava. Infine arrivo in cima, gli occhi gli splendevano, gli si leggeva in volto la felicità di essere riuscito ad arrivare fin lì; ora non rimaneva altro che salvare la giovane Erika.
Con un calcio ben assestato buttò giù il portone e, giunto nella sala reale, sguainò la spada e imbracciò lo scudo, pronto per lottare col malvagio stregone. Ma il poveretto non sapeva che Mefisto gli stava tendendo una trappola. Così, con un rapido incantesimo, Mefisto  lo rimpiccolì al punto tale che poteva stare in un vasetto da conserva. Poi lo condusse nella sala delle torture e degli esperimenti nella quale, in ugual condizione, v'era la sua amata. Si guardarono e, dopo un “ti amo” detto con voce flebile, si scambiarono un dolce bacio e si rasserenarono un po' nonostante nel loro cuore ci fosse ancora della paura, paura per il futuro. Nelle loro teste si accavallarono mille domande e mille pensieri
“Cosa sarà di noi?”
“Moriremo?”
“Cosa vorrà da noi?”
Infine decisero di calmarsi e di riposare un po'.
Nel frattempo alla grotta il tenero gattino venne avvertito di tutto l'accaduto dal falco viaggiatore che con un colpo d'ali lo porto alla rocca. Quello che Erika e Marco non sapevano infatti era che il piccolo e tenero micio che per molto avevano accudito era stato in realtà un nobile cavaliere, rinato sotto forma felina. Il piccolo micio passò inosservato agli occhi di Mefisto, che lo giudicò un'inoffensiva bestiola, e riuscì a trovare i suoi amati padroncini. Li liberò dai barattoli e iniziarono a fuggire. Purtroppo, quando sembrava quasi fatta, trovarono la porta sbarrata perché una delle guardie, non trovando i prigionieri, aveva dato l'allarme. Il piccolo Link trasse dal cappello una boccetta che aveva preparato prima del viaggio. Ne diede un po a Marco e ad Erika, infine bevve lui. Dopo pochi attimi “PUF!” spariti. Ma erano veramente spariti?...niente affatto, erano diventati invisibili!
Passarono sotto gli alti portoni di legno nero, dai battenti di rame raffiguranti troll e altre creature mostruose. Infine con un rapido gesto il piccolo ma forte felino trasse dal cappello un fischietto. Ci soffiò dentro. Nessuno sentì niente...ma in un battito di ciglia arrivò il falcone che aveva portato la notizia al piccolo Link e li riportò tutti e tre alla grotta. Una volta a casa il gatto preparò l'antidoto alle due pozioni, la fece bere ai due amati che tornarono normali e caddero in un sonno profondo. L'indomani appena svegli, ancora increduli sulla loro avventura, la credettero solo un sogno e risero per anni di questa storia tramandandola come favola di generazione in generazione, proprio come io sto facendo con voi. Dopo moltissimi anni Link andò via dalla grotta, per salvare altre creature e nessuno lo vide più. Chissà magari ora è proprio il micio che vedete sonnecchiare pigramente accanto a voi.
E' giunto il momento dei saluti e,anche se controvoglia, a questa storia meravigliosa va però messa la parola...
 
Fine.

NdA: Spero che questa sciocchezzuola vi sia piaciuta.
L'avevo scritta secoli fa per una mia amica, il suo ragazzo e il loro micetto (Link, appunto).
L'ho trovata per caso in una pendrive che non utilizzavo più e ho deciso di postarla così com'era, senza modificare una virgola.
Vi chiedo l'ultima cosa e giuro che non vi disturbo più fino alla prossima storia: potete spendere due secondi del vostro tempo per scrivermi una recensione su cosa vi è piaciuto e cosa no? Grazie in anticipo ;D

Ci si legge in giro
L'autrice

   
 
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