Favole e biblioteche

 

Belle aveva sempre amato i libri; da bambina, ogni sera, chiedeva a suo padre di raccontarle una favola - storie di eroismo e romanticismo, come piacevano a lei.

Amava ascoltarne ogni parola, perdersi in mondi così simili al suo e così tanto meno noiosi. Amava sfiorare le pagine ingiallite per ore ed ore ed ore. Amava le grandi lettere contornate da colori vivaci e disegni dettagliati.

Così, quando s'era resa conto che la biblioteca di Rumplestiltskin era davvero la più grande che avesse mai visto, aveva sorriso come non sorrideva da quando era iniziata la guerra.

Un giorno lui la scoprì a soffermarsi un po' troppo sulle parole di un meraviglioso tomo rilegato che era intenta a spolverare, in piedi su una scala. Belle trasalì e per poco non lasciò cadere il libro. "Chiedo scusa", affermò, chinando la testa ma senza alcun tremolio nella voce.

Lui rimase a guardarla con quegli occhi troppo profondi e quel volto così poco umano e rise - Belle aveva udito delle storie sulla sua risata, definita terrificante, agghiacciante, fatale persino. Lei la trovava infinitamente divertente.

"Scusa?" le fece il verso lui, con voce acuta e derisoria. "No, no, no, non me ne faccio niente delle tue scuse. Quello!" Puntò il dito verso il romanzo, che Belle teneva ancora stretto tra le mani. "Quello è un mio libro! E, se vuoi leggerlo, posso concedertelo."

Belle sorrise, intuendo la frase seguente. "Ma tutto ha un prezzo", lo anticipò. 

"Precisamente!" confermò lui, battendo le mani come fosse un bambino. "E il tuo prezzo è questo: leggi per me." 

Belle spalancò gli occhi, sorpresa. Non se l'aspettava, ammise tra sè e sè, ma non le dispiaceva. "Va bene", accettò. Si sedette su un piolo ferreo e si schiarì la voce. Poi esitò. "E' una raccolta di storie. Quale preferisci?"

"Quella in cui il re crudele squarta la gentile, sottomessa principessa" ghignò lui, con la stessa espressione che aveva quando le aveva impartito i suoi ordini, il primo giorno.

Belle scosse la testa. "Mi dispiace, non credo più a questi trucchi. Quale vuoi?" 

Rumplestiltskin sbuffò con uno dei suoi trilli disumani e infantili e fece un breve gesto con la mano. "Quella che vuoi." Belle annuì e, con calma, cominciò a raccontare. 

Intorno a loro, le finestre lasciavano trapelare la luce morente del tramonto ed una piccola tazzina scheggiata di nome Chicco ascoltava con attenzione. Andava tutto bene.

 

Note: 

Il prompt per questa storia è 'leggi per me', appartiene alla Piscina di Prompt e precisamente ad Alister. La tazzina è umanizzata, sì, perchè è la cosa che amo di più del cartone Disney e ci tornerò su. L'ultima frase è una citazione da Harry Potter.

Per il resto non so che dire se non che mi sono innamorata di queste meraviglie viventi, ciao. E scriverò altro. Quindi, wait for it. Last but not least, NO SPOILER. ♥