Quello che pensai quando lo vidi per la prima volta era che volevo assolutamente fare sesso con lui.
Non potevo farci nulla, sentivo la parte inferiore del mio corpo che già trepidava di desiderio. Era il mio tipo, quello carino e sorridente. Youta Fujimi. Non era più alto di 1,70, capelli neri, occhi grandi verdi, ma soprattutto aveva un bel culo. Mi sentivo diventare duro al solo pensiero. Quello era definitivamente un uke nato. Una puttanella fatta apposta per soddisfare le voglie di giovani gay perennemente arrapati come il sottoscritto. Ma non era possibile, perlomeno per me, che questi fosse il promesso sposo di mia sorella Kimiko.