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Autore: Nikilu    18/09/2012    3 recensioni
Tra i Distretti di Panem, governati da Capitol City, un giovane uomo e una giovane donna di età compresa tra i 12 e i 18 anni, verranno scelti per partecipare agli Hunger Games: i Giochi della Fame.
E' la mia prima fan fiction su Hunger Games ed è scritta dal punto di vista di una ragazza del Distretto 7.
Buona lettura :)
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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“Svegliati, dormigliona” mi dice Chris, strattonandomi.
Non si è accorto che sono già sveglia. In effetti, non ho dormito molto stanotte.
Mi metto a sedere e guardo mio fratello, accigliata.
“Sei già in ghingheri?” gli chiedo.
Oggi è il giorno della mietitura.
“Quelli di Capitol City sono già arrivati, dovresti prepararti anche tu. Vieni, mamma ha lasciato un abito per te”
Mi alzo e lo seguo in camera dei miei genitori. Sul letto è adagiato un abito rosa pallido con le mezze maniche, lungo fino alle ginocchia.
“Starà benissimo con i tuoi capelli” mi dice Chris con un sorriso. Mi abbraccia velocemente ed esce dalla stanza.
Mi siedo sul letto e guardo l’abito, pensando che tutto ciò non è giusto.
Non è giusto che Capitol City costringa dei giovani ragazzi a partecipare a dei Giochi mortali. Non è giusto che permettiamo di veder morire i nostri cari.
Io ho sedici anni ed è la mia quarta mietitura quest’anno. L’anno scorso venne estratto il nome della mia migliore amica: Rose Whitespoon. E’ stata l’ultima volta che l’ho vista. E’ morta nel bagno di sangue alla Cornucopia. Quello che resta di lei è nella zona del sottobosco. Nel cimitero. Nella sezione dei caduti agli Hunger Games.
Mi alzo e raggiungo la cucina, ma non ho fame. Ho solo voglia di starmene in santa pace nei boschi. La domenica ci vado sempre, con mio padre e mio fratello. Papà ha insegnato a me e a Chris ad abbattere gli alberi. E’ per questo che ho le braccia muscolose e qualche callo vicino alle mani.
Mio padre fa il boscaiolo e passa l’intera giornata nei boschi ma non si stanca mai di portarmici ogni domenica. Dice che sono talmente tanti anni che fa quel lavoro che se sta troppo lontano dai boschi gli prende il malessere. E comunque, anche se è un mestiere imposto agli uomini, secondo lui potrebbe tornarmi utile saper maneggiare un ascia e una sega con gli Hunger Games che ci alitano sul collo. Stranamente, poi, nessuno ti controlla quando sei nei boschi. I Pacificatori non sono terribili, anzi parecchi sono amici dei boscaioli e non sorvegliano il loro operato. Anche perché si può fare solo quello nei boschi. Abbattere gli alberi. E la promessa di avere cinque o sei tocchi di legna in più, tiene i Pacificatori alla larga più di quanto servirebbe. C’è la selvaggina, ma nessuno è capace di intrappolarla. E stanare un uccello con un’ascia o una sega è alquanto difficile. Ecco perché al Distretto 7 non viene punito mai nessuno. Per fortuna.
Mentre guardo mio padre e mio fratello fare colazione, mi viene voglia di fare a gara per vedere chi arriva prima al limitare del bosco. Lo facciamo sempre, la domenica. Ma oggi non possiamo.
Se fosse un giorno normale mia madre mi sgriderebbe perché sono scalza, ma potrebbe essere l’ultima volta che mi vede ed evita di farlo.
Nel corso degli anni siamo stati fortunati. Né io né Chris siamo mai stati sorteggiati per gli Hunger Games. Chris ha diciotto anni e questa sarà la sua ultima mietitura, dopodiché intraprenderà la carriera di boscaiolo con mio padre. Non che abbia altra scelta. Come tutti qui al Distretto 7. Ma preferisco saperlo nei boschi ad abbattere pini o aceri, anziché nell’arena ad uccidere ragazzi.
Bevo un bicchiere di latte sotto insistenza di mia madre e mangio un pezzo di pane. Ho lo stomaco sottosopra. Come ogni anno, ad ogni mietitura.
Decido di andare in bagno per darmi una ripulita e così evito anche di mangiare altro pane controvoglia.
L’acqua fredda mi fa venire la pelle d’oca, ma ormai ci sono abituata. Qui al Distretto 7 abbiamo l’acqua calda solo la domenica e molte persone credono che ci si possa lavare solo con quella. Io non ci riesco e stringo i denti sotto l’acqua gelida. Sempre meglio che girare per il Distretto con i capelli unti e le unghie nere.
La mia gente non muore di fame ma non vive neanche agiatamente come nel Distretto 1. Viviamo di stenti. Ci accontentiamo perché più di tanto non possiamo ricevere. A scuola ci hanno detto che il Distretto più povero di tutti è il 12. Lì la gente muore davvero di fame. E infatti, tutti i tributi di quel Distretto sono sempre denutriti. Noi non siamo ricchi ma almeno il pane a casa mia non manca mai. E la legna, ovviamente. Ci permettono di tenerne un po’ dopo l’abbattimento degli alberi. Ma a volte non basta. L’inverno è molto rigido qui.
Indosso il vestito di mia madre e mi guardo allo specchio. Mi sono sempre piaciuti i miei occhi. Sono blu come il mare. Come quelli di mio padre. E anche se sono cerchiati dalle occhiaie, sono comunque brillanti. Mentre studio il mio viso entra mia madre nella camera. Raccoglie i miei capelli neri in una coda di cavallo che mi fa sembrare più alta. Poi mi sorride e mi abbraccia.
Mentre io e mia madre ci stringiamo, sento gli altoparlanti disposti in piazza, dire “Tra poco avrà inizio la cerimonia della mietitura. Siete pregati di recarvi di fronte al Palazzo di Giustizia entro cinque minuti”.
Esco di casa con Chris al mio fianco e i nostri genitori al seguito. Arrivati in piazza, io e Chris ci dividiamo per andare a registrarci.
Mi metto in fila davanti al banchetto di registrazione delle ragazze e davanti a me c’è una ragazzina terrorizzata. Deve essere la sua prima mietitura.
“Sta tranquilla” le dico “Ti pungono il dito e prendono un po’ del tuo sangue. Non fa male”.
Lei mi guarda, sempre con espressione spaventata, e annuisce.
Il Distretto 7 non è molto grande perché i boschi si estendono per quasi tutta la regione. Infatti, la piazza si riempie in pochi minuti.
Claire Strike è l’accompagnatrice del mio Distretto. Avrà si e no venticinque anni, ma per come si concia ne dimostra almeno quaranta. Per la ricorrenza, indossa una parrucca di capelli lisci con frangetta, lunga fino alle ginocchia e color acquamarina. E un abito viola tutto balze. E un paio di scarpe arancioni.
Ho sempre pensato che a Capitol City si vestano in modo assurdo.
Claire si avvicina lentamente al microfono e dice “Benvenuti! Prima di estrarre i nomi dei fortunati tributi, per ricordarvi della supremazia e del potere di Capitol City, guardiamo insieme questo video!”
Il video dei Giorni Bui, quando i Distretti di Panem si rivoltarono contro la capitale, passa sul grande schermo. Claire ne è entusiasta. Logico, non rischia mica lei di finire agli Hunger Games.
“Cominciamo, allora!” esclama felice Claire. “Prima le signore!”
Si dirige verso l’ampolla che contiene i nomi delle ragazze. Fruga con la mano, dotata di lunghe unghie verdi. Estrae un pezzetto di carta e lo srotola.
“Olivia Spring” chiama a grande voce.
Riesco a formulare un unico pensiero.
Sto per andare nell’arena.
 

 
  
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