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Autore: anonima K Fowl    18/09/2012    4 recensioni
Questa corta fanfiction racconta la morte di L nella prospettiva di Light.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L, Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sua morte



“Ascoltate! Lo shiniga-“

Ryuzaki ebbe un leggero tremito involontario.
 
Calò il silenzio nella sala, ma non un silenzio di quelli che riappacificano e rigenerano.
Era un silenzio di sbalordita attesa.
Mio padre, Matsuda… tutti. Tutti lo fissavano come se da lì a pochi istanti avrebbe ripreso a parlare.
Io invece pazientavo mentre molte domande si affollavano nella mia mente.
Era giunta la sua fine? Rem aveva deciso di morire per Misa?
Da un lato, rimasi quasi… deluso. Che la sfida fosse durata così poco? Veramente L. si era fatto battere in così misero modo?
Dall’altro, bramavo di scoprire che avevo vinto, che gli ero superiore, che Kira avrebbe continuato ad agire per conquistarsi il pianeta.
Così anch’io rimasi fermo per venire a conoscenza della verità.
 
Qualche momento di terribile dubbio, e poi…
Clink.
Il cucchiaino cadde sul pavimento in un tintinnio argentato.
Ed L. scivolò dalla sedia, istante dopo istante, una scena che mi parve svolgersi per la durata di una vita intera.
Mi lanciai, lo afferrai a pochi centimetri dal pavimento, incredulo della mia fortuna.
Della mia abilità.
Della mia intelligenza.
E così, avevo avuto ragione a credere che non mi avrebbe mai battuto.
L.
Con la bocca schiusa, fissava i miei occhi in una muta domanda, forse richiesta di spiegazioni.
Che io conoscevo.
Gradualmente acquisii coscienza di ciò che stava succedendo.
Non potei trattenere un sorriso che mi distorse il volto alla vista di quel patetico volto pallido con lo sguardo da agnellino intimorito, ormai nulla di più che il viso di un morto.
Il mio sorriso era un ghigno da predatore che sovrasta la preda, anche L. ne era cosciente. Adesso niente mi avrebbe più fermato.
Capì -o forse già sospettava e non fu altro che una conferma- poi lasciò che le palpebre si abbassassero, come in preda a un’improvvisa stanchezza.
Non emise un gemito. Non si abbandonò a lamenti strozzati e convulsi come era capitato ad altre mie vittime.
Chiuse semplicemente quegli occhi.
Con essi non mi avrebbe più squadrato, l’aria indagatoria di chi è diffidente.
Colto dalla morte in mezzo ad una frase, non avrebbe più pronunciato parola che mi avrebbe denunciato come Kira. Non si sarebbe messo in mezzo, mai.
 
L. Stretto tra le mie braccia.
L. riverso sul duro pavimento.
L. rigido, freddo.
L. finalmente le spalle sciolte, distese.
L. la testa abbandonata all’indietro.
L. i tratti del volto per metà in ombra.
L. gli occhi neri celati al modo.
L. la bocca chiusa per sempre.
L. il cui cuore non batte più.
L.
Morto.
 
Era l’inizio di una nuova era.
L’era di Kira.
  
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