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Autore: peralis    19/09/2012    3 recensioni
Lisbon licenzia Jane dopo aver ascoltato l'interrogatorio con Lorelei.
Questa è na storia basata sul promo del primo episodio della quinta stagione. Se non avete visto il promo non leggete questa storia...vi ho avvertito
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano li l'uno davanti all'altra. L'anticipazione dell'inevitabile scontro era quasi palpabile nell'aria.

Lisbon era ferma all'entrata del corridoio. Teneva i pugni chiusi ai suoi fianchi e lo sguardo diritto negli occhi del suo consulente.

Patrick notò che la donna tremava dalla tanta rabbia. Un senso di nausea lo pervase e la realizzazione che forse questa volta l'aveva seriamente ferita lo colpì come un macigno.

In questi momenti lei gli avrebbe urlato contro di tutto, lo avrebbe avvisato che questa era la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso e poi se ne sarebbe ritornata nel suo ufficio a rimuginare. 

Ma questa volta era diverso, il silenzio che si era creato fra loro era come un urlo di mille voci.

 

"L'hai baciata." Disse Lisbon, cercando di mantenere la calma che aveva perso molto tempo prima.

 

"Ti avevo detto di non ascoltare." Le rispose Patrick facendo un passo verso di lei.

 

"Non sono la tua fidanzata Jane, sono un ufficiale di polizia."

 

"No, me lo avevi promesso. Era per il tuo bene che ti avevo detto di non ascoltare."

 

Lisbon rilasciò i pugni, abbassò lo sguardo e si voltò per andarsene. 

 

"Voglio le tue dimissioni. Voglio che tu te ne vada dalla mia squadra e dalla mia vita. Ti ho lasciato manipolarmi per l'ultima volta." E si avvisò verso il suo ufficio sbattendosi la porta alle spalle.

 

Patrick rimase impietrito per qualche minuto prima che il significato delle parole di Lisbon si fece chiaro nel suo cuore. La stava perdendo e per ora non aveva intenzione di farsi perdonare. Per ora sarebbe rimasto sull'obbiettivo di far parlare Lorelei.

Finalmete si decise a muoversi e si diresse verso l'attico. Il giorno era arrivato alla fine e la luce del tramonto era offuscata da nuvole scure che si muovevano rapide verso la città.

Patrick si tolse la giacca, si piegò le maniche della camicia e si mise a sedere davanti alla grande vetrata. I lampi illuminavano impietosi lo spazio piccolo e polveroso che Jane chiamava suo da anni.

 

"Sei un idiota Patrick Jane…lei ti ama, ti ha salvato, protetto, accudito e tu la ripaghi spezzandole il cuore." Disse Patrick a voce alta.

Non poté fare a meno di ricordare gli occhi di giada di quella donna che gli aveva ridato un anima e la speranza ad una vita normale. La verità era che per ora lei sarebbe stata al sicuro lontana da lui. Red John si sarebbe vendicato e lei sarebbe stata l'obiettivo della sua ira. Non poteva neanche pensare alla possibilità che Teresa sarebbe stata in pericolo. Amava quella donna.

 

 

 

La mattina seguente arrivò sfiorando le guance di Jane con un delicato raggio di sole. Il consulente si alzò dalla piccola e scomoda branda e cominciò a inscatolare le cose che si sarebbe dovuto portare via. Non aveva molto e tutto quello che possedeva erano cose attinenti  al caso di Red John. Rovistando fra le sue scartoffie trovò una foto di lui e Lisbon al ballo di beneficenza della polizia. Tenendo la foto in mano si sedette sulla branda. La guardò tenendo lo sguardo fisso sulla figura di Lisbon. Com'era bella ed elegante con quel vestito da sera nero, averla fra le braccia mentre ballavano era stata l'unica cosa bella di quel fiasco di serata.

 

Appena finito con le scatole si diresse verso la cucina  prima che l'ufficio si popolasse di agenti. Accese la luce, e senza guardarsi in torno cominciò a farsi il tè. Si voltò piano per prendere la sua tazza dallo scaffale sopra il lavandino e si ritrovò a fissare la canna di una pistola. Fece un passo indietro e a quel punto riuscì a mettere a fuoco la tuta arancione di Lorelei. La donna era in piedi davanti a lui che gli puntava una pistola alla fronte.

 

"Amore, pensavi forse che io sia così stupida da cadere nella tua trappola?…Ora voglio che tu ti giri e che cominci a camminare verso l'ufficio dell'agente Lisbon."

Patrick ubbidì e senza esitare si avviò verso il corridoio.

 

Appena arrivati lei lo fece sedere sulla poltrona.  Le gocce di sudore stavano cominciando a scendere sulle guance di Jane   . Era bloccato dal terrore che aveva delle armi da fuoco. Teneva le braccia in alto e non toglieva lo sguardo da quello di lei.

 

"Che mi vuoi fare?" Chiese Jane. "Qualunque sia il tuo piano non credo che ne uscirai viva."

 

"Be visto che la tua cara Teresa ti è così affezionata ho deciso di lasciarle un bel regalo." Detto quello fece un passo indietro, puntò la pistola al cuore di Patrick e fece fuoco.

 

 

 

Le porte dell'ascensore si aprirono. Lisbon ne uscì distrattamente cercando le chiavi del suo ufficio all'interno della sua borsa. Dopo pochi passi alzò lo sguardo e vide Lorelei appoggiata alla porta di vetro dell'ufficio. Il rumore dello sparo le fece gelare il sangue. 

D'istinto tirò fuori la sua pistola.

 

"Ferma…butta la pistola o sparo." disse l'agente tenendo la donna sotto tiro.

 

"Agente Lisbon…giusto in tempo per la sorpresa che ti ho preparato." Detto quello Lorelei si girò velocemente e sparò un colpo a Lisbon che lo schivò lanciandosi a terra.

Si nascose dietro un angolo e ritornò il fuoco. Colpì la donna alla gamba destra e la fece cadere rovinosamente. 

 

"Haaa…maledetta…"

 

Lisbon sporse la testa nel corridoio per vedere dove era finita l'assassina. 

Lorelei sparò un altro colpo mancando il bersaglio. 

Lisbon rispose al fuoco e la colpì in peno alla testa.

Teresa si alzò dal suo nascondiglio e si avvicinò al cadavere. Controllò freddamente che fosse veramente morta, tirò fuori il suo cellulare e chiamò aiuto.

 

"C'è stata una sparatoria al secondo piano del palazzo del CBI…" Mentre parlava notò con la coda dell'occhio una figura accasciata sul divano del suo ufficio. 

 

Si girò per vedere meglio. Il sangue le si gelò nelle vene. Era Jane disteso in una pozza di sangue.

Il suo cuore cominciò a battere come un tamburo. Sentiva il sangue pomparle sempre più rapidamente nelle vene.

Accorse al suo capezzale, gli mise due dita sul collo per vedere se era ancora vivo. 

Patrick aprì gli occhi.

 

"Jane…Jane…grazie a Dio sei vivo Jane." Gli prese la mano gelida e se la portò alla guancia. Il divano ed il pavimento ero coperti di sangue.

Patrick aprì piano la bocca per parlare ma un colpo di tosse gli fece tremare le viscere facendogli sputare sangue. 

Strinse la mano di Teresa il più forte possibile.

 

"Jane…Patrick, non dire niente, l'ambulanza sta arrivando…" Una lacrima scese sulle guance di Lisbon, l'angoscia le stava offuscando le idee. 

Teresa sentì dei passi dietro di lei e girandosi vide la faccia scioccata di Van Pelt che li guardava.

 

"Grace…Jane è stato colpito…ti prego assicurati che l'ambulanza stia arrivando." disse Lisbon in uno stato di completo panico.

 

"Capo…ho sentito le sirene mentre prendevo l'ascensore" disse la giovane agente inginocchiandosi di fianco a lei.

 

"Lis…Lisb…on…" Riuscì a dire Patrick con un filo di voce. Teresa avvicinò il suo viso a quello di lui per riuscire a sentire meglio.

 

"ti amo" le disse prima svenire stremato.

 

"Patrick?…Patrick?…ti prego svegliati…Patrick devi resistere." Teresa era in lacrime e senza accorgersene  lo aveva abbracciato tenendogli il viso premuto sul petto insanguinato.

 

I paramedici arrivarono. La diagnosi preliminare era grave. Jane aveva perso molto sangue e il battito del suo cuore si affievoliva con il passare dei minuti.

Lo caricarono su una barella e Lisbon li seguì mentre lo caricavano sull'ambulanza.

 

"Agente, se vuole lo può accompagnare." Disse una dei paramedici rendendosi conto dello stato d'animo dell'agente.

Lisbon salì sul veicolo, si sistemò al capezzale di Jane e gli prese nuovamente la mano. 

   
 
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