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Autore: Under20    19/09/2012    0 recensioni
Un ragazzo. Una ragazza. La sua migliore amica. Una storia d'amore. Un viaggio. Questa storia è fatta così. Niente nomi, niente riferimenti alla realtà. Solo fantasia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Telefonai alla mia migliore amica: «Hey, ciao! Allora?, sabato che si fa?» e lei: «Non lo so, ma direi vediamoci sotto il porticato, quello accanto alla libreria! Che ne dici?» «Per me va bene, anche perchè dovrei comprare un libro...» risposi. Prima di salutarci lei mi disse che sarebbe venuta prima a casa mia, e poi, insieme saremmo andate in libreria. «Domani sera alle cinque e mezzo va bene??» mi chiese. «È perfetto! -dissi- Ora però devo andare. A domani!»
Il giorno dopo, arrivò. Era mercoledì e faceva molto caldo. Mentre ascoltavo un po' di musica si erano già fatte le cinque e mezzo, e la mia migliore amica tardava ad arrivare. Si fecero le sei meno dieci quando mi arrivò un messaggio sul telefono. "Scusa, ma non posso venire. Il mio ragazzo mi ha invitata a prendere qualcosa", diceva. La cosa che più mi infastidì di quel messaggio, oltre al fatto che i programm i non avrebbe dovuto cambiarli all'ultimo momento, furono le parole "il mio ragazzo". Da quando era suo? Lui era sempre stato mio, solo che poi si erano incontrati, e "c'è stato un colpo di fulmine e mi sono innamorato di lei". Così diceva il messaggio del mio ex, l'ultimo messaggio, che conservavo con tanta gelosia, perchè forse un giorno avrei potuto rinfacciarglielo. Decisi di uscire lo stesso, e di comprare quel libro. Mentre entravo in libreria, mi squillò il cellulare. Risposi. Era mia madre che mi chiedeva di comprare del pane e del sale. Le dissi "Ok" distrattamente e scrissi ciò che dovevo comprare, nelle note del mio cellulare. Entrai in libreria, ancora distratta da quella frase "il mio ragazzo", ma, pensando, capii che era inutile dare troppo peso alle parole. Capii anche che quei due si amavano, e io non dovevo intromettermi. In fondo era la mia migliore amica, ed era anche molto felice con lui. Uscii dalla libreria. Volevo prima fare la spesa a mia madre e poi sarei rimasta per un po' in libreria, a scegliere il mio libro. Comprai il pane e il sale e pagai, dopodichè portai la spesa a mia madre, la avvisai che sarei rimasta in giro un po' in più, e riscesi. Entrai in libreria. C'era come sottofondo la mia canzone preferita, Payphone, e mi venne voglia di cantare. Cominciai a cantarla, sottovoce. Quando la canzone era arrivata al Rap di Wiz Kalifa, capii che dovevo concentrarmi sulla scelta del libro. Ne vidi uno, era di un autore straniero e si chiamava "Panino Al Prosciutto". Lo presi per leggerne la trama, e, mentre la leggevo, camminavo per arrivare sulle poltroncine di velluto rosso. Distratta dalla lettura della trama, andai a finire addosso ad un ragazzo che abbracciava il suo libro. I libri caddero, e io li raccolsi. Gli chiesi scusa mentre mi alzavo, e, quando stavo per porgergli il libro, i nostri occhi si incrociarono. A me sembrò che lui guardasse i miei in modo distratto, ma in quei profondissimi occhi verdi, io mi persi. Rinvenni solo quando anche lui mi porse le sue scuse. Per sbaglio, però, quando alzai i libri, non mi accorsi che li avevo scambiati. Lui abbassò lo sguardo sul libro che aveva tra le mani e disse: «Panino al prosciutto... Non sapevo che ci fosse un manuale per preparare i panini al prosciutto!» e scoppiammo in una risata. La mia risata era finta, perchè non era quella che io avrei definito una vera e propria "battuta", ma lui se ne accorse e mi disse: «Battuta stupida, eh??» e io risposi: «beh, diciamo che non è il massimo, come approccio per conoscere una ragazza...» e sorridemmo. Aveva un sorriso stupendo, e dei capelli neri come l'inchiostro di un libro. «Comunque piacere!» disse porgendomi il libro «Piacere!» gli risposi sorridendo, e gli diedi il suo libro. Andai a pagare il mio libro e lo salutai, sorridente più che mai. Finalmente avevo dimenticato il mio ex e avevo trovato qualcuno che avesse la mia stessa passione: la lettura. Una volta finito il mio libro andai in libreria per comprarne un altro, con la speranza di incontrarlo di nuovo, ed era lì. Ci scambiammo i numeri di telefono e iniziammo a messaggiare, quasi sempre. Decidemmo di uscire insieme ai nostri amici, anche perchè una settimana dopo sarei dovuta partire, quindi uscimmo, tutti insieme, e formammo un'unica comitiva. C'era solo un problema: ero innamorata di lui. Quando lo vedevo stringere qualcosa, la gelosia straripava fuori di me, come se fosse un fiume.
Stringeva a sé il suo libro preferito, quello comprato in libreria il giorno in cui ci incontrammo, e io desideravo stare al posto di questo più di ogni altra cosa al mondo. Lo vedevo piangere davanti ad un film e morivo dalla voglia di farlo emozionare cosi. Vedevo i suoi occhi brillare quando guardava la ragazza di cui era innamorato, e speravo fortemente di far brillare i suoi magnifici occhi in quel modo. Vedevo le sue mani tremare davanti ad una foto e speravo che un giorno mi avessero fatto una foto e lui ne avrebbe conservato una copia, cosicchè provasse lo stesso per me. Sapevo che sarebbe stato impossibile ma io ci provavo e poi finalmente mi resi conto che quando lo abbracciavo gli occhi gli brillavano e le mani tremavano, che quando mi avvicinavo a lui, mi stringeva tanto quanto stringeva quel libro... Ho sempre aspettato che lui provasse quelle sensazioni per me... E mi resi conto solo quando lo vidi piangere perchè stavo andando via, che lui, quelle sensazioni per me le provava quando semplicemente ero al suo fianco, e lo vidi piangere. Pianse più di quanto lo fece piangere quel libro, forse perchè sapeva che il nostro ormai era un capitolo finito, le nostre pagine erano già state scritte, le avevamo già lette. Le avevamo consumate con le nostre labbra ormai dello stesso, monotono sapore, ma che con lui avevano un sapore più dolce, con i nostri corpi nudi alla vita e a noi stessi, con le nostre mani che si stringevano, con i nostri occhi che mille volte tornavano indietro a rileggere le stesse righe, sempre le nostre, ormai già vissute, lo avevamo consumato. Avevamo consumato quel libro che tanto avevamo faticato a scrivere, ed era accaduto tutto troppo in fretta, tutto in maniera troppo impercettibile a noi e agli altri. Era tutto finito, il capitolo era chiuso e quel libro, quel libro che, per tanti anni, con gli altri ragazzi, era sembrato sempre lo stesso, con una trama troppo prevedibile, ma che con lui assumeva un sapore più dolce, era finito. Erano finiti tutti i baci, tutti quei magnifici momenti insieme e tutti i problemi affrontati e superati insieme, erano finiti. Non potevo più sentire il dolcissimo sapore della sua anima, non potevo più stringerlo a me, non potevo più fare nulla. Arrivò il giorno in cui dovevo andare via. Un ultimo bacio era ciò che volevo, ma lui non c'era. Lui non era lì ad aspettarmi, sotto quel porticato dove l'avevo conosciuto. Andai via, delusa da ciò che per quel mese, breve ma che a noi era sembrato lungo, avevo amato e desiderato, e, mentre una lacrima mi rigava il viso, andai via. Mi fermai prima un po' sulle panchine del parco: dovevo calmarmi e i miei genitori non potevano vedermi in quelle condizioni, ci sarebbero state troppe domande, alle quali neanche io avrei saputo più rispondere... Chiusi per un attimo gli occhi, e fu in quel momento che risentii quel calore e quel magnifico sapore: era il sapore delle sue labbra. Fu forse il bacio più bello che gli avessi mai dato, il più dolce. Il telefonino squillò e non diede tempo di far uscire le parole. Risposi. Era mio padre che mi chiamava: dovevamo andare via. Partii, più sofferente di prima, forse stavo cominciando a rassegnarmi che era tutto finito, ma invece no. Lui era arrivato, mi aveva baciata e… avevo le idee troppo confuse per pensare.
Entrai in macchina, accesi il mio Mp3 e chiusi gli occhi. Lo pensai. Lo pensai più frequentemente di prima. Lui era tutto ciò che volevo, ma che non potevo avere. Finalmente arrivai e mi resi conto che dovevo divertirmi, conoscere nuove persone e chissà, magari scrivere un altro libro, perchè il nostro, ormai, era diventato un best-seller conosciuto da troppi. Spazio Autore: Ciao a tutti,sono Unedr 20. Questa storia non è stata scritta da me ma dalla mia migliore amica. Spero vi piaccia,se leggete lasciate una recensione :D
  
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