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Autore: Ziggie    19/09/2012    1 recensioni
It's never too late to mend, perchè non è mai troppo tardi per redimersi. Un'avventura per i fratelli Blues lunga una vita, ma al loro fianco non vi era solo la Banda, ma anche Ziggie. Recensite se vi va :) Buona lettura.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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 Ehyyyyyyyyyyy!!!! Rieccomi, scusate l'assenza e il madornale ritardo, ma sono sotto studio! Coooooooomunque ecco il tanto atteso capitolo! E' un pò corto, lo so, ma è un pò una sorta di intrallazzo che immette allo show!
Come al solito molte battute sono prese dal film, così come le ambientazioni, ma per il resto è tutto inventato dalla sottoscritta. Grazie a chi legge e recensisce :) è sempre un piacere sentire i vari commenti :)
Alla prossima, allora e buona lettura!
Ile                                 

 


                                          20. Abbiamo da fare uno show



 La nostra missione era iniziata in definitiva: io con la spalla che pizzicava; Jake che fumava quanto una ciminiera; Elwood che, con i ragazzi, aveva rubato un megafono enorme da una piazza periferica e l'aveva piazzato sul tettuccio dell'auto, legato come un bagaglio sul portapacchi.

Eravamo intenzionati ad invitare tutta Chicago, quella sera, e, per far ciò, chiedemmo una mano a Curtis e ai pargoli dell'orfanotrofio: loro avrebbero pensato al nord.

Dove non andammo con la Blues Mobile? Molto difficile, dato che, oltre alla semplice strada, scendemmo in spiaggia a quattro ruote e passammo attraverso un campo. Inutile anche dire quante moine ricevettero i fratellini da diverse oche in costume da bagno; così come è inutile il numero di scappellotti, che avevo riservato a El, per le sue smorfiette compiaciute. Non che la gelosia divampasse, ma che si trovassero qualcun'altro su cui metter gli occhi e non il mio uomo!

Tra sorrisetti, scapellotti, sigarette e moine avevamo fatto  un giro notevole, coprendo il lago Mcelroy e la contea Page. Non ci mancava molto, ma, poco dopo aver abbandonato la spiaggia, la Blues Mobile ci avvertì che aveva lo stomaco vuoto: ci occorreva benzina e ci occorreva alla svelta!

La macchina ci aveva abbandonato solo Cristo sapeva dove, in mezzo ai boschi, in una strada asfaltata solo in parte. ci toccò spingere, con Elwood che, per risparmiarci una piccola parte di fatica, dava di sterzo e frizione. Non c'era un benzinaio nemmeno a pagarlo oro e ci toccò raggiungere la provinciale per raggiungere una stazione di servizio.

- La vedo, ragazzi - esclamai esultando, prendendo a spingere l'auto più svelta - là! Ad ore 11, El! -

- Ma sono le 7! - scosse il capo Jake - non usare indicazioni troppo numeriche, Zig! -

- Andiamo Jake, anche io avevo l'insufficienza in matematica - ridacchiai nel ricordare Elwood, che aveva il punteggio più alto, mentre dava ripetizioni ad entrambi, uscendone, il più delle volte, esasperato.
- Non tocchiamo questo tasto, sorella - mi ammonì, cercando di fare il serio, mentre scuotevo il capo divertita - continua a spingere, che siamo arrivati -

Eravamo in maniche di camicia, quando giungemmo alla stazione di servizio; le giacche le avevamo abbandonate sui sedili posteriori, per essere più comodi e, anche perchè, il caldo che regnava in quella giornata, era micidiale.

- Ci può fare il pieno di super, per favore? - chiese Elwood al benzinaio che, in tutta calma, se ne stava sulla porta e ripeteva la frase: - siamo a secco -.

- Per l'appunto! - ripetè El - ci può fare il pieno? -

- No! L'autocisterna è in ritardo, doveva arrivare due ore fa! E' sempre in ritardo al Giovedì - spiegò l'uomo, mentre noi ci guardammo sospirando: bene!

- Bhè, allora, ci toccherà aspettare -

Ci mancava solo l'autocisterna in ritardo, che diamine! I ragazzi, come minimo, ci avrebbero fatto il culo a strisce, l'unica soluzione era confidare in Curtis e pregare che il rifornimento si affrettasse.

Avevamo passato in sosta circa un'ora buona, il buio regnava nel cielo e le stelle stavano facendo la loro apparizione, mentre io le osservavo seduta sul bagagliaio, con la schiena appoggiata al lunotto posteriore: mi piaceva osservare quell'immensità scura, dava l'idea di un infinito pentagramma con note lucenti che, sparse, seguivano la scia dell'improvvisazione.

Jake stava, invece, esattamente dalla parte opposta alla mia, appoggiato al cofano a bere vino e fumando come un turco: uno dei migliori modi, per lui, di passare il tempo, anche perchè, aveva bisogno di presentare ai ragazzi un'entrata ad effetto, visto il nostro ritardo, perchè conoscendoli non avrebbero creduto alla banale verità del "è finita la benzina" e, quindi, era meglio  meditare, bevendoci su.

Elwood era sparito, all'interno del piccolo market annesso al benzinaio, da una decina di minuti e quando stava per uscire lo vidi afferrare un paio di pezzi di ricambio per l'auto e infilarseli, come se nulla fosse, sotto la giacca, con una nonchalance tipica di un professionista.

Ridacchiai, scuotendo il capo divertita, finchè una bionda su una decapottabile fece il suo ingresso in scena, chiedendo ad El il pieno e una controllatina all'olio: ma che le sembrava, il benzinaio?

- Mi scusi, signore! Può farmi il pieno di super, per favore? E dare una controllata all'olio? -

- Ah, certo! Vuole anche che le tolga i moscerini spiaccicati sul parabrezza? -

- Oh, no! Lasci stare, avrei un pò di fretta -

E dopo una domanda così retorica, da parte di Elwood, dovette pure pensare alla risposta da dargli?!?! La guardai con un sopracciglio alzato e abbandonai la mia postazione raggiungendo la sua chevrolet.

- Serve una mano? - li raggiunsi con le mani in tasca e non chalance: stavo meditando su come divertirmi un pò.

- La signorina desidera il pieno, una controllata all'olio e non vuole che le tolga i moscerini dal parabrezza - mi spiegò, puntualizzando, Elwood.

- Come no?!?! - mi mostrai contrita, portandomi una mano sul petto - i moscerini sul parabrezza sono una nota stonata in contrasto alla bellezza di questa auto! - commentai con fare di chi la sapeva lunga, tanto che la donna mi guardò accigliata e un pò stupita, d'altro canto, incontrare una ragazza che s'intenda di motori, non era roba da tutti i giorni.

- Sarei un pò in ritardo - cercò di sviare lei.

- Ma quale ritardo! E' una questione di cinque minuti, il tempo che lui fa il pieno ed io controllo l'olio e lavo il parabrezza - non feci nemmeno in tempo a dire ciò che, afferrai, da lì vicino, la canna dell'acqua e aprii il getto dritto davanti a me, fattore che colpì sia lei che Elwood, quest'ultimo di striscio, che le si era avvicinato.

- Moscerini annacquati - sorrisi di circostanza, passando a controllare l'olio.

- La stavo giusto invitando al Palace Hotel, cosa ho fatto di male? Due dollari in più fanno sempre comodo! - esclamò, un pò imbronciato, El, avvicinandomisi.

- Non volevo colpire te, ma solo divertirmi un pò - specificai con fare da gnorry.

- Ziggie! - abbassò appena le lenti, guardandomi.

- L'autocisterna è arrivata, conviene spillare i soldi alla ragazza - gli feci una carezza sul volto e mi avviai a fare il pieno alla Bluesmobile.

Notai El arricciare il naso e raccimolare i soldi di quel lavoro momentaneo e lasciai che la benzina si immagazzinasse per bene nel serbatoio della nostra auto; per quanto avevamo aspettato, doveva, come minimo, strabordare tutto!!

Sgranai gli occhi quando vidi che ore si erano fatte - Jake! Siamo in super ritardo! - gli feci notare, scrollandolo dal cofano, dove si era acclimatato. Lui mi guardò con sguardo vacuo, io lo ricambiai come a dirgli di spicciarsi. Sembrava appena sveglio, ma, non appena notò l'ora, gettò la bottiglia vuota a terra e corse da Elwood, dandogli una forte manata sul braccio - ANDIAMO!!! -

Avevamo il serbatoio che strabordava, la pompa ancora unita alla bluesmobile, quando Elwood partì a tavoletta verso quella che era la meta della nostra probabile fortuna: il Palace Hotel.

Jake gettò la sigaretta dal finestrino e, pochi secondi dopo, si udì un botto assordante dietro di noi, ma non rallentammo, ci guardammo solo l'un l'altro con la tipica espressione del "io non ho sentito nulla", dipinta dietro gli occhiali da sole.

Non eravamo distanti dal Palace Hotel, arrivammo l' dopo circa venti minuti d'auto, ma rallentammo qualche metro prima della meta, perchè diverse volanti erano lì ad attenderci... Però, che mobilitazione! El fece una leggera svolta e girò in un viottolo, che portava ad un passaggio sotto ad un ponticello: era perfetto! Buio, di medie dimensioni e non dava nell'occhio, anche perchè, la stragrande maggioranza dei poliziotti stava sopra ad esso e avrebbe faticato a vederci!

Jake uscì dall'auto barcollando - mi fa male la testa, quel vino faceva schifo! -

- E' meglio se ti dai una mossa. Abbiamo da fare uno show e poi dobbiamo trovare il sistema di incassare tutti i soldi e portarli all'ufficio delle tasse della contea Cook appena aprono domattina - fece incalzante El.

- Coraggio, Jake! Lo show ci aspetta! Attivati! - gli battei una pacca sulla spalla, mentre ci incamminammo, piuttosto svelti, al luogo del tanto atteso spettacolo. Già mi immaginavo le reazioni dei ragazzi: su di giri per il nostro madornale ritardo; speravo solo che non ci avessero piantato in asso.
 
 
 
 
 
  
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