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Autore: happy ending    19/09/2012    1 recensioni
A volte compaiono piccole cose che riescono a farci dimenticare tutti i brutti pensieri che annebbiano la nostra mente durante la giornata e ad alleviare il dolore di ferite che sembrano non guarire mai.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Adam, diciassettenne di Baltimora, stava ammirando i candidi fiocchi di neve scendere fitti al suolo, per formare quel manto bianco sul quale avrebbe tanto voluto gettarsi come quando era bambino.
"Adam! Adam!" il professore di storia lo chiavama dalla cattreda, esasperato.
"Sì?".
"Ti spiacerebbe concentrare la tua attenzione su di me invece che sulla finestra?" gli chiese l'uomo.
Gli altri ragazzi scoppiarono a ridere, mentre lui arrossì lievemente e tornò ad ascoltare la lezione. Si accorse che il professore non stava parlando di Hitler, ma di una ragazza che sarebbe dovuta arrivare nell'ora seguente.
Cominciò a provare a figuarsela... Per qualche strano motivo la immaginava con la pelle abbronzata e lunghi capelli scuri lisci, alta e snella, occhi color nocciola.
Nella classe si sentiva quell'elettricità tipica di quando accade qualcosa di nuovo, che a scuola è molto raro.
L'ora dopo, qualcuno bussò alla porta ed ecco la nuova arrivata. Era completamente diversa da come se l'era immaginata: snella sì, ma molto bassa, capelli di un rosso scuro, leggermente ondulati, e grandi occhi verdi. Fece un timido sorriso a tutti, mentre la professoressa di inglese la presentava. Si chiamava Sunny e aveva cambiato scuola a causa della separazione dei genitori.
Prese posto accanto a  Sarah, una ragazza robusta e dalla quale i ragazzi preferivano stare lontani per la sua abitudine di prendere a pugni senza motivo.
La giornata passò tranquillamente; Adam ogni tanto puntava lo sguardo su Sunny, che era molto silenziosa. Durante l'intervallo, tutte le ragazze le si avvicinarono e cominciarono a tempestarla di domande, alle quali lei rispondeva con cortesia, imbarazzata.
All'uscita da scuola Adam si diresse alla fermata dell'autubus quasi correndo per riuscire a raggiungerlo in tempo. L'autista intanto sgignazzava guardandolo salire col fiatone. Il ragazzo gli rivolse un'occhiataccia e prese posto all'unico sedile libero, proprio accanto alla nuova compagna di classe.
"Sei lento" gli sorrise lei.
"Grazie" rispose lui seccato, ancora ansimante.
"Piacere, Sunny".
"So chi sei".
"Ma io non so chi sei tu".
"Adam".
Sunny lo squadrò un attimo, poi appoggiò la testa al finestrino, accese l'mp4 e chiuse gli occhi. Teneva il volume talmente alto che Adam riusciva a sentire la canzone che la ragazza stava ascoltando: "The scientist", dei Coldplay. D'istinto prese a canticchiarla a bassa voce. Sunny, sempre ad occhi chiusi, sorrise divertita e si unì a lui. Finita la canzone, una signora seduta dietro di loro battè le mani con entusiasmo, e i due scoppiarono a ridere.
"Be', io scendo qui. Ciao" annunciò all'improvviso Adam, alzandosi e mettendosi lo zaino nero sulle spalle.
"Anche io" rispose la ragazza, imitandolo.
Quando l'autubus si fermò, scesero e per un attimo rimasero a guardarsi imbarazzati.
"Senti... Io vado da quella parte... Tu?" le chiese.
"Idem".
"Allora ti accompagno se ti va" borbottò Adam abbassando lo sguardo verso i suoi piedi.
"Certo" sorrise lei. E si incamminarono verso casa.
"Quindi ti piacciono i Coldplay?" le chiese lui durante il tragitto.
"Direi di sì. Anche a te presumo...".
"Oh be', qualche canzone".
"Capito".
"Come ti sembra la scuola?".
"Una scuola... Tante cretine che fanno a gara per essere la mia migliore amica solo per attirare un po' di quell'attenzione che ora rivolgono a me esclusivamente perchè sono la nuova arrivata... Tanti cretini che ci provano come se io fossi un giocattolino" disse Sunny pensierosa.
Adam ripensò alle ultime parole e...
"Oh no. Cioè... Io non ci sto provando... Non fraintendermi...".
"Lo so, tranquillo" rise Sunny.
"Lo sai?".
"Uno che ci prova non mi guarda come se fossi una scocciatura" spiegò lei.
"Non sei una scocciatura" rispose lui, colpito.
"Questa è casa mia. Grazie per avermi accompagnata... Ci vediamo domani!". Sunny lo salutò con la mano, poi percorse il vialotto davanti ad una piccola villa rosa.
Adam rimase un attimo a fissarla e quando la vide aprire la porta della villa le gridò: "Ehi! Non sei una scocciatura!".
 
Quando arrivò a casa, Adam prese posto davanti al suo computer; aprì il programma di scrittura e cominciò a muovere velocemente le dita sulla tastiera. Scrivere era la sua più grande passione, l'unico modo per poter dare sfogo alle proprie emozioni. Dopo tutte le delusioni che aveva avuto in amicizia e in amore, aveva perso completamente la fiducia nelle persone. Cercava di parlare il meno possibile con gli altri e preferiva aprirsi ad un foglio elettronico piuttosto che a qualcuno che avrebbe potuto tradirlo un giorno. E senza nemmeno accorgersene, si ritrovò a scrivere di Sunny. Non capiva il perchè, ma quella ragazza lo aveva colpito in qualche modo... Forse perchè aveva intuito che Adam preferiva che lo lasciasse stare e non aveva insistito a creare un rapporto con lui; mentre le altre non concepivano l'idea che una persona avesse voglia di restare sola. Ma probabilmente lei era proprio come loro, come poteva dirlo dopo un solo giorno? Passato qualche minuto, spense il computer e uscì in giardino a prendere una boccata d'aria.
   
 
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