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Autore: Scintilla    05/04/2007    6 recensioni
Cloud è ossessionato dai fantasmi.
-Forse, a forza di pensare ad Aeris, l’hai persa per sempre?-
(CloudXAeris)
Genere: Triste, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aeris Gainsborough, Cloud Strife
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Fantasmi

Ma bene, approfittando di un ritorno di FFVII, ho scritto questa one-shot.

CloudXAeris è una coppia che mi piace davvero tanto, ma le fic in Italia sono così poche che ho deciso di dare un mio modesto contributo.

Questa fic è strana, confusa, è un sogno. Devo dire che non è facile scrivere su una coppia con un morto ._.

Ambientata sicuramente dopo la fine di FFVII, non saprei dire se prima o dopo Advent Children.

Immaginatevela come volete, ecco.

Spero che faccia almeno un po’ di piacere ai fan di questa coppia, e spero che si capisca qualcosa, nonostante il tono confuso.

A rivederci alla fine!

Scintilla

 

 

 

 

Fantasmi

 

 

La sera avvolge con calma la chiesa nei distretti di Midgar. I fiori si chiudono al suo passaggio, tende invisibili vengono tirate alle finestre colorate.

Ancora pochi minuti, e nella chiesa ci sarà buio completo.

Una mano si avvicina allo stoppino di una candela. Ora la fiammella rischiara, donando una debole luce, allungando e rendendo più minacciose le ombre.

La mano la appoggia sull’altare.

I fiori rimangono chiusi, una tal piccola scintilla di fuoco non può svegliarli. La minuscola fiamma trema, basterebbe che il vento soffiasse un po’ più forte e si spegnerebbe.

Però non c’è più buio completo. Occhi ben allenati possono vedere chiaramente in quella semi oscurità.

La figura resta per qualche minuto a rimirare quella piccola goccia di fuoco che danza, cresce impercettibilmente e poi rimpicciolisce, quasi fosse una creatura viva.

La luce rossa si riflette negli occhi blu freddo. Non illumina altro che un viso senza espressione, e un fuoco gelato che non può incendiare nulla nelle iridi.

La figura si allontana dall’altare e si sdraia sul pavimento cosparso di fiori chiusi.

Il profumo di erba si insinua prepotente nelle narici.

Non c’è freddo quella sera. Il vento si è dimenticato di quella chiesa. La fiammella continua a illuminare.

Il buio avvolge anche quella figura.

 

 

-Cloud.- Cloud si sveglia, qualcuno gli sta accarezzando i capelli.

-Aeris.- prende la mano fra le sue. Apre gli occhi. È bellissima come sempre. Gli occhi verdi luminosi, i capelli castani acconciati nella lunga treccia, il vestito rosa. Un dolce sorriso sulle labbra.

-Sei venuta anche stasera.-

Cloud allunga una mano verso il suo viso, ma non riesce a toccarlo. Le dita palpano solo aria. I fantasmi non possono essere toccati. Nemmeno in sogno.

-Tu mi hai chiamata.-

Cloud si rimette sdraiato sul materasso fiorito. Si scosta una ciocca di capelli biondi dal viso.

Sono sempre nella chiesa, ma una grande luce rischiara tutto, quasi accecando. Non sono i raggi del sole, non sono centinaia di candele accese. Si direbbe nebbia luminescente.

Aeris si alza in piedi, osservandolo dall’alto. Si volta e inizia a camminare. Cloud si alza sui gomiti. Aeris prende un tulipano dai vasi sull’altare. Lo porta al naso e poi lo rimette a posto.

-Vedo che ti stai prendendo molta cura dei miei fiori. Grazie.-

L’altro le si avvicina senza dire nulla.

-Sono gli unici fiori di Midgar, lo sai. Mi piacevano molto.-

Cloud prova a sfiorarle una mano. Vorrebbe dirle qualcosa. Ma parlare con un fantasma è difficile, lo sa.

-Mi manchi.-

-Ci incontriamo spesso, ultimamente.- La sua breve risata sembra il cinguettio di un canarino.

La nebbia luminosa si fa più densa, quasi il pavimento scompare. Il soffitto già non esiste più.

-Comunque anche tu mi manchi. Mi piacerebbe stare sempre con te.-

Aeris lo abbraccia. Questa volta riesce a toccarlo.

-Mi perdoni, Aeris?-

-Non ho nessuno squarcio nel petto ora, no?- ride di nuovo.

-Lo so, ma…- Aeris gli sfugge via dalle braccia, come se fosse costituita da fumo.

Si china a raccogliere qualche orchidea. Canticchia fra sé una canzone.

Cloud prende un respiro profondo per calmarsi. È importante rimanere lucidi in un colloquio con gli spettri.

-Mi piacerebbe poter essere sempre con te, Aeris.- mormora poi.

-Davvero?- non interrompe la sua raccolta.

-Non credo proprio esista un modo per farmi resuscitare, Cloud.-

Accarezza i petali bianchi e rossi con affetto. Si alza sulle punte dei piedi per guardarlo negli occhi.

-Però… un altro modo ci sarebbe.- La nebbia si fa soffocante. Quasi acceca.

Aeris lo abbraccia e raggiungere il suo orecchio con le labbra.

-Vieni tu con me, Cloud. Muori per me.-

L’ha detto con una semplicità disarmante, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Cloud viene assalito dal freddo. Quel vapore luminoso ora è gelato.

-Morire?-

-Sì, Cloud. E poi staremo sempre insieme. Non è quello che desideri? Non sarebbe bello? Noi due insieme per sempre…-

Cloud alza la testa al cielo. Galleggiano fra nuvole dense e fredde, ora. Sente gelo alle mani. Aeris continua a girarsi fra le mani le orchidee, sembra essere perfettamente a suo agio. Non sa cosa rispondere.

-Aeris…-

Anche questa volta sfugge come vapore. E ride, in un modo in cui non l’ha mai sentita. Quel suono è freddo. Rabbrividisce confuso, e questa volta non per l’aria gelata.

-Morire? Ti sembra una cosa che Aeris potrebbe chiederti?- Ora la fioraia è dietro di lui. Cloud non si volta. La voce della ragazza ora è diversa.

-Aeris sei tu…- mormora confuso.

-O forse sei tu che lo desideri.- ribatte l’altra.

Cloud si gira. Occhi verdi, capelli castani, orchidee in mano. È lei, no?

-Andiamo, Cloud… Pensi davvero che Aeris, l’Aeris che hai conosciuto, vorrebbe che tu morissi per lei?-

Una vento sottile ma freddo comincia a soffiare.

-Tu non sei Aeris?-

L’altra lo guarda negli occhi, mettendogli un fiore in mano.

-L’Aeris che hai conosciuto ti sembro io?-

Scuote la testa, ridendo.

-Non lo sai, non lo sai… E lo sai perché? Perché non ti ricordi più di Aeris.-

Se Cloud avesse abbastanza forza e sicurezza, inizierebbe ad arrabbiarsi.

-Io mi ricordo di Aeris.- riesce solo a mormorare, con voce insicura.

-Per me no. Vediamo, allora… Aeris ti ha mai baciato?- Il suo sorriso falsamente innocente non accenna a spegnersi.

Cloud sta per rispondere, sicuro, ma si blocca. Stava per dire di sì. Invece la fioraia non l’ha mai baciato, se ci pensa bene.

-Allora, sì o no?- chiede l’altra.

-No…- mormora Cloud.

Ride. La sua voce divertita e alta si espande per quello spazio nebbioso e illusorio. La risata si fonde con quel vapore luminoso.

-Benissimo, risposta corretta.- Incrocia le mani dietro la schiena, come a voler imitare una bambina timida.

-E allora perché ti comporti come se l’avesse fatto? Hai immaginato così tante volte Aeris che ora molte tue fantasie ti sembrano realmente accadute. Hai fatto confusione fra desideri e ricordi. Hai reso Aeris una figura perfetta per te, ma quell’Aeris non è mai esistita, se non nella tua fantasia.-

Le nebbia si sta diradando. L’altra Aeris continua a giocare con le orchidee. Gli strappa i petali uno a uno. Ma lo fa con amore, con attenzione. Quasi non volesse far soffrire i fiori estirpati dal terreno.

Canta a bassa voce nel farlo. Cloud deve aspettare che finisca.

-Vediamo se ora indovino.- Stuzzica l’ultimo petalo con l’indice. –Se ora chiedessi a Cloud qual è stata la sua esperienza sessuale più gratificante… mi risponderebbe quella con Aeris!- Ride di gusto.

-Ovvio che è stata piacevole! L’ha vissuta solo nella sua fantasia! Era tutto perfetto, naturalmente, perché l’ha solo immaginata!- Continua a ridere. Cloud sente la vergogna scuotergli il cuore.

Sposta lo sguardo verso terra, senza sapere cosa replicare. È per questo che non vede lo schiaffo che lo colpisce.

Quella Aeris ora sembra veramente arrabbiata. Le orchidee senza petali sono sparse per terra. Il suo viso ora è severo e indignato.

-Che fine ha fatto Aeris, Cloud? Avevi promesso che l’avresti portata sempre nel tuo cuore, che non l’avresti dimenticata mai. E invece, Cloud, è scomparsa perfino dalla tua memoria. Non riesci più a ricordartela, vero?-

Sembra solo delusa, ora. Gli occhi verdi lucidi, come se si stesse sforzando di non piangere.

Cloud prova a ricordare il loro primo incontro. Dopo l’attentato le aveva comprato un fiore e lei per ringraziarlo gli aveva dato un bacio sulla guancia… No, un attimo. Gli aveva solo detto grazie e nient’altro. Dopo, quando si era risvegliato nella chiesa, c’era lei che gli aveva medicato le ferite e poi erano andati a casa sua. No, ripensandoci bene erano entrati i Turks subito dopo.

-Aeris è stata sostituita con una copia immaginaria... Aeris è stata cancellata per una fantasia… Cloud vive innamorato di una persona mai esistita… Cloud non si ricorda più di Aeris…- canticchia, distraendo Cloud dai suoi ricordi (o fantasie).

-Tu chi sei?-

Alza il volto, sorridendo come un angelo.

-Io sono… qualsiasi persona tu voglia.-

Una mano gli accarezza i capelli. Cloud si volta, trovando un’altra Aeris sorridente.

-Sono io l’Aeris che vuoi, Cloud?-

-No, credo di essere io.- un’altra testa castana si appoggia alla sua spalla.

-Sono io l’Aeris dei tuoi desideri, vero?-

-Cloud, amore mio…-

È uno spettacolo spaventoso. Cinque, dieci, venti Aeris che lo circondano, che lo chiamano, che lo stringono. È un incubo. E non riesce a svegliarsi.

-Chi siete?- chiede piano.

-Siamo Aeris, Cloud. Decidi fra noi quella che più si avvicina ai tuoi desideri. Siamo tutte Aeris.-

-C’è l’Aeris vera, fra di voi?- Riescono a toccarlo veramente, questi fantasmi. La sensazione che lasciano non è per nulla piacevole. Tanti occhi verdi luminosi. Tante labbra rosa piegate in un dolce sorriso.

-Come vuoi stasera Aeris, Cloud? Pronta a perdonarti per la sua uccisione? Maliziosa e sensuale? Dolce e remissiva? Tranquilla e consolante? Scegli, Cloud, scegli e l’avrai.-

Cloud accarezza i capelli di una, rimira la bellezza di un’altra. Bacia le labbra della più vicina. Come a sincerarsi che non ci sia lì dentro, in quegli spettri, quello che sta cercando.

Loro se ne accorgono.

-Lei è morta, Cloud. Non te la ricordi nemmeno più. Ma ci siamo noi. Noi siamo le Aeris che hai sempre desiderato. Non pensare a chi non esiste più nemmeno nel tuo cuore.-

Parlano tutte all’unisono. Tante voci uguali.

Accarezzano il suo viso con le loro manine fresche e delicate. Cloud chiude gli occhi, immaginando solo per un breve istante che quelle carezze appartengano alla vera Aeris. Poi scuote la testa.

-Io penso che Aeris non sia nessuna di voi. Sparite.-

I fantasmi si fondono con la nebbia luminosa.

Respira affannoso, come se avesse il fiatone. Pensa di essere rimasto da solo.

Una dolce voce che canta lo smentisce.

-Aeris?-

Le stesse iridi verdi, le stesse labbra di rosa, lo stesso vestito chiaro gli vengono incontro.

-Forse. Tu che dici?-

Non riesce a pensare lucido, Cloud. Dopotutto è un sogno, no?

-Anche l’Aeris che ho sognato le altre notti era un’illusione?-

L’altra sorride, compiaciuta per qualcosa.

-Non lo so. Devi dare tu la risposta.-

Cloud ride nervoso.

-Non lo so più. Però vorrei incontrare quella vera, e essere consapevole che sia lei. E vorrei parlarle. E chiederle scusa per tutto. E vorrei che risvegliasse in me i suoi veri ricordi.-

L’altra continua a sorridere.

-Potrò mai incontrarla? In un altro sogno? In una visione?-

-I sogni possono essere molto ingannatori, Cloud.- La nebbia si sta facendo pesante. Non brilla nemmeno più.

-Pensa che strano. Potresti aver incontrato l’Aeris vera sempre, anche stasera. Potresti non averla mai vista dalla sua morte. Potresti non vederla mai e illuderti di poterci parlare di notte. Non saprai mai la verità. Pensa che strano.- Non ha smesso un attimo di sorridere. La nebbia sta diventando scura. La luce che l’animava si sta spegnendo.

-Forse è per questo che esistono i sogni. Per consolarci della realtà. Quindi non si può pretendere che siano veritieri. O forse esistono come specchi della verità.-

La nebbia ora è nera. Avvolge tutto.

 

 

 

La figura rabbrividisce, resta sdraiata ancora qualche secondo e poi si alza. Come al solito non importa quanto faccia attenzione, strappa comunque qualche fiore.

Si avvicina all’altare. La candela è quasi consumata. Avvicina le labbra e la spegne.

La semioscurità persiste, ormai l’alba è vicina e il cielo si sta schiarendo.

La figura esce dal luogo sacro senza far rumore.

 

****

 

Anche stamattina dalla chiesa abbandonata è uscito quel tipo con i capelli biondi che sfidano le leggi di gravità e il mantello nero.

Alcuni operai ormai sono abituati a vederlo, mentre vanno a lavorare. Nessuno sa cosa ci faccia lì, ma è certo che in quell’edificio diroccato vi trascorre tutta la notte. Nessuno ci ha mai parlato, nessuno lo conosce.

Sono ormai sette mesi che la sera si reca lì. Esce solo la mattina dopo, circa alle cinque. Accende la moto e si rimette in viaggio. Dove, nessuno lo sa.

Ormai è così abituale che non ci fanno più nemmeno caso.

 

 

 

Ecco, finita.

Bhe, che dire, un lavoro parecchio strano, ma a me sinceramente piace.

Qualche passo avanti da “Giuramento” (l’altra mia fic su FFVII) l’ho fatto vero?

Spero di sì, sono già passati nove mesi da quella, e non essere migliorata nemmeno un po’ non sarebbe una bella cosa ._.

A parte questo… è riuscita a ingannarvi almeno un po’ l’Aeris dell’inizio, quella tutta dolce e sorridente che perdona Cloud? (parlo per quelli che non hanno già chiuso la pagina Xd).

Non mi andava proprio di fare una cosa smielata e zuccherosa (e diciamolo, parecchio irreale) su di loro.

Spero che non sia risultata completamente incomprensibile. La parte del sogno doveva dare l’idea di confusione, quello sì. Doveva essere contorta, irreale, proprio come i sogni lo sono.

Così ho pure sperimentato un nuovo stile: descrivere un’illusione.

So che ho ripetuto molte volte “Aeris”. In parte era voluto, per sottolineare la pluralità di Aeris in questo sogno. In parte non sapevo come evitare la ripetizione.

Aspetto commenti, per piacere fatemi sapere che ne pensate!

 

Scintilla

 

Strange inside, fanfictions by Asmesia alias Scintilla

 

 

 

 

  
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