Dovrei abbassare il volume degli altoparlanti della mia macchina, lo so, ma sono troppo vicina alla soluzione del mio problema per muovere anche solo un muscolo. Me ne sto ferma, con la capote della macchina abbassata e la musica a tutto volume, nel parcheggio degli studenti della scuola che frequento da ormai quattro anni. Ecco, ho perso di nuovo il filo del discorso, cerco di riacciuffarlo mentre mi accorgo che delle matricole mi fissano a qualche parcheggio di distanza. Nascosta dagli occhiali da sole, li guardo con aria di superiorità finché non abbassano lo sguardo. Non verrò mai a capo di niente se continuano a disturbarmi. Tamburello le dita sul volante, le labbra strette per la concentrazione.
Guardo verso l’entrata della scuola. Tra qualche minuto suonerà l’ultima campanella e allora Jack uscirà e verrà da me chiedendomi se posso aiutarlo nei compiti. So che lo farà, lo fa tutti i giorni da quasi quattro mesi. Non riesco a credere che siano già passate quindici settimane da quando un ragazzino del secondo anno mi si è avvicinato e mi ha chiesto di uscire. E ancora non riesco a credere di aver accettato.
Jack mi ha rapito il cuore con un sorriso, il sorriso più candido ed innocente che io abbia mai visto. Ed ecco l’origine del mio problema, nella Star High School, in cui regna una società gerarchica la cui punta è rappresentata dalle sfavillanti cheer-leader, l’idea che una ragazza del quarto anno esca con un ragazzo del secondo è inconcepibile.
E in una scuola in cui tutti si conoscono la notizia giungerebbe presto a mia madre, la preside.
-          Che nervoso – sbraito sbattendo la testa contro il volante.
Sento la campanella suonare e subito diventa chiaro che neanche oggi ho una scusa per dire di no a Jack.
-          Cos’è quel muso lungo Em? – Becca, la mia migliore amica, mi osserva, placidamente appoggiata alla portiera della mia macchina – non avrai litigato con Pollicino.
Pollicino. La mia migliore amica ha soprannominato il ragazzo che mi piace Pollicino.
-          Non fare la spiritosa Becca – le faccio la linguaccia mentre lei agita la sua fluente chioma bionda – comunque no. Solo che ieri pomeriggio ha cercato di baciarmi.
Le guance mi sono diventate bordeaux, lo so. Becca incara le sopracciglia e le sue labbra rosa di lucidalabbra formano una O perfetta.
-          Dimmi che non l’ hai lasciato fare! – mi afferra un polso con aria tragica, come se dalla mia risposta dipendesse il destino dell’umanità.
-          Mi conosci Becky, ovviamente no.
-          Arriva Pollicino, meglio che io evapori – mi stampa un bacio appiccicoso sulla guancia prima di sparire dalla mia visuale con un colpo d’anca.
Appoggio la testa allo schienale, sospirando.
-          Ciao Emma – la voce è troppo familiare per non riconoscerla.
-          Jack! Ciao – non metterci troppa enfasi, mi dico.
-          Mi aiuti a fare i compiti vero? – mi fa gli occhioni dolci.
Sorrido enigmatica.
-          Uno che ha il massimo dei voti in tutte le materie ha bisogno del mio aiuto? – scherzo.
-          Anche tu hai il massimo dei voti – sorride.
-          Sali – ricambio il suo sorriso e so che nell’amore non c’è niente di sbagliato.

ANGOLO AUTRICE
Hola gente. Eccomi qui con questa storia.
Ammetto che forse, dico forse, c’è un po’ di personale.
Come inizio non dice molto ma…spero ne venga fuori qualcosa di interessante.
Vi supplico una recensione, baci.