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Autore: Little Dreaming Writer    20/09/2012    6 recensioni
| Spagna x Romano | Fluff | One-Shot / Shonen-ai / Missing Moments |
One-Shot Spamano, dedicata a Vale [BlueChan] e Camy [delle Marlboro_Ohana].
Seconda FF Shonen-ai, non sarò un portento, ma per quelle ragazze si fa qualunque cosa.
Hope you like it.
Romano sa essere isterico e parecchio manesco a volte, e questo Spagna lo sa benissimo.
Ma anche un carattere scontroso come quello del giovane italiano nasconde una ricerca di attenzioni da parte della persona che ama.
[ Cit. alla Storia: Romano sentì Spagna stiracchiarsi rumorosamente. Aspettava impaziente, ad occhi chiusi, che il ragazzo si avvicinasse al divano, gl’accarezzasse i capelli con dolcezza e gli stendesse addosso la coperta appoggiata sul tavolino, e che poi, prima di dirigersi verso la sua stanza, gli posasse un tenero bacio sulla fronte.
Romano detestava le smancerie solitamente, o almeno era quello che voleva far credere a tutti   - specialmente ad Antonio -, ma in realtà gli piaceva sentirsi coccolato, amato nonostante quel suo caratteraccio.
]
- Reby~♥ ©
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo QMe Acuerdo…

Besame ~

 
Autore: - Reby~♥ [Little Dreaming Writer]
Genere: Fluff
Pairing: Spagna x Romano / Antonio x Lovino
Note: A voi Vale e Cami, mia stimata collega e mia dolce Candy. A voi che mi sostenete e m fate sentire amata [e a Vale anche come regalo di nozze (?)].
Note2:  Seconda Shonen-ai. Sono realmente impazzita, ma davvero farei qualunque cosa per delle ragazze speciali come loro. A voi che mi conoscete e leggete queste righe, chiedo di non chiamare l’ambulanza pe farmi ricoverare. (?)


 

☆ ☆ ☆



 

Un rumore di chiavi che si infilavano nella serratura.

Poi quello delle chiavi che ruotavano all’interno della serratura.

Infine una porta che si apriva, e un dolce e rilassato fischiettio.

 
Romano fino a quel momento aveva fissato il soffitto della sala, spostando di tanto in tanto lo sguardo annoiato verso l’orologio appeso al muro, aspettando impaziente l’ora - troppo tarda – del ritorno di Antonio dall’ultimo Meeting; ma nel momento in cui aveva sentito la porta aprirsi si era girato su un fianco e aveva finto di essersi addormentato lì, come da bambino quando lo spagnolo cercava di insegnargli la sua lingua - con scarsissimi risultati però -.
 

Il rumore di una porta che si chiudeva.

Poi un rumore di passi  tranquilli che si avvicinavano.

Infine un sonoro sbadiglio, e il rumore di un giacchetto che cadeva a terra.

 
Romano sentì Spagna stiracchiarsi rumorosamente. Aspettava impaziente, ad occhi chiusi, che il ragazzo si avvicinasse al divano, gl’accarezzasse i capelli con dolcezza e gli stendesse addosso la coperta appoggiata sul tavolino, e che poi, prima di dirigersi verso la sua stanza, gli posasse un tenero bacio sulla fronte.
Romano detestava le smancerie solitamente, o almeno era quello che voleva far credere a tutti   - specialmente ad Antonio -, ma in realtà gli piaceva sentirsi coccolato, amato nonostante quel suo caratteraccio.
 

Il rumore di passi che si allontanavano.

Poi quello di una porta che si apriva lentamente.

Infine un leggero cigolio della porta che si richiudeva, e il silenzio.

 
Silenzio… e nient’altro.
 

Romano spalancò gl’occhi e si mise a sedere; era solo nella stanza.


Quel brutto bastardo di Spagna se n’era andato, probabilmente senza nemmeno averlo guardato. Si era semplicemente tolto il giacchetto e si era diretto in camera sua, ignorandolo completamente. E ora probabilmente si stava preparando per andare a dormire.
Forse non si era nemmeno accorto di lui…
 

Perché quel brutto bastardo di Spagna se n’era andato senza nemmeno accorgersi di lui?!

 
Scattò in piedi di scatto, e si diresse a grandi passi verso la stanza dello spagnolo, ripetendo mentalmente tutti quegl’insulti che avrebbe poi  gridato in faccia al castano. Appoggiò la mano sulla maniglia e spinse avanti la porta con decisione.
Allora si trovò davanti Antonio che, con la sua solita espressione rilassata, sdraiato sul letto , sistemava scartoffie  e documenti in alcune cartelline colorate.
Quando l’italiano si schiarì la voce – per attirare la sua attenzione - lo spagnolo alzò lo sguardo e gli sorrise tranquillo. “Hola Lovino.” Sussurrò.
 

Un sussurro.

Poi uno sbuffo - quello da parte di Romano -.

Infine l’accenno di una risata da parte dello spagnolo.

 
“Pensavo dormissi.” Disse Antonio riportando lo sguardo sui fogli che aveva tra le mani.
E invece no, bastardo. pensò fermamente Romano. Così fermamente che finì per sussurrare l’ultima parola.
Spagna lo guardò di nuovo. “¿Cué has dicho?” domandò ridendo.
 

L’istante dopo Romano gli si era parato davanti e gli aveva tirato un pugno in testa, gridando “Bastardo! ecco cosa ho detto!”

 
Spagna si massaggiò dolorante la testa, osservando l’italiano che ora gli dava le spalle e, appoggiato alla scrivania, sparava a bassa voce tutti gl’insulti che gli passavano per la mente. Tutti gl’insulti che conosceva.
Antonio abbozzò un sorriso: era sicuro che se si fosse avvicinato e l’avesse costretto a girarsi lo avrebbe visto col viso rosso dalla rabbia.
“Perché te la stai prendendo tanto?” domandò tranquillo, aspettandosi un nuovo – e probabilmente meritatissimo - pugno in testa da parte di Lovino.
 

Silenzio. Di nuovo silenzio.

Poi un sospiro che sapeva di rabbia.

Infine un sibilo da parte dell’italiano: “Perché mi ignori, bastardo.

 
Lo spagnolo inarcò un sopracciglio. Lui, ignorare Romano?
Si alzò dal letto e gli si avvicinò lentamente. “Se ti presto troppe attenzioni sono un maniaco che invade la tua privacy, se invece ti lascio in pace improvvisamente divento un bastardo menefreghista.” Ridacchiò divertito, appoggiando le mani sulle spalle dell’altro, “Non sei mai contento, eh Lovi?”
Lovino non si mosse. Si limitò a sbuffare di nuovo, esattamente come prima.
“Cabron…” sibilò poi.
 

Una parola. Solo una.

Poi un verso di stupore da parte di Antonio.

Infine una risata che sapeva di gioia.

 
A quel punto il giovane Vargas si voltò, “Ma che cazzo hai da ridere?” chiese infastidito, fissando l’altro con occhi pungenti.
Spagna lo osservò, sorridendo divertito. “Non pensavo ti ricordassi qualcosa di spagnolo.” Spiegò semplicemente alzando le spalle, prima di accarezzargli con dolcezza i capelli.
L’italiano sbuffò scocciato. “Ricordo solo quello che può essermi utile.” Snocciolò senza tanti complimenti, scostando la testa con fare infastidito “Come gl’insulti…”
L’altro rise di nuovo, “E allora dimmi qualcosa. Qualunque cosa ti possa essere utile in questo momento.” E così dicendo, Antonio sentiva che sarebbe stato investito da una marea di Insulti senza fine, tutti nella sua lingua madre.
 

Ma, con grande sorpresa dell’iberico, Romano si voltò a guardarlo, gli si avvicinò all’orecchio, sospirò profondamene, e dopo aver sussurrato il su nome aggiunse, con un fil di voce…

 
 

“… Besame.”




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☆ ☆ ☆

 
 

| Angolo Reby  | :

Salve a tutti. sono sempre io, Reby. *Capitan ovvio mode ON*
Allora, ho scritto un'altra Shonen-ai, sì, sono già a quota due. Non male per una  a cui non piace come genere di coppia, nhe?
Ma bisogna essere aperti a tutto [cit.], e io lo sono ùwù
Comunque, questa schifezza Fic è dedicata a Vale [BlueChan] e Cami  [delle Marlbro_Ohana].
Ragazze, spero che vi sia piaciuta, e che non sia orrenda come credo, né OOC.
Bene, ora  vado, perchè è ora di mettersi a studiare.
Vorrei sapere che ne pensate.
Byee


Reby~♥

   
 
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