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Autore: _vdechelon    20/09/2012    1 recensioni
“Strano, mi hanno sempre raccontato che chi va in guerra soffre…”
Alzo lo sguardo e sul suo viso c’è un sorriso strano. Alzo un sopracciglio e si avvicina a me.
“Sai, non tutti hanno la fortuna di avere nell’equipaggio una bella ragazza…” Con la mano mi sfiora la guancia e solo adesso capisco la natura di quel sorriso perverso. Mi allontano e lo guardo in malo modo." (dal cap. 2)
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dopo il pranzo dei soldati, come da routine, faccio il bucato insieme a Sofia. Riempiamo un secchio grande d’acqua, e anche per rilassarci, ci mettiamo fuori. I soldati sono andati a controllare la zona e l’accampamento è silenzioso. Oggi fa più caldo del solito, infatti non ho messo la parte superiore della divisa, lasciando solo la mia canotta.
“Sai che la divisa non serve solo perché va messa giusto?”
“Che intendi?” Rido, mentre strofino nell’acqua il mio lenzuolo mentre Sofia strofina il suo grembiule.
“Intendo che serve anche per proteggerti…”
“Io non ho paura!”
“Lo so” Alzo lo sguardo su Sofia che mi guarda apprensiva e le sorrido, poi il chiasso dei soldati di ritorno ci fa sbuffare.
Guardo verso i ragazzi, forse per trovare lui.
“Signorina Sarah?” Il capitano James mi ha chiamato, e prima di recarmi da lui, guardo accigliata Sofia che scrolla le spalle.
Asciugo le mani sul mio pantalone e mi avvicino a James.
“Si, signore?” Mi porge delle lettere legate da un elastico tra loro, credo sia la posta.
“Queste sono per il personale.”
“Grazie, signore” Faccio un cenno con la testa e mi allontano, ritornando da Sofia.
“Posta!!” Sventolo le buste bianche e sul viso di Sofia compare un bel sorriso. È sempre così quando arriva la posta dei suoi figli. Si, Sofia ha due figli, di 10 e 15 anni.
Le porgo tutte le lettere, sarà lei a darle agli altri, mentre finisco di strizzare il lenzuolo che stavo lavando.
Torno nel mio dormitorio, prima di tornare in cucina, prendo l’altra roba da lavare che però porterò in lavanderia.
Mentre esco dalla stanza, inciampo e faccio cadere tutti i miei stracci. Alzo lo sguardo e mi blocco. Si sta avvicinando il ragazzo dagli occhi verdi.
“Tutto bene?” La sua voce è sensuale e delicata, il suo sorriso dolce e i suoi occhi accattivanti.
“Si..” riesco a emettere un suono senza balbettare ma ho il cuore che batte troppo velocemente.
Riprendo il controllo della mia mente e mi abbasso per prendere la mia roba dal pavimento, lui fa lo stesso e mi aiuta a rassettare i vestiti.
“Devi portarli in lavanderia?” Anche gentile. O forse ci sta provando, non che mi dispiaccia. Annuisco e camminiamo insieme verso la lavanderia.
“Io sono Jake!” mi tende la mano e lentamente la stringo alla mia. Quando ho il contatto con la sua pelle, un brivido percorre tutta la schiena. “Sarah!” Ci sorridiamo mentre le nostre mani sono ancora unite. Per l’imbarazzo ritiro la mia mano e abbasso lo sguardo. Rischio di diventare rossa come un peperone.
“Strano, mi hanno sempre raccontato che chi va in guerra soffre…”
Alzo lo sguardo e sul suo viso c’è un sorriso strano. Alzo un sopracciglio e si avvicina a me.
“Sai, non tutti hanno la fortuna di avere nell’equipaggio una bella ragazza…” Con la mano mi sfiora la guancia e solo adesso capisco la natura di quel sorriso perverso. Mi allontano e lo guardo in malo modo.
“Signor Grey, ritorni dai suoi compagni!” Il signor James riporta la serietà nell’espressione di Jake, e senza degnarmi più di quel suo sorriso, si allontana dalla stanza.
“Signorina Sarah, ci sono delle regole qui!” Adesso ci manca solo la predica del capitano.
“Lo so, signor James, forse sono i suoi ragazzi che non hanno ancora focalizzato le regole!” Rispondo sembrando ironica, incrociando le braccia.
“I miei ragazzi sono stati addestrati nel migliore dei modi, signorina. Forse se non venissero provocati…” Gli occhi del capitano cadono sulla mia canotta, o per meglio dire, sul mio seno e in questo momento mi sento particolarmente offesa.
“Bene, allora cerca di addestrare anche i loro ormoni, signor James, ora se non vi dispiace, vado a lavorare!”
Molto velocemente lascio la stanza, andando verso la cucina. 
  
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