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Autore: SickOfLoveSong    21/09/2012    3 recensioni
"da quando l’avevo vista per la prima volta in quello Starbucks provavo la voglia di proteggerla a tutti i costi come se avesse avuto bisogno di me e dopo aver letto la sua Bio su Twitter dove diceva che ero il suo angelo personale me ne ero convinto"... "Mentre osservavo l’acqua bollire ripensavo a tutto quello che era successo, non so per quale strano motivo ma quando ero con Tom mi sentivo così bene che volevo passare più tempo con lui, non c’era nemmeno bisogno di parlare bastava che mi osservasse per capire come stavo"
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sofia c’è un signore al bancone!!!” gridò il proprietario dello Starbucks alla ragazza che stava pulendo i vari tavoli del locale, non appena la ragazza sentì il suo nome lasciò tutto quello che stava facendo per correre a servire il ragazzo.
Sofia sono io, una ragazza di nemmeno 20 anni, una ragazza che non si può definire minuta che ispira tenerezza a chiunque la veda, non tanto alta ma in compenso abbastanza in carne, tutti i vestiti che indossavo erano una 48 abbondante, ma non era quello il mio problema né tantomeno il fatto di vivere in una metropoli da appena 2 mesi.
Settembre era alle porte e ogni adolescente londinese si preparava ad iniziare un nuovo anno scolastico, provavo tanta invidia nei confronti di quei ragazzi che passavano gli ultimi pomeriggi estivi in quel locale, ragazzi spensierati, dalla risata facile, che dopo un’occhiata veloce al loro telefono di ultima generazione si rendevano conto di essere in ritardo e correvano nelle loro case, dove c’era una famiglia ad aspettarli ed ad accoglierli a braccia aperte.
Già la famiglia, quello era il mio problema, all’inizio di giugno ero scappata da casa mia, più che scappata avevo preparato tutto il necessario, la avevo messo in valigia ed avevo salutato i miei famigliari, fu l’ultima volta che li sentii; non ero una ragazza che dava molti problemi né sballata, ero piuttosto brava, la pupilla di famiglia, ma ero stanca di tornare tutti i giorni a casa e sentire i miei gridare, di vedere mio fratello sbattere le porte, mio padre che ogni tanto alzava il gomito alzava anche le mani e dopo una bella dormita diventava il padre perfetto, dolce e premuroso come se niente fosse successo; per loro andava bene vivere una vita così, io mi ero stancata e avevo deciso di iniziare una nuova vita.
Sapevo che non era facile, una ventenne a Londra che vuole fare carriera, pochi ce la fanno e io volevo fare parte di quei pochi; durante il tragitto da casa alla stazione chiamai la mia migliore amica per metterla al corrente di quello che stava succedendo; Sara era al secondo anno di Scienze della Comunicazione e le mancava un anno per laurearsi, non comprendeva il mio modo di agire ma Londra era anche la sua meta ambita, voleva venire con me ma non poteva rinunciare a due anni di università come se niente fosse quindi decise di rimanere in Italia.
“Cosa vuole??” chiesi al ragazzo prendendo un bicchiere di plastica per scriverci sopra il nome, “Un frappuccino” rispose il ragazzo togliendosi gli occhiali e osservandomi, ci misi un secondo per connettere l’ordinazione e scrissi direttamente il nome sul bicchiere, “Non mi chiedi nemmeno il nome??” chiese il ragazzo vedendomi subito all’opera, “Io… Scusami è che so come ti chiami” risposi accennando un sorriso facendo ridere anche lui, “Sofia muoviti a prendere quell’ordinazione devi finire di pulire i tavoli!!!” gridò di nuovo Adam, “Scusami devo andare” dissi porgendo il frappuccino al ragazzo e correndo a finire quello che mi era stato comandato, però questa volta con un sorriso a 32 denti.
……………….
Avevo appena finito le prove in studio con i ragazzi e ognuno era tornato a casa sua dove c’era qualcuno che li stava aspettando, tranne a casa mia, dove non avevo voglia di tornare perché ogni cosa che guardassi mi ricordava qualcuno che avrei dovuto dimenticare; non avevo tradito Kelsey e lei non aveva tradito me ma le nostre giornate insieme erano diventate monotone, quasi un abitudine e c’erano certi in giorni in cui non ci sopportavamo per questo di comune accordo avevamo deciso di prendere una pausa che durava ormai da 6 mesi.
Vagavo per le strade di Londra che ormai conoscevo a memoria fino a quando una grande insegna verde attirò la mia attenzione: Starbucks; adesso che ci pensavo era un po’ di tempo che non bevevo un frappuccino e l’aria era abbastanza fredda per me che avevo solo una maglietta a maniche corte, entrai nel locale quasi vuota a parte un signore sulla cinquantina che dava ordini a due commessi, un ragazzo impegnato a pulire il bancone e la macchina per i frappè e una ragazza che stava pulendo i tavoli, non appena entrai i signore chiamò quella ragazza e le ordinò di prendere la mia ordinazione, fin lì tutto bene fino a quando non ordinai.
La tipa senza chiedere niente scrisse direttamente il mio nome sul bicchiere“Non mi chiedi nemmeno il nome??” chiesi osservandola, “Io… Scusami è che so come ti chiami”, avrei dovuto immaginarlo dalla sua reazione non appena mi tolsi gli occhiali che era una nostra fan, subito dopo quella Sofia fu richiamata dal padrone del locale e scappò nell’altra saletta.
..........................
Quella sera tornai a casa con ancora il sorriso sulle labbra, aprii la porta del piccolo appartamento che ero riuscita ad avere con il mio misero stipendio e Chica mi saltò addosso; quando ero andata via di casa avevo portato via anche il cane, era una brutta idea infatti poche persone erano disposte ad affittare un appartamento a un persona con degli animali, ma per fortuna ero riuscita a trovare un’anziana signora che adorava gli animali e non appena vide Chica decise di affittarmi quella stanza.
Già perché era una stanza, era abbastanza grande da farci stare un cucinino, un divano-letto, un tavolo con 4 sedie e uno sgabuzzino che era il bagno; non entrai nemmeno in casa, presi il guinzaglio a terra e uscii per una passeggiata con il cane sebbene fossi stanca morta. Tornai a casa dopo un po’, mi preparai per il giorno dopo e accesi il pc prima di andare a dormire, come al solito andai su twitter, guardai le mie menzioni e andai a guardare il profilo dei The Wanted dopo aver visto quello della mia migliore amica.
Quasi tutti avevano twittato qualcosa, tutti tranne Max che sembrava il più restio ad utilizzare le attrezzature elettroniche; per ultimo controllai il profilo di Tom, mi saltò subito all’occhio un tweet scritto appena 5 minuti prima “Come va gente?? Appena andato a prendere un frappuccino dopo un sacco di tempo ed è impressionante quante persone interessanti si possono incontrare :) " e sorrisi credendo, almeno cercando di convincermi, che quel tweet era per me, spensi il pc ed andai a dormire sperando che tutto ciò non fosse solo uno splendido sogno.



Angolo autrice
Eccomi qui con un'altra storia, lo so che vi rompo le scatole solo che non ho niente da fare fino alla prossima settimana e sto scrivendo moltoXD non so nemmeno che dirvi, solo che sto pubblicando direttamente da Bruxelles e aspetto di iniziare l'università :) a parte questo spero di riuscire a pubblicare il seguito presto e ovviamente fatemi sapere cosa ne pensate, qualsiasi cosa vi passi per la testa ditelo :) 
Bisous :)
  
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