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Autore: Immyprincess    21/09/2012    1 recensioni
In una notte molto fredda Alex Jefferson,un ricercatore di trentotto anni , divorziato,padre di una figlia e protagonista di diversi intrecci amorosi, vide ciò
che lo avrebbe perseguitato per diversi mesi: un paio di occhi di colore sanguigneo gli apparivano ormai ovunque,sui giornali, sui libri ...pronti a fissarlo...
-" E'una maledizione, uno stupido scherzo del destino".-Pensò una volta.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In una notte molto fredda Alex Jefferson,un ricercatore di trentotto anni , divorziato,padre di una figlia e protagonista di diversi intrecci amorosi, vide ciò
che lo avrebbe perseguitato per diversi mesi: un paio di occhi di colore sanguigneo gli apparivano ormai ovunque,sui giornali, sui libri ...pronti a fissarlo...
-" E'una maledizione, uno stupido scherzo del destino".-Pensò una volta.
"La cosa" che lo perseguitava divenne sempre più chiara, poiché quegli occhi assunsero anche un volto e un corpo...quello di un morto: un cadavere vivente.
 Alex la trovava così un'assurdità,tanto che un giorno pensò di essere pazzo. Fece delle sedute psichiatriche...ma il mostro non scomparve.
Poi una sera...iniziò il vero incubo.
Come al solito,dopo il lavoro tornò a casa ... quando arrivò erano circa le ventidue.
Stava parcheggiando la sua auto nel vialetto, quando vide una sagoma.
Pensò solo che fosse un'immagine riflessa dalla luna, ma poi si accorse che era la sagoma di una donna.Quella si girò,come se avesse avvertito la sua presenza.Ad Alex venne un colpo. Di nuovo quegli occhi.Sudava freddo e restò immobilizzato,lì,sul vialetto.Si riscosse ed entrò in casa.
Il cuore gli martellava in petto,non sapeva cosa fare.Aveva paura ,fin troppa.Accese la luce, non ci fu verso: il contatore era rotto.
"Qui tutto torna".Prese la torcia e salì al secondo piano. Sentì un rumore.La paura si fece sentire. Aveva il cuore in gola. Aprì la porta, vide di nuovo quella sagoma. Gli occhi inniettati di sangue lo fissarono. Un secondo dopo erano già spariti.
Accese la luce e non potette credere allo spettacolo che aveva davanti:sulle pareti della sua stanza c'era scritto con il sangue"sei morto", accompagnato
da un disegno che lo raffigurava morto.Una puzza di tanfo e di morte lo circondò.Lo stimolo del vomito si fece sempre più vivo.
Restò al centro della stanza.
Un'istante dopo sentì una voce : " hai paura vero?."
Una risata fredda, spettrale, agghiacciante. La "sua" voce si espanse per tutta la stanza, come se uscisse dalle pareti.
"Dove sei?Chi sei? Cosa vuoi farmi?
La voce gli rispose : "solo ucciderti;così da riscattare la mia vendetta".
Di nuovo quella risata .
Alex non resistette ... e pianse.
-Ti prego.Farò ciò che vuoi;ma lasciami in pace.Che cosa vuoi da me?"
- No... questo non basterà. Rise perfida. Alex svenne.

Era circondato da una luce accecante,non appena  si svegliò e sussultò poiché il volto della donna si trovava a due centimenti di distanza dal suo.
- Ti ricordi che cos'é il 22 dicembre?! domandò in tono sarcastico quell' essere..
-No...
-Beh ... te lo dirò io. E' il giorno della mia morte avvenuta per causa tua.. piccolo bastardo.
- Ma non ricordo... non so neanche il tuo nome...ti prego,lasciami!
- No!- disse puntandogli un coltello alla gola-ti ucciderò,fosse l'ultima cosa che faccio prima di sparire per sempre...
Si  svegliò tutto sudato.Era l'alba.

Quando si fece giorno, ancora scosso,si preparò per andare a lavoro. Forse lo avrebbe distratto... ma non andò così... poichè
appena aprì l' armadio , notò un altro disegno :una bambina ed una donna impiccate.
Elisabeth e Sharon. Sua figlia e  la sua ex-moglie.
"Quella cosa ...non oso pensare che... " Senza sprecare un secondo di più si vestì  si recò a casa loro .
Appena arrivò, bussò il campanello.
-Elisabeth,Sharon?Ci siete ? Silenzio.
La porta cigolò...
Chissà...magari non ci sono.Ipotesi sbagliata, poiché sul tavolo della cucina c'erano le chiavi di casa .
Sbiancò.Le richiamò più volte. Di nuovo silenzio. Salì al piano di sopra.Attraversò tutte le stanze.Nessun rumore.
Appena passò davanti allo sgabuzzino,posto nel corridoio del secondo piano,la stessa puzza di tanfo e  di morte lo allarmò.
Lentamente aprì l'armadio. Fu inorridito da ciò che trovò dentro:cadde all'indietro. I corpi di sua moglie e di sua figlia erano divisi... a pezzi e buttati nell'armadio
come carta straccia .Tutto il sangue era riversato sul pavimento.
"Quella donna ... perchè... perchè io."
Corse a casa e si chiuse dentro. Abbassò le tapparelle e spense tutte le luci.
Gli arrivarono molti messaggi in segreteria.Non rispose a nessuno.Passò l'intera giornata a succhiarsi il pollice , proprio come un bambino.
Ero troppo terrorizzato per muoversi.
"Non pensavo di fare questa fine.Che cosa ho fatto per meritarmi questo?"
Passarono diversi giorni ,prima che accadesse il peggio.
Era già calata la notte, una domenica sera ,pochi giorni dopo l'accaduto.
Alex era ancora rinchiuso in casa: stava guardando la televisione,senza uno scopo preciso...all'improvviso il buio.
Un secondo dopo una torcia si accese e comparve la  faccia cadaverica.
L'uomo urlò come un pazzo.
-"Perché hai ucciso Elisabeth e Sharon? Loro non c'entravano... sei un mostro"-disse sull'orlo di impazzire-Tu non sei normale,cosa sei,che cosa vuoi che faccia,prima che ti uccida,ammasso di vermi putrido?
-Si avvicinò a lui e lo strangolò, fino a farlo soffocare, ma non al punto di ucciderlo.
Alex sentì il terrore sulla sua pelle.Sapeva che sarebbe morto,da un momento all'altro.
Quando si svegliò,doveva essere già giorno inoltrato o forse chissà,era passato più tempo.
Il pover'uomo,stordito,credeva di essere arrivato all'inferno...ma si arrese troppo presto,visto che riconobbe il salotto del suo appartamento.
I suoi occhi,dopo un pò si abituarono al buio e ci volle un bel pò per rendersi conto di ciò che gli stava succedendo:era legato ad una specie di letto di ferro,con fibre molto simili alle cinture di pelle.La luce si accese all'improvviso e il volto della donna riapparve dall'oscurità.
Alex  rabbrividì
- Vedo che ancora non ti ricordi me...bhé te lo farò  ricordare io.
La luce si spense nuovamente.
Partirono delle forti frustate, che provocarono urla disumane da parte di Alex
-ormai è giunto il momento della mia vendetta...
La luce si spense di nuovo... e dal nulla, qualcuno lo frustò di nuovo.
Dette un urlo disumano.
- Vediamo se ti ricordi ora.
Pensò, pensò , ma non gli venne in mente nulla.
-Vedo che ancora non ti ricordi... allora continuiamo.
Partirono delle frustate ancora più forti e iniziò a ficcargli anche le unghie  nella carne.
Poi arrivò il cappio.
E'giunta la tua ora, amore mio-disse la voce ironica
Lui era bloccato,sudava freddo.
Non voglio morire. ripeteva tra sè e sè.
D'impulso ,si svegliò.
-Per fortuna era solo un brutto sogno.
-Troppo presto per dirlo mio caro
Alex.






  
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