Freddo. Era l’unica cosa che riuscivo a sentire oltre l’acqua del torrente che scorreva tranquilla meno di 10 metri da dove mi trovavo. Sarei morto così, in un buco tra le rocce senza aver combattuto, senza aver provato ad aiutare Katniss a vincere.
Katniss.
L’ultima volta che la vidi, era appollaiata sopra un albero che dormiva. Sembrava molto meno letale quando era nel mondo dei sogni. Dei brividi di freddo mi scossero tutto, anche se il sole cercava invano di scaldarmi puntandomi dritto in faccia i suoi raggi. Avevo fatto il possibile per tenere lontano Cato e la sua combriccola di assassini, ma avrei voluto fare di più. Non mi sentivo mai abbastanza per lei. Era sempre un passo avanti a me, sempre così.. così preparata ad affrontare ogni situazione. Si era offerta per sua sorella, aveva affrontato a testa alta l’intervista, ad ogni allenamento era sempre la migliore, anche se si tratteneva per non far vedere del tutto il suo potenziale. E io? Dicevano che ero bravo con le parole.. Potevo forse uccidere qualcuno con una battutina? Non servivo a nulla, come diceva mia madre. Stavo facendo la fine che meritavo: morire senza che nessuno se ne accorgesse o ricordasse che esistevo.
Sentivo la mia pelle bollente, gli occhi bruciare insieme alla gamba ferita. L’infezione mi aveva procurato una brutta febbre..
Per un attimo chiusi gli occhi e respirai tranquillamente lasciandomi alle spalle quella vita che non avevo mai vissuto degnamente. Non davo la colpa di questo né a mia madre, né a Snow per quei giochi, né a Katniss che fingeva e basta.. Chi ero io per giudicare?
Sorrisi debolmente pensando che ora, Katniss, poteva vincere senza avere la mia morte come peso da portare sulle spalle. Mi rassegnai al fatto che questa volta nessuno sarebbe arrivato a salvarmi, perché era quello che faceva Katniss: salvarmi.