You're a warrior
Red si svegliò nel bel mezzo della notte, temendo di aver fatto un brutto sogno: respirò affannosamente, fletté il busto in avanti e sbatté di colpo le palpebre. La nonnina, che fino a qualche attimo prima si cullava sulla vecchia sedia a dondolo, si precipitò in sua direzione e le premette un panno bagnato sulla fronte.
«Nonnina, Peter era... era morto nel mio sogno!», esclamò Red, in un moto di agitazione.
La
fioca luce della candela mostrò l'espressione della nonnina
per ciò che era realmente: ovvero sia, dominata di triste
consapevolezza. E fu così che gli occhi di Red si spensero,
divenendo più bui della notte stessa, dopodiché
tornarono nuovamente a riposarsi: sognavano un mondo migliore, nel
quale i colori splendevano. Eccezion fatta per il rosso,
ovviamente.
~
Venne
il giorno in cui Red coprì tutti gli specchi con un tessuto
rigorosamente scarlatto, vivendo
nell'illusione che il dolore potesse avere una forma. Era semplice
nasconderlo, bastava celarlo alla vista di chiunque e il
gioco era fatto.
«Ti
senti meglio oggi, Red?».
Mary Margaret entrò nella sua camera in punta di piedi, temendo di urtare le fragili pareti del suo cuore probabilmente; si guardò intorno per un sol attimo, poi chinò il capo e si morse il labbro inferiore.
«Mi sento meglio, grazie».
Red
fece un cenno di assenso, dopodiché decise che era arrivato il
momento di affrontare la realtà di tutti i giorni: fu quasi
sul punto di sistemarsi i capelli, quando ricordò di aver
coperto ogni specchio. Allorché, ogni emozione venne di nuovo
a galla: «A cosa serve coprire ogni specchio, se un
giorno sarò costretta a guardarmi dentro?».
~
Mary Margaret le aveva suggerito di sfogarsi e Red lo aveva fatto in un modo del tutto singolare: se non riusciva a mascherare il dolore, poteva almeno centrarlo in pieno e combatterlo.
Ecco perché aveva indossato la mantellina rossa e si era diretta in un punto ben preciso del bosco: Peter le aveva fatto scoprire quel luogo tempo addietro, nei fugaci attimi che potevano trascorrere insieme.
«Scommetto che sono la peggior tiratrice d'arco del mondo», dichiarò Red, dopo l'ennesimo colpo a vuoto.
«Beh, non ho visto tutto il mondo... non saprei dire», rispose prontamente Peter.
Red gli diede un colpetto al fianco, mostrandosi fintamente offesa; Peter, a quel punto, capì che non era il caso di prendersi gioco di lei e si posizionò in modo tale da aiutarla.
«Devi tenere l'arco teso e la freccia ben puntata. Mira bene al centro, visivamente, il resto verrà da sé».
E forse fu quel primo contatto – la mano di Peter ingenuamente appoggiata sul suo fianco, il viso a poche spanne da quello di Red –, eppure il resto venne davvero naturale. Red centrò il punto prestabilito e, senza volerlo, Peter scoccò un dardo nel suo cuore.
«Eppure,
oggi non riesco a centrarne neppure uno. Saresti proprio orgoglioso
di me, eh, Peter?», bisbigliò tra sé e sé,
dirigendo lo sguardo
in direzione del cielo terso.
~
Red prese coraggio, afferrò un lembo del tessuto e lo trascinò via: quel gesto, apparentemente semplice, richiese uno sforzo di volontà non indifferente.
«Arriva anche il giorno in cui devi affrontare i tuoi mostri interiori».
Mary Margaret, seduta sul suo letto, sorrise amaramente; Red se ne accorse e, come spinta da una forza invisibile, si sentì in dovere di rispondere a quell'infelice espressione: «Oh, no, non devi dispiacerti per me. Ogni cosa nella vita è come un tiro con l'arco».
«Cosa vuoi dire?», ribatté Mary Margaret, piuttosto dubbiosa.
«Voglio
dire che i tentativi sono infiniti e le possibilità non sono
dalla nostra parte. Ma ce n'è una, una su un milione, che
dev'essere dalla tua parte.
Capisci cosa intendo?».
«Sì. Sì, posso capire», lo sguardo di Mary Margaret si rabbuiò per un sol momento, trovandosi nella spiacevole situazione di dover affrontare i propri mostri interiori.
«Ecco perché Peter mi portò in quel bosco, ecco perché riuscii a centrare proprio quel tiro», Red sorrise, stringendo in una forte presa le mani dell'amica, dopodiché continuò: «Ci riuscirò ancora. E ci riuscirai anche tu, Mary Margaret».
Poi, con quel coraggio che si ha ogni qual volta si conquista una vetta apparentemente insormontabile, Red osservò davvero il cielo e, per la prima volta dopo tanto tempo, lo vide sereno.
*
* *
Volevo
scrivere qualcosa su Red da tanto tempo, essendo uno dei miei
personaggi preferiti in assoluto. Eppure mi sembrava tutto troppo
banale, finché non mi è venuta l'ispirazione e...
insomma, spero che non risulti banale. Lo scopo della storia è
quello di incentrarla sulla grande forza di Red – dal mio punto
di vista, lei è uno dei personaggi più forti: ha amato
tanto Peter, lo ha perso in maniera tragica eppure trova la forza di
andare avanti e di accettare la sua (doppia) natura –, spero si
sia capito. XD
Poi, ho inserito varie cose: la sua amicizia con
Mary Margaret (post 01x15, Red la conosce come Mary Margaret e non
come Snow White. Ho immaginato che quest'ultima fosse rimasta un po'
con Red, dopo la “rivelazione” circa la sua vera natura),
il rapporto tra Red e Peter, quello tra Red e la nonnina e anche un
briciolo di tristezza in Mary Margaret.
Grazie a tutti per aver
letto, little reds (citando Meghan Ory su Twitter. XD).
Kì.
PS: il titolo mi è venuto in mente leggendo
una frase di “One Tree Hill”: “Poi, arriva il
giorno in cui realizzi che non sei solo una sopravvissuta ma sei una
guerriera. Sei più forte di tutto ciò che trovi sul tuo
cammino” (Brooke Davis). Non ho voluto inserire la prima
persona perché è una frase che trovo a pennello su
chiunque. Una sorta di messaggio generale, insomma.