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Autore: Yuna_Orange    21/09/2012    3 recensioni
(Dal capitolo 13)
- Posso sapere almeno che cazzo ci fai qui? – Sputò, acida.
Quello ci pensò su, prima di rispondere con uno scialbo: - Non lo so, Gaho ieri notte mi ha portato qua. –
Cane traditore!
- E ti sembra una spiegazione sensata? –
- Boh, forse: avevo sonno e non sapevo neanche dove mettevo i piedi. –
- Ah, adesso sì che ha senso! –
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 – Bad Boy
 
 
 
 
*B TO THE I TO THE G, B TO THE A – N – G *

Stava odiando dal profondo quella suoneria.
- AO-SAN! RISPONDI A QUESTO CAZZO DI TELEFONO!!! –
Era stata svegliata nel bel mezzo della notte dal cellulare di quel cretino dai capelli blu. Era già da dieci minuti che squillava a vuoto.
Ma quello non si svegliava manco con le cannonate, cosa poteva contro il sonno un’insulsa suoneria?
Presto il telefono smise di rompere le palle, ma, cinque minuti dopo, ricominciò.
“MA BASTA! BASTA, PORCO CAZZO!!“
Incazzata come una furia si precipitò nella camera di Seung-hyun, afferrò il cellulare e, senza pensarci due volte, rispose.
- CHE CAZZO HAI DA CHIAMARE ALLE 3 E MEZZA DEL MATTINO?? TI SEI BEVUTO IL CERVELLO? – Sputò, acida, alla persona all’altro capo del telefono.
- Scusi, lei chi è? – Domandò, cortesemente, la voce di un ragazzo.
Quella calma non fece altro che mettere altra legna sul fuoco d’ira che ardeva nell’animo di Nives.
- Chi sono io? CHI SONO IO? CHI SEI TE CHE ROMPI LE PALLE A QUEST’ORA!? –
- Sono un amico del proprietario del cellulare, se proprio ti interessa. E ora, cortesemente, passamelo. – Disse quello, con quella serenità che la mandava ancora più in bestia.
Avrebbe voluto dargli un calcio nelle palle, con tutto il cuore.
Mai svegliarla in quel modo.
- Mi dispiace, ma il suo amico a quest’ora DORME!!! Come tutte le persone NORMALI! –
- Normali eh…ti prego, dammi del tu – Disse, affabile.
- Non sai quanto vorrei spaccarti la faccia in questo momento – Rispose, con una risatina isterica, la ragazza.
- Sarebbe un vero peccato…e lo penseresti anche tu se la vedessi –
Oh, sei pure borioso, quanto mi stai sul cazzo!
- Senti, Mr. Simpatia Da Quattro Soldi, che cazzo vuoi? –
- Volevo parlare con lo Hyun, ma ho trovato qualcuno di molto più interessante con cui chiacchierare –
- Ah sì? Sai che ti dico? Parla con ‘sto cazzo!! – E staccò la chiamata.
Poi, rivolta ad un Ao-san completamente immerso nel mondo dei sogni, disse: - Ma che minchia di amici hai? –
Spense quel diavolo di telefono e lo buttò accanto al futon dell’amico.
Non sarebbe riuscita a ritornare nella sua camera, sarebbe crollata prima, ne era consapevole.
Si accoccolò accanto al coinquilino e, lentamente, si lasciò cullare dal suo respiro regolare.
 
 
                                                   ~~~~~
 
 
*Mieow*
Ormai quella era la sua sveglia.
Ogni mattina si trovava il musetto di quella gattina appiccicato al suo naso.
La cosa gli piaceva, era simpatica, e, in qualche modo, riusciva a non fargli pensare al suo Charlie.
Ma qualcosa non andava.
C’era qualcosa che gli faceva peso sul petto.
E poi la vide. Dormiva beata ad un palmo dalla sua testa.
Perché cazzo sei qui?
Avrebbe voluto svegliarla e domandarglielo, ma era troppo impegnato a contemplare il suo volto sereno.
Ricordò il sorriso che gli aveva regalato qualche giorno prima, sulla spiaggia.
Da allora non riusciva più a toglierselo dalla testa: sarà stata la sbornia, sarà stata anche la luce che gli aveva fatto sembrare tutto più onirico, boh, non lo sapeva. Fatto sta che quell’immagine era un chiodo fisso.
Le accarezzò piano una guancia, morbida e bianca come la neve.
Purtroppo, appena la carezzò, quella aperse lievemente gli occhi.
- ‘n giorno – mormorò, prima di chiudere gli occhi un’altra volta.
Si sistemò meglio e gli passò un braccio attorno al torace, stringendolo a se come un cuscino.
- Sai che sei comodo? – Gli disse, con un espressione beata sul volto.
- Ma che dici? – sospirò – Che ci fai qui? – chiese, sbadigliando.
Quella spalancò gli occhi, furente.
- Tu!! Frequenti della gente proprio di merda!! –
Zero peli sulla lingua.
Zero tatto.
Sincerità +100.
Gli si dipinse un grosso punto interrogativo in faccia e quella cominciò a sbraitare, tirandogli la coperta da dosso e mettendosela addosso: - Che cacchio hai a fare il cellulare acceso di notte se poi non lo senti?? Ieri sera alle 3 e mezza t’hanno chiamato!! TI PARE NORMALE CHIAMARE LE PERSONE A QUELL’ORA?? E chi t’ha chiamato è un’idiota senza precedenti!! – ormai s’era fregata quasi tutto il futon.
- Mi hai rubato il letto…-
Quella gli fece la linguaccia e si rimise a poltrire.
- Almeno dammi un po’ di coperta…- Supplicò.
- No! Tu chiama quel cretino con la patente e mandalo a fanculo da parte mia, di nuovo. Poi, forse, te ne do un po’. –
Lo Hyun strabuzzò gli occhi: - Lo hai mandato a fanculo? –
- Ma è anche ovvio; non è una cosa normale chiamare qualcuno a quell’ora e non aspettarsi che quello ti mandi a quel paese…-
- Ma si può sapere chi era? –
- Ma sai quanto me ne fotte! –
La finezza di quella ragazza rasentava livelli altissimi già a prima mattina, ed era raro: l’avevano fatta incazzare un po’ troppo.
Prese il suo cellulare, che giaceva lì vicino.
- Lo hai spento tu? – Le chiese, accendendolo.
- No, è stato lo spirito del coglione che t’ha chiamato. –
- Ma la smetti? Sei un tipo troppo incazzoso! – Le disse, facendole il solletico.
- No, il solletico no! Ti prego! – Supplicava quella, ridendo fino alle lacrime.
Poi passò al contrattacco, gettandogli la coperta addosso e intrappolandolo.
- Ah! Ora la smetti! –
Ora lei era sopra di lui, il volto di lei a meno di un palmo dal suo.
Erano troppo vicini.
Riusciva a sentire il suo respiro affannato dal solletico sulle sue labbra. Era una tortura.
I loro volti si andavano avvicinando sempre più, attratti come due calamite…
 
*B TO THE I TO THE G. B TO THE A – N – G*
 
Rompe le palle! ‘Sto telefono rompe le palle!!
Quella scattò come se si fosse scottata e se ne andò.
Prese quell’aggeggio infernale e vide che chi rompeva le palle era GD.
- Cosa. Cazzo. VUOI??? –
- Eh ma in quella casa siete tutti fuori dai gangheri! Calmatevi! –
- No che non mi calmo! E quindi sei tu che ha mandato a fanculo stanotte… -
- Eh già…non è stata molto cordiale. –
- Però l’hai voluto tu: chiamare alle tre e mezza del mattino…potevi evitare…- Si passò una mano sulla faccia bollente.
- E dimmi un po’, come mai ha risposte lei stanotte? – Indagò malizioso il compagno.
- Lo so cosa stai pensando, ma te lo assicuro, hai preso un granchio. –
- Quello che ha preso un granchio sei tu! – lo sentì ridere – Comunque, devi sapere che sono più vicino a te di quanto credi –
- Eh? –
- Sono in Giappone, a Tokyo, bello mio! Sai devo fare un servizio fotografico per una rivista e poi… -
Il cervello di TOP era bloccato al ‘sono in Giappone, a Tokyo’.
- …TOP? TOP mi senti? Se ci sei batti un colpo!! –
- Sì, sì…sono qui –
- Ma m’hai ascoltato? –
- … -
- Certo che ci tieni ai tuoi amici eh! Ti ho detto che vorrei passare un po’ di tempo con te! –
- Mmmh…- Mugugnò quello – dì sei venuto da solo qui? –
- Sì...gli altri sono impegnati con le riprese individuali del MV. Allora, quando mi farai conoscere quella schizzata? –
- Non è una schizzata, lo schizzato sei tu che chiami ad orari improbabili –
- Ma ero appena arrivato a Tokyo, volevo sentire una voce amica…-
- Ha ragione Nives quando dice che sei un coglione…-
 
 
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“Stupida, deficiente, cretina, che stavi facendo, eh?” Chiedeva all’immagine riflessa nello specchio in bagno.
Ma dai, alla fine ti sarebbe piaciuto strappargli un bacio…
“Zitta, zitta! Non mi mettere certe idee in testa! Lui è un amico! SÌ, UN AMICO!”
Chi vuoi prendere per il culo?
“Ti ho detto di stare zitta!”
Andiamo! E altrimenti perché lo hai portato lì l’altro giorno? C’avevi portato solo lo Stronzo su quella spiaggia…
Era inutile zittire la sua coscienza, tanto era una chiacchierona.
Si chiuse nella sua camera, prese il suo iPod e si mise ad ascoltare le sue canzoni, quelle canzoni che l’avevano accompagnato sempre, le canzoni che l’avevano sempre sostenuta…
Non ricordò neanche quando cominciò a cantare, ma si ritrovò a gridare a squarcia gola: - We all want something else, we all want something we can't have, we all want something else, we all want something strange to us. Maybe a roll in the dirt, maybe a seat in first class: we all want something we can't have!! –
Quando quella canzone finì, si rese conto che infondo era lei la cretina patentata.
S’era messa a gridare come un ossesso. Tutto il palazzo l’avrebbe riconosciuta come pazza.
Ma poco le importava.
Titubante, quasi imbarazzata, uscì dalla sua camera.
Si ritrovò Ao-san davanti, sulla soglia della sua stanza.
- Tutto bene? – Le chiese.
- Perché non dovrebbe andare bene? – E s’allontanò da lui, non sopportava il suo sguardo addosso, soprattutto dopo quello che stava per succedere prima.
 
 
- Nives…mica ti scoccia se invito qualcuno qui? –
Molto lentamente alzò lo sguardo dall’articolo che stava traducendo, lo guardò truce :- Chi vuoi invitare qui? Mica Mr. Non Voglio Farvi Dormire Tranquilli?? –
- E dai, Nives! Non fare così. Infondo non lo conosci! –
- Oh, per favore... –
Ma infondo ha ragione, e poi lui non vede i suoi amici da quasi un mese e mezzo! Ricorda come ti mancavano i tuoi appena arrivata qui!
E anche la sua brava testolina si era applicata e la stava facendo sentire la stronza di turno.
- …va bene, fallo venire pure! –
E quella fu la prima volta che Seung-hyun la abbracciò, era sempre stata lei ad invadere il suo spazio, mai il contrario.
Attento Ao-san, potrei abituarmici!
 
 
Il giorno dopo si svegliò stranamente di buon umore.
Fu felice anche di scoprire Capello Azzurro già sveglio, evento più unico che raro, sul divano, impegnato a fare zapping.
Poi bussarono alla porta.
Ti prego, fa che non sia la signora Tenshi che vuole rompere le palle per il casino che ho fatto ieri mattina…
Aperta la suddetta porta, si ritrovò davanti un tizio di poco più alto di lei, dotato di occhiali e cappello, dal quale, da un lato, scendevano una cascata di capelli neri, che disse: - Ciao, tu devi essere Nives, giusto? Sono qui per lo Hyun. Io mi… –
Ah è lo scassapalle dell’altra notte.
E gli chiuse la porta in faccia.
Ao-san era dietro di lei e la guardava allibito.
- Ma che fai? Gli hai sbattuto la porta sul naso! Non gli hai dato neanche il tempo di presentarsi! –
- E allora? – Disse, dirigendosi verso il divano.
Il ragazzo aperse la porta al suo amico.
Certo che quei due dovevano volersi davvero bene: non si dissero niente, si abbracciarono e basta.
- Certo che la tua amica ha un bel caratterino! –
Nives sbuffò.
Già le dava sui nervi.
 
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Quando quei due si presentarono per bene, TOP condusse il leader nella sua camera.
- E così è qui che vivi. – disse JiYong, guardandosi intorno – Certo, non è come il nostro appartamento…-
Il silenzio invase la camera, pesante e denso.
- Ci manchi Hyun, a tutti. –
TOP gli sorrise, triste.
Sapeva che GD non stava mentendo e, nonostante restassero in contatto, non era la stessa cosa. E poi lui sapeva che erano costantemente preoccupati.
- E se ritornassi prima? Che ti cambiano quattro mesi invece di cinque? –
Ci fu una pausa, nella quale TOP rimuginò sulla risposta che avrebbe dovuto dargli. Inventare una scusa credibile o dire la pura, nonché scomoda, verità?
Optò per la verità. Perché tenerla nascosta infondo?
- GD io sarei ritornato anche due mesi prima se solo me l’avressi chiesto prima, quando stavo per partire…ma ora…ora stare qui altri tre mesi e mezzo mi sembra anche troppo, troppo poco…-
- È per quella tizia vero? –
Seung-hyun annuì.
- Ma cos’ha di così tanto speciale? È una maleducata, è un maschiaccio, ma soprattutto…LO SA A CHI CAZZO HA SBATTUTTO LA PORTA IN FACCIA?? – Sbraitò quello.
- Cretino non gridare! – lo attaccò TOP, mollandogli un pugno sul braccio – È ovvio che non lo sa!! Non ci conosce, ma allora non ti è entrato ancora in quella zucca vuota? –
- Ma non è possibile! Tokyo è zeppa di locandine con le nostre facce! Come cacchio fa a non averle mai viste? –
- Non credo badi molto ai cartelloni pubblicitari…-
- Ma che cazzo guarda allora quando va in giro? – Chiese, sbigottito, JiYong.
- Non guarda, è questo il problema…- Rispose lo Hyun, ancora sconvolto dalla recente uscita in moto con quella pazzoide.
G-Dragon sembrava, in qualche modo, sconfitto.
Sospirò – Come hai intenzione di dirle che sei un idol in fuga? –
TOP sbuffò – Non ci ho ancora pensato…-
- E allora sbrigati, tre mesi passano in fretta.-
 
 
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Ormai quei due erano chiusi in quella stanza da due ore.
Vuoi vedere che mi ritrovo in un anime yaoi e non lo so…ma che vado a pensare?
Scacciò quel pensiero stupido ed inviò direttamente al direttore della casa editrice la traduzione di una e-mail che gli era arrivata dalla Corea del sud. Finita quell’operazione, non avendo altro da fare, accese la TV.
Li vide uscire proprio in quel momento dal nascondiglio, sorridenti e ancora intenti a chiacchierare. Uno più bello dell’altro, ma da dove erano usciti per entrare così in casa sua?
“Certo che siete fighi voi due” gli scappò, in italiano.
I due la guardarono interrogativi.
- Aish, lasciate perdere! – Disse, rivolgendo nuovamente lo sguardo alla televisione.
Si misero sull’altro lato del divano a penisola, di fronte a lei, e continuarono a chiacchierare, escludendola dalla loro conversazione.
Poi vide quello che si era presentato come JiYong tirar fuori da una tasca un pacchetto di sigarette.
- Senti, posso fumare? – Le chiese.
- Solo se me ne offri una –
- Ma siete in due a scroccare! Me le volete finire? –
- In due? – Nives rivolse lo sguardo incredulo verso il suo coinquilino, incontrando quello altrettanto incredulo di Mr. Ricrescita – TU fumi? – Dissero all’unisono.
Il cretino scoppiò a ridere.
- Perché non me lo hai mai detto? – Le chiese un Ao-san sorpreso.
- Perché non la ritenevo una cosa importante…-
- Ma fumare fa male! –
- Ha parlato quello che non fuma!! –
Più loro battibeccavano, più quel cretino rideva.
- Che cazzo hai da ridere? –
Le parole di Seung-hyun furono come una frustata per quel tizio, che subito la smise.
Al suo posto ora c’era Nives che rideva.
Non immaginava che Ao-san, sempre gentile e moderato, potesse rivolgersi a qualcuno in quel modo.
La cosa la fece ridere, ma era felice di constatare che anche lui avesse un lato ‘rozzo’.
I due la guardarono increduli, prima di ridere assieme a lei.
 
 
Il caso volle che quella notte il tizio si fermasse a dormire a casa sua.
Non aveva resistito a Seung-hyun, avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui…
Solo che ora non riusciva a dormire, pensando di avere un pericolo pubblico in casa.
Quel JiYong aveva qualcosa di malato, lo percepiva.
Quindi se ne stava appollaiata sul divano, pregando di vedere quanto prima i raggi del sole farsi strada fra i grattacieli di Tokyo.
Sentì una porta aprirsi e dei passi avvicinarsi.
Ti prego, non il coglione, ti prego, non il coglione…
Si sedette di fianco a lei – Neanche tu riesci a dormire? – Purtroppo era il coglione.
- Chi riuscirebbe a dormire con due spostati in casa? –
Rise, beffardo – Beh neanche dormire nella stessa casa con una psicopatica è una cosa bella…-
Cosa??
Lo guardò, torva.
- Non ho voglia di litigare, quindi non rompere –
- Ma se hai cominciato tu? –
Sbuffò.
- Stabiliamo una tregua, ti va? –
Quello annuì.
- Posso sapere perché ti sei presa cura dello Hyun? – Chiese, a bruciapelo.
- Perché aveva bisogno d’aiuto e mi faceva tenerezza…-
- Aah beh...allora si spiega tutto! – disse, sarcastico – Però sono contento, non poteva capitargli benefattrice migliore. –
Nella sua voce non c’era nulla di sarcastico. L’ultima frase la pensava sul serio.
- Ma purtroppo dovremo, presto o tardi, portartelo via. Mi dispiace, ma il suo posto non è qui, questa non è casa sua. Il suo posto è con noi, in Corea. –
La dura realtà le venne sbattuta in faccia così violentemente da destabilizzare, per un secondo, la sua mente.
Pensare che un giorno Seung-hyun avrebbe dovuto abbandonarla per ritornare in patria le faceva male. Già ne era consapevole, ma aveva cercato di scacciare quel pensiero, che non faceva altro che deprimerla. E sentirselo dire da un cretino che conosceva appena le lacerava il cuore.
- Sul serio credi che io non c’abbia mai pensato? So che un giorno o l’altro andrà via e probabilmente non ci rivedremo mai più, non c’è bisogno di ricordarmelo.–
Si ritrovò le spalle circondate dal suo braccio, che la stringeva, come per abbracciarla.
Quel coso voleva…consolarla?
Aveva fatto pena pure a lui, perfetto!
- Non è vero che non vi rivedrete più, solo che sarà…ecco…difficile. –
- Tu, cosa ne hai fatto del cretino che ha chiamato alle tre e mezza? –
 
 
Passarono due ore a chiacchierare del più e del meno.
Mr. Ciuffo Lungo sembrava particolarmente interessato alla sua nazionalità, e, quando la scoperse, le fece vedere due tatuaggi, uno sull’avambraccio destro e uno sull’avambraccio sinistro, che altro non erano che due scritte in italiano: ‘Moderato’ e ‘ Dolce Vita’.
Nives gli confessò che avrebbe voluto farne uno anche lei, ma non sapeva dove e soprattutto cosa tatuarsi.
- Quando avrai deciso, chiamami, ti ci porto io – Le disse JiYong.
Lo aveva giudicato male.
Quel ragazzo era pazzo, ma non malvagio come aveva supposto.
E, alla fine, il sonno prevalse sui loro discorsi.
 
 



 
 
The idiot’s space o(゜∇゜*o)(o*゜∇゜)o   ~
*SBADIGLIA* E siamo arrivati pure al sesto capitolo. Non so da dove mi sia uscito, perché in questi giorni sono stata impegnatissima ._.’’ (dato che, ovviamente, non ci danno neanche il tempo di riprenderci dalle vacanze che subito partono con le interrogazioni). Che stanchezza -_- .
Se state pensando “oh, tempo altri due o tre capitoli e quelli se mettono assieme” *EEEEEER* SBAGLIATO! Devo ammorbarvi finché il regno di Sauron non cadrà *muahahahhahahah* (?????)
Detto questo, vi saluto, ritorno a studiare *ci crediamo*.
Ringrazio tutte quelle care persone che hanno la pazienza e la buona volontà di leggere ‘sto schifo, sul serio, grazie! :D
Yuna.
   
 
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