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Autore: Eih mondo    22/09/2012    0 recensioni
Adriano è il bello e impossibile che in ogni storia c'è,e Flavia,beh,è la solita ragazza acqua e sapone che cerca l'amore vero.
Per questa volta la storia si capovolge.
Sarà Flavia l'amore impossibile?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Scambio di ruoli.



 
“Tu non bevi?” mi chiese quel lui con cui non ho mai legato,o meglio quel tipo di ragazzo con cui non ho mai legato.
 
Era alto,anche troppo,maglietta attillata e jeans,così stretta che non so come riuscisse a respirare.
Per un primo momento non risposi,lo guardai e l’unico movimento che fece il mio corpo fu un sorriso.
 
“beh,no..”emanò una cosa del genere la mia bocca.
Lui sorrise e fece un cenno con la testa,come per comprensione e poi mi offrì un bicchiere e senza dire una parola sorseggiò un altro po’ di quello che voleva sembrare vodka.
Presi il bicchiere e lo posai su di un tavolino sgangherato lì vicino e voltai lo squardo.
 
“Ho sbagliato in qualcosa?” mi chiese.
“Non posso bere,o meglio, mia madre è morta a causa dell’alcol”
“Scusa non volevo,davvero.” Sussurrò spettinandosi i capelli.
 
Mi morsi il labbro e dopo cinque secondi contati scoppiai in una risata fragorosa.
 
“Ridi?”
“Si rido,perché volevo vedere la tua reazione,mia madre non è morta”e continuai a ridere di gusto.
 
“Ma sei scema?”
“No,Flavia ,piacere”allungai la mano.
“Strano modo di presentarsi,io sono Adriano” mi strinse la mano.
Aveva una stretta compatta e la sua mano era quattro volte la mia,le unghie un po’ morsicate,forse era stressato,e nemmeno un po’ di peluria adolescenziale.
 
Rimasi ferma a guardare la sua mano ma alzai subito la testa e mi aggiustai i capelli.
 
“Non ti ho mai vista in giro,sei nuova di qui?” Avrei tanto voluto rispondere di si,solo per scrollarmi via di dosso tutto il mio passato in quel porcile di città ma in quella casa gran parte della gente mi conosceva.
 
“No,purtroppo,conosco questa città fin troppo bene..” sbuffai.
“Oh,beh,anche io,sono abbastanza conosciuto sai!..” disse e si aggiusto la maglia lasciando intravedere i suoi boxer grigi che subito ricoprì impacciato.
“Io non so chi tu sia,ma penso di aver capito che tipo sei..”con aria da saputella,dissi.
 
“Ah si,e che tipo sarei?”
 
“Non offenderti ma sembri un ragazzo che dalla vita ha tutto e che delle ragazze interessa solo una cosa ..e non è il cuore,superficiale quanto basta,ah,e penso che tu non conosca la parola –no- ,ma per il resta sembri….decente!”
 
Rimase fermo come se avessi riassunto in poche parole la sua vita.
 
“Wow,sono io”rise,e con lui anche io.
Passammo la serata insieme in giardino ma non successe niente,parlammo,scherzammo e sembrerà strano ma legammo un sacco.
 
“Si è fatto un po’ tardi,penso di incominciare a camminare,se no arriverò domani a mezzogiorno a casa!”
 
Adriano mi guardò,mi prese per mano e uscimmo dalla villa di chissà quale povero ragazzo aveva avuto la splendida idea di organizzare una festa del genere,che solo per pulire la villa ci avrebbe messo tutto il suo periodo adolescenziale.
 
Mi legò una specie di casco che sicuramente non era omologato per qualsiasi genere di moto o di bici per bimbi di cinque anni.
Salimmo sul motore ed uscimmo da quel viale buio con nessun lampione funzionante.
Arrivammo ad un bivio e girò a destra e in dieci minuti eravamo nel centro della città.
 
Non avevo spiaccicato una parola per tutto il viaggio e se per questo neanche lui.
Il mondo ai miei occhi era appannato e l’unica persona o cosa che vedevo era lui e la sua mano poggiata sulla mia.
 
“Dove stiamo andando?” Gli chiesi e in seguito un brivido mi percorse la schiena,erano le quattro di notte e io era in un vestitino più corto della mia maglia del pigiama.
 
 
“Ti aspetti che io ti dia la mia giacca un po’ come nei film ?” Se ne uscì dopo un quarto d’ora di silenzio.
“No tranquillo,lo vedi quel portone?”
“Si beh?”
“Io lì,ci abito e ci sono anche un morbido letto e un pigiama che mi aspettano”
“Lo vedi quel portone bianco accanto al tuo?”
“Si,non dirmi che ci abiti!”
“No, sarebbe alquanto strano..”
“Infetti”sospirai.
 
“Io vado,ho freddo,giuro!” gli misi una mano sulla spalla come per salutarlo e mi voltai.
“Ti ho accompagnato a casa e non mi dai neanche la possibilità di risentirti?” ci mancava solo l’occhiolino e sarebbe andato stato un perfetto rubacuori.
“No,semmai un'altra volta” infilai la chiave nella serratura e aprii il portone.
Mise il suo 47 di piede in mezzo al portone per non farlo chiudere e rialzò lo sguardo,fu fulminante.
 
“Lo hai detto tu,io non conosco la parola no”ed ecco che fece l’occhiolino.
Gli presi il telefono e con tutta la calma del mondo scrissi il mio numero sul suo i-phone appena comprato.
Il telefono si rifletteva nei suoi occhi e nei miei e per un istante sentii le sue labbra più vicine del solito,la sua mano si fermò all’altezza del mio volto e come se fossi un cucciolo di cane mi scompigliò i capelli.
“Ci becchiamo in giro..?”mi guardò superficialmente.
“Se capita!”mi sembrò giusto stroncarlo al nascere.
“Sei strana eh..” Mi staccò la mano dal capo e mi toccò il fianco,continuò a camminare verso il corso principale con il cappotto in spalla e quell’aria da non so cosa,ma che sicuro avrebbe fatto impazzire qualsiasi ragazza,anche me!” 





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