22/09/2012
0 recensioniShort hair
Ed eccola che entra in classe, trafelata, con i soliti cinque minuti di ritardo.
Butta con ben poca grazia la cartella sul banco, rischiando di colpire il suo povero vicino, mentre si dirige verso l’attaccapanni per spogliarsi del suo enorme e consunto cappottone di lana grigia.
Poi torna al suo posto e Lorenzo le sorride, pronto ad affrontare un’ altra giornata all’ insegna della follia con quel tornado che è la sua compagna di banco.
Lu’ ricambia stanca, ma glielo si legge negli occhi che quel sorriso stentato è comunque sincero e che - tempo qualche minuto - partirà alla carica, entusiasta come sempre.
Lorenzo l’ha imparato, che anche quando è stanca, arrabbiata o offesa è solo questione di tempo perché ritorni a sorridere, solare e allegra. Non sa tenere il broncio, tutto qui.
Infatti dopo un paio d’ore ecco che i due abbandonano il loro banco, giocando scherzosamente, e si avvicinano alla finestra.
Lei con la sua solita grazia scivola ben tre volte nel tentativo di sedersi sul davanzale, mentre in un balzo Lorenzo è già sul mio banco.
Mi giro verso la finestra e Lu’ mi sorride, allegra e spensierata, mentre si scioglie i capelli, se così si può chiamare quella specie di sterpaglia castana che ha in testa.
Ma di crespo neanche l’ombra: l’elastico libera pochi riccioli buffi e definiti che le ricadono lungo le guance e le incorniciano il viso leggermente paffuto. Sembra così piccola, così sorridente e riccioluta e mi viene da ridere perché non me ne sono mai accorto, ma la cosa che rende Lu’ così bella è proprio la sua ingenuità, il suo sorriso da bimba impertinente e dispettosa, ed ora ci sono anche i suoi capelli corti e sbarazzini a renderla maledettamente perfetta.
Mi guarda, preoccupata, mentre si sfiora le piccole ciocche sul retro con una mano: “Che c’è? Non ti piacciono?”
Ricambio il suo sguardo e rido, della sua buffa espressione imbronciata (che come ho già detto non è il suo forte), della sua solita e irrazionale insicurezza: la tengo per un po’ sulle spine, mi piace farlo, per trattenere il più a lungo possibile quell’espressione così tenera sul suo visino imbronciato, e per godermi qualche istante in più il suo sguardo risentito, ma sempre sorridente, incatenato al mio.
Ma è quasi impossibile non dargliela vinta quando mi si avvicina, spalanca i suoi occhioni scuri e splendenti e mi fa il labbruccio, a pochi centimetri dal naso.
E così, con il cuore che mi batte all’ impazzata, mi avvicino, poco poco, e le scompiglio giocosamente i capelli: “Ti stanno bene, sce’!” le dico, per poi godermi il suo sguardo fiero e soddisfatto.
Salve a tutti!
Dopo una lunga assenza e vari tentativi di produrre qualcosa di decente ecco che mi ritrovo a pubblicare questa One Shot, decisamente troppo corta e semplice per i miei gusti, ansiosa di ritornare in pista e di darvi ancora una volta l’ opportunità di bearvi delle mie innumerevoli ed incommensurabili abilità di scrittrice e letterata (?).
Ma a parte gli scherzi, spero vivamente che la “storia”, se così si può definire, vi sia piaciuta e che vi abbia fatto venir voglia di farmi sapere la vostra opinione, positiva o negativa che sia.
A presto, si spera.
Baci. Sgiach =)