Richard and Juliet
Sono le venti in
punto quando suona il campanello.
Sobbalzo per lo
spavento e a grandi passi mi dirigo verso la porta.
Sistemo per bene
il mio abito da sera nuovo e mi accorgo che mi tremano un po’
le mani.
Sono sei mesi
ormai che ci frequentiamo ma ancora la tensione mi assale.
Come la prima
volta che timidamente mi hai chiesto un appuntamento.
Come le farfalle
nello stomaco quando mi hai dato il primo bacio sotto casa mia.
Apro e ti vedo,
bellissimo, sorridente, con un piccolo bouquet di fiori.
Sorrido anche io
allora “Sono meravigliosi!” esclamo sorpresa.
“Tu sei
meravigliosa!” rispondi chinandoti su di me e lasciandomi un
piccolo bacio
sulle labbra.
Adoro questi
tuoi piccolo gesti.
Non che mi
dispiaccia quando… si quando i baci sono ben più
infuocati, ma questo tuo
essere gentile e delicato mi conquista sempre.
“Stai
arrossendo”
Oh, lo sapevo!
Quando
faccio certi pensieri le guance mi si imporporano sempre.
E anche lui lo
sa. Sa bene di essere la causa del mio rossore.
Sfoggia un fiero
sorrisino malizioso e mi scosta un ciuffo di capelli dalla fronte.
Altro gesto che
adoro.
Di questo passo
non usciremo più di casa.
“Dobbiamo
sbrigarci” sussurro, alzandomi sulle punte dei piedi per
lasciare a mia volta
un dolce bacio.
Casto. Con
un’occhiata gli faccio capire che non abbiamo tempo per fare
altro.
Guarda
l’orologio
e sbuffa “Dobbiamo proprio andare?”
Mi allontano per
sistemare i fiori in un vaso.
“Certo che
sì,
ormai abbiamo i biglietti”
Sbuffa di nuovo
“Sarà noioso”.
“Sarà
eccezionale!” lo rimprovero con la voce e con lo sguardo.
Non capisco come
possa avere un animo così dolce e non apprezzare il teatro!
“Su,
dietro
front e alziamo i tacchi!” intimo ad alta voce.
E lui dice
sempre di non capire come io possa sembrare piccola e tenera e poi
sfoderare il
carattere di un generale dell’esercito.
Beh,
non lo so nemmeno io. Ce l’ho nel dna probabilmente.
Ci
vuole grinta per fare, un giorno, il lavoro che sogno.
Recupero
la borsetta che avevo appoggiato sul tavolo accanto ai miei libri di
studio e
lo trascino letteralmente fuori.
“Riuscirò
a
farti amare Shakespeare!” esclamo convinta.
Mentre guida si
gratta una fronte pensieroso “Stai preparando un
esame?”
Deve aver notato
i miei tomi.
“Sì,
e bello
tosto, questa volta” rispondo osservandolo.
Quando ho un
esame da preparare ho meno tempo da dedicargli.
“Uhm”
borbotta
infatti.
Sorrido
accarezzandogli la nuca “Guarda che fino all’anno
scorso, avevi esami da
preparare anche tu”
“L’anno
scorso
non ti conoscevo però” ribatti pronto.
Come faccio a
non baciarti subito? Mi sporgo e con attenzione ti lascio il segno del
rossetto
sulla guancia.
“Non
mentre
guido, lo sai!” mi sgridi cercando di trattenere un sorriso.
Per un po’
ci
godiamo il viaggio, poi d’un tratto sembri preoccupato.
“Sei
sicura che
vado bene vestito così?” con una mano
istintivamente ti lisci la giacca nera.
“Stai
benissimo,
sei un vero damerino” adoro prenderti in giro.
Al semaforo
rosso ti fermi e mi guardi sconvolto “Io non voglio sembrare
un damerino!!!”
Approfitto della
sosta per raddrizzargli il papillon e giocarci un po’.
Con uno
schiaffetto leggero mi allontana le mani “Lascia, sai quanto
mi c’è voluto per
annodarlo?”
“Da come
è
stropicciato direi che ti ci sono volute ore!” lo canzono
divertita “E’ verde”
aggiungo poi.
Abbassi il volto
e scosti le mie mani “Il papillon? Si è
sporcato?” controlli preoccupato.
“Il
semaforo! È
verde!” le mie parole vengono sottolineate dal suono di vari
clacson dietro
alla nostra auto.
Riparti mentre
io rido a crepapelle. Tieni un po’ il broncio e poi scoppi a
ridere anche tu.
Lo so che sono
giovane e inesperta. Ho tutta la vita davanti e mille strade da
intraprendere,
ma anche se ho solo vent’anni so che lui è
l’uomo che sposerò.
In momenti come
questo sono certa che saremo felici.
“Grazie”
sussurro quasi inconsapevolmente.
“Per
cosa?”
“Per
questo” Con
la mano gli accarezzo la manica della giacca “So che non sei
a tuo agio vestito
così e che il teatro non ti piace. Ma lo fai lo stesso per
farmi contenta.
Grazie”
Sembri un
po’
stupito da questo mio attimo di serietà “Conosci
un motivo migliore?” rispondi
poi con un fantastico sorriso che non posso fare a meno di ricambiare.
Un giorno
vorrò
un bambino quel sorriso. Ma questo non te lo dico.
Sei un angelo,
ma non ho intenzione di farti scappare a gambe levate parlando di
bambini.
Hai solo
ventitre anni e mi spiacerebbe farti diventare i capelli bianchi tutto
d’un
colpo!
“Ridi?”
domandi
mentre parcheggi.
“Pensavo a
te
con il papillon verde”
“Ahahahah,
molto
simpatica” scendi velocemente e fai il giro della macchina
per venire ad
aprirmi “Prego signorina” camuffi la voce e aspetti
che io scenda.
Chiudi
l’auto e
a braccetto ci avviamo all’entrata del teatro.
Romeo e
Giulietta è la tragedia che preferisco in assoluto.
Non posso
credere di essere riuscita a procurarmi i biglietti!
E
l’attrice..oh
quella ragazza è una Giulietta meravigliosa! E Romeo
è perfetto e Frate
Lorenzo..
[...] Le gioie
violente hanno violenta
fine e muoiono nel loro trionfo come il fuoco e la polvere che si
consuma in un
bacio [...]
Dio solo sa
quanto adoro questa frase! I due amanti segreti si stanno per sposare
all’insaputa
di tutti.
Mi volto verso
il mio cavaliere. Segue attento. Bene, almeno non sta sbuffando.
Vedo che lo
scontro tra Romeo e Tebaldo lo appassiona.
Questi attori
sono bravissimi.
La bellissima
Giulietta piange per la morte di suo cugino Tebaldo per mano di Romeo,
ora
messo al bando.
[...] Oh Dio! La
mano di Romeo ha sparso
il sangue di Tebaldo?[...]
[..]O cuore di
serpente, in un corpo
simile ad un fiore! Quale drago abitò in un antro
così bello?[...]
“Romeo
si stava solo difendendo!!” senza
accorgermene, lo dico ad alta voce.
Sono così
presa
che mi immedesimo! “Scusate” sussurro alle persone
che scocciate si sono
voltate verso di me.
Jim mi prende la
mano e la stringe forte.
Che figura.
Torno a
concentrarmi sulla scena. Romeo raggiunge Giulietta per passare la loro
prima e
unica notte assieme prima dell’esilio.
All’inizio
del quarto atto
sono completamente
avvolta dal suo abbraccio.
Mi sento
così al
sicuro e amata.
Ma al tempo
stesso sto vivendo le pene di Giulietta.
Sono
esterrefatta dall’interpretazione di quella giovane.
È così realistica ed
emozionante che non riesco a non sentirmi coinvolta. Come se fossi io
la
protagonista.
Come se toccasse
a me sposare Paride, costretta dalla mia famiglia.
Come se fosse a
me che Frate Lorenzo stesse dando la fialetta di veleno.
[...] quando sarai a
letto bevi il
liquore di questa fiala. Subito il sangue scorrerà
sonnolento e freddo nelle
tue vene, e il polso arresterà il suo battito; e non ci
sarà più calore in te
nè respiro a rivelare la vita. [...] Le membra private del
movimento, dure,
rigide, fredde avranno l’aspetto della morte per quarantadue
ore, e dopo ti
sveglierai come da un sonno tranquillo.[...]
Ho quasi i
brividi da tanto amo quest’opera!
“Tutto
bene?” mi
chiedi premuroso.
Io annuisco
estasiata.
Giulietta ha
bevuto dalla fiala e si accascia nel suo letto.
C’è
un lungo
silenzio sia da parte degli attori che tra il pubblico.
Questa è
il
punto cruciale di tutta la tragedia.
Trattengo il
respiro assieme a Giulietta.
Non vola una
mosca.
“Mammaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”
Sobbalza
praticamente tutta la sala.
Quest’urlo
desta
clamore e un brusio si leva incalzante tra il pubblico.
Sul palco non
succede
nulla. L’attrice non muove un muscolo.
“Mammaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”
Più forte
e
nettamente più vicino, riconosciamo la vocina terrorizzata
di un bambino.
“Johanna
che
succede?” Jim si guarda attorno come del resto stanno facendo
tutti.
Dei passetti
corti e velocissimi risuonano sul legno del palco, attirando di nuovo
tutta
l’attenzione sulla scena.
“Mamma ma
sei
morta??!!!” urla gettandosi sul letto di Giulietta.
Mi volto verso
Jim e mi aggrappo alla giacca “oh ma quanto dolce
è quel bambino?!!”
“Un
guastafeste
vorrai dire...” risponde a bassa voce e mi rendo conto che
è quello che pensano
più o meno tutti.
Ma come? Ma
è
normale che si sia spaventato vedendo la madre morire.
È
così piccolo,
mica può rendersi conto?
Giulietta
è
costretta ad alzarsi “Richard! Lo sai che devo fare solo
finta di morire! Per
l’amor del cielo vai di là!”
La donna cerca
di sussurrare, ma l’acustica purtroppo è perfetta.
“Ah si si
è
vero, lo sapevo mamma, lo sapevo!!” esclama il piccolino
tutto dispiaciuto.
Quanto
avrà?
Cinque anni?
“Stai
rovinando
lo spettacolo, corri dietro le quinte!!” Giulietta accompagna
la propria voce
con un gesto della mano e il dito puntato verso la pesante tenda nera,
di lato.
“Noooo,
non è
rovinato, vado via, guarda” il piccolo scende dal letto e si
avvia “Visto? Vado
via”
“Oddio
Jim, è
adorabile!” squittisco praticamente.
Mi guardi un
po’
storto.
Sarà
meglio
reprimere tutto questo istinto materno.
“Ehm..
davvero
poco professionale.. davvero.. che situazione imbarazzante..”
dico fingendo
contegno.
Il brusio
aumenta quando il bambino si blocca in mezzo al palco e comincia a
saltellare
“Mamma pipì, mamma pipì!! È
tantissima lo giuro!!”
“Sipario!!!!”
urla una voce a noi sconosciuta.
Il tendone cala
impetuoso davanti al bambino mentre viene preso in braccio dalla madre.
Le luci si
accendono e tutti si alzano scocciati.
Io e Jim
restiamo seduti aspettando che la folla fluisca all’esterno.
Lo facciamo
sempre. Anche al cinema.
Un po’
perché
non ci piace la ressa, un po’ perché è
bello restare due minuti in più nella
sala vuota a commentare il film.
“Sono
sempre
così gli spettacoli di Brodway?” mi chiedi
frastornato
“Oh cielo,
no.
Ma questo è stato il migliore!” rido di gusto.
Dovrei essere
arrabbiata lo so, una prima di questo calibro interrotta a
metà... Ma che ci
posso fare, quel bambino mi ha conquistata!
E poi Romeo e
Giulietta lo so a memoria...
“Dovremmo
andare
anche noi alla biglietteria a farci restituire i soldi, è il
minimo!” esclami
alzandoti.
Mi aggrappo alla
giacca e ti tiro giù sulla poltroncina.
“Non vuoi,
vero?”
Scuoto la testa come
una bambina piccola.
Sorride
arrendevole “Perché ho come
l’impressione che ti piacciano i bambini?”
Annuisco con
forza sgranando gli occhi.
Tanto ormai
s’era capito.
“Quanto
veloce
devo correre?” alzi un sopracciglio serio, ma si vede che
stai trattenendo una
risata.
“No, non
devi
correre, devi camminare piano piano assieme a me, finchè non
arriverà quel
giorno” rispondo fissandolo intensamente negli occhi.
Lo amo. Punto.
Lo conosco da soli sei mesi ma lo amo.
Ti alzi e con
nonchalance mi porgi la mano “Incamminiamoci a casa intanto e
facciamo un po’
di pratica”
Non so
perché ma
quando cerchiamo di fare i maliziosi finisce sempre che cominciamo a
ridere a
crepapelle.
E infatti rido
alla tua esclamazione.
“Ma con
molto
piacere” rispondo voluttuosa, con il risultato che stavolta a
ridere sei tu.
Mi alzo e
passando davanti al poster di Giulietta lo indico
“E’ una madre giovanissima
questa..” mi avvicino per leggere meglio il nome
“...Martha Rodgers... Secondo
te quanti anni ha?”
“Venticinque,
ventisei direi..” risponde.
Beh..solo cinque
anni più di me...
“Tu
vorresti un
maschio o una femmina?” chiedo all’improvviso.
“Johanna”
mi
riprende, esasperato.
“Dai, che
male
c’è , è solo per gioco”
sorrido e lo bacio.
Si lo so, sono
ruffiana “Allora?”
“Femmina”
rispondi con sguardo sognante.
“Davvero?”
ora
ho lo sguardo sognante anche io.
“Si, mi
piacerebbe una mini te” mi bacia lasciandomi di stucco.
“Una
bambina...”
sussurro guardando le stelle, mentre raggiungiamo l’auto
“...da grande potremmo
presentarle il piccolo Richard!” espongo la mia idea geniale,
indicando madre e
figlio poco distanti da noi che salgono su un taxi.
“Johanna..”
stesso tono esasperato di prima.
“Ok ok, la
smetto”
Ma io ci spero.
FINE
Angolo
dell’autrice:
Che dire? Che non
sto bene lo sapete già... xD Giovedì pomeriggio
è nata questa idea e la sera
non ho resistito e l’ho scritta!!
Fatemi sapere se
vi è piaciuta, lanciate pure pomodori se volete, li
colleziono! :)
Buon weekend a
tutte e buona Season Premiere!!!! *-*-*-*-*-*-*-*-*-*
OMG! Ancora non
ci credo che finalmente ci siamo!!! *____________*
Un bacione
grosso :-***
Ivi87