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Autore: ivi87    22/09/2012    11 recensioni
[Guarda l’orologio e sbuffa “Dobbiamo proprio andare?”
Mi allontano per sistemare i fiori in un vaso.
“Certo che sì, ormai abbiamo i biglietti”
Sbuffa di nuovo “Sarà noioso”.
“Sarà eccezionale!” lo rimprovero con la voce e con lo sguardo.
Non capisco come possa avere un animo così dolce e non apprezzare il teatro!]
Girls, venite a teatro con noi? Vi divertirete!!
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Martha Rodgers, Richard Castle, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Richard and Juliet

 

 

Sono le venti in punto quando suona il campanello.

Sobbalzo per lo spavento e a grandi passi mi dirigo verso la porta.

Sistemo per bene il mio abito da sera nuovo e mi accorgo che mi tremano un po’ le mani.

Sono sei mesi ormai che ci frequentiamo ma ancora la tensione mi assale.

Come la prima volta che timidamente mi hai chiesto un appuntamento.

Come le farfalle nello stomaco quando mi hai dato il primo bacio sotto casa mia.

Apro e ti vedo, bellissimo, sorridente, con un piccolo bouquet di fiori.

Sorrido anche io allora “Sono meravigliosi!” esclamo sorpresa.

“Tu sei meravigliosa!” rispondi chinandoti su di me e lasciandomi un piccolo bacio sulle labbra.

Adoro questi tuoi piccolo gesti.

Non che mi dispiaccia quando… si quando i baci sono ben più infuocati, ma questo tuo essere gentile e delicato mi conquista sempre.

“Stai arrossendo”

Oh, lo sapevo! Quando faccio certi pensieri le guance mi si imporporano sempre.

E anche lui lo sa. Sa bene di essere la causa del mio rossore.

Sfoggia un fiero sorrisino malizioso e mi scosta un ciuffo di capelli dalla fronte.

Altro gesto che adoro.

Di questo passo non usciremo più di casa.

“Dobbiamo sbrigarci” sussurro, alzandomi sulle punte dei piedi per lasciare a mia volta un dolce bacio.

Casto. Con un’occhiata gli faccio capire che non abbiamo tempo per fare altro.

Guarda l’orologio e sbuffa “Dobbiamo proprio andare?”

Mi allontano per sistemare i fiori in un vaso.

“Certo che sì, ormai abbiamo i biglietti”

Sbuffa di nuovo “Sarà noioso”.

“Sarà eccezionale!” lo rimprovero con la voce e con lo sguardo.

Non capisco come possa avere un animo così dolce e non apprezzare il teatro!

“Su, dietro front e alziamo i tacchi!” intimo ad alta voce.

E lui dice sempre di non capire come io possa sembrare piccola e tenera e poi sfoderare il carattere di un generale dell’esercito. 

Beh, non lo so nemmeno io. Ce l’ho nel dna probabilmente.

Ci vuole grinta per fare, un giorno, il lavoro che sogno.

Recupero la borsetta che avevo appoggiato sul tavolo accanto ai miei libri di studio e lo trascino letteralmente fuori.

“Riuscirò a farti amare Shakespeare!” esclamo convinta.

 

Mentre guida si gratta una fronte pensieroso “Stai preparando un esame?”

Deve aver notato i miei tomi.

“Sì, e bello tosto, questa volta” rispondo osservandolo.

Quando ho un esame da preparare ho meno tempo da dedicargli.

“Uhm” borbotta infatti.

Sorrido accarezzandogli la nuca “Guarda che fino all’anno scorso, avevi esami da preparare anche tu”

“L’anno scorso non ti conoscevo però” ribatti pronto.

Come faccio a non baciarti subito? Mi sporgo e con attenzione ti lascio il segno del rossetto sulla guancia.

“Non mentre guido, lo sai!” mi sgridi cercando di trattenere un sorriso.

Per un po’ ci godiamo il viaggio, poi d’un tratto sembri preoccupato.

“Sei sicura che vado bene vestito così?” con una mano istintivamente ti lisci la giacca nera.

“Stai benissimo, sei un vero damerino” adoro prenderti in giro.

Al semaforo rosso ti fermi e mi guardi sconvolto “Io non voglio sembrare un damerino!!!”

Approfitto della sosta per raddrizzargli il papillon e giocarci un po’.

Con uno schiaffetto leggero mi allontana le mani “Lascia, sai quanto mi c’è voluto per annodarlo?”

“Da come è stropicciato direi che ti ci sono volute ore!” lo canzono divertita “E’ verde” aggiungo poi.

Abbassi il volto e scosti le mie mani “Il papillon? Si è sporcato?” controlli preoccupato.

“Il semaforo! È verde!” le mie parole vengono sottolineate dal suono di vari clacson dietro alla nostra auto.

Riparti mentre io rido a crepapelle. Tieni un po’ il broncio e poi scoppi a ridere anche tu.

Lo so che sono giovane e inesperta. Ho tutta la vita davanti e mille strade da intraprendere, ma anche se ho solo vent’anni so che lui è l’uomo che sposerò.

In momenti come questo sono certa che saremo felici.

“Grazie” sussurro quasi inconsapevolmente.

“Per cosa?”

“Per questo” Con la mano gli accarezzo la manica della giacca “So che non sei a tuo agio vestito così e che il teatro non ti piace. Ma lo fai lo stesso per farmi contenta. Grazie”

Sembri un po’ stupito da questo mio attimo di serietà “Conosci un motivo migliore?” rispondi poi con un fantastico sorriso che non posso fare a meno di ricambiare.

Un giorno vorrò un bambino quel sorriso. Ma questo non te lo dico.

Sei un angelo, ma non ho intenzione di farti scappare a gambe levate parlando di bambini.

Hai solo ventitre anni e mi spiacerebbe farti diventare i capelli bianchi tutto d’un colpo!

“Ridi?” domandi mentre parcheggi.

“Pensavo a te con il papillon verde”

“Ahahahah, molto simpatica” scendi velocemente e fai il giro della macchina per venire ad aprirmi “Prego signorina” camuffi la voce e aspetti che io scenda.

Chiudi l’auto e a braccetto ci avviamo all’entrata del teatro.

 

 

Romeo e Giulietta è la tragedia che preferisco in assoluto.

Non posso credere di essere riuscita a procurarmi i biglietti!

E l’attrice..oh quella ragazza è una Giulietta meravigliosa! E Romeo è perfetto e Frate Lorenzo..

 

[...] Le gioie violente hanno violenta fine e muoiono nel loro trionfo come il fuoco e la polvere che si consuma in un bacio [...]

 

Dio solo sa quanto adoro questa frase! I due amanti segreti si stanno per sposare all’insaputa di tutti.

Mi volto verso il mio cavaliere. Segue attento. Bene, almeno non sta sbuffando.

Vedo che lo scontro tra Romeo e Tebaldo lo appassiona.

Questi attori sono bravissimi.

La bellissima Giulietta piange per la morte di suo cugino Tebaldo per mano di Romeo, ora messo al bando.

 

[...] Oh Dio! La mano di Romeo ha sparso il sangue di Tebaldo?[...] 

 

[..]O cuore di serpente, in un corpo simile ad un fiore! Quale drago abitò in un antro così bello?[...]

 

 “Romeo si stava solo difendendo!!” senza accorgermene, lo dico ad alta voce.

Sono così presa che mi immedesimo! “Scusate” sussurro alle persone che scocciate si sono voltate verso di me.

Jim mi prende la mano e la stringe forte.

Che figura.

Torno a concentrarmi sulla scena. Romeo raggiunge Giulietta per passare la loro prima e unica notte assieme prima dell’esilio.

 

 

All’inizio del  quarto atto sono completamente avvolta dal suo abbraccio.

Mi sento così al sicuro e amata.

Ma al tempo stesso sto vivendo le pene di Giulietta.

Sono esterrefatta dall’interpretazione di quella giovane. È così realistica ed emozionante che non riesco a non sentirmi coinvolta. Come se fossi io la protagonista.

Come se toccasse a me sposare Paride, costretta dalla mia famiglia.

Come se fosse a me che Frate Lorenzo stesse dando la fialetta di veleno.

 

[...] quando sarai a letto bevi il liquore di questa fiala. Subito il sangue scorrerà sonnolento e freddo nelle tue vene, e il polso arresterà il suo battito; e non ci sarà più calore in te nè respiro a rivelare la vita. [...] Le membra private del movimento, dure, rigide, fredde avranno l’aspetto della morte per quarantadue ore, e dopo ti sveglierai come da un sonno tranquillo.[...]

 

Ho quasi i brividi da tanto amo quest’opera!

“Tutto bene?” mi chiedi premuroso.

Io annuisco estasiata.

Giulietta ha bevuto dalla fiala e si accascia nel suo letto.

C’è un lungo silenzio sia da parte degli attori che tra il pubblico.

Questa è il punto cruciale di tutta la tragedia.

Trattengo il respiro assieme a Giulietta.

Non vola una mosca.

“Mammaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”

Sobbalza praticamente tutta la sala.

Quest’urlo desta clamore e un brusio si leva incalzante tra il pubblico.

Sul palco non succede nulla. L’attrice non muove un muscolo.

“Mammaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”

Più forte e nettamente più vicino, riconosciamo la vocina terrorizzata di un bambino.

“Johanna che succede?” Jim si guarda attorno come del resto stanno facendo tutti.

Dei passetti corti e velocissimi risuonano sul legno del palco, attirando di nuovo tutta l’attenzione sulla scena.

“Mamma ma sei morta??!!!” urla gettandosi sul letto di Giulietta.

Mi volto verso Jim e mi aggrappo alla giacca “oh ma quanto dolce è quel bambino?!!”

“Un guastafeste vorrai dire...” risponde a bassa voce e mi rendo conto che è quello che pensano più o meno tutti.

Ma come? Ma è normale che si sia spaventato vedendo la madre morire.

È così piccolo, mica può rendersi conto?

Giulietta è costretta ad alzarsi “Richard! Lo sai che devo fare solo finta di morire! Per l’amor del cielo vai di là!”

La donna cerca di sussurrare, ma l’acustica purtroppo è perfetta.

“Ah si si è vero, lo sapevo mamma, lo sapevo!!” esclama il piccolino tutto dispiaciuto.

Quanto avrà? Cinque anni?

“Stai rovinando lo spettacolo, corri dietro le quinte!!” Giulietta accompagna la propria voce con un gesto della mano e il dito puntato verso la pesante tenda nera, di lato.

“Noooo, non è rovinato, vado via, guarda” il piccolo scende dal letto e si avvia “Visto? Vado via”

“Oddio Jim, è adorabile!” squittisco praticamente.

Mi guardi un po’ storto.

Sarà meglio reprimere tutto questo istinto materno.

“Ehm.. davvero poco professionale.. davvero.. che situazione imbarazzante..” dico fingendo contegno.

Il brusio aumenta quando il bambino si blocca in mezzo al palco e comincia a saltellare “Mamma pipì, mamma pipì!! È tantissima lo giuro!!”

“Sipario!!!!” urla una voce a noi sconosciuta.

Il tendone cala impetuoso davanti al bambino mentre viene preso in braccio dalla madre.

 

 

Le luci si accendono e tutti si alzano scocciati.

Io e Jim restiamo seduti aspettando che la folla fluisca all’esterno.

Lo facciamo sempre. Anche al cinema. 

Un po’ perché non ci piace la ressa, un po’ perché è bello restare due minuti in più nella sala vuota a commentare il film.

“Sono sempre così gli spettacoli di Brodway?” mi chiedi frastornato

“Oh cielo, no. Ma questo è stato il migliore!” rido di gusto.

Dovrei essere arrabbiata lo so, una prima di questo calibro interrotta a metà... Ma che ci posso fare, quel bambino mi ha conquistata!

E poi Romeo e Giulietta lo so a memoria...

“Dovremmo andare anche noi alla biglietteria a farci restituire i soldi, è il minimo!” esclami alzandoti.

Mi aggrappo alla giacca e ti tiro giù sulla poltroncina.

“Non vuoi, vero?”

Scuoto la testa come una bambina piccola.

Sorride arrendevole “Perché ho come l’impressione che ti piacciano i bambini?”

Annuisco con forza sgranando gli occhi.

Tanto ormai s’era capito.

“Quanto veloce devo correre?” alzi un sopracciglio serio, ma si vede che stai trattenendo una risata.

“No, non devi correre, devi camminare piano piano assieme a me, finchè non arriverà quel giorno” rispondo fissandolo intensamente negli occhi.

Lo amo. Punto. Lo conosco da soli sei mesi ma lo amo.

Ti alzi e con nonchalance mi porgi la mano “Incamminiamoci a casa intanto e facciamo un po’ di pratica”

Non so perché ma quando cerchiamo di fare i maliziosi finisce sempre che cominciamo a ridere a crepapelle.

E infatti rido alla tua esclamazione.

“Ma con molto piacere” rispondo voluttuosa, con il risultato che stavolta a ridere sei tu.

Mi alzo e passando davanti al poster di Giulietta lo indico “E’ una madre giovanissima questa..” mi avvicino per leggere meglio il nome “...Martha Rodgers... Secondo te quanti anni ha?”

“Venticinque, ventisei direi..” risponde.

Beh..solo cinque anni più di me...

“Tu vorresti un maschio o una femmina?” chiedo all’improvviso.

“Johanna” mi riprende, esasperato.

“Dai, che male c’è , è solo per gioco” sorrido e lo bacio.

Si lo so, sono ruffiana “Allora?”

“Femmina” rispondi con sguardo sognante.

“Davvero?” ora ho lo sguardo sognante anche io.

“Si, mi piacerebbe una mini te” mi bacia lasciandomi di stucco.

“Una bambina...” sussurro guardando le stelle, mentre raggiungiamo l’auto “...da grande potremmo presentarle il piccolo Richard!” espongo la mia idea geniale, indicando madre e figlio poco distanti da noi che salgono su un taxi.

“Johanna..” stesso tono esasperato di prima.

“Ok ok, la smetto”

Ma io ci spero.

 

 

FINE

 

 

 

Angolo dell’autrice:

 

Che dire? Che non sto bene lo sapete già... xD Giovedì pomeriggio è nata questa idea e la sera non ho resistito e l’ho scritta!!

Fatemi sapere se vi è piaciuta, lanciate pure pomodori se volete, li colleziono! :)

Buon weekend a tutte e buona Season Premiere!!!! *-*-*-*-*-*-*-*-*-*

OMG! Ancora non ci credo che finalmente ci siamo!!! *____________*

 

Un bacione grosso :-***

 

Ivi87

 

 

 

   
 
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