Sul Pianeta Vegeta, un nuovo giorno stava nascendo: il sole faceva capolino tra le nubi e il cielo si tingeva di rosa. La rugiada, illuminata dai fievoli raggi del sole, brillava creando uno scenario meraviglioso: le piccole goccioline parevano tante lucciole in confronto allo scuro e freddo prato. Come esse si muovevano, agitate dal vento che sembrava accarezzare dolcemente tutto ciò che di straordinario questo pianeta aveva da mostrare.
A interrompere la tranquillità e l’armonia di quella natura incontaminata, erano i passi del Re che era già sveglio da qualche ora. In quei giorni, il Sovrano era visibilmente agitato: temeva, infatti, di non riuscire ad avere un successore degno della corona reale. I numerosi figli illegittimi che già aveva non erano portati per divenire la guida assoluta del suo popolo. La legge stabiliva che l’intero regno sarebbe stato tramandato dal padre al primo figlio maschio legittimo, ossia figlio della Regina. Era proprio questo che turbava il grande Monarca: la paura di non avere un figlio all’altezza del suo difficile compito.
I rapporti con la moglie, la Regina Rosicheena, non erano dei migliori: i due erano piuttosto distaccati vista anche la loro diversa indole. Inoltre, sempre più frequentemente, il Regnante era impegnato in campagne per la conquista di pianeti sconosciuti da assoggettare ai voleri di Freezer; una sua morte prematura avrebbe, senza dubbio, gettato nel caos i Saiyan.
I mesi passavano veloci e il Re era sempre più agitato quando una strepitosa notizia riempì di gioia il cuore di tutti: Rosicheena era in attesa di un maschietto. Già nel grembo della madre, il neonato presentava una potenza fuori dal comune… al valoroso Sovrano sarebbe succeduto un ragazzo forte e deciso. Anche l’animo duro e spietato del Regnante sembrava essere mosso da qualche sentimento di affetto verso quella creatura per la quale sentiva già di poter andare fiero. Al piccolo fu messo nome Vegeta perché anche lui, come il padre, sarebbe stato una saggia guida e un punto di riferimento per il suo popolo.
Il tempo scorreva veloce e il grande momento si avvicinava sempre di più. La Regina, vista la mancanza del compagno che era dovuto partire per una delle sue solite missioni, era sorvegliata continuamente da alcune delle guardie più fedeli del Re. Infatti, in molti avevano tentato un’aggressione alla giovane Rosicheena, invidiosi e preoccupati per la straordinaria potenza che già Vegeta manifestava.
Nel cuore di una notte di luna piena, la Regina accusò i primi dolori, segnali che il parto era ormai prossimo. Dopo diverse ore di grande fatica e di un’estenuante agonia, il piccolo Principe venne alla luce. Il suo pianto rallegrò tutti ma soprattutto la madre che, dopo un lungo travaglio, era riuscita a mettere al mondo un figlio sano e stupendo. Le donne che assistevano la Regina nel suo difficile compito si occuparono immediatamente del Saiyan, lavandolo e vestendolo. Ma le neo-madre, nonostante tutto quanto, trovò le forze per mettersi a sedere; con lo sguardo cercò suo figlio, la creatura che già sentiva di amare profondamente. Le ancelle glielo porsero, lei lo prese e lo strinse a sé. Al contatto con la madre, il piccolo Vegeta aprì per la prima volta gli occhi: erano neri come la notte, talmente scuri e profondi che era impossibile percepirne la fine. In quello sguardo si rifletteva il suo animo: anche quest’ultimo era infinitamente intrigato e molti dei suoi lati non sarebbero stati scoperti e conosciuti da nessuno.
Il Re fu prontamente informato della nascita di suo figlio e questo, lasciando il campo di battaglia, si precipitò dalla sua famiglia per dare anch’egli il benvenuto al Principe dei Saiyan. Una volta atterrato su Vegeta, corse lungo i corridoi dell’immenso palazzo reale ed entrò nella stanza dove madre e figlio stavano riposando. I due regnanti si guardarono e sorrisero in silenzio poi il Sovrano prese ad avanzare verso il neonato che stava dormendo tra le braccia calde e sicure della mamma. Il Re lo fissò a lungo poi lo sollevò in alto e infine lo adagiò sul suo immenso petto. Il contatto con quella pelle dolce e levigata fece scaturire nel Monarca sensazioni mai provate prima… con un grande sospiro di sollievo, l’uomo chiuse gli occhi e si concentrò. In quegli istanti dimenticò tutto: nella sua mente, la confusione, le grida di battaglia e i lamenti dei feriti svanivano per lasciar posto a quel respiro innocente del piccolo Saiyan.
Erano là, padre e figlio, dinanzi a quel balcone dal quale si poteva osservare quasi tutta la parte abitata del pianeta. Illuminati dalla bianca luce della Luna i due erano come due gocce d’acqua… fu allora che il genitore si rese conto come ogni cosa non reggesse il confronto con il tesoro inestimabile che teneva stretto a sé…