Invito
a cena con delitto
31
ottobre 2020 - notte di Halloween
La
casa di Carrick e Grace era stata addobbata con zucche, candele, scheletri, mostriciattoli,
dolcetti e scherzetti, per poter accogliere una moltitudine di bambini ed i
loro genitori, arrivati già in tanti, per festeggiare insieme una notte di
Halloween all’insegna del divertimento e degli scherzi.
C’era
abbondanza di ottimo cibo, animatori per i bimbi più piccoli, giochi e tavole
imbandite di ogni ben di Dio.
In
un tavolo, al centro del grande salone da pranzo, c’erano Christian ed Anastasia, Elliot e Kate, Ethan, momentaneamente orfano
della sua Mia, che, come sempre, si era fatta coinvolgere coi giochi degli
animatori, ed i padroni di casa: Carrick e Grace.
Le
chiacchiere erano spassose e l’umore era allegro per tutti.
Quasi per
tutti, perché Christian ed Ana avevano appena avuto una delle loro discussioni.
Il
motivo era ininfluente, l’unica cosa che si percepiva erano i sorrisi tirati e
gli sguardi che i due si scambiavano.
Poi
Christian, non potendone più di quella tensione, prese sua moglie per mano e la
condusse al piano di sopra, nella sua camera.
-
Anastasia…
-
Christian, non ne voglio parlare. Non qui e non
ora!
-
Io invece voglio risolvere la questione, visto che
non mi va di vederti col muso per tutta la sera!
-
E cosa intendi fare?
Chiese
lei, guardinga.
Lui
sfoderò quel suo mezzo sorriso sexy e malizioso, quindi mosse un passo avanti,
verso di lei, che si fece indietro ed arrivò al bordo del grande letto
matrimoniale.
-
Non osare toccarmi, Mr Grey…
-
È una sfida, Mrs Grey?
-
No, è un ordine.
-
Mrs Grey, non ho promesso obbedienza, quando ti ho
sposata.
-
Christian, non puoi pensare di risolvere le cose a
letto!
-
Perché no? Finora ha sempre funzionato! …e poi sai
che mi piace quando opponi un po’ di resistenza, prima di concedermi i tuoi
favori…
-
Mr Grey, sei impossibile!!
Ana
avrebbe voluto mantenere un tono severo e piccato, ma il suo basso ventre stava
già bramando il tocco di suo marito, ed uno scintillio nei suoi occhi tradì
l’emozione di trovarsi nella vecchia camera da letto di Christian, dove già
tante volte si erano amati con passione ed amore.
Un
ultimo passo di lui e lei alzò le mani pronta a difendersi, per evitare il
contatto che l’avrebbe, senza alcun dubbio, fatta capitolare.
Ma
Christian accorciò la distanza.
Lottarono
e giocarono per alcuni minuti, poi furono solo vestiti tolti in fretta, labbra
che baciavano fameliche, denti che mordevano con passione, mani che esploravano
senza sosta, sospiri e grida trattenute a stento.
Nel
frattempo Elliot, dopo essersi abbuffato di dolci, decise di fare due passi nel
giardino di casa, sperando di digerire almeno un paio di fette di torta.
Inutile
negarlo, le cene organizzate da sua madre erano sempre un piacere per il
palato, ma molto meno per la linea!
La
sua camminata ristoratrice, però, fu interrotta da Teddy, 8 anni, primogenito
di suo fratello Christian, visibilmente agitato.
-
Ciao nanetto, che succede?
-
Zio, devi aiutarmi! Papà vuole uccidere la mamma!
-
Teddy, credi davvero che potrei bermi una panzana
del genere?! Non sono nato ieri! Non ci casco! Prova con zia Kate. Forse lei
ci crederà.
-
Non sto scherzando! Ti prego, zio. L’ho visto io,
proprio adesso!
Gli
occhi allarmati del bimbo fecero scattare un campanello d’allarme nella mente
di Elliot, quindi, cercando di mantenere la calma, chiese:
-
Spiegati meglio.
-
Papà la stava soffocando…
-
E lei cosa faceva?
-
Lei si stava difendendo.
-
Come?
-
Facile: mamma è un vampiro!
-
Un vampiro?
-
Sì, ne sono sicuro. Ha morso papà sul collo!
-
Mmmm…la cosa è sempre più strana…
-
Se vieni in camera di papà ti faccio vedere!
-
In camera? Li hai visti in camera da letto?
-
Sì.
-
Ooh!
A
questo punto Elliot fece il fatidico “due più due” e cominciò a ridere come un
pazzo!
-
Teddy, c’è stato un equivoco.
-
In che senso?
-
Credo d’aver capito cosa stia succedendo in quella
camera e posso assicurarti che né tua madre né tuo padre sono in pericolo.
-
Davvero?
-
Sì. Credimi! Diciamo che si stanno prendendo cura
l’una dell’altro a modo loro…vedrai che fra poco arriveranno giù da quella
scala, mano nella mano, felici e contenti.
-
Ma zio…io li ho visti…
-
Fidati di me.
Elliot
e Teddy rientrarono in casa, quindi si misero a tavola, con le sedie rivolte
verso la scalinata, in attesa di scoprire se Mr e Mrs Grey fossero scesi
insieme, mano nella mano, come predetto da Elliot, o se avrebbero visto Mr Grey
intento a trafugare il cadavere della moglie, probabilmente infilzata con un
paletto nel cuore, come sostenuto da Teddy.
Il
tempo di bere un paio di succhi di frutta, ed un raggiante Mr Grey varcò la
soglia del salone, felicemente abbracciato a sua moglie, visibilmente di buon
umore.
Si
sedettero ai loro posti, lui prese la mano di lei e ne baciò dolcemente le
nocche, guardandola rapito.
-
Visto Teddy? Te l’avevo detto! Stanno bene ed è
tutto a posto.
Lo
sguardo confuso e corrucciato di Teddy non sfuggì ai suoi genitori che,
preoccupati, lo chiamarono vicino a loro.
-
Teddy, che cos’hai? Stai poco bene? Troppi dolci?
-
No, papà. Sto bene.
-
Allora perché te ne stai qui e non giochi con gli
altri bambini?
-
Non ne ho voglia.
-
Hai litigato con loro?
-
No. Io….
-
Che cosa succede piccolo?
Incalzò
Christian, preoccupato dallo sguardo afflitto di suo figlio.
-
Tu e la mamma state per divorziare?
-
Cosa? No! Certo che no!
-
Ma litigate sempre…
-
Oh…Teddy!
Christian
ed Ana si guardarono colpevoli, quindi lui riprese a parlare.
-
Hai ragione, noi litighiamo spesso, ma è il nostro
modo di confrontarci. Non sono dei veri litigi…
-
Ma io vi sento spesso.
-
È vero, ma credimi Teddy, ci sono solo due cose di
cui sono sicuro a questo mondo: che domani mattina il sole sorgerà ad oriente e
che io e tua madre non divorzieremo mai. Per cui stai tranquillo. Amo troppo
tua madre per lasciarla andare via!
-
E allora perché hai cercato di ucciderla?
-
Io cosa?!?
-
Sì, ti ho visto!
Christian
guardò suo figlio sconcertato, ma con la coda dell’occhio vide suo fratello
trattenere una risata. C’era sotto qualcosa ed Elliot, chissà perché, sapeva di
cosa si trattava.
Stava
per chiedergli delucidazioni, quando Ana interruppe le sue riflessioni,
prendendo Teddy in braccio.
-
Cucciolo! Perché dici una cosa del genere? Papà
non mi farebbe mai del male! E poi come
vedi io sono qui, sana e salva!
-
Sei qui solo perché non puoi morire. Tu sei un
vampiro!
-
Cosa sono io?
Ora
era il turno di Ana d’essere sbalordita.
Christian
era sempre più interdetto, poi si decise a chiedergli spiegazioni, sentendo che
era la cosa giusta da fare, anche se avrebbe preferito che l’attenzione degli
altri ospiti del tavolo non fosse concentrata su di loro. Si passò una mano fra
i capelli scarmigliati, quindi, con calma, disse:
-
Perché pensi queste cose? Quando mi avresti visto
tentare di uccidere tua madre?
-
Poco fa. Tu la stavi soffocando. Lo so perché lei
respirava male. Stavo per entrare in camera, ma poi lei ti ha morso sul collo e
tu hai fatto una faccia così strana…era colpa del veleno, vero?
Ana
si coprì il volto con entrambe le mani, arrossendo fino alla punta dei capelli,
mentre Christian, come solo lui sapeva fare, riuscì a mantenere un contegno impassibile
ed a continuare a parlare con suo figlio. Cosa non molto facile, visto che
Elliot si stava letteralmente spanciando dalle risate.
-
Teddy…quello che hai visto…non è come pensi.
-
Ma io ho visto tutto!
-
Diciamo che poteva sembrare quello che dici tu, ma
era tutt’altra cosa!
Christian
avrebbe voluto che suo figlio si fidasse ciecamente di lui e gli credesse sulla
parola…ma quando mai i figli fanno quello che ci si aspetta da loro?
Ed
ecco arrivare la tanto temuta domanda:
-
Allora che cosa stavate facendo?
Facendo
leva sul suo stoico autocontrollo e trattenendosi dal fare una risata
liberatoria, cominciò a spiegare la situazione a Teddy.
-
Ecco…tu sai che io e la mamma ci amiamo tanto,
vero?
-
Mmm…
-
A volte abbiamo bisogno di dimostrarcelo con baci
e carezze.
-
Quelli non erano baci e nemmeno carezze!
-
Teddy, credimi, ti prego. Io amo così tanto tua
madre che, a volte, mi viene da stringerla così forte fra le mia braccia che a
lei manca il fiato e sospira forte.
-
E allora perché lei ti ha morso?
-
Lei mi ha dato un morso perché…perché…Ana!? Perché
mi hai morso?
Ana
era rimasta il più ferma possibile, sperando di cavarsela e di lasciare che la
cosa fosse gestita dal suo amministratore delegato preferito.
Che
cosa bizzarra! Christian era in grado di tenere testa ad una sala piena di
interlocutori inferociti eppure, davanti alla richiesta di suo figlio di
spiegargli certe cose, si faceva prendere dall’ansia!
Ok,
ora toccava a lei.
-
Teddy, io ho morso papà perché quando mi stringe
così forte voglio baciarlo altrettanto…forte!
-
Ma i morsi fanno male! Tu mi sgridi sempre quando
mordo gli altri bambini!
-
I morsi di rabbia fanno male, ma i morsi d’amore
sono belli. Però se li danno solo le coppie che si amano proprio tanto! Io so
che a tuo padre piacciono i miei morsi!
Christian
sorrise ad Ana e confermò, con uno sguardo dolce, la sua affermazione.
-
Teddy, io amo tua madre e lei ama me. Non
divorzieremo mai. Io non cercherò mai di ucciderla e lei non è un vampiro.
Chiaro?
-
Ma se vi amate così tanto perché litigate sempre?
-
Perché così dopo possiamo fare la pace!
-
Oh.
Il
bimbo era ancora perplesso, quindi guardando sua padre, chiese:
-
Posso fare un’altra domanda?
-
Certo, tesoro.
Christian
sorrise a suo figlio notando, in cuor suo ed un po’ esasperatamente, quanto
fosse simile ad Anastasia nel tempestarlo di domande, ma ormai si era
rilassato, la parte imbarazzante era finita…o no?
-
Perché eravate nudi?
Ed
ecco il boato!
La
risata sguaiata di Elliot coprì quella più liberatoria di Christian, mentre gli
altri commensali cercarono, senza molto successo, di mantenere un certo
contegno.
-
Perché avevamo caldo. Molto caldo! Ora, per
favore, rilassati e va a giocare con gli altri bambini!
-
Ok, papà!
Teddy,
abbastanza soddisfatto delle spiegazioni ricevute e rassicurato nel vedere sua
madre e suo padre sani e salvi, corse via.
Christian
si voltò verso Anastasia, quindi l’abbracciò, permettendole di nascondere il
suo rossore nell’incavo della sua spalla.
Quindi
si girò verso suo fratello.
-
Tu come mai sapevi tutto?
-
L’ho trovato in giardino disperato! Voleva che ti
venissi ad impedire di uccidere Ana!
-
Oddio! Allora l’ho scampata bella! Già dare
spiegazioni a mio figlio è stato imbarazzante, ma mai e poi mai avrei voluto
che mio fratello mi vedesse mentre scopo mia moglie!
Christian
alzò gli occhi la cielo, e Grace, scandalizzata, sgridò suo figlio.
-
Christian! Non si dicono queste cose!
-
Mamma! Chissà che cosa ho detto! Non vorrai mica
che mi porti a letto una donna che non sia mia moglie, spero!
-
Certo che no! Dico solo che certe cose dovrebbero
restare nella vostra intimità.
-
Figurati! Allora cosa mi dici, se ti confesso che
non è la prima volta che io ed Ana facciamo l’amore in quella camera? Pensa che
la prima volta che è successo non eravamo nemmeno sposati!
-
Christian! Smettila di mettere in imbarazzo tutti
quanti con questi discorsi!
Ma
Christian ormai era lanciato! L’euforia di quel momento così assurdo ed il
sollievo negli occhi di suo figlio lo avevano reso audace.
-
Non mi vergogno affatto di far sapere a tutti che
amo mia moglie alla follia, che adoro fare l’amore con lei e che spero che sia
così ancora per tanti anni!
-
Ovvio che non te ne devi vergognare! Io e Carrick
abbiamo sempre detto che è un piacere vedervi insieme, ma non intendevamo di
certo in modo così…specifico!
Gli
occhi di Grace si fecero prima teneri, al pensiero di quanto suo figlio fosse
infinitamente felice da quando aveva incontrato Anastasia, quindi cominciò a
ridere di gusto, in risposta alla risata generale che gli altri avevano
intonato alla sua replica.
Quindi,
rivolgendosi sempre verso suo figlio, disse
-
Ok, ho capito cosa vuoi dire ed è bellissimo,
credimi. Ma non voglio sapere nulla di più. La tua camera è sempre stata
off-limits, per cui rispetteremo quel tuo spazio.
Grace
fece un movimento con la mano, come a dire “lasciamo perdere”, ma non le sfuggì
l’occhiata colpevole che Christian rivolse a sua moglie, ancora stretta fra le
sue braccia, che rideva silenziosamente.
-
C’è dell’altro che devo sapere?
-
Bhè…forse dovremmo mettere un campanello anche
nella rimessa delle barche… Non si sa mai che cosa possa accedere sul divano al
piano di sopra!
-
CHRISTIAN!!!!
Urlò
Grace, ma ormai era troppo divertita, per offendersi davvero.
-
Ci sono altri posti in cui dobbiamo stare attenti?
-
No. Siamo stati abbastanza discreti, qui da voi.
Le nostre alcove preferite sono quelle due. Ma se proprio ci tieni possiamo
andare in esplorazione anche delle altre stanze!
-
Basta che tu non vada in camera mia!
Sbottò
Elliot, fingendosi offeso.
-
Fare sesso in camera tua? Per carità! Con quei
poster orrendi che hai alle pareti mi si ammoscerebbe subito!
Lo
sguardo sbalordito e fulminante di Grace non riuscì a colpire il bersaglio
designato, perché i due fratelli si stavano letteralmente sganasciando dalle
risate, come tante volte succedeva da alcuni anni a questa parte.
Per
un momento lasciò che i suoi pensieri vagassero a ruota libera.
Questo
suo figlio, nato sotto una cattiva stella, aveva trovato la sua anima gemella,
che lo amava senza riserve. Aveva costruito con impegno e sforzo la sua famiglia,
era un genitore premuroso e la sua felicità era palpabile.
Ripensò
a quando aveva portato a casa Christian, con la paura che Elliot non lo
accettasse, ma desiderosa di dare amore a questo bambino sfortunato.
Ripensò
a quanto aveva sofferto per tutte le volte che lui era rientrato a casa
malconcio, a causa di una rissa. A quando aveva scoperto che era stato abusato
da quella puttana della sua ex amica.
Poi
guardò Anastasia, che in quel momento era abbracciata a Christian e stava
ridendo. Ripensò alla prima volta che l’aveva vista a casa di suo figlio, a
quanto era stato bello vederli ballare insieme, o quando lei l’aveva baciato
con dolcezza, davanti a tutti, alla loro prima cena in famiglia. Lui non si era
ritirato, anzi, aveva sorriso con uno sguardo così innamorato che era stata pura
gioia, per lei, vederlo così!
Osservò
i suoi nipoti che giocavano felici, a quanto amore c’era intorno a lei.
Si
alzò dal suo posto e si diresse, con discrezione, verso Anastasia.
-
Non ho idea di come tu faccia a sopportare questo
mio figlio, mia carissima Anastasia, ma so che sarà più facile per il sole
sorgere ad occidente che per voi due smettere di amarvi!
In
quel momento arrivò al tavolo Mia. Vedendo gli sguardi divertiti di tutti, le
lacrime dovute alle risate dei suoi fratelli, il rossore sul viso di Ana e gli
occhi felici e commossi di sua madre, corrugò la fronte e disse:
-
Che cosa mi sono persa?
I
commensali si guardarono per un momento
ed un’altra risata scoppiò spontanea. Quindi Elliot disse:
-
Mia, tu lo sapevi che Ana in realtà è un vampiro?
∞ ∞ ∞
n.d.r.
Ciao a tutti.
Questa ficcina è
particolarmente sciocchina…(ed ho fatto pure la rima), ma chi ha già letto
qualche mia storia precedente, forse avrà riconosciuto alcuni stralci di
“Panico in casa Malfoy”. In effetti l’idea è la stessa. Non l’ho menzionato prima
perché l’autore sono sempre io e non mi sono dovuta chiedere il permesso per
copiarmi!!
Nella mia testa Mr Grey e
Draco Malfoy hanno parecchie similitudini (entrambi belli, entrambi
ricchissimi, entrambi abituati ad ottenere tutto ciò che vogliono, entrambi con
un’anima oscura e lacerata), motivo per cui mi sono lasciata convincere dalla
mia vocina interiore (che non è paragonabile a quella di Anastasia) a
riproporre la stessa idea, con le dovute modifiche del caso.
Spero davvero d’essere
riuscita a strapparvi un sorriso.
Con affetto
Frency70