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Autore: marwari_    23/09/2012    5 recensioni
«Sei proprio una sciocca, bambina. L'Amore non è che un'illusione.»
Regina scosse la testa, affranta
«Perché non ha funzionato?»
[1x18]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cora, Daniel, Regina Mills
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Madre, io..»
«Non provarci nemmeno.» erano in trappola. Il rumore dei cardini e le porte che si sigillavano furono i rumori più agghiaccianti che aveva mai udito.
Erano impotenti davanti a quella furia, quella strega di sua madre, come due agnelli nella tana del lupo, senza via d'uscita. Sarebbero morti? Probabilmente.
La sua figura li sovrastava, mentre entrambi agonizzavano nel fieno, cercando di alzarsi; non aveva usato nessuna fattura per tenerli immobili, eppure la sua sola presenza era sufficiente.
Avanzò un passo e Regina strisciò sulla paglia, cercando di allontanarsi
«Sei sgattaiolata via dalla mia casa pensando che non me ne sarei accorta? Come hai osato?» appena percepì la mano di Daniel che le toccava il braccio, fu subito in piedi.
Le stavano di fronte, alla sua stessa altezza eppure era ancora minacciosa come prima, impassibile. Li avrebbe ammazzati? Che voleva fare?
«Madre, è impossibile discutere con voi!» a stento tratteneva le lacrime. Non si sarebbe lasciata uccidere da sua madre, non avrebbe mai permesso che Daniel morisse quella notte, non senza lottare «Smettetela con tutta questa magia e ascoltatemi. Io voglio stare con Daniel.» impassibile, ecco cos'era. E se era frustata, amareggiata, infuriata.. era molto brava a nasconderlo. Aveva controllato tutta la sua vita, non poteva farne a meno, magari era anche più forte di lei, ma Regina non avrebbe permesso che le portasse via anche l'unico barlume di speranza che luccicava nel suo oceano di ombre.
«Oh, tu non sai quello che vuoi.» disse sua madre, infine, con una smorfia di disprezzo «Ma lo so io.» Regina scosse la testa, incredula. Non ascoltava, non ascoltava veramente, non l'aveva mai fatto. L'unico che la capiva era suo padre, perché non riusciva ad imporsi? Voleva solo essere libera.
«Non ho fatto tutti i sacrifici che ho dovuto accettare nella mia vita..» proseguì sua madre, rigida come un tronco, il volto truce «..per farti arrivare alla vetta dell'eccellenza, così che tu potessi diventare la moglie del ragazzo delle stalle!»
«È la mia vita!» protestò Regina, quasi senza lasciarla finire. Rideva. Rideva? Non era uno scherzo. Non era un gioco.
Anzi, forse lo era. Infondo Regina non era che una pedina di scacchi nell'infinito gioco della madre che lei, così serenamente, chiamava "vita"
«Che sciocca bambina..» fu il suo breve commento, mentre ancora il riso troneggiava sulle sue labbra «È la mia.» aggiunse subito dopo, a denti stretti.
Ora tornavano i conti. Anche a Regina venne l'impulso di ridere: tutti quegli anni passati ad odiarla, a credere che non contava nulla per lei la sua felicità, a cercare di capire perché si accanisse tanto contro di lei per farla diventare la sua copia, ora, aveva trovato risposta. Regina aveva sempre avuto ragione: non era che una pedina di scacchi.
«Dopo tutto quello che ho dovuto fare.. i debiti, che ho dovuto saldare.. e solo per farci uscire dalla miseria per poterci godere.. questa vita.» il cuore di Regina si era appena calmato quando riprese a battere veloce «Tu, vuoi semplicemente buttare via tutto questo?!» davvero non aveva possibilità di riuscita? Non le importava se l'aveva delusa, deprezzata, le importava solo che, se non riusciva a farle capire che la sua idea era una sola, probabilmente quello era l'ultimo luogo che avrebbe mai visto.
I suoi occhi si erano già fatti lucidi quando Daniel le afferrò con forza la spalla
«Non mollare, Regina.» le mormorò, con voce ferma, all'orecchio. Prese forza da lui, e indurì lo sguardo
«La tua magia non potrà tenerci separati.» sua madre cambiò espressione. Non le aveva mai risposto se non dopo un incantesimo, per pregare di lasciarla andare «Io lo amo.»
«E io amo lei.» la voce di Daniel arrivò subito a sostenere la sua.
«E anche io amo lei.» sapeva sempre come rovinare un attacco, ma perché ora guardava solo Daniel, come se sua figlia non esistesse? Era un loro problema, Daniel non c'entrava nulla
«Se voi mi amaste, non cerchereste di tenerci divisi!» esclamò d'un fiato, ottenendo di nuovo la sua attenzione
«E se tu mi amasti, non cercheresti di scappar via.» ora si metteva a piangere? Conosceva i suoi trucchi e non avrebbe avuto successo, non l'avrebbe mai fatta sentire in colpa
«Mi dispiace, ma questa è la mia felicità!» provò a fare un passo verso di lei, la mano stretta in quella di Daniel, gli occhi puntati sulle porte in legno, anche se l'attenzione era rivolta a ciò che li divideva dalla libertà «Ce ne andremo.» comunicò con voce atona, vedendo che, per il momento, non incontrava ostacoli.
Arrivò poco dopo, ciò che la fece indietreggiare, addosso a Daniel.
«No.» sua madre aveva alzato la mano, viola, pronta ad usare la magia. Li voleva fermare? Ci era riuscita. «Non lo farete.» aveva chiuso il pugno e la nuvola violacea era scomparsa, senza di essa Regina si sentiva meno minacciata anche se sapeva che la magia poteva incombere su di loro in qualsiasi momento
«Allora, qual è il vostro piano? ...State per.. intrappolarci per sempre qui dentro?» la sua voce aveva quel velo di scherno che aveva sempre usato sua madre con lei. Stava veramente diventando la sua copia? Si fece subito seria mentre indietreggiava, cercando la presenza di Daniel accanto a sé «Beh perché è quello che dovrete fare»
«Quindi questa.. è la tua decisione?» quelle parole risuonarono come irreali nella testa di Regina. Davvero si era convinta? Davvero erano riusciti, insieme, a sconfiggere la strega cattiva? Davvero non stava mentendo, non li stava ingannando?
Il velo di delusione nella sua voce, quella consapevolezza di non poter fare nulla.. non erano mai stati sul suo volto.
Forse ci erano riusciti, insieme. Regina e Daniel erano complici, forse non avrebbe più potuto fare nulla, lo sapeva meglio di tutti, infondo era stato lei ad insegnarglielo: ogni sortilegio può essere spezzato, quindi anche l'assurdo gioco in cui la madre di Regina aveva intrappolato tutti quanti.
«Questo ti.. ti renderà felice?» era così tanto assurdo da credere? Eppure suo padre aveva fatto di tutto per renderla felice, le aveva sempre insegnato a cercare la felicità. Era una lezione che Regina aveva imparato, una lezione in cui credeva con tutto il cuore, perché sua madre non ci riusciva?
«Lo ha già fatto.» rispose in un sospiro sollevato. Aveva capito, finalmente.
Se nel suo volto troneggiava un sorriso vittorioso, su quello di sua madre c'era la tristezza.
Nessuno le aveva chiesto di fare tutti quei sacrifici e tantomeno aveva il diritto, per quel motivo, di mettere mano alla vita di sua figlia o di rinfacciare qualcosa che lei non aveva preteso
«Chi sono io per fermarvi?»
Se l'era guadagnato quell'abbraccio. Da quando le ordinava di farlo, Regina non l'aveva più abbracciata spontaneamente e con così tanta foga, avrebbe voluto perdonarla per tutto, forse non aveva più nemmeno risentimenti per tutti gli anni di inferno che le aveva fatto passare, perché ora la stava lasciando libera. Libera di scappare, di amare e di essere felice.
«Vi ringrazio, madre.» era la prima volta che vinceva una battaglia contro di lei, forse perché era stata svolta senza magia, forse perché stava lottando per ciò che teneva di più, forse perché non era da sola.
«Daniel.» su madre stava andando verso di lui, doveva fermarla? Gli avrebbe fatto del male! Regina si limitò a voltarsi. Che sciocca era stata, non gli avrebbe fatto del male: aveva capito. Infondo sua madre desiderava la felicità, bramava soltanto la propria, ma quella notte aveva finalmente scoperto che sua figlia era un'altra persona, un'altra vita e desiderava un'altra felicità. Non avrebbe mai fatto del male a Daniel, era sua madre.
Li seguì, a distanza, quando le diedero le spalle e cominciarono a camminare, stavano solo parlando, i suoi occhi si erano riempiti di lacrime di gioia, eppure il suo animo era ancora in subbuglio. Forse l'emozione non era ancora passata.
«Se desiderate avere una vita insieme, una famiglia.. dunque c'è un'alquanto importante lezione che gradirei tramandarti: ed è su ciò che significa essere genitori.» Regina ascoltava da lontano quel discorso, velato dal silenzio della notte e dagli zoccoli irrequieti del suo cavallo. Anche lui era impaziente di intraprendere una nuova vita?
Non aveva mai fatto discorsi del genere con lei, sull'importanza di essere un genitore, sulla famiglia.. doveva proprio essere cambiata, oppure aver deciso di svelarsi per quello che in realtà era. Avrebbe dovuto farlo prima.
«Devi fare sempre ciò che è meglio per i tuoi bambini.» suonava come uno dei suoi trabocchetti, una di quelle frasi a doppio senso, perché il suo cuore, ancora inesperto sulla sua "nuova" madre, quella onesta, quella buona, prese a galopparle nel petto.
«Vi ringrazio.» rispose Daniel, pieno di gratitudine.
Non era successo niente.
Sua madre era cambiata, Regina e il suo cuore avrebbero dovuto abituarcisi.
«Lo capisco.» si concesse, per un attimo, di guardare Regina, la quale gli sorrise prontamente, poi tornò a rivolgersi a sua madre «Perché è quello che state facendo in questo momento.» ecco che ricominciava, il suo cuore, a galoppare. Era vero, quelle parole, prima potevano essere uno spunto per una nuova magia, ma non allora.
Quella battaglia si era ormai conclusa e senza l'uso della magia.
Non poteva più succedere nulla, Daniel e sua madre non provavano risentimenti l'uno per l'altra, non avevano nulla per cui incolparsi
«Sì, lo è.» perché continuava a percepire la magia, la magia oscura che scorreva in quella stalla nonostante non ci fosse nessuno ad usarla contro qualcun altro? Sua madre stava parlando con il suo promesso sposo, l'uomo che amava e lui la stava ringraziando.
Sua madre gli aveva pure messo una mano sul cuore, di solito era il gesto che significava di prendersi cura di una persona cara.
Allora perché Daniel aveva la bocca spalancata? E perché sua madre stava mostrando i denti? E perché la sua mano non era appoggiata, ma dentro, il petto di Daniel?
«Madre!» chiamò subito Regina, non appena si convinse che i suoi occhi le stavano mostrando il vero e non una visione sulla sua antica e crudele madre che, evidentemente, non se n'era mai andata. Con un gesto secco riavvicinò il braccio al corpo e nella mano stringeva il suo cuore, rosso, acceso, pulsante e ancora vivo.
Regina corse verso Daniel, incapace di perdonarsi di essere stata tanto stupida da credere che sua madre fosse cambiata
«Madre perché? Perché lo avete fatto?» chiese Regina, disperata, cercando inutilmente di rianimarlo
«Perché è questo il tuo lieto fine!» perché non poteva cambiare, perché non voleva capire? Non li aveva intrappolati e nemmeno l'aveva uccisa, non credeva fosse possibile che esistesse una condanna più dolorosa della morte, ma che l'aveva davanti: continuare a vivere, ma con il cuore strappato.
Sembravano vaneggiamenti senza senso quelli di sua madre, le aveva rubato la vita, da sempre, e non avrebbe mai accettato di restituirgliela
«Mi devi credere, Regina. Lo so: l'amore è una debolezza.» perché non se ne andava e basta? Doveva continuare a tormentarla anche lì, vicino al suo amore perduto?
Regina, d'un tratto, si illuminò. Niente era perduto. Il potere di sua madre era nullo
«Ogni sortilegio può essere spezzato!» esclamò a denti stretti, baciando Daniel «Me lo avete insegnato voi: il bacio del Vero Amore rompe ogni incantesimo.»
Passarono alcuni istanti. La madre di Regina guardò il cuore brillante nella sua mano e prese a ridere
«Sei proprio una sciocca, bambina. L'Amore non è che un'illusione.»
Regina scosse la testa, affranta
«Perché non ha funzionato?» mormorò
«Mi sembra evidente!» rise sua madre «Quello che condividevate non era Vero Amore, era solo un capriccio: se fosse stato quello che tu pensavi, non avresti detto "mia felicità", ma "nostra"...è solo l'ennesima disobbedienza nei miei confronti, perché sapevi.. che non avrei mai approvato.» Regina lasciò che le lacrime scorressero sule sue guance
«L'Amore sembra vero, ma svanisce.» proseguì, con voce convinta «Il potere invece.. perdura e non conosce barriere.» sospirò «Io ti ho salvata.»
«Voi avete rovinato tutto!» gridò mentre si alzava «Io lo amavo.. Io lo amavo!»
«Basta!» urlò a sua volta la strega, facendo per coprirsi le orecchie e allontanare da sé quelle assurdità. Il cuore di Daniel cadde, rotolando via nel fieno «Ho sopportato abbastanza.» la tirò su, afferrandola per le spalle, la scosse «Ora ricomponiti, lava via le tue lacrime perché ora.. diventerai la Regina.»
Si voltarono entrambe, quando sentirono tossire.
Daniel era vivo, il maleficio era stato spezzato. Regina guardò fisso negli occhi di sua madre
«Il bacio del Vero Amore può rompere qualsiasi incantesimo.» si precipitò su di lui, accucciandosi.
Lo baciò ancora e con immensa felicità si rese conto che il suo bacio veniva ricambiato. Troppo presto, però, si rese conto che quel sogno era già stato spezzato: Daniel ricadde immobile sul fieno, tra le sue braccia impotenti.
Regina sapeva bene in che direzione guardare.
Sua madre stava a poca distanza da loro, un sorriso trionfante stampato sul volto. Solo quando Regina abbassò lo sguardo lei alzò lo stivale, rivelando solo un mucchietto di polvere
«Il Vero Amore può rompere qualsiasi incantesimo, ma non è in grado di salvare un uomo il cui cuore giace polverizzato fuori dal suo corpo. Il Vero Amore può rompere qualsiasi sortilegio.. a parte la morte.»
«Troverò il modo. Lo riporterò da me. La morte può essere sconfitta.. non è che un altro maleficio.» Regina chiuse gli occhi «Te lo prometto, Daniel, troverò il modo di riportarti da me.»
 

   
 
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