Crossover
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Autore: frisulimite    07/04/2007    1 recensioni
Avvertenza: Questa storia non è per coloro che vivono di futili e dogmatiche certezze. Se finora siete stati convinti che gli asini alati non esistano, questa storia scuoterà il vostro animo. Non leggete se non volete avere guai con la CIA, essere scomunicati dalla Chiesa autonoma di Santa Genoveffa del Porto in Montagna ed essere rinchiusi in manicomio per il resto dei vostri giorni. Se invece siete disposti a tali rischi, vi aspetta l'avvincente storia dello studioso Peter Maurice, alle prese con gli oscuri complotti dei biechi funzionari del governo, dell'Opus Dei,degli alieni, di maghi idioti, società segrete e deficienti vari. Cominci l' Avventura!
Genere: Demenziale, Thriller, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Film, Libri, Telefilm, Videogiochi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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cap2

Capitolo 1. Il Grande Eroe Di Questa Storia Che Va Scritto Tutto Maiuscolo

 

 

 

Peter Maurice, il celebre esperto di simbologia asinina dell'Alma Mater Studiorum di Bovolone Bresciano, stava tenendo una conferenza interessantissima sul suo ultimo libro, "L'Asinino sacro". Nonostante l'ampiezza dell'argomento, la conferenza non sembrava tuttavia suscitare l'interesse dovuto nella platea. Probabilmente ciò era dovuto al fatto che le diapositive erano continuamente oscurate dal chilometrico ciuffo che sormontava la testa del conferenziere, frutto di un patetico riporto mancato. L'attenzione di molti era concentrata su un curioso calabrone con un'ala sola che stava svolazzando tracciando ampi cerchi in aria sul soffitto.

- La mia conclusione su quanto letto è... - Maurice si interruppe, aprì il libro alla pagina del giudizio dell'autore e cominciò a leggere. - ... "la mia conclusione è che il professor Peter Maurice è un borioso sbruffone che non ha idea di quello che parla e non riesce a tenere una conferenza senza leggere pedissequamente dal suo libro..." Ma chi ha scritto questa roba!? Da dove salta fuori questo bigliettino!!? - e con la sua solita aria inebetita gettò uno sguardo al gruppo di studenti che si scompisciava in prima fila e lo additava per qualche misterioso motivo. Il resto del pubblico osservava il calabrone che cercava di sfondare una finestra.

- Ci sono domande, ragazzi? - domandò Peter. A quelle magiche parole qualcuno gettò una scarpa addosso al povero calabrone, e tutti cominciarono a fare domande del tipo: - Cosa ne pensa della moderna teoria dell'evoluzione asinina nel tardo Cretaceo? - oppure: - Ha forse litigato col barbiere? - o: - Quando si mangia? - ma anche: - Come mai da quando lei è entrato si sente questo tanfo infernale? - e: - Vuoi un autografo, amico? - Peter Maurice cercava affannosamente delle risposte sul suo libro, invano, poiché alcune domande erano introvabili e complicate, specie l'ultima. "Devo assolutamente dileguarmi con un astuto stratagemma che metta in mostra tutte le mie capacità intellettuali." pensò Maurice, poi si mise una mano davanti alla bocca e cominciò a fare: - Driiin! Driiiin! Oh, ragazzi, mi squilla il telefono, devo assolutamente rispondere. - Peter mise la mano vicino all'orecchio a mo' di cornetta e cominciò a parlare sotto gli sguardi stupiti della platea, che dopo pochi secondi decise di osservare il cadavere del calabrone che veniva trasportato via dalle formiche. - Questo è il momento buono per dileguarmi. - disse Maurice, scordandosi però di spostare il microfono dalla bocca. Nonostante questo errore madornale tutti erano troppo concentrati ad osservare le formiche che cercavano di disincastrare il calabrone, che era rimasto impigliato tra due sedie. A nessuno, ovviamente, saltò in mente di spostare una delle due sedie. MAI interferire con la natura.

Camminando a stento sulla sua anca storta, Maurice percorse i vari corridoi della sala conferenze, senza badare ai dialoghi della gente che oltrepassava, che suonavano un po' come: - Eh, ma hai mollato! - - No! Giuro che non sono stato io! Ricorda che chi la sente prima... - oppure: - Cara, ma hai cambiato il pannolino al bambino? - - Ma sì, ti assicuro che gliel'ho cambiato. Se non ti fidi annusa qui. - - NO! Mi fido, mi fido! -

Lo studioso di simbologia asinina raggiunse i bagni, dentro ai quali alcuni misteriosi individui lo stavano aspettando. - Signor Maurice? - esordì un uomo col naso adunco e lunghi capelli neri e unticci. - Sì, sono io. - disse Maurice. - E lei deve essere il professor Severus Piton, nest pà? - il tizio lanciò un'occhiata di profondo disgusto a Maurice, poi disse: - Tanto per cominciare si scrive "N'est pas". Inoltre io sono l'ispettore Javert. Non ha mai letto i Miserabili? - Peter si infervorò. - Non mi dia del miserabile! E comunque sul mio libro dei Miserabili non parla, controlli lei stesso! - e così dicendo gettò addosso a Javert il suo libro autografato. - I Miserabili sono un capolavoro! Questa è cultura, lei è un professore, ha per forza letto almeno la trama dei Miserabili! - gridò Javert. - Mi spiace, no. ciò che non c'è sul mio libro non esiste. - - Ma il film l'ha visto, vero? - chiese Javert al colmo della disperazione. Maurice ci rifletté un poco, poi disse: - Forse ho capito. è quello sui dinosauri, vero? - Javert lanciò la sua tuba per aria e la colpì sei volte con una pistola a sei colpi ottocentesca.

- Lasciando stare la cultura, io sono l'Ispettore del 15° Distretto di Badolato Superiore Ovest. - si presentò Javert. - Ma come? Si chiama Javert e viene da Badolato? - chiese Maurice, che non era uno stupido. - Senta, io sono un calabrese DOC! Et rien ne va plus! - esclamò Javert. Peter guardò il suo orologio e rispose : - Sono le sette e venti. - Javert inarcò un sopracciglio e chiese: - Scusi tanto, questo cosa c'entra? - Maurice rispose: - Lei ha detto "Rienne vaplù", che come tutti sanno è un modo per chiedere l'ora e... oh, insomma! Siamo qui da tre ore e lei non mi ha detto che cosa vuole! Ripetizioni di latino, per caso? - e fece l'occhiolino colpendo amichevolmente la pancia di Javert col gomito. - No. C'è stato un omicidio a Badolato Superiore Ovest. - spiegò l'ispettore. - E che me ne fotte? Io sono di Bovolone Bresciano. - disse Peter. - Abbiamo bisogno della sua consulenza. Lei è il massimo e unico esperto di simbologia asinina mondiale. - Maurice chiese: - Va bene, chi è stato assassinato? - Javert rispose: - Il custode del Grande Museo Nazionale di Badolato Superiore Ovest. Raimondo Lo Ciccio. - Peter sentendo quel nome esclamò: - Ma certo, dovevo incontrarlo tra dieci minuti! - Javert si allontanò leggermente dal celebre studioso e domandò: - E come pensava di fare? Siamo a Parigi, non so se l'ha notato. - Peter Maurice si grattò la testa perplesso e commentò: - Ah, siamo a Parigi. Quindi quelli a cui chiedevo indicazioni non mi stavano lanciando contro insulti e parolacce, vero? - Javert si massaggiò il mento, poi disse: - Dobbiamo interrogare tutti i sospetti, interrogheremo tutti quanti e poi la arresteremo! - Maurice guardò perplesso l'ispettore Javert, poi chiese: - Mi arresta senza avere prove? Non deve interrogare altre persone? - Javert sorrise e rispose: - Io SO, tutto maiuscolo, che è LEI, tutto maiuscolo, il colpevole. Adesso mi segua. - e così dicendo l'ispettore Javert aprì la finestra del bagno o uscì fuori.

Peter uscì a fatica dalla finestra, e, arrancando sulla sua anca storta, raggiunse Javert. - Signor Javert, come faremo ad arrivare a Badolato Superiore Ovest? - domandò il professore all'ispettore, che rispose: - Ho fatto preparare un potentissimo aereo che ci sta aspettando. - Maurice commentò, facendo finta di aver capito: - Aaaah... - poi la sua malcelata stupidità uscì fuori con prepotenza, così chiese: - E dove si trova? - Javert indicò un punto a circa due centimetri dal naso di Maurice, dicendo: - È qui, c'è già dentro. È invisibile. - Maurice commentò: - Oooooh... e quando arriveremo? - Javert rispose, leggermente spazientito: - Siamo già arrivati, è molto veloce. - Peter si alzò dalla sedia invisibile e disse: - Non me n'ero proprio accorto. Certo che la Polizia del 15° Distretto di Badolato Superiore Ovest ha dei potenti mezzi. - Javert si alzò e spiegò meglio la situazione: - Possiamo utilizzarli solo quando il narratore si scoccia di fare altrimenti. Inoltre possiamo estendere la nostra giurisdizione a tutto il mondo e otteniamo la licenza di uccidere a vista, nel caso un noto ricercato come lei decida di scappare. Ma solo in quel caso. - Maurice non stava badando al discorso, era troppo intento a studiare un piano per scappare alla prima occasione. Javert scese dall'aereo invisibile insieme a Maurice, ma subito dopo essere sceso l'ispettore si fermò. - Signor Javert, perché ci siamo fermati? - Javert sbuffò e disse: - Dobbiamo prendere un'auto che ci accompagni fino al Museo. - Peter domandò: - Ah bene, e quando arriva? - Javert digrignò i denti e disse: - C'è già dentro. È invisibile anche l'auto. E per rispondere alla sua prossima domanda, siamo già arrivati. Scenda, prego. - e così dicendo diede un calcio nel sedere al noto professore che cadde proprio davanti all'imponente portone del Museo Internazionale di Badolato Superiore Ovest.

- Deficiente, si alzi. - ordinò l'ispettore Javert a Maurice, che, con fatica, riuscì a rimettersi in equilibrio sulla sua unica gamba sana.

La coppia che scoppia percorse le ampie sale del museo in circa due ore, poiché Javert doveva sempre recuperare Maurice che faceva i baffi a tutti i ritratti del grande Cefaly Junior Junior. Alla fine raggiunsero la sala dove era morto il custode del museo, l'ormai leggendario Raimondo Lo Ciccio. Il custode era più alto sdraiato che in piedi, e occupava un'intera sala col suo lardo. In giro c'erano numerose tracce di sangue e strani segni ovunque: numeri a caso, scritte come "Ho fame da morire", partite a Tris, disegni di asini e altre fesserie del genere. - Lei ci capisce qualcosa, dottor Maurice? - domandò Javert. - Potrebbe fare qualcosa di utile, prima di essere arrestato, no? - Maurice guardò un pochino tutti quei complicati indizi, poi disse: - No, non ci capisco un accidente. - Javert alzò gli occhi al cielo e commentò: - Lo immaginavo. Fortuna che c'è la nostra esperta Robopsicologa e decrittografatrice. - Maurice esibì la sua migliore espressione stupida e chiese: - Robopsicrittoche? Ha detto Robopsicotica? Degrattografice? - Javert urlò, prese la sua pistola e la puntò addosso a Maurice, ma per (s)fortuna l'ispettore aveva sprecato i sei colpi della sua pistola a sei colpi per colpire la sua tuba quando l'aveva lanciata per aria. - Ispettore Javert, si fermi. - intervenne una gran racchiona, che doveva avere almeno quarant'anni, con un'espressione antipatica e un robot dall'aria idiota al seguito. - Ah, dottoressa Calvin! - la salutò amichevolmente Javert. - Grazie per avermi salvato da questo individuo. Le presento il dottor Peter Maurice, esperto di simbologia asinina ed emerito coglione. - Peter tese la mano, guardando schifato la dottoressa decrepita, con la pelle cadente e dalla faccia mooooooooolto antipatica. - Dottor Maurice, questa è la dottoressa Susan Calvin, nota Robopsicologa, nota decrittografatrice e notissima zitellona acida e rompicazzo. Rompe il cazzo perché, essendo una zitellona, non ha... - - Stia zitto, ispettore Javert! - ordinò Susan Calvin, stringendo la mano del dottor Maurice, che commentò: - La immaginavo strafica, dottoressa Calvin. - - Non lo sono forse? - domandò la Calvin senza mutare di un millimetro la sua espressione. - Veramente no. - rispose Peter, noto imbecille. - Oh beh, sono così nei libri di Asimov. Se vuole posso usare la mia versione cinematografica. - disse Susan. - Sì, sì! È molto meglio! - rispose Peter sbavando come una lumaca in calore. Susan Calvin schioccò le dita e un vortice bianco la avvolse per qualche secondo, e subito dopo la dottoressa acida e zitella cambiò aspetto. - Strafica! - esclamò Peter, che era un uomo profondo, pieno di ideali e buoni sentimenti. - Adesso che vi siete presentati. - intervenne Javert. - Possiamo sapere cosa capite di questi strani messaggi lasciati da Raimondo Lo Ciccio? Tanto qualunque cosa sia noi arresteremo il signor Maurice. - Susan Calvin disse: - La cosa più interessante secondo me sono questi misteriosi numeri. - Javert guardò l'orologio, poi disse: - Bene, per ingannare il tempo, mentre ci pensate, io vado a mangiare. - e così l'ispettore se ne andò, lasciando soli Peter Maurice e Susan Calvin. - Secondo lei, gran deficiente, cosa vogliono dire quei numeri? - domandò Susan a Peter, che stava sonnecchiando in piedi. - Eh? Cosa? Quali numeri? - Susan sospirò e disse: - Questi trovati accanto al cadavere. non capisco che cosa li accomuna. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 e 10. - Peter si concentrò.

Era estremamente concentrato.

Era addormentato.

- Signor Maurice! Si svegli! - gridò Susan Calvin scotendolo con violenza. Peter esclamò: - Ma certo! Ho capito cosa accomuna questi numeri. la cosa che hanno in comune è il non avere niente in comune. - la Calvin sospirò, poi guardò meglio i numeri e capì: - Ma certo! Questa è la numerazione in base uno del Galgagnoffi, sta alla base della matematica moderna. - Maurice chiese: - Perché, quella antica no? - Susan Calvin lo ignorò e osservò la partita a tris che era stata tracciata vicino al cadavere di Raimondo. - Mmmmh... mi sembra chiaro che la X poteva vincere, se non avesse sbagliato la sua seconda mossa. - commentò Susan, quando Maurice disse: - Non mi è molto chiara questa cosa. Può spiegarmi meglio? - e così dicendo prese un pezzo di carta e tracciò lo schema del tris. Susan Calvin tracciò la prima X e disse: - Allora, io che sono la X ho fatto la prima mossa, ora lei, logicamente, metterà il pallino... - Maurice non la ascoltava perché aveva già messo il pallino dove gli girava. - No, Peter, non doveva metterlo là, comunque la X a questo punto sbagliò la mossa, perché permise al pallino di fare tris. Adesso le mostro cosa succede se io metto la X dove l'aveva messa il giocatore nell'altra partita. - Maurice sghignazzava, e borbottava, credendo che nessuno lo sentisse: - Ih ih ih! Adesso mette la X lì e io posso fregarla! - Susan Calvin sentendo quelle parole decise di cessare la dimostrazione, e mise la X in un altro posto, lasciando di stucco il povero Peter, che tracciò subito un altro pallino, in modo tale da avere due pallini in fila.

- Javert, per quanto dobbiamo continuare a spiarli? - domandò un collega dell'ottuso ispettore, esasperato da quello spettacolo. - Devono confessare spontaneamente. - spiegò Javert. - Fa tutto parte della mia tattica. - - Deve essere la famosa Tattica dell'ispettore Javert. Quella che non ha mai funzionato. - commentò il depresso collega di Javert, il quale esclamò: - Chi è questo Javert che mi ruba la tattica!? - il collega sospirò e disse: - Mamma mia, in che mani... -

 

Nel frattempo Maurice e Calvin avevano finito la loro partita (pari) e stavano analizzando le scritte lasciate in giro da Raimondo. - Non riesco a capire il significato della frase "STO MORENDO DI FAMEH". - commentò Peter osservando con attenzione la scritta in sangue. - Non capisco cosa c'entra la H alla fine. - Susan Calvin analizzò la scritta, poi esclamò: - Ma è chiaro, è un'anagramma! E sarebbe... - scrisse velocemente qualcosa su un foglio di carta, e il risultato era. - "Deh, mi fate meno sordo". È chiaro! - Peter Maurice si grattò i pochi capelli che aveva in testa, poi chiese: - E che vuol dire? - Susan Calvin sorrise in modo comprensivo, poi aprì la bocca per parlare, ma capì che la frase anagrammata non aveva alcun senso. - Eppure sono certa che quella H è messa lì per qualche motivo. -

(FLASHBACK)

Raimondo Lo Ciccio aveva scritto "Sto morendo di fame" e, con le ultime forze, voleva metterci anche un bel punto esclamativo. Il custode si alzò e tracciò la linea, ma, poiché le forze gli mancavano, ne tracciò anche una orizzontale. Il custode si sollevò nuovamente e provò ancora a tracciare un punto esclamativo, ma dopo aver tracciato la linea cadde a terra morto. Il risultato era una H storta.

(FINE FLASHBACK)

 

I due celebri studiosi continuavano ad analizzare le scritte e a prendere nota di tutti i "progressi" che facevano, ma quelle frasi sembravano (?) non avere alcun senso. - Senta, signora... - esordì Maurice, ma l'occhiataccia della Calvin al sentire la parola signora lo fece ritornare sui suoi passi. - Senta, signorina... - ricominciò Maurice. - ... io mi sono ampiamente scocciato di stare qua a leggere i deliri senza senso di un povero depresso obeso la cui progenie deve essere veramente orrenda, disgustosa e viziosa come lui. - la Calvin lanciò a Maurice un'occhiata di profondo odio, poi sibilò: - Sono sua nipote. - - E ovviamente le nipoti non sono incluse. - disse Maurice per salvarsi le chiappe e l'anca storta. - Comunque, per quanto sia triste ammetterlo, ha ragione lei, signor Maurice. Mi sono scocciata di stare qui ad anagrammare frasi come "Mi annoio sal" per capirne il significato nascosto. - Peter annotò quella frase, certo che un giorno gli sarebbe stata utile, poi riprese ad "ascoltare" quello che Susan Calvin stava dicendo: - Frughiamo nelle tasche di quel finocchio di mio nonno, troveremo certo cose interessanti. - Peter si mise a frugare nella parte superiore di Raimondo, mentre Susan armeggiava nei pantaloni del nonno. - Uno yo-yo, una gomma da masticare masticata... - diceva Maurice tirando fuori i vari reperti trovati. - ... un game boy, uno zaino, un computer con stampante, un telefono satellitare, una betoniera... - - Signor Maurice! Ho trovato qualcosa! - gridò Susan Calvin frugando nei pantaloni del nonno. - Santo cielo! È qualcosa di duro... grosso... ooooh! Mmmmmh! Ma è... è... - diceva la Calvin con evidente piacere mentre tirava con entrambe le mani il misterioso oggetto nascosto sotto i pantaloni del signor Lo Ciccio. - Oh... è... un Cryptex! - Maurice fece finta di aver capito, emettendo un lungo: - Oooooooh... è un Cryptex! - poi il dubbio lo assalì, e decise che non poteva vivere senza sapere cosa fosse un Cryptex, così chiese: - Cos'è un Cryptex? - Susan Calvin spiegò: - Un Cryptex è questo coso qui che tengo in mano. - Peter le fece un applauso, poi disse: - Non potrebbe spiegarlo meglio? In modo leggermente più dettagliato, magari. - Susan Calvin tirò un lungo respiro, poi cominciò a parlare: - Un Cryptex è come un cilindro cavo formato da cinque dischi di marmo sovrapposti l'uno all'altro e tenuti insieme da una intelaiatura di bronzo. I cilindri recano incise le lettere dell'alfabeto di modo che, ruotandoli, si possono formare parole di cinque lettere. Il Cryptex funziona come un lucchetto a combinazione: se i dischi formano la parola corretta, delle tacche interne ai dischi si allineano, permettendo al cilindro di aprirsi. All'interno del cilindro possono essere contenute informazioni segrete, scritte su una sottile pergamena avvolta attorno ad una fiala di aceto: se si tenta di aprire il Cryptex con la forza, la fiala si rompe e l'aceto corrode la pergamena prima che possa essere letta. - Peter Maurice domandò: - Ma mi hai copiato e incollato la definizione di Wikipedia!? - Susan Calvin si inalberò, e per un attimo riacquistò l'espressione della vecchia Susan Calvin (quella non strafica, s'intende). - Come osa!!? L'ho scritta io quella voce su Wikipedia! Le ho scritte quasi tutte io! Anzi, io sono la coordinatrice dei progetti Wikimedia! Io ho anche creato Internet! IO ho inventato i computer! Ho inventato gli aeroplani! Ho inventato i treni! Ho inventato ogni macchina!! E ho anche inventato la Coca Cola Light!! - Peter Maurice sbarrò gli occhi e le saltò addosso gridando: - ALLORA È TUTTA COLPA SUA, BRUTTA BASTARDA!!! È solo colpa sua se beviamo la Coca Cola Light! - il robot dall'aria austera che accompagnava Susan Calvin gridò, con voce ben poco austera, bensì da marmocchio di cinque anni: - 'Ascia stae 'a mamma! - e così dicendo sferrò un gancio sul mento di Maurice. Il piccolo robot avrebbe certamente ucciso il professore di simbologia asinina, se non avesse udito ciò che Peter gli stava dicendo: - Ti rendi conto che lei è quella che ha inventato la Coca Cola Light? Come puoi permettere che rimanga impunita per un simile crimine contro l'umanità? - il robot ci pensò su, poi tese la mano a Maurice, che si sarebbe certamente fiondato nuovamente addosso alla Calvin, se questa non avesse detto: - Orsù, stavo scherzando. Non ho inventato i computer. - Maurice sorrise raggiante e disse: - Benissimo! Tornando ad analizzare questi strani simboli... ce n'è uno che mi ha particolarmente affascinato. - Peter raccolse un pezzo di carta sul quale era scritto "Porca Troia trova Peter Maurice". - Secondo lei che vuol dire, dottoressa Calvin? - Susan lesse il breve ma intenso messaggio e commentò: - Ecco perché Javert le da la caccia. - in quel momento a entrambi gli studiosi parve di sentire qualcuno che diceva "Ah sì?", ma erano troppo presi dal biglietto per badargli. - Javert è convinto che Lo Ciccio abbia voluto scrivere in punto di morte il nome del suo assassino. Cioè lei. - in quel momento la solita voce sembrò dire una cosa come "Bene, adesso abbiamo pure la scusa per arrestarlo. Che giornata riuscita", ma, come al solito, non vi badarono. - Eppure... - Susan Calvin a un certo punto ebbe un'illuminazione. - Ma certo! È un messaggio rivolto a me! Mio nonno voleva che io la trovassi. - Maurice le chiese: - Cosa glielo fa pensare? - Susan spiegò: - Mio nonno da piccola mi chiamava sempre "Porca Troia". Non so perché, ma mi chiamava così, specie quando mi vedeva con più ragazzi contemporaneamente. Quindi questo messaggio vuol dire chiaramente che io la devo trovare. Già fatto. Adesso dobbiamo scappare da Javert. So già come fare. - a un cenno della robopsicologa il piccolo robot cominciò a devastare il museo, così i nostri eroi poterono scappare a gambe levate (per Maurice si fa per dire, ovviamente).

- Merde! Mi sono scappati sotto il naso! E poi... no, non è possibile. - qualcosa turbava Javert, che a quel punto esclamò: - Come ha fatto Maurice a sfondare le pareti, eh!!? - il collega anonimo di Javert obiettò: - Veramente è stato il robot della dottoressa Calvin a sfondare le pareti, signore. - Javert esclamò, al colmo della disperazione: - Aveva detto che era il suo piccolo figlio down! Ci ha ingannati! E anche Maurice l'ha fatto. Perché in realtà lui non è Maurice, lui è... - rullo di tamburi. - ... JEAN VALJEAN! - il collega di Javert domandò, un po' preoccupato: - Signore, si sente bene? - Javert però non lo ascoltava: - Per anni ho dato la caccia a quel diabolico ladro di pagnotte, emerito rompicazzo e noto bruttone! E adesso, dopo due secoli, eccolo qui ed è recidivo! - il povero collega di Javert lo strattonava e diceva: - Signooooore! Jean Valjean è morto da due secoli, per l'appunto, e in teoria lei si è suicidato anche prima della sua morte. Inoltre ha la testa di Valjean appesa sul caminetto in casa sua, ricorda? - - Si è finto morto per due secoli! Temo che il carcere a vita non basterà per lui! - gridò Javert mettendosi in testa la tuba. - Signor Giangurgolo, chiedete all'autore di darci la licenza per usare ogni mezzo per catturare Valjean. - Giangurgolo, contento per avere finalmente un nome, propose all'autore di concedere questi poteri speciali, poi, ottenuta la risposta, informò Javert. - L'autore ha dato risposta negativa. Dobbiamo arrangiarci con le procedure standard in dotazione al 15° Distretto di Badolato Superiore Ovest. - Javert sospirò, un tantino deluso, poi ordinò: - Fate uscire gli aerei della Luftwaffe! Fate uscire la Royal Air Force! Preparate la flotta interstellare! Pronti i carri armati, fate tuonare i mortai! Quel ladro di pagnotte avrà quel che merita. - Giangurgolo obbedì, e un impensabile esercito partì da Badolato. - Benissimo, mandate un messaggio ai governanti di ogni paese. Da adesso devono lasciarci libero transito sul loro territorio, e darci pieno appoggio per le nostre operazioni. Tu dirai loro: tutta la Gallia è stata conquistata. Loro ti chiederanno: tutta?. E tu risponderai: sì. Loro capiranno. no, aspetta, ho sbagliato film. Tu gli dirai che Valjean è tornato. Loro capiranno, e magari ci consegneranno il governo temporaneamente. - Giangurgolo sospirò e commentò: - Mamma mia, in che mani... - Javert mise sopra la tuba un elmetto militare tedesco, poi sogghignò e disse: - Valjean, vengo a prenderti. Pagherai per quella pagnotta. -

FINE PRIMO CAPITOLO

Paura, eh? Non sentite anche voi il Pathos? Cosa vorrà dire "Deh, mi fate meno sordo"? E soprattutto, quanti di voi hanno già capito qual è Quella Cosa? Passiamo a qualche rispostina alle recensioni:

Lexaen: eh beh, che dire, ormai lo sai che le mie storie sono stupende, non è che c'è da stupirsi molto.

Aerius: hai molto fegato se vuoi metterti contro la Chiesa Autonoma di Santa Genoveffa del porto in montagna, e questo è importante. Comunque hai indovinato: la Cosa è la stessa cosa che stava cosando il coso cosante. Arriverai presto alla soluzione dell'enigma (probabilmente prima di me).

Softman993: eh beh, il rischio non è da tutti. Scherzi a parte, la storia è demenziale, no? Come vedi continua a peggiorare, ma non è troppo tardi per smettere di leggere. La CIA non sa ancora nulla.

Elychan: grazie, grazie. So di essere un genio, ma sentirselo dire dagli altri mi fa sempre molto piacere. Spero di essere sempre all'altezza.

Silas: ti ringrazio dell'offerta, ma sappi che abbiamo nemici anche più potenti dell'Opus Dei. Mai sentito parlare degli integralisti San Genoveffiani? In guardia!

Tranquilli, comunque! Presto (?) tutti saprete la verità su ciò che è realmente nascosto dietro innocenti paraventi, come gli attentati terroristici e gli omicidi politici.

  
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