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Autore: Gabbo Massidda    23/09/2012    0 recensioni
Mark, Leticia, Bobby e Steven sono quattro amici in viaggio verso White Long Beach. Sbagliano fermata scendendo in un villaggio chiamato Orange Beach. Lì avrà luogo un evento che cambierà per sempre le loro vite.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quell’insolita avventura
 
Mark, Leticia, Bobby e Steven erano quattro ragazzi comuni, con tanti sogni nel cassetto, tante domande e poche risposte. Tante idee, poche certe ed altrettante incertezze.
Mark aveva 17 anni, non molto alto, capelli neri e una barba, del medesimo colore, di due settimane buone. Era un ragazzo un po’ solitario, scrittore di ottime canzoni che non si decideva a incidere. La malinconia era la sua compagna costante di viaggio. Molti sostenevano che lo fosse sempre stata ma lui invece diceva che lo era solamente da quando Rosy lo aveva lasciato, otto mesi prima. Rosy era solo una delle tante ragazze che gli aveva voltato le spalle senza una precisa spiegazione. Forse un po’ per il suo modo di porsi goffo e maldestro, forse un po’ per quanto fosse difficile riuscire a entrare nella sua vita.
Il suo sogno più grande era quello di diventare un regista cinematografico, per questo dopo le superiori si sarebbe iscritto alla facoltà di cinema.
Leticia era una ragazza di 17 anni molto colta, con una passione sfrenata per la lettura, la scrittura e la lingua inglese, rigorosamente accento British. Niente di strano che avesse l’abitudine di bere thè, rigorosamente Twinings, alle 17.00 o alle 18.01 precise, non un minuto dopo. Frequentava il quinto anno in un istituto psicopedagogico e uno dei suoi sogni più grandi era di diventare un’analista forense. L’altro era quello di pubblicare il suo libro, intitolato “Scandalo a Breslavia”, ed era molto vicina alla sua realizzazione.
Steven era il più pazzo del gruppo. Più che pazzo era molto spensierato e solare, con un sorriso a trentadue denti sempre stampato in faccia. Se uno sconosciuto l’avesse visto, all’apparenza sarebbe stato invidioso di queste sue qualità e gli sarebbe di certo sfuggito il fatto che in realtà Steven, come tutti d’altronde, era angosciato da una domanda che nasce dopo il diploma, ossia «e adesso cosa faccio?». Una domanda all’apparenza semplice, ma tiranna e divoratrice. Steven aveva 19 anni e grandi progetti per il futuro, tra i quali diventare odontoiatra o pilota di aerei di linea. Fresco di diploma conseguito in un istituto tecnico aeronautico, non aveva ancora le idee ben chiare su quale delle due strade avrebbe intrapreso.
Bobby era una ragazzo di 18 anni e, come Leticia, anche lui aveva la passione per la scrittura. Passione riscoperta da poco proprio grazie a Leticia, che per lui rappresentava una sorta di musa ispiratrice. Oltre alla passione per la scrittura, Bobby coltivava anche quella per la lettura di romanzi thriller, gotici, fantasy e psicologici e per la ginnastica artistica. Inoltre era uno scout e quello rappresentava il suo stile di vita. Nonostante le frequenti prese in giro di Leticia, che spesso lo chiamava “cagaboschi”, lui non se la prendeva a male. Fatto strano era che anche lei voleva diventare una “cagaboschi”, ma questa è un’altra storia.
Bobby aveva un fisico asciutto con muscoli definiti dagli intensi allenamenti in palestra, occhi tra il marrone e il verde e capelli tinti di castano rosso. Inoltre era omosessuale e ciò non dava noia ne a lui né ai suoi amici.
 
Mark, Leticia, Bobby e Steven erano sull’autobus diretto a White Long Beach, dove avrebbe avuto luogo una piccola festicciola. Una sorta di addio all’estate prima della riapertura delle scuole; una di quelle occasioni fatte solo per bere o fumare o semplicemente sfuggire alla prigionia di Seven Haven per rifugiarsi in se stessi.
Mark e Steven erano intenti a rispolverare vecchi generi musicali mentre Leticia e Bobby si rilassavano con i brani dei The Moody Blues.
Mark si tolse gli auricolari, premette il pulsante STOP e l’autista fermò l’autobus. Steven risvegliò Leticia e Bobby dalla loro trance e tutti e quattro presero armi e bagagli e scesero dal mezzo, salutando con un cenno di ringraziamento l’autista che ripartì.
«Bene ragazzi, due minuti di camminata e arriveremo a destinazione!»- esclamò Mark. Bobby si guardava stranamente attorno, non riconoscendo il paesaggio circostante - «ehm, siamo sicuri di essere scesi alla fermata giusta? Non mi sembra che questa sia la strada che porta a White Long Beach»- disse - «no tranquillo, dopo quella curva c’è il villaggio»- rispose Mark. Ma Bobby non mutava espressione. La perplessità non lo abbandonava ed era sempre più convinto che avessero sbagliato fermata, scendendo un po’ troppo distanti dal villaggio.
Continuarono a camminare e i fantomatici due minuti divennero quindici fino a ché Bobby, vedendo un cartello con scritto “Orange Village” sbottò - «cazzo Mark! Abbiamo sbagliato anzi, AVETE SBAGLIATO, TU E STEVEN!»- e Mark ribatté - «che cazzo dai non urlare, saremo distanti al massimo un paio di chilometri e poi potevate pensarci anche tu e Leticia a fermare l’autobus più avanti».
Continuarono a litigare per altri dieci minuti finché Steven non ebbe la brillante idea di fermarsi in un bar, chiamato “Strange People”.
Tutti e quattro si sedettero attorno a un tavolino di plastica verde, Bobby con la testa tra le mani, Mark con le braccia conserte e Steven e Leticia che fantasticavano sulla piega che stava prendendo quel viaggio.
Uscì una barista dall’aria giovane e Leticia, citando il nome del bar, le chiese - «Strange People, passa gente strana di qui?»- e la barista, per niente sorpresa da quell’insolita domanda, rispose - «non ne hai idea e la prima sono io»- e sfoderò un sorriso radioso.
«Cosa ordinate?»- chiese al quartetto - «allora, un caffè doppio, due macchiati e quattro naturali, grazie»- rispose Leticia.
Quando la barista tornò con le ordinazioni si fermò a colloquiare con Leticia di canne, marijuana, la vita a Seven Haven (cittadina di provenienza dei quattro) e altre cosucce così. Bobby, dopo aver consumato il suo caffè doppio, si rilassò un poco e cominciò a scrivere; Mark si accese un sigaro dall’odore nauseabondo; Steven s’intromise nella conversazione di Leticia e la barista e rise con loro. Dopo un’oretta arrivò uno strabo tipo che si sedette e si mise ad osservare lo strano quartetto. La barista prese la sua ordinazione e, dopo aver lanciato uno sguardo in direzione dei quattro, entrò nel bar. Lo strano tipo continuò a osservarli per un po’. Leticia balzò in piedi ed esclamò - «WOW! Finalmente un tipo strano!». Poi, rivolgendosi direttamente a lui, chiese - «ma lei è di qui?»- «non proprio»- rispose lo strano tipo e poi fece una strana proposta ai quattro - «vi va di fare un viaggio dentro voi stessi?». I quattro, non preoccupandosi minimamente della stranezza del periodo, alla parola viaggio rizzarono le antenne e accettarono la proposta.
 
Si riunirono attorno al tavolo dello strano tipo, il quale tirò fuori da dentro la sua borsa una sorta di ampolla piena di uno strano liquido rosso. La barista uscì con l’ordinazione dell’uomo che consisteva in quattro tazze da thè, poi rientrò. L’uomo stappò l’ampolla e versò il liquido nelle tazze, poi disse - «ora bevete e poi chiudete gli occhi». I quattro eseguirono e il viaggio cominciò.
 
Mark
Mark era in piedi nella soglia di una stanza di ospedale e osservava se stesso steso supino su di un lettino, il viso scarno e bianco come un cencio. Un’infermiera entrò nella stanza , attraversando Mark come fosse fumo e disse, rivolgendosi al Mark sul lettino - «Mark, mi dispiace tremendamente darti una così brutta notizia. Il cancro si sta allargando e ti rimangono pochi giorni di vita». Il Mark sulla soglia fu sconcertato non tanto per il suo destino bensì per il tono apatico adottato dalla donna.
Prima di risvegliarsi vide Steven che piangeva affianco al lettino. Poi riaprì gli occhi, sapendo ciò che avrebbe fatto poi.
 
Steven
Steven era nell’ingresso di casa sua, davanti al portone. Qualcosa gli suggeriva di aprirlo. Lo fece e quasi gli venne un colpo: suo fratello Fred, partito per la guerra e creduto morto, era lì, in piedi sulla soglia, con le valigie in mano e un sorriso in faccia. Lasciò cadere le valigie e abbracciò Steven. Fu un abbraccio fortissimo, seguito da un pianto di felicità.
Poi Steven si svegliò.
 
Leticia
Leticia vide se stessa seduta su una sedia a dondolo, con un bimbo tra le braccia. Una bimba, per la precisione.
Una bellissima bimba di nome Angelica che si guardava i piedini e le manine con i suoi splendidi occhi blu velati da uno sguardo interrogativo.
La Leticia che osservava la scena si portò istintivamente la mano al ventre e notò che era più gonfio del solito.
Era incinta.
Si svegliò, sapendo quello che avrebbe dovuto fare.
 
Bobby
Bobby si ritrovò su una strada deserta, precisamente la Route 66. Di fronte a lui, oltre all’immensità, c’era Greg, il suo ragazzo. Si avvicinò a lui per baciarlo ma si accorse che in realtà non era Greg bensì Pietro, il ragazzo che segretamente amava da cinque anni. Pietro disse - «colui che ami non è Greg, sono io!».
Bobby si svegliò, sapendo già ciò che avrebbe dovuto fare.
 
Nessuno di loro seppe cosa gli altri tre avessero visto, sta di fatto che:
Mark venne trovato impiccato ad un albero e dall’autopsia del cadavere venne fuori che aveva un cancro;
Steven riabbracciò il fratello Fred, tornato dalla guerra dopo la presunta morte, risultata falsa notizia;
Leticia disse al ragazzo che era incinta e dopo otto mesi partorì una splendida bimba che chiamò Angelica;
infine Bobby lasciò Greg e si mise con Pietro e scoprirono di piacersi da sempre.
 
FINE
  
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