Capitolo 2
Erano le sei e mezza del
mattino quando Chris riaprì gli occhi, una sola pillola non poteva garantirgli
più di quelle 3 ore di sonno a notte a cui era oramai abituato. Ad ogni
movimento la testa gli faceva male, come se avesse una pallina
all’interno del cranio che rotolava in sincrono con i suoi movimenti.
Ancora semi incosciente, pantaloni da yoga neri e t-shirt, quasi mosso da una
forza esterna più che dai propri piedi, aprì la porta della sua
suite diretto a sinistra, verso la camera di Jonny. A
mano a mano che camminava il suo cervello iniziava a risvegliarsi, giusto in
tempo per fargli realizzare, con una mano già alzata pronta a bussare,
che i suoi auguri per Jonny avrebbero dovuto
aspettare qualche ora. Non poteva bussare ora, non perché fosse
l’alba, J di certo non si sarebbe scomposto abituato com’era alle
sue visite notturne, gli avrebbe fatto, come d’ abitudine, un angolo di
spazio nel letto, il necessario per lasciarlo stendere e avrebbe continuato a
dormire come se non fosse mai stato svegliato ma, ovviamente, la famiglia di Jonny lo aveva raggiunto per celebrare insieme il suo
compleanno e per quanto Chloe fosse consapevole delle
dinamiche, a volte quasi inusuali per due uomini di 35 anni, della loro
amicizia, forse non era il caso di piombare lì a disturbare una delle
poche occasioni che la coppia aveva, in periodo di tour, di trascorrere una
notte nello stesso letto.
Nel momento in cui Chris
stava per fare marcia indietro e tornare in camera la porta si aprì
davanti a lui e ne uscì proprio Chloe, in una
camicia da notte bianca, con in braccio una Violet
che si stropicciava gli occhi arrossati, come se avesse appena finito di
piangere.
«Oh…ciao Chris» disse Chloe richiudendo la porta alle sue
spalle «Qualcosa
che non va?»
«Hey…no, scusami, volevo fare gli auguri a Jonny ma poi ho realizzato che ore fossero e stavo tornando
in camera»
«Capisco,
entra se vuoi, sono certa che essendo tu non sbufferebbe nemmeno per essere
stato svegliato all’alba il giorno del suo compleanno» disse la
ragazza con una risata continuando a cullare la figlia che ora aveva smesso di
piangere ma sembrava non aver alcuna intenzione di tornare a dormire.
«Non
ne sarei così sicuro, meglio non rischiare» rispose Chris intento
a sorridere a Violet «E tu cosa fai già
sveglia? Qualcuno qui non vuole fare la nanna?» disse guardando prima Chloe e poi tornando a sorridere alla piccola che allungava
le braccia verso di lui per essere presa in braccio.
«Esatto
e noi non vogliamo svegliare con i capricci papà che dorme, vero
Vi?» disse Chloe assecondando il desiderio
della figlia e passandola al ragazzo.
Mentre
la scrutava amorevolmente con i suoi occhi azzurri Chris non potette fare altro
che pensare a quanto assomigliava al suo migliore amico, c’era qualcosa
in lei, soprattutto ora che stava sorridendo, che gli ricordava Jonny, forse quel sorriso e quegli occhi luminosi che mettevano
felicità e calma in chiunque li incrociasse erano propri dei geni della
famiglia Buckland.
Dopo
qualche secondo di silenzio, in cui Chris era perso nel gesto di cullare Violet, Chloe gli chiese con voce
cauta «Stai avendo di nuovo problemi a dormire? Non hai una bella cera Christopher…»
«Quando
mai ho smesso di averne? Oramai non sono più un problemi, è routine…ma hai ragione, oggi non mi sento
particolarmente in forma, forse sono lo stress e la stanchezza o chissà
ho preso qualche virus in giro, anzi, probabilmente è meglio che non
tenga Violet troppo vicina a me, non vorrei
mischiarle qualcosa. Forse è il caso che torni in camera a tentare di
riposare un altro po’…buona fortuna con
la piccola insonne, non mi sembra abbia molta voglia di tornare a dormire»
E
così dicendo, dopo aver restituito la bambina alle braccia della propria
mamma, Chris si diresse nuovamente verso la porta della sua camera, che era a
pochi passi da quella della famiglia Buckland, e vi scomparì attraverso.
Dopo
venti minuti di dondolii e ninne nanne nel corridoio dell’albergo Violet aveva finalmente richiuso gli occhi e Chloe, dopo averla riposta nel suo lettino, aveva ripreso
il suo posto al fianco del marito sotto le coperte.
Abituato
alle incursioni del migliore amico, Jonny si
voltò verso Chloe senza dare cenni di essere
infastidito per l’essere stato svegliato e abbracciando la moglie, senza
nemmeno aprire gli occhi, sussurrando per non svegliare i figli, le chiese
«Tutto ok?»
«Si,
Violet stava facendo i capricci e non volevo
disturbarti» disse mentre il marito la stingeva un po’ di
più sorridendo per la dolcezza di quelle parole «Ho incontrato
Christopher qui fuori…mi è sembrato
così stanco e provato, non credevo avesse ancora problemi con il dormire…»
«E
quando mai ha smesso di averne?»
Questa risposta identica a quella ricevuta dal ragazzo biondo la fece sorridere, pensando, ancora una volta, che se non fosse stato che Jonny era lì nel letto con lei ad abbracciarla e per quelle splendide creature che erano i loro figli, avrebbe creduto che c’era qualcosa di più del semplice affetto tra i due uomini e che forse, in un universo parallelo, fatto di scelte diverse, non ci sarebbe stata lei stretta in quell’abbraccio.