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Autore: Temari    23/09/2012    4 recensioni
- "Sembravano passati anni dall'ultima volta che l'aveva vista davanti a sé—era come se non se ne trovasse più; dovunque andavano [...] non c'era. Svanita dalla faccia della terra." -
*Crack, crack e ancora CRACK*
Genere: Demenziale, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Salve a tutti! =D
L'idea per questa 'cosa' è nata dalle menti mia e di un paio di altre certe persone *you know who you are*.
Non so bene cosa dire come presentazione, perché è davvero fra le fic più assurde che mi siano uscite, ma spero di aver raggiunto lo scopo prefissato e che vi piaccia nonostate tutto! XD

Note: Lo ripeto, se non fosse chiaro--CRACK. In più, possibile OOC, giusto per stare sul sicuro.

Disclaimer: mi appartiene solo ciò che scrivo.

Ja ne,
Temari

Sexy Mayo



        Non riusciva a dormire.
        L'umidità di quella maledetta regione, in estate, era a dir poco insopportabile e sebbene non sopportasse il freddo, c'era un limite anche al caldo. Con un basso ringhio irritato, Sanzo si alzò dal letto, con indosso solo i pantaloni, e decise di andare a farsi un giro per la locanda deserta. Afferrò il pacchetto di sigarette dal tavolino in un angolo, passò lo sguardo di sfuggita sulla scimmia che dormiva scompostamente in boxer e t-shirt, russando beata.
        Una volta al piano inferiore, Sanzo decise che una birra era quel che ci voleva per combattere la calura soffocante della notte, così si diresse senza preamboli verso la cucina.
        La porta non era chiusa a chiave. "Idioti." Pensò il monaco, schioccando la lingua contro il palato con una smorfia disgustata alla palese ingenuità dei proprietari della locanda. Meglio per lui, comunque, pensò poi sogghignando mentre si fermava davanti al frigo e lo spalancava senza complimenti.
        L'aria fredda gli investì il corpo. Chiuse gli occhi e si beò della piacevole sensazione della pelle d'oca che si formava lungo le braccia e il torace nudi e leggermente sudati; quando tornò a fissare l'interno del frigo, la vide.
        Al centro del ripiano a livello del suo viso, sembrava attirare il suo sguardo come una calamita, lì, in mezzo a tutto quel cibo che avrebbe fatto andare in estasi la scimmia. Sanzo si passò la lingua sulle labbra, gli occhi color ametista fissi su di lei, senza nemmeno battere ciglio per timore che nel riaprirli sarebbe svanita...
        Sembravano passati anni dall'ultima volta che l'aveva vista davanti a sé
—era come se non se ne trovasse più; dovunque andassero, in qualsiasi ristorante o locanda si fermassero a mangiare, non c'era. Svanita dalla faccia della terra.
        Una tortura, sì, l'ultimo mese di viaggio - di quel maledetto viaggio - era stato una tortura per il monaco.
        Ma ora era tutto nel passato.
        Ora era lì, davanti a lui.
        Maionese.
        Allungò una mano e la posò sul vitino da vespa della sensuale bottiglia, che lo chiamava come una sirena, e Sanzo poteva già gustarne il sapore sulla lingua
... Quel sapore deciso e cremoso...
        Con fare possessivo, il monaco l'attirò a sé, la posò al suo petto nella più amorevole delle strette - quasi cullandola -, ma ben presto sentì che non poteva più aspettare: doveva averla in quell'istante. Troppo a lungo aveva atteso.
        Con un gesto secco aprì il tappo, il polpastrello del pollice scivolò al beccuccio, raccogliendo una goccia di liquido chiaro su di esso e portando la mano al viso; per un lungo momento non osò muovere un muscolo, osservando quel piccolo assaggio di Nirvana scivolargli lentamente lungo il dito. Infine raccolse il suo personale nettare degli Dei con la punta della lingua, un'espressione di pura delizia dipinta sul volto affilato e un basso verso soddisfatto.
        Le papille gustative del monaco esplosero in un'ovazione di gioia e presero a ballare il merengue, inframezzato da qualche passo di salsa. [*]
        Incapace di trattenersi oltre, Sanzo mandò all'aria l'idea di gustarsi con calma quell'incontro a due con la sua amata maionese nel bel mezzo della notte
—nel battito di ciglia successivo, la bottiglia era già sollevata per aria, la testa rivolta verso il basso, mentre Sanzo teneva la testa inclinata e la bocca aperta, in attesa della cascata di salsa paradisiaca che gli scivolò languidamente in gola, come una fredda carezza passionale contro l'elevata temperatura del suo corpo.
        Non accennava a voler smettere.
        La voleva tutta per sé, e fu solo quando la bottiglia venne svuotata fino all'ultima goccia, che il monaco infine si staccò da essa, il cuore che batteva rumorosamente e lo sguardo appannato dal piacere residuo.
        Quella notte non sarebbe più riuscito a dormire.





Note 2: *Non rivendico assolutamente i diritti su questa frase--@ 50 Sfumature di... (completare a piacere). Semplicemente mi sembrava questo fosse il modo più adatto per usare quella frase: per far ridere di proposito con del crack. :3
   
 
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