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Autore: Blaineinlove    24/09/2012    4 recensioni
Daddy!Klaine
“Ariel! Blaine sei serio? “ – urlò Kurt mentre affettava i pomodori per preparare la cena
“Kurt non fiatare, parliamo di Arnold! Che nome è Arnold? Non ci chiamerei nemmeno un cane!” – rispose il marito accordando la chitarra.
“Il troppo gel ti opprime il cervello amore! Non chiameremo nostra figlia Ariel e poi Arnold è bellissimo!”
“Allora Belle!”- disse Blaine raggiungendo il marito che ormai aveva terminato di cucinare
Kurt puntò gli occhi al cielo – “e tu saresti la Bestia?”
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Belle “Isabelle” Anderson-Hummel era una bambina di sei anni, bionda, con gli occhi azzurri e tanti, troppi ricci.
Lei si definiva “speciale” perché aveva una cosa che in pochi potevano avere: due papà.
Daddy e Papy erano i suoi due principi.
Belle era stata cercata, sperata e voluta, ma come ogni fiaba che si rispetti anche questa ha un inizio.
 
***
 
Blaine e Kurt erano una coppia da quindici anni.
Insieme avevano attraversato i periodi più bui della loro vita: le superiori, l’università, le delusioni, i bulli ed ora erano sposati da quattro anni, tutti e due con un ottimo lavoro e una splendida casa al centro di New York.
La loro vita era completa: gli amici, il lavoro, i soldi e perfino un gattino, Cookies chiamato cosi da Blaine per onorare la loro usanza di farsi i biscotti almeno una volta all’anno.
Nonostante tutto mancava qualcosa.
Sapevano bene qual era il tassello magico per terminare il puzzle ma nessuno dei due, forse per timore, aveva il coraggio di parlarne.
Ma per Blaine il momento giusto arrivò quel freddo pomeriggio natalizio mentre passeggiavano tra i mercatini alla ricerca delle decorazioni perfette per l’albero di Natale.
Il moro con una scusa fece accomodare Kurt su una delle loro panchine preferite di Central Park.
La definivano la LORO panchina: quella dove Blaine l’aveva lasciato dopo il trasferimento a NY l’ultimo anno di scuola, quella dove si erano scambiati il primo abbraccio quando Kurt dopo nemmeno una settimana era tornato da lui, quella dove avevano scelto casa sfogliando giornali, quella dove Kurt aveva pianto di gioia per il primo ruolo a Broadway, quella degli innumerevoli caffè, quella in cui Blaine aveva chiesto di sposarlo tramite Cookies con un anello attaccato al papillon… e quale posto meglio di quello per chiedergli di diventare papà?
Blaine con voce tremante iniziò a parlare – “ Kurt arriva un momento…” – il biondo scoppiò a ridere raddrizzandosi il colletto del cappotto per difendersi dal freddo – “ Blaine amore, non è il momento di fare il tuo solito giochetto, so come continua la tua prima dichiarazione!”
Blaine gli prese le mani e tutto d’ un fiato buttò fuori – “Kurt voglio un bambino”.
Il più grande sussultò e smise di respirare mentre il riccio preoccupato urlava – “ Kurt! Amore! Stai Bene? Dio! Ok no, fa finta che non abbia detto nulla! Respira!”
“Lo voglio. Voglio quel bambino.”  – furono le uniche parole che Kurt riuscì a pronunciare con voce tremante e l’unica cosa che Blaine poté fare in quel momento era poggiare le mani sulle sue guance e zittirlo con un bacio.
Mentre sorseggiavano il loro caffè pomeridiano, rimasero seduti su quella panchina ancora un po’.
“Ma se non fossimo all’altezza?”- disse sottovoce Kurt quasi vergognandosene.
Blaine allora gli strinse più forte la mano – “ Saremo due splendidi papà, daremo ai nostri bambini tutto quello di cui hanno bisogno. Sappiamo cos’è il dolore e faremo di tutto per non farglielo provare. Tu gli insegnerai a camminare, ad allacciare le scarpe ed io, beh io gli insegnerò che i papillon non sono fuori moda!”
Kurt scoppiò a ridere, ma tornando subito serio aggiunse - “Blaine rimarrà solo un sogno. I nostri bambini non indosseranno mai quella robaccia, e comunque hai ragione! L’anormalità è la nuova normalità, non dice cosi quel nuovo telefilm che mi costringi a seguire?”
Blaine lo baciò – “C’è la faremo, lo giuro!”
Così mano nella mano tornarono a casa, con una nuova avventura da affrontare.
 
***
 
Dirlo alla famiglia fu più semplice del previsto.
Kurt e Blaine scelsero il weekend di Capodanno.
Durante una cena a casa Hummel, Blaine si alzò in piedi e mentre Carole serviva il tacchino disse: “ Io e Kurt avremo un bambino.”
Rimasero tutti in assoluto silenzio, anche Jordan il figlio di Rachel e Finn.
Burt sorrise e strinse la mano del figlio mentre Rachel con il broncio  si alzò in piedi quasi a voler fronteggiare Blaine.
“Voi avrete un bambino e lo dite così? Nessuno dei due ha pensato a me come mamma surrogato? Kurt se il mio migliore amico e tu Blaine, tu…” – continuò la mora puntandogli il dito – “ è grazie a me se sai di essere gay!”.
“Rachel veramente l’ho sempre saputo!”- ribatté il riccio.
“Ok va bene, ciò non toglie che sono delusa da voi” – continuò Rachel ricomponendosi - “ e non finisce qui!”- disse in tono di sfida.
Quella sera nel letto freddo d’albergo mentre si coccolavano ripensarono alla scenata di Rachel.
“Forse dovremmo prenderla in considerazione” – disse Blaine mentre baciava la parte di pelle appena sotto l’orecchio del marito.
Kurt rabbrividì a quel contatto – “ Ma non ci penso nemmeno, nostro figlio non avrà i geni di quella matta. Pensa se nasce una femminuccia! Magari da grande vorrà indossare quegli orrendi maglioncini con le renne! Un attentato alla moda, peggio del tuo papillon con gli elefantini! No!”
“Ma se non trovassimo nessuno disposto ad aiutarci?”- chiese il moro.
Kurt si staccò un po’ per guardarlo meglio negli occhi – “ Noi non avremo un nano che strilla dalla mattina alla sera” – disse convinto il biondo.
“Sai che sei adorabile?”- controbatté Blaine
“Mmm… e allora ripetimelo tutti i giorni, cosi sono sicuro di saperlo” – e la risata cristallina di Kurt venne soffocata da un bacio.
 
***
 
Quasi non ci speravano più.
La loro vita scorreva tranquilla, si erano affidati ad una clinica privata e l’unica cosa che potevano fare ora era aspettare.
Una sera di metà Marzo il telefono finalmente squillo.
E’ proprio vero che tutto accade quando meno te lo aspetti.
Ancora non conoscevano Virginia ma di sicuro quella donna gli avrebbe resi felici.
Quella notte piansero uno tra le braccia dell’altro, lacrime di gioia e si addormentarono con il sorriso sulle labbra.
Erano sempre Kurt e Blaine ma la loro vita stava per essere stravolta.
 
 
Virginia Cooper era seduta nella hall del “Sant Andrew Medical Center” e si rigirava nelle mani il suo cellulare.
Alle 16.oo in punto avrebbe incontrato i due ragazzi a cui avrebbe fatto da mamma surrogato.
Era terrorizzata. E se non avessero accettato? D’altronde era sempre stato così nella sua vita. . .
Era una studentessa di architettura che non arrivava a fine mese.
Voleva fare l’arredatrice di interni e di sicuro ci sarebbe riuscita.
La sua vita non era stata semplicissima, anzi, a quattro anni venne portata in un istituto dopo la prematura morte dei genitori.
Dopo anni di orfanotrofio fu accolta in una famiglia ma non appena divenne maggiorenne scappò a NY per raggiungere i suoi sogni.
Aveva fatto i lavori più disparati e poi un bel giorno aveva trovato quell’annuncio su internet.
Sarebbero stati soldi facili in soli nove mesi e avrebbe reso qualcuno felice.
 
***
 
“Nessun portatore di handicap in famiglia, corredo cromosomico perfetto, test tutti negativi è perfetta!”
Kurt e Blaine a quelle parole si strinsero un po’ più forte le mani.
“Quindi, per lei va bene che noi- uhm-siamo due uomini?” – chiese impaurito Blaine
“L’amore è amore, so di fare la cosa giusta! Sono un’ orfana e sinceramente non auguro a nessuno quello che ho passato. So solo che quando la notte a sei anni mi ritrovavo sola nel mio letto avrei voluto che qualcuno mi tenesse stretta, mi leggesse una fiaba, mi coccolasse e non mi sarebbe importato il sesso di quel qualcuno. Volevo essere amata. Non mi importa che siate due uomini, so che amerete questa creatura più di voi stessi e quello è l’importante.”
Una lacrima corse sul viso di Kurt e il volto di Blaine si illuminò con un magico sorriso.
“Quindi chi sarà il padre biologico?” – chiese il dottor Cullen interrompendo il silenzio.
“Io!”- risposero i due all’unisono.
E si! Questo si che sarebbe stato un problema!
 
***
 
 
In casa Anderson- Hummel la tensione scandiva i giorni.
Kurt e Blaine si evitavano da quel pomeriggio, uno leggeva mentre l’altro vedeva la partita, uno spolverava e l’altro cucinava.
Chi sarebbe stato il padre biologico?
Blaine pensava che il più adatto fosse Kurt mentre Kurt era convinto che la persona giusta fosse Blaine ma nessuno dei due fiatava.
La notte dormivano schiena a schiena, Blaine fissava la finestra ed il biondo passava la notte a rigirarsi le lenzuola tra le mani, l’unico suono che riempiva la stanza era il ticchettio della sveglia.
Dopo una settimana di silenzio Kurt ne ebbe abbastanza quindi una notte si girò e abbracciò Blaine portando le mani su suo cuore.
“Penso debba essere tu il padre biologico sai?” – disse lasciandogli un lieve bacio alla base del collo.
“E io penso che debba essere tu” – disse sospirando l’altro.
Non potevano vedersi negli occhi ma sapevano bene che in quel momento tutti e due stavano sorridendo.
“Blaine non mi importa. E poi magari prende tutti i tuoi geni folli e i ricci.”
“Senti Kurt doniamo il seme entrambi e non sapremo mai chi sarà il padre biologico. Scusa per questa settimana!”
“Scusami tu” – e abbracciati si addormentarono con il cuore più leggero.
 
***
 
I mesi passarono in fretta.
La gravidanza procedeva bene e la pancia cresceva di giorno in giorno.
Il rapporto con Virginia si intensificò: la ragazza adorava passeggiare con Kurt, sentire Blaine cantare al bambino ed andare a cena da loro.
Per la prima volta anche lei capì cosa volesse dire sentirsi amata.
Durante la terza ecografia, il dottor Cullen scoprì il sesso del nascituro ma i tre di comune accordo decisero di volere l’effetto “sorpresa”.
Erano diventati proprio una bella squadra.
 
 
La scelta  del nome fu una grande battaglia.
Sul frigo gli  Anderson-Hummel attaccarono una lavagnetta dove venivano appuntati tutti i nomi più disparati.
“Ariel! Blaine sei serio? “ – urlò Kurt mentre affettava i pomodori per preparare la cena
“Kurt non fiatare, parliamo di Arnold! Che nome è Arnold? Non ci chiamerei nemmeno un cane!” – rispose il marito accordando la chitarra.
“Il troppo gel ti opprime il cervello amore! Non chiameremo nostra figlia Ariel e poi Arnold è bellissimo!”
“Allora Belle!”- disse Blaine raggiungendo il marito che ormai aveva terminato di cucinare
Kurt puntò gli occhi al cielo – “e tu saresti la Bestia?”
“ah- ah -ah simpatico” – rispose l’altro mettendo il broncio.
Kurt si avvicinò alla lavagnetta e scrisse “Isabelle”, Blaine gli tolse il gessetto dalle mani e urlò – “ Per gli amici Belle”.
“Sei irrecuperabile Anderson”
“Ti amo anche io Hummel”
 
***
 
Il freddo dicembre arrivò di fretta e Belle/David non voleva venir fuori.
La notte del 24 mentre si stavano amando, tra un sospiro ed un gemito il telefono squillò ed i loro respiri andarono in stand by, il regalo di Natale aspettava solo di essere ritirato.
Blaine si rivestì velocemente gettando vestiti a casaccio al marito e Kurt quasi cadde inciampando nei boxer precedentemente caduti sul pavimento.
“Le chiavi se non prendi le chiavi dove andiamo Blaine?”
“Respira honey respira uno, due ,tre!”- ripeteva il moro gesticolando.
“Blaine! Cosa cazzo fai? Muoviti! Non sono io quello che sta partorendo!”- urlò Kurt afferrando le chiavi dell’auto.
Fecero tutto talmente di fretta che nemmeno si accorsero di aver indossato i vestiti al contrario.
Quando arrivarono in ospedale una buffa donna gli stava aspettando con un fagottino in mano.
“Siete i papà?”- chiese con voce squillante.
I due annuirono e la signora passò il fagotto a Kurt.
“Bene ecco la vostra bambina!” e poi un tonfo riempì la stanza. . . Blaine era svenuto.
 
***
 
I primi mesi furono difficili.
Blaine non dormiva, Kurt meno di lui perché passava le notti a fissare Belle respirare come se da un momento all’altro potesse accaderle qualcosa.
Non seppero mai chi fosse il padre biologico della bambina, sarà stata la magia ma Belle aveva gli occhi e il nasino di Kurt ed i ricci e il sorriso di Blaine.
Insieme superarono:
I pianti;
I primi dentini;
I primi passi;
La prima pappa.
Ed ora erano lì sull’uscio di casa per “il primo giorno di scuola”.
Belle era sempre più bella, era intelligente e astuta.
“Stellina, mi raccomando se qualcuno ti prende in giro devi dirlo a Daddy! Me lo prometti?” – chiese Blaine aggiustandole i lacci delle scarpe.
“E perché dovrebbero?” – chiese pensierosa la bambina.
“ Honey lo sai, non tutti i bimbi hanno due papà!” – gli ricordà Kurt passandole lo zainetto.
Ella gli prese per mano e disse – “ Beh non sanno cosa si perdono! Ora vogliamo andare?”
“Kurt questa bambina è più saccente di te!”- notò Blaine chiudendosi la porta alle spalle
“Papy siamo in ritardo, Bryan mi aspetta!”
“Ehy chi è questo Bryan?”- sussurrò Blaine al marito.
“Gelosone ha solo sei anni, non vedo l’ora di vederti quando affronteremo il primo bacio o meglio la prima volta.”- sussurrò ridendo Kurt.
“Eh no! Belle non uscirà prima dei trent’anni e non farà sesso. La mia piccola non farà sesso. Ho deciso cosi!”- ripeteva il moro scuotendo la testa.
Kurt sorrise nel vedere il suo uomo e la sua bambina mano nella mano.
Pensò a tutte le difficoltà ed a tutti gli ostacoli passati eppure ora erano lì.
Era proprio vero allora:
Family is a family and love is love.








Angolo della scrittrice: 
Sto degenerando ! Comunque questa Daddy!Klaine nasce cosi per gioco!
Liberalmente ispirata a The New Normal fa vedere come andrebbere le cose tra Kurt e Blaine papà.
Detto questo penso che RM sia un fottuto genio!!!!
Grazie a tutti quelli che arriveranno qui!
Fatemi sapere cosa ne pensate 
Alla prossima!!!!!1
Ros

  
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