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Autore: xxbrokenrose    09/04/2007    1 recensioni
Incontro tra Vita e Morte.
Cronaca dei giorni precedenti e seguenti la morte di Re Elessar Telcontar, avvenuta il 1° Marzo 1541 della III Era (secondo il calendario della Contea).
La fine di una vita unita all'inizio di un nuovo Regno.
Quali possono essere le reazioni della Famiglia Reale, di fronte ad una perdita così importante? Di fronte ad una perdita che non è certo stata la prima.
Cosa potrà mai provare il futuro Re di Gondor, sapendo che il padre ha deciso che è giunto il suo momento?
Nota: In realtà i protagonisti della storia sono Eldarion e un nuovo personaggio. Ho elencato anche Aragorn, perchè compare, più o meno spesso, nel corso della fiction.
Sono gradite delle recensioni :)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Aragorn, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Until the End

 

“… ne abbiamo passate insieme … e siamo sempre stati l’uno la forza dell’altra … ma ora, guardandoti negli occhi … sai, non
credo che ce la farò … non credo di essere abbastanza forte come credevo …”

 

 

 

Capitolo Uno

 

Minas Tirith, Gondor.
Anno 1541 della III Era,
secondo il Calendario della Contea.
26 Febbraio.

 

Il Sole sorse tranquillo, come tutti i giorni, e la fresca aria di fine inverno entrava piacevolmente dalla finestra, lasciata aperta per rinfrescare la stanza, che stava nell’ala est del palazzo.
Il letto al centro era adornato da lenzuola color panna, che donavano un aspetto luminoso a tutta la camera.
In quel letto Eldarion dormiva placidamente, sdraiato sul fianco, con le lenzuola che gli arrivavano alla vita, la pelle ambrata, il petto che si alzava e si abbassava lentamente, l’espressione tranquilla e i capelli corvini spettinati … con un braccio teneva stretta a sé una donna dai lunghi capelli mori che riposava con la testa dolcemente poggiata sul suo petto.
La sua pelle candida creava un leggero contrasto con quella più scura del marito … d’altronde molti avevano scambiato la sua bellezza mortale per elfica … ma chi aveva conosciuto Lady Eowyn non poteva fare a meno di notare, quanto madre e figlia si assomigliassero, nonostante le dovute differenze. Miriel aveva i tratti più delicati, e gli occhi più simili a Faramir, suo padre.
La mano di Eldarion si mosse leggermente ad accarezzare il braccio di Miriel, un semplice gesto dettato dal sonno.
La tranquillità della camera da letto fu interrotta dalla porta, che si spalancò improvvisamente.

 

Un bimbo biondo, di circa tre anni, fece il suo ingresso con un sorriso eccitato, saltando sul letto, mentre la sua risata cristallina echeggiava nella stanza.
Mamma! Papà! Sveglia!”, esclamò il piccolo, cadendo seduto sul materasso.
Miriel aprì gli occhi, voltando un poco la testa per guardare il figlioletto. Sorrise, specchiandosi in quei grandi occhi blu argento tanto simili ai suoi. Il bambino le si avvicinò un po’, e con la sua vocina, disse sottovoce: “Mamma, svegliamo papà?”.
”Galad, tesoro, è molto presto …”.
”Ma … non dovevamo andare a cavalcare?”, chiese il piccolo con gli occhioni imploranti.
”… già, ma non è ancora ora, vedi? Il sole si è appena svegliato …”.
Il bimbo incurvò la bocca, facendo sporgere il labbro inferiore, tentando di apparire con un’espressione triste … La donna non riuscì a trattenere un sorriso. Allungò le mani, e fece accomodare il piccolo tra le sue braccia. “E’ presto per uscire …”, disse carezzandogli la testolina bionda, “… dormiamo ancora un po’, poi il papà lo sveglieremo insieme.”.
Il piccolo annuì, lasciandosi sfuggire uno sbadiglio. Miriel fece appena in tempo a dare un bacio sulla fronte del figlio, prima di riaddormentarsi insieme a lui.

 

*°*

 

Quando la donna riaprì gli occhi, il Sole era già a suo agio nel cielo mattutino di Gondor, il bambino che dormiva con lei era sceso dal letto, e in quel momento era in piedi, davanti al marito che ancora dormiva, tentando di svegliarlo.
Papà, ti svegli?”, domandò il piccolo scuotendo leggermente la spalla dell’uomo.
La donna si mise seduta, sorridendo. Il bimbo, dopo l’ennesima volta che chiamava “papà” senza ricevere risposta, la guardò sconsolato. Lei sorrise ancora … il marito fingeva di dormire, ma in realtà era sveglio. Ormai aveva imparato a capirlo dal ritmo del suo respiro.
”Il solletico …” sussurrò al figlio, muovendo le mani, “… fagli il solletico!”.
Galad assunse un sorriso birichino … mosse la manina, e iniziò a solleticare il collo del padre. Eldarion rimase serio e addormentato per qualche secondo, prima di scoppiare a ridere all’improvviso, e prendere tra le braccia il bambino, che, colto di sorpresa, esplose anche lui in una risata argentina.
”Buongiorno prode cavaliere!” disse l’uomo senza smettere di ridere.
”Ciao papà!”.
Allora? Perché hai così tanta fretta di svegliarmi?” chiese lui, facendo sedere il figlio a cavalcioni sulla propria pancia.
”Mi avevi promesso che mi portavi a cavalcare!”. La vocina di Galad risultò offesa.
”Ah! … ma certo! Come potrei dimenticarmi una così solenne promessa?” annuì l’uomo.
Il piccolo sorrise estasiato, “Davvero?!”.
Tranquillo. Ma prima sentiamo la mamma …” disse Eldarion, portando lo sguardo sulla moglie, che si era messa seduta, con il braccio appoggiato al cuscino, e la mano che le reggeva la tempia. “… posso portare a cavalcare questo bambino?” le chiese poi.
Miriel fissò il marito negli occhi per un lungo momento, mentre lui le sorrideva.
”Allora, mamma? Posso?”.
Spostò lo sguardo sul bambino, e sorrise.
”D’accordo.”. Galad spalancò gli occhi, tutto contento. “… a patto che prima fai cambiare la mamma, e poi ti fai vestire senza fare storie, intesi?”.
Si! Si! Io ti aspetto qui!”, esclamò il piccolo, facendo un piccolo sobbalzo, che fece scoppiare Eldarion a ridere, soffocando un piccolo “Ouh!”.

 

*°*

 

Si gettò un po’ d’acqua sul viso, poi tornò a guardare il proprio riflesso allo specchio. … La pelle chiara, adornata da piccole gocce si contrapponeva alla cascata di capelli color ebano che le ricadevano un po’ scomposti sulle spalle. I grandi occhi blu argento, incorniciati dalle lunghe e folte ciglia nere, stavano esaminando ogni particolare del riflesso.
Non mi starai mica diventando vanitosa, vero?”.
”Non essere sciocco.”.
Non aveva nemmeno avuto bisogno di girarsi. Vide il riflesso del marito nello specchio … se ne stava appoggiato allo stipite della porta, guardandola con un mezzo sorriso.
”Posso dirti una cosa?”, le chiese.
”Si, certo.”.
Eldarion si avvicinò, mettendosi dietro di lei. Le scostò i capelli dalla spalla, e vi poggiò il mento, accostando il viso a quello della moglie, mentre l’abbracciava per la vita. Lei girò il volto per guardarlo ma, delicatamente, lui le rimise lo sguardo sullo specchio.
Si fissavano. Le due donne identiche e i loro identici uomini. Due rinchiusi nello specchio di un mondo che riflette ciò che accade davvero. E due che vivevano, nel mondo in cui ciò accade davvero. Si fissavano.
”Ogni volta che ti guardo, ogni volta che ti bacio, ogni volta che sento la tua pelle sotto le dita, ogni volta che mi perdo nei tuoi occhi …”.
”Cosa?”.
“… sai cosa vedo?”.
”No … cosa vedi?”.
”Te. Semplicemente. Vedo sempre te. La stessa ragazza che mi faceva passare i pomeriggi nei giardini. Che arrossiva ogni volta che la guardavo … La stessa ragazza che s’imbronciava ogni volta che qualcuno la chiamava Piccola Miriel … vedo la stessa ragazza, la stessa donna di cui mi sono innamorato …”.
Silenzio. La donna reale e l’uomo dello specchio di guardano.
”E i Valar soli sanno quanto sono loro grato ogni mattina, quando mi sveglio, e ti vedo sdraiata accanto a me …”.
Silenzio. La donna reale abbassa lo sguardo sulle mani del suo uomo reale, mentre l’uomo dello specchio continua a guardarla.
”… quindi è inutile che ti rimiri nello specchio …”.
”Non mi stavo affatto rimirando, stavo riflettendo.”.
“… ti amo.”.
La donna si voltò, a guardare il marito negli occhi, passandogli una mano tra i capelli corvini. Eldarion le sollevò il mento con le dita, e le baciò piano le labbra, leccandole con la punta della lingua. Miriel socchiuse la bocca, lasciando che la lingua del marito vi entrasse, e accarezzasse la sua.
”Buongiorno …” sussurrò lei, quando, si lasciarono.
”… buongiorno.”, le rispose, giusto prima di tornare a baciarla, stringendola di più tra le sue braccia.
Entrambi si resero conto che il bacio diveniva via via più focoso … Eldarion spingeva sempre di più la lingua nella bocca della compagna, e lei faceva lo stesso … dopotutto questo era solo l’inizio di un gioco molto apprezzato, ma …
” ‘Dar, non mi sembra il momento adatto …”, protestò la donna, tentando di resistere ai baci del compagno.
Si? Perché?” domandò di rimando l’uomo, per nulla intenzionato a cessare di deporre tanti piccoli baci sulle labbra di lei.
”Perché c’è Galad di là …”.
”Tranquilla …” rispose lui, continuando a baciarla, “… Galad si sta divertendo a spese del nostro materasso.”.
Sfiorò una coscia della moglie, sollevandole un poco la camicia da notte, e accarezzandole la pelle … Miriel strinse di più le braccia intorno alle spalle del marito, sollevandosi in punta di piedi, per ritrovarsi faccia a faccia con lui … sentì la gamba di Eldarion tra le sue.
”Mmmh …”.
”Cosa c’è?” le chiese il compagno leccandole il collo.
“ ‘Dar, non tentarmi …”, sussurrò in risposta, soffocando un gemito e chiudendo gli occhi, per godersi la sensazione di brividi che le dava il marito.
”Ah, tra noi due non sono certo io il tentatore ‘Riel, …”, mormorò lui, a pochi centimetri dalla sua bocca, mentre con la mano risaliva dalla coscia al fianco della moglie. “… credimi.”.
Ti ricordo che sei stato tu a prendere l’iniziativa …”. Eldarion sollevò un sopracciglio.
“… non che la cosa mi dispiaccia …” ammise infine lei. Lui sorrise malizioso.
”Quindi possiamo continuare a …”.
No. Non poterono continuare. Vennero interrotti una vocina che veniva dalla camera, proprio da sopra il materasso.
”Però non vale se vi date i bacini!!!”, esclamò Galad dall'altra stanza, continuando a saltare sul letto dei genitori.
Miriel scoppiò in una luminosa risata, proprio in faccia al marito, che, un po’ deluso, le diede un bacio sulla guancia, e si diresse verso l’armadio, tirando fuori i vestiti.
Prima di iniziare a spogliarsi, si girò verso la moglie. “Ah, ma stasera continuiamo il discorso.”.
La donna annuì sorridendo.

 

*°*

 

Mi raccomando, fate i bravi.”. disse la donna prendendo in braccio la bambina e facendola sedere sulla sella del cavallo.
”Ma mamma, tu non vieni?” chiese la piccola. Aveva dei lunghi capelli mori, e dei grandi occhioni trasparenti.

No Eldariel, resto qui … penso che aiuterò il nonno …”.
”Peccato che non possa venire anche lui …” sospirò tutto triste un bambino molto somigliante ad Eldariel.
”Eärendil, tesoro, sono sicura che ci sarà una prossima volta …” lo rassicurò la madre, “… tu però divertiti anche per lui.”.
”Va bene!” esclamò il bambino, prendendo le redini del suo cavallo.
”Ci vediamo stasera …” sussurrò Eldarion all’orecchio della moglie.
A stasera.”. Miriel baciò le labbra del marito.

 

*°*

 

Un sospiro tra gli scaffali della biblioteca, e l’infinito numero di libri …
Minas Tirith vantava la più grande raccolta di scritti di tutta la Terra di Mezzo … dopo Imladris, naturalmente.
Quella sala sembrava avere vita propria. La luce entrava a malapena dalle finestre, poste molto in alto, sopra gli scaffali, vicino al soffitto. Solo qualche timido raggio di luce osava filtrare dagli spessi vetri, e rompere l’atmosfera creata dagli imponenti volumi, creando delle strisce color avorio, che illuminavano la polvere sospesa nell’aria, che sembrava quasi danzare lentamente. Il fruscio delle pagine sfogliate creava un suono tranquillo, caldo e rilassante, mischiato all’odore d’inchiostro e della pelle in cui i testi erano rilegati.
I passi risuonavano tra gli scaffali, così imponenti da sembrare quasi mura, formate da centinaia e centinaia di tomi rilegati, grosse pergamene, arrotolate in cilindri di pelle, e storie che erano nate col mondo.
Miriel alzò lo sguardo dal libro che aveva in mano, e lo richiuse. Si appoggiò allo schienale della poltrona, e si perse tra i suoi pensieri. … passarono alcuni istanti … forse qualche minuto …
Qui tutta sola?”. Una voce la riscosse dai suoi pensieri.
Alzò gli occhi dal vuoto che stava fissando e girò il capo. “Sì, i bambini sono fuori con Eldarion.”.
Incrociò gli occhi azzurro mare dell’uomo, che le erano così familiari, tanto erano simili a quelli del marito.
L’uomo si chinò a baciarle le guancia e lei gli sorrise. “… era da molto che volevano fare questa gita a cavallo.”, concluse, mentre il suocero si accomodava sulla poltrona accanto alla sua.
Mentre tu stai a riposare?” domandò l’uomo poggiando la testa alla mano.
Non proprio … A riflettere, Aragorn …” spiegò la donna. “… E sì, anche a riposare, credo …”, disse ridendo. Aragorn si unì a lei. “A riflettere?” chiese, “E su cosa?”.
Ma, ti dirò … su tutto … mi rilassa, sai?”, disse lei.
Sì … ogni tanto è utile perdersi nei propri pensieri …”, mormorò lui tra sé e sé.
”Hai proprio ragione.”, convenne la donna.
L’uomo non rispose, guardava fisso davanti a sé, qualcosa che probabilmente lui solo poteva vedere.
“… Aragorn?”, lo chiamò Miriel.
Si ridestò all’improvviso, volgendo lo sguardo al viso insicuro della giovane. Sorrise, per tranquillizzarla.
Va tutto bene?”, domandò lei.
Si …”, rispose lui, “… si, tutto bene.”.

 

*°*

 

I fiori, mamma!”, esclamò la bambina, “E le farfalle!”.
E nel fiume c’erano tanti pesci!”, aggiunse Eärendil.
E io e Eärendil abbiamo fatto una gara di corsa!!!”, disse Galad agitando le manine.
Si, ma l’ho fatto vincere …”, aggiunse il fratello maggiore sottovoce.
”Non è vero!”, protestò il più piccolo, sovrastato dalla voce della sorella: “Ma papà non ha voluto farci fare il bagno!”.
”Ha ragione Eldariel, noi volevamo fare il bagno.” Disse Eärendil, mentre Galad annuiva convinto, seduto sulle ginocchia della madre, che scoppiò in una sincera risata. “Ma bambini, siamo ancora a febbraio!”, disse.
Vero …”, convenne Eldarion prendendo per mano i due gemelli. “… e se vi prendete un malanno, la mamma si potrebbe arrabbiare …”.
”Davvero? E ti mette in castigo, papà?”, domando il piccolo biondo, alquanto sorpreso.
Oh, si!”, rispose l’uomo con falso tono serioso. “Ed è anche molto severa, sai?”.
No! Non è vero!”, esclamò il bambino sempre più sconvolto, buttando le braccia attorno al collo della madre, che già stava ridendo, insieme ai due fratelli maggiori.
”Ma piuttosto …” disse la donna, inclinando la testa per guardare il viso del figlioletto, “… voi non dovreste essere stanchi?”.
I tre bambini, colti di sorpresa, rimasero in silenzio, evitando accuratamente di guardarsi. Eldarion vide chiaramente lo sguardo di chi sa sul volto della moglie, e non riuscì a trattenere un sorriso.
Uno per uno, i bambini annuirono lentamente.
Bene!”, disse Miriel alzandosi, e mettendo giù il bambino. “… allora a letto!”. Nessuno dei tre si mosse di un millimetro.
”Allora …”, cominciò Eldarion, affiancando la moglie, e circondandole le spalle con un braccio, “… il primo che vedo a letto …”, continuò, appoggiando l’altra mano sul fianco, “… domattina avrà doppia razione di biscotti!”.
Immediatamente, tra risate varie, i bambini corsero ognuno alla propria stanza, gridando un “Buonanotte!”, prima di chiudere la porta.
”Ci si arrangia come si può …”, disse Eldarion, voltando lo sguardo sulla donna.
Vero … ma ora non verrai a dirmi che tu sei stanco?”, domandò lei sorridendo.
Un po’ …” , rispose lui pensandoci un po’ su, “… ma lasciami il tempo di lavarmi, e sarò da te, fresco, e profumato.”, concluse fissandola negli occhi.
”Ci conto allora …”, disse la giovane prima di baciare le sue labbra.

 

*°*

 

Eldarion uscì dalla stanza da bagno, seguito da un discreto numero di nuvolette di vapore, con un panno avvolto in vita.
Miriel era sdraiata sul letto, con la coperta tirata sulle gambe, intenta a leggere un libro.
L’uomo sorrise. Gattonando sul letto, la raggiunse e iniziò a baciarle lentamente il collo. La donna non diede segno di essersene accorta, girò pagina e continuò a leggere imperterrita. Lui proseguì per qualche minuto.
”Perché mi sento ignorato?”, si chiese poco dopo.
”No, fammi finire di leggere la frase …”, rispose la donna ancora assorta dal libro.
Ti ricordo che dobbiamo finire un certo discorso …”, disse Eldarion, riprendendo poi a baciare la moglie, fino a quando lei non chiuse il libro, poggiandolo sul comodino, tornando poi, a ricevere placidamente i baci del marito, senza fare nulla.
Che stai …?”, disse lentamente l’uomo, lasciando in sospeso la frase, e cominciando a mordicchiare il lobo della giovane.
”Mi godo i tuoi baci, mi sembra più che ovvio.”, spiegò semplicemente lei.
Eh no, signorina. Ora mi hai proprio stancato …”, ribatté Eldarion, scostando la coperta dalle gambe della donna, che sorrise.
”Pensi di tenermi il muso?” domandò Miriel passando le braccia attorno al collo del marito.
Potrei farlo, sai?”.
”Ma non lo farai.”.
E chi te lo dice?”.
Ti conosco troppo bene.”.
Sai, credo di avere ancora delle sorprese per te. ”.
Ovvero?”.
Potrei tenerti il muso.”.
”Ma io potrei evitarlo, giusto?”, chiese lei, allungando il collo per baciarlo.
Esatto … sai che non aspetto altro …”, rispose abbracciandola. Seguì un bacio molto lungo, mentre le loro mani si intrecciavano, o sfioravano il corpo dell’altro.
Sei caldo …”, mormorò poco dopo la donna, con il respiro che si poggiava delicatamente sulla pelle ambrata del marito.
Si?” domandò lui chinandosi su di lei e sollevandola per i fianchi.
Sì …” rispose lei, intrecciando le gambe dietro la schiena dell’uomo, “… ma avevi detto che saresti tornato fresco.”.
Non sempre si riescono a placare i bollenti spiriti”, ribatté lui avvicinando il viso al suo.
La donna scoppiò a ridere. “Questa te la potevi risparmiare.”.
Si, in effetti …”, constatò l’uomo, baciandola e cogliendola di sorpresa.
Per poco non le mancò il respiro, e strinse di più le braccia attorno al collo del marito, perché, nonostante tutto, non voleva interrompere quel bacio così appassionato.
”Proporrei di togliere questa …”, sussurrò Eldarion a pochi centimetri dalle sue labbra, accennando alla sottoveste che Miriel indossava.
Proposta approvata.”, rispose la donna sfilando il panno dai fianchi del marito.

   
 
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