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Autore: Nazori chan    25/09/2012    2 recensioni
immaginatevi la famosa Genei Ryodan, i più famosi assassini e ladri di sempre nel mondo di oggi. cosa succederebbe??
E ancor peggio: cosa accadrebbe se si ritrovassero alle prese con persone di oggi??.... beh, forse però, chi incontreranno non sarà tanto nella norma....
come si troveranno alle prese con questa nuova vita? come faranno a tornare al loro mondo? se vi ho incuriosito, leggete e scopritelo ;)
Genere: Azione, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Feitan, Genei Ryodan, Hisoka, Kuroro Lucifer, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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nella mia vita tutto era comune, tutto nella norma. Mai che accadesse qualcosa degno di nota. C’era stato solo qualche stupido avvenimento: feste balzane, vecchiette un po’ pazze, fuochi d’artificio tutta la notte. Niente che mi interessasse, che fosse più curioso del restare al computer a scrivere i miei romanzi, o più adrenalizzante del mio hobby. La meccanica.
I soli momenti belli, erano quelli che passavo tra motori, acciaio, e fumo sbarazzino. Quelli, erano i soli momenti che chiamavo VITA. Ma, poi, c’è stato un incidente di percorso. E ora tutto è cambiato drasticamente. Si vede, che il mio destino non conosce le mezze misure.’



                                               
Come ogni sera ero in officina. Casi di strani furti, accompagnati da omicidi avvolti nel più profondo nero, si verificavano sempre più di frequente in città, ma la periferia era per ora considerata da tutti sicura. Insomma, per rubare, va rubato qualcosa di valore, e lì non avevamo nulla di prezioso.
Ero seduta al bancone, ma dato che l’auto del signor Kagawirate era aggiustata da un pezzo, passavo il tempo nella noia di quel silenzio opprimente, interrotto solo dal ticchettio della tastiera del portatile, e il canto dei grilli provenire dalla strada. Non avevo chiuso ancora l’inserra, per far entrare un po’ di aria fresca, dato il caldo straziante. La temperatura non aveva accennato a scendere nemmeno di sera.
Ero al mio sesto romanzo. Ovviamente una storia fantasy e avventurosa, come volevo che fosse la mia esistenza, che rispecchiava i miei desideri più profondi.

Ero alla 65.432 parola, alla 64 pagina. Scrivevo di quando la protagonista, May, combatteva contro  il Kun, un orrendo pesce carnivoro cinese, nella speranza di arrivare finalmente sull’isola di Peng Lai, per incontrare la dea Nüwa.
Misi sulla pagina Word ogni particolare, dagli attacchi tentati a quelli ricevuti, e di come Thelehete e Tatsumi, rispettivamente sorella e amico d’infanzia della protagonista, combattessero contro i servi del Kun.
Per i nomi, avevo storpiato un po’ quello di mia nipote, Theletha mentre quello di mio fratello era rimasto uguale.
L’insistente sonata dei grilli, unico rumore che regnava, fu interrotto improvvisamente da un grido acuto di Theletha. Corsi di sopra.
L’officina e la casa erano collegate da scale, che percossi a massima velocità. Arrivai nella camera da letto di mio fratello, e trovai la piccola a litigare con Tatsumi, che con i suoi 15 anni ancora controbatteva con bambine che ne avevano tre.
Essendo io la più grande, toccava a me dividerli.
Theletha teneva stretto in mano un volume di HxH, quello dove compariva per la prima volta la Genei Ryodan, mentre strillava. Tatsumi glielo tirava di mano, affermando che per una bambina non fosse educativo leggere certe cose. Mi misi tra i due, fermando Tatsumi.
“stupido cretino! E lasciala in pace una buona volta!”
“che cosa? Dovresti levarglielo di mano!” mi urlò lui, mentre man mano si calmava un po’. Theletha scoppiò in lacrime, facendo la parte della bambina lagnosa, come sempre quando voleva essere accontentata.
“certo lo so, lo so! Non appena si calma glielo tolgo ma tu smettila altrimenti…!” risposi in fretta, arrivando quatta vicino alla piccola. Non ci fu bisogno di finire. Tatsumi, sbuffando, si levò di mezzo, sedendosi sul letto.
“calmati… su andiamo…”
“no! Io vollio leggello!!” rispose lei tra le lacrime.
“non vuoi che invece di quel coso ti leggo una favola giapponese?? Tanto lo so che hai paura di Kuroro e ti metti a piangere” dissi con tono più convincente e dolce possibile, ma non bastò.
“no! Fa chifo!! Io vollio che mi leggi quetto!! Io no Kuoo paula” e mi sbatté in faccia tutto ciò che trovò a portata di mano. “fate tutti e due chifo, siete cattivi!!”
Mentre lei correva via, mi massaggiai il naso. Fatti simili ormai, accadevano sempre più di frequente.
Ringhiai “mocciosa rompiscatole! Questa me la paghi!!”
La inseguii in corridoio, seguita da Tatsumi, che ridacchiava divertito.
Mi fiondai in cucina: niente. Controllai la sala da pranzo, fin sotto il tavolo, dietro le tende, e dietro il divano, ma nulla.
Anche la mia camera era vuota, e gli armadi, che erano i suoi nascondigli preferiti, deserti. Il bagno peggio ancora. Ridiedi un occhiata nella camera di Tatsumi, da cui tutto era iniziato, ma dubitavo che fosse lì. Nemmeno un rumore. Tutto silenzioso. Per ultimo tornai in camera mia e controllai che Vertebra, il mio serpentello corallo, non avesse per caso ‘saziato una qualche fame improvvisa’. Vertebra era libero per casa, e misurando solo 90 cm, non era nemmeno tanto ingombrante. E poi, ormai riconosceva le persone e ubbidiva come un fedele animale domestico. Cercai anche nelle camere che prima erano di Taiga, ovvero mia sorella e in quella che era stata la stanza di mia madre.

“Tatsumi! Andiamo di sotto!!” proposi, un po’ più in ansia.

 
  
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