<<I’m sorry,
I’ve lost.
It’s
okay, I’m here for you.>>
Teppei Kiyoshi x Hyuuga Junpei
Freddo.
Non mi ero mai accorto di quanto freddo potesse fare in quella
stramaledettissima città. Se non quando ancora, prima della Winter
Cup, le ferite del’Inter High bruciavano ancora vive,
ardenti nel nostro cuore. In quello di Kuroko, in
quello di Kagami, nel tenue cuore di Riko.
Nel mio.
Ma sembrava che il cuore di uno
di noi, non fosse stato minimamente toccato da quella sconfitta, anzi sembrava
più forte di quanto non lo fosse mai stato. Certo, aveva le giuste ragioni di
credere che qualcosa in noi andasse migliorato, che qualcosa di speciale ci
fosse.
Dovevamo solo farlo venire fuori.
Decisamente ci mancava la sua presenza, ma in quel momento la sua idiozia e la
sua stupidità non aiutavano minimamente ad incoraggiare noi tutti, nello
sconforto.
Ci sentivamo delle nullità più totali, e come biasimarci, penserete.
Ma credetemi quando vi dico, che con Kiyoshi più che perdenti, ci sentivamo solamente dei bimbi
ancora in fasce, in attesa di essere svezzati.
Persino per me, e gli altri senpai, era come se non
avessimo mai conosciuto a fondo il basket.
Era una cosa che stavo pensando, mentre
aspettavamo il treno.
Non ricordo esattamente quale fosse la nostra destinazione, ma ricordo
solamente che stavo affogando in quei pensieri di rammarico verso me stesso.
Non ero riuscito a fare granché come
capitano.
Anzi, avevo fatto considerevolmente schifo,
già decisamente. Non ero riuscito a motivare nessuno della squadra, solamente
piangermi addosso su quando Aomine fosse forte, e
cercare un qualche modo di fare più punti possibili da solo. Era qui che
sbagliavo, volevo fare tutto da solo, lasciando così, in balia di quella bestia
feroce, Kagami e Kuroko.
Ero poggiato a quello che doveva essere
una sorta di panchina, in ferro, quello lo ricordo molto bene, dato che mi si
stava ghiacciando il fondoschiena, maledette stazioni ferroviarie.
Borbottai, e quel mio borbottio arrivò sino alle orecchie di Kiyoshi, che stranamente non aveva spiccicato una parola
per tutto il tempo.
Davvero singolare da parte sua, dato che era abbastanza rinomato per la sua
parlantina a macchinetta e per il fatto di sparare più cose a caso nell’arco di
dieci secondi, che una mitragliatrice durante un attacco.
Sbuffai, notando che aveva scostato gli
occhi castani nella mia direzione.
Mi seccava avere i suoi occhi su di me, sapevo che potevano scrutarmi come
sotto i raggi X, e la cosa mi faceva sentire tremendamente vulnerabile, quasi nudo.
Tirai su il naso delicatamente,
nascondendo il viso dentro la sciarpa.
Maledizione, smettila di guardarmi.
-Cos’hai da guardare?-
Sapeva che mi dava fastidio essere
fissato, insistentemente per giunta, perché diavolo faceva il contrario di
quello che gli dicevo? Maledizione, che nervi.
Socchiusi gli occhi, in attesa che la smettesse di trapanarmi l’anima con
quegli occhi nocciolati.
-Hai qualcosa che non va … -
-Ah, tu dici, Kiyoshi?
Io dico semplicemente che ho freddo, se tu non ne hai son problemi tuoi … -
Ecco, c’eravamo ancora una volta.
Mi ritrovato sempre a rispondergli male quando qualcosa non andava, e lui
voleva testare se fosse solamente una sua convinzione o semplicemente
un’impressione che si era creato partendo dal fatto che io per lui avessi
sempre qualcosa che non andava.
Dal mio pensatoio, fui strappato con forza nel
momento in cui Kiyoshi mi fu così vicino, da portene
sentire il respiro sulla faccia.
Sembrava il bue del presepe talmente alitava, che animale, cavolo.
Pronto a sbraitare con tutti i miei polmoni, sentendo quel poco di raziocinio
che era rimasto congelato a causa delle basse temperature, andare a farsi
benedire, mi girai di scatto, trovandomi i suoi occhi socchiusi, sorridenti, che
mi fissavano in modo quasi materno. Rimasi quasi ibernato da quello sguardo,
dato il fatto che fosse tremendamente vicino …
Troppo.
-Allora, si può sapere cosa ti frulla
per la testa? –
Non risposi, mi limitai semplicemente a
guardarlo negli occhi, rimanendo in quel limbo di silenzio che ormai mi
trascinavo da qualche ora.
-Non starai pensando ancora all’Inter
High … Vero? –
-Certo che ci sto pensando, se non ci
pensassi non potrei pensare un modo per portare più lontano la squadra, ti
pare? –
Roteai nervosamente gli occhi,
girandomi dall’altra parte.
Non capisco, ancora adesso, perché si perda in domande stupide e retoriche. Da
capitano era tremendamente intuibile che io stessi ancora pensando a quel
maledetto torneo che era andato a farsi benedire per colpa della Touou, o non era abbastanza ovvio?
Sospirai, mentre accanto a me sentivo i
movimenti di Kiyoshi, evidentemente si era alzato,
forse stava arrivando il treno e io ero ancora seduto lì, come una vecchietta.
Feci semplicemente per alzare lo
sguardo, per constatare che ci fosse o meno il treno e lo vidi, ancora una
volta col fiato sul mio viso, ancora più di prima. Si era sicuramente alzato
per pararsi davanti a me di soppiatto.
Malefico.
-Junpei … Ascolta. Ora non siete soli, ci sono io a darvi una mano, e poi con un
capitano come te sicuramente andremo molto lontano … -
-Sai che ho sempre pensato che il
capitano avresti dovuto farlo tu … -
-Dettagli. –
Rispose semplicemente avvicinandosi,
tirandomi delicatamente dalla sciarpa chiara per potermi schioccare un bacio
sulle labbra.
In un primo momento potei rilassarmi ed accogliere delicatamente quella tenue
sensazione d’amore e dolcezza che mi trasmetteva, ma in un secondo momento
arrivò l’imbarazzo seguito dalla paura di essere visto da qualcuno.
Diavolo, ma non aveva la concezione della discrezione quell’idiota?
Lo spinsi, troppo delicatamente per i
miei gusti, e abbassai di colpo il capo sentendo come se la mia testa fosse
diventata da un momento all’altro una pentola a pressione. Sbuffai, poi,
guardandolo con la coda dell’occhio ed ancora quel sorriso, sulla sua facciona,
che non sembrava voler andarsene nemmeno con la più brutta delle notizie.
Deglutii, sentivo che stavo per cedere a qualcosa che non avrei mai pensato di
poter fare davanti a lui.
Una cosa che odio, ma che mi pungeva nei bulbi oculari, violentemente, in modo
tremendamente fastidioso.
No, di piangere davanti a Kiyoshi non se ne parlava
minimamente.
Peccato che i miei occhi non la
pensassero esattamente come me, anzi facevano tutti i contrario di ciò che era
la mia volontà.
Socchiusi un occhio, sentendo le lacrime colare lentamente sulla guancia. Un
secondo bacio su posò sul mio viso, ormai bagnata dalle lacrime che ora
scorrevano tranquillamente. Mi morsi delicatamente le labbra, sentendo nascere
da dentro al petto un attimo di debolezza, di cui mi sarei vergognato sino alla
fine dei miei giorni. Schiusi delicatamente le labbra sospirando, sentendo la
voce tremolare.
-Scusami … Ho perso. –
-È tutto okay, ci sono io qui per te …
-
Angolo dell’autrice
Ed eccoci
qui, la seconda di questa giornata, vi starete chiedendo come mai sforno flash
e oneshot a macchinetta, semplicemente mi sento molto
ispirata, non capita tutti i giorni eh!
Prima di tutto vorrei commentare il titolo di questa shot.
È fatto in modo che sembri un piccolo dialogo da Teppei
e Hyuuga, la quale sono le ultime due battute che
dicono i personaggi alla fine di questa breve storiella.
Come ribadisco non sono sicura per il betaggio e
questa volta anche per quanto riguarda l’IC dei personaggi, però spero
apprezzerete dato che comunque rimane la prima che scrivo su di loro, e come
riportato in altri luoghi “Per loro darei le vene!” [Cit.
me]
Bene, se vi è
piaciuta o no commentate
Fuecchan.